I BRIGATA BERSAGLIERI
(6° E 12° REGGIMENTO)
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A metà febbraio è costituita la I brigata bersaglieri coi
reggimenti 6° e 12° i quali, come è detto nei rispettivi riassunti storici, operano entrambi in detta epoca nella conca di Plezzo, fra il M. Cukla, il Rombon e il Javorcek, ove
permangono per tutto il mese di febbraio per trasferirsi in Carnia alla prima decade di marzo, dislocandosi il 6° reggimento nel settore Fella (VI e XIII) ed in quello But -
Degano (XIX); il 12° tutto nel settore di But - Degano.
Eseguono inoltre molti lavori di rafforzamento. Essa è trasferita il 9 per ferrovia, fra Palmanova e Villa Viola (XI corpo d'armata). Il 16 settembre è inviata a Bosco Cappuccio ed il 4 ottobre si sposta nel Vallone, dislocato il 6° a Devetaki ed il 12° a Vizintini; il 6 ritorna a Bosco Cappuccio. Le è assegnato il 238° riparto mitraglieri.
Il 10 nuovi eventi la richiamano nel Vallone assegnandola alla
45a divisione, meno due battaglioni VI/6° e XXI/12° che sono messi a disposizione della 21a divisione quale riserva. Il nemico col suo tiro rende difficile e penoso l'attacco che deve essere sospeso. Prima dell'imbrunire è ripreso con nuova veemenza, ma il risultato non è paro allo sforzo, poichè il tiro di artiglieria è violentissimo ed il nemico, protetto dalle sue fortificazioni, è tenace nella difesa. L'azione deve essere ancora sospesa.
I battaglioni XIII e XXIII scendono la notte del 12 nel Vallone, mentre il XIX ed
il XXXVI restano in rincalzo del 78° fanteria.
Nella notte sul 23 i due reggimenti si sostituiscono nelle rispettive posizioni e
così pure il 29. Il 6° reggimento si porta in linea a destra del 12°. Alla brigata è assegnato il seguente compito: puntare prima su q. 291, dirigendo ivi la sua destra e poggiando la sinistra alla strada che con direzione ovest - est passa a nord di Pecinka; assicurare poi il possesso di detto monte occupando la q. 308.
Cessata la preparazione di artiglieria, i due reggimenti spingono i loro riparti
di testa verso il Pecinka e lo raggiungono, vi catturano molti priogionieri ed iniziano il rafforzamento delle posizioni, mentre il nemico apre un nutrito fuoco di
interdizione.
I riparti resistono e, nonostante le perdite subite, mantengono ad ogni costo le
posizioni conquistate con tanto sacrificio, anzi le ampliano e le rafforzano.
Nella notte sul 19 il VI/6°, attaccato da rilevanti forze a q. 126, deve cedere un
tratto di trincea che invano tentano di riprendere i battaglioni XIX/6° e XXIII/12° accorsi in rincalzo, poichè il tiro avversario rende insostenibili le posizioni di q. 126. Il
21 sono sostituiti in linea i battaglioni VI e XIX. Elementi del XIII battaglione riescono, dopo lotte accanite, a raggiungere l'antistante trincea nemica sull'alto del costone di q. 652, liberando alcuni nostri soldati già fatti prigionieri e catturando alcuni difensori e diverso bottino. Sono inviate in rinforzo la 5a e la 6a compagnia del XXIII battaglione. Il XXXVI, rincalzato da due compagnie del VI, raggiunge la q. 503, ma deve ripiegare sulle posizioni di partenza per le violenti raffiche di artiglieria che lo investono. Il 29 è sospeso l'ordine di una nostra nuova azione, intanto il nemico contrattacca ma è respinto.
La sera del 30, dopo aver ributtato un nuovo tentativo di attacco avversario, la
brigata, rilevata in linea da riparti della "Friuli", ritorna fra Debenje (6°) e Liga (12°).
Prosegue poi verso il Vodice (q. 652) e sostituisce un battaglione della brigata
Girgenti ed il battaglione alpini Val Pellice, iniziando un alacre lavoro di rafforzamento delle sconvolte posizioni. Il 24 l'attacco è ripreso, cade gravemente ferito il comandante del battaglione, ma i suoi riparti, coadiuvati da altri del 73°, del 74° e del 262° fanteria, riescono a raggiungere l'obbiettivo assegnato.
Il 25 maggio il XXI, dopo aver raggiunto nuove posizioni ed aver ributtato altri
attacchi nemici, è inviato a Zagora, il 27 a Debenje per riorganizzarsi. Esso ha perduto 13 ufficiali e 413 gregari. Il 13 agosto il 6° reggimento rileva il 4° bersaglieri nel tratto di linea: Ronzina - S. Veit - q. 444. Il 17, inizio della battaglia della Bainsizza, il 6° reggimento, sostituito, si riunisce a Podravna quale riserva del XXIV corpo d'armata.
Alla I brigata bersaglieri viene commesso il compito di impadronirsi, in primo
tempo, della posizione nemica di q. 600, compresa tra la testata del Prihoto e la sella di Vrk e di estendere poi la propria sinistra fino al Fratta.
Frattanto si tenta di costruire il ponte D. a monte di Canale, ma la deficienza si
materiale e le offese nemiche sventano il tentativo, sì che il XXXVI deve passare, all'alba del 19, anch'esso per il ponte C.
Poi i tre battaglioni proseguono fino alla q. 500 ove si attestano, per la
sopraggiunta notte a stretto contatto col nemico. |
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Il 4 gennaio, la I brigata si trasferisce, per un periodo
di riposo e di istruzione, nella zona fra Percotto, Lauzacco, Persereano, Ronchi e Cortello, alla diretta dipendenza della 2a armata; il 1 passa a quella della
47a divisione. L'indomani il 6° si sposta a Debenje ed il 18 si avvia verso val Grune (Plava), ma, durante la marcia, ha ordine di fermarsi a Slapnico. Il 20 è inviato a Zagomilla a disposizione del comando della 53a divisione. Lasciato in detta località il XIII, punta col VI alla selletta di q. 503, col compito di agevolare l'azione della colonna operante verso il M. Santo. Iniziatosi l'attacco il battaglione, nonostante la reazione avversaria, riesce a portarsi fino a 350 metri dall'obbiettivo assegnatogli, ove sosta rafforzandosi. Il nemico tenta di attaccarlo alle spalle e sul fianco sinistro, ma il battaglione resiste, coadiuvato dai residui del battaglione alpini Val Toce, anch'esso duramente provato nei giorni precedenti.
Intanto il XIII, messo a disposizione della brigata Teramo, avanza per raggiungere
la selletta fra le quote 652 e 592, ma, per il violento bombardamento nemico, riesce solo ad ammassarsi dietro la q. 592. Più tardi si sposta a sud di q. 652 in rincalzo del VI e
ritorna alla dipendenza del proprio reggimento. Il XIII riprende l'attacco e la prima ondata si spinge arditamente verso l'obbiettivo, mentre è investita di fianco ed alle spalle da raffiche di mitragliatrici provenienti dal costone sud - est del Vodice. E' ferito gravemente il comandante del battaglione e subito dopo è ucciso il capitano destinato a sostituirlo, mentre i riparti riescono a portarsi ancora un po' avanti.
Il 24 la "Teramo" riprende l'avanzata verso q. 600 - Roccione, permettendo alla
1a compagnia del 6° bersaglieri di proseguire alquanto e di catturare alcuni prigionieri. Sono disponibili i battaglioni VI e XIII fusi in uno solo, il XXXVI ed il XXIII meno la 7a compagnia destinata alla selletta del Vodice. Compito della brigata bersaglieri è la conquista delle difese nemiche esistenti nei pressi di q. 503, per poi spingersi lungo il costone del M. Santo fino a congiungersi con la colonna del VI corpo d'armata puntante su q. 611 e sul Convento di M. Santo.
Ove però queste colonne ritardino ed i bersaglieri raggiungano la q. 503, essi
dovranno senz'altro puntare per q. 611 e per il Convento. Più tardi gli altri due battaglioni del 6° reggimento serrano sotto:
il VI sostituisce il XXI che si porta in riserva del 12° reggimento, mentre il XIX
sostituisce riparti della V brigata bersaglieri sulla fronte: Semmer - Fratta - costone si Auzza.
Mentre il XXXVI si accinge ad appoggiare, da nord, l'azione della brigata Tortona
tendente alla conquista del Kuk (q. 711), questo viene occupato ed il 6° reggimento, rinforzato dal 261° fanteria, ha l'ordine di attaccare prontamente l'Oscedrih (q. 856) che la
V brigata investe contemporaneamente da nord.
Ma il nemico, sorretto da riparti freschi, sferra un violento contrattacco che
obbliga qualcuno dei nostri elementi a ripiegare al di sotto della cresta. Il 26 ottobre si schiera, a sbarramento della valle Judrio, fra Miscek ed il Korada col compito di resistere ad oltranza, ma il 27 ripiega fra S. Giovanni di Manzano (12°) e Brazzano (6°). Il 29 raggiunge il Torre a Pradamano fra C. Zilli, C. Marion, q. 85.
I battaglioni XIX e XXXVI, spintisi verso Udine per la rotabile Pradamano - Udine,
si scontrano, presso Laipacco, con riparti nemici riuscendo a catturarne una parte, ma più tardi, minacciati di aggiramento sul fianco sinistro da rinforzi avversari sopraggiunti,
devono retrocedere. Di lì il 12° reggimento, rimasto distaccaro dalla brigata, effettua il ripiegamento da solo, passa il Tagliamento al ponte di Madrisio e, dopo aver subito altre perdite, sosta il 12 novembre a Cintello dove è raggiunto dal comando di brigata e dal 6° che passano il Tagliamento al ponte di Latisana. Un distaccamento del 6° reggimento è inviato a Pozzuolo del Friuli per concorrere alla resistenza che ivi spiega la II brigata di cavalleria. Il 3 novembre la brigata è a Fiume, il 4 a Puja, il 6 a Selva, ove permane fino al 13, nel quale giorno è inviata in autocarri fra Mason Vicentino e Molvena.
Intanto passa a disposizione della brigata anche il 4° reggimento
bersaglieri e gli elementi del 21° bersaglieri che vengono assegnati ai reggimenti 6° e 12°. Il 22 ed il 23 il comando di brigata ed il 6° reggimento sono trasferiti a Bassano ove, il 24, il 6° si schiera in linea coi battaglioni VI e XIX fra le Melette di Gallio, M. Badenecche e M. Tondarecar. La brigata passa alla dipendenza della 29a divisione. Il 12° reggimento, portatosi il 23 novembre a S. Giacomo di Lusiana, assume, il 25, lo sbarramento di Valstagna, alla dipendenza del I raggruppamento alpini (52a divisione).
Il 30 esso si porta a Foza e nei due giorni successivi il XXXVI battaglione rileva
in linea, alle Melette di Gallio, riparti della brigata Perugia (130°). Il 6 dicembre i superstiti della brigata sono rilevati ed inviati a Valdagno che raggiungono nei giorni 8 e 9, iniziando un periodo di riorganizzazione. Il 13 il 6° reggimento si porta fra Maglio e Novale. |
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Il 29 e 30 gennaio la brigata è trasferita in val
Brenta nella zona fra Valrovina e Mason Vicentino (52a divisione). Gli altri battaglioni della brigata sono impegnati in lavori difensivi di seconda linea.
Il 20 febbraio il comando della brigata sostituisce quello della "Porto Maurizio"
nella difesa degli sbarramenti di Col Moschin, Costa Alta, Valstagna, Col d'Astiago che tiene fino al 1° marzo, nel qual giorno sostituisce il I raggruppamento alpini nel settore
Cornone, S. Francesco, val Frenzela e passa alla sua dipendeza il I gruppo alpini.
Fino alla metà di maggio la brigata alterna i suoi battaglioni in linea spiegando
la consueta attività di pattuglie. Dal 14 al 17 di detto mese, rilevata dalla "Toscana", si porta in seconda linea allo sbarramento Valstagna - Merlo, ove è adibita ai lavori di
rafforzamento distaccando a turno i suoi battaglioni a Campese per un periodo di riposo. Il 15 il nemico sferra la sua offensiva, preceduta da violento tiro di artiglieria e di bombarde. Tenta dapprima di sopraffare le linee del Cornone, ma ne è ricacciato con gravi perdite; punta poi verso Pizzo Razea e, mentre ne è respinto una prima volta, riesce ad occuparlo con un nuovo sforzo, operato da truppe fresche. Tale occupazione minaccia il fianco sinistro della I brigata bersaglieri, si che li nemico scendendo, per il cimitero di Sasso, nella valle omonima, tenta di prendere alle spalle i difensori di val Frenzela, i quali riescono ad arrestarlo con un denso sbarramento di fuoco di mitragliatrici. Altre puntate avversarie contro il Cornone e val Vecchia e, più tardi, contro il versante orientale di S. Francesco sono parimenti sventate dalla resistenza dei riparti della brigata.
Intanto unità della 28a divisione a sinistra e della
2a a destra sono obbligate a ripiegare di fronte alla irruenza dell'avanzata nemica.
All'alba del 17 il nemico attacca Case Alberti, ma è anche questa volta
respinto.
Le sue perdite sono state di 4 ufficiali e 83 gregari. il 12° a Gazzo e nei giorni dal 12 al 14 sono inviati, per ferrovia, fra Corrubbio, Parona, Bussolegno. Il 13 agosto la brigata, destinata in Vallarsa, è trasportata in ferrovia fino a Schio, di lì il VI/6° si porta in prima linea sul Mattassone a sostituire il II/157°; il XXI/12° rileva il I/158° sulle posizioni del M. Corno e M. Trappola e due compagnie del XXXVI sostituiscono due compagnie del III/158° sulla linea del Boale Zoccini - Sogi. Con successive sostituzioni la brigata, il 16 agosto, rileva la "Liguria" nel settore Vallarsa suddiviso nei due sottosettori di sinistra (6°) e di destra (12°) del torrente Leno. Dopo un turno di linea, durante il quale la brigata esplica la consueta attività di pattuglie e di colpi di mano, scacciando qualche tentativo di attacco nemico, come quello operaio il 26 settembre sul M. Corno, nei giorni dal 27 al 30 di detto mese, rilevata dalla "Liguria", scende a riposo a Valdagno.
Nel suo periodo di linea essa ha compiuto anche molti lavori di sistemazione
difensiva.
Nella notte sul 23 ottobre è inviata fra Carpenedo (6°) e Fossalungo (12°); il 28
prosegue per Camalò e Postioma ed il 29 per Arcade. Il 2 novembre passa la Livenza su ponti di circostanza e si spinge al Meduna che passa al ponte si Mansuè, mentre il XXI battaglione, passato il fiume a S. Andrea, raggiunge Azzano Decimo. Il 3 la brigata ha ordine di raggiungere il Tagliamento nel tratto Casarsa - S. Floriano. Il 4 novembre è dislocata fra S. Floriano, Prodolone e S. Giovanni.
Passa a guado il Tagliamento, raggiunge Pasian di Prato, mentre il comandante di
brigata con un gruppo ciclisti del 12° reggimento entra in Udine. |
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BOLLETTINO DI GUERRA N. 824 (26 agosto 1917, ore 13). | ||||
La battaglia incomincia a rivelarsi nella
grandiosità delle sue linee.
Puntando decisamente sulla fronte Jelenik - Vrh, aggiravano le tre linee difensive
nemiche del Semmer, del Kobilek e di Madoni, ivi annodantisi, e contemporaneamente attaccavano le stesse linee anche di fronte e le rompevano malgrado l'ostinatissima difesa del
nemico.
Nostre brevi avanzate rettificarono e consolidarono le posizioni conquistate;
tentativi nemici di contrattacco fallirono sotto il nostro fuoco. Il numero dei cannoni tolti al nemico è salito a 75, tra i quali 2 mortai da 305 e molti medi calibri.
Abbiamo preso inoltre un gran numero di cavalli, un aeroplano intatto, molte
bombarde e mitragliatrici ed ogni sorta di materiale, comprese parecchie autotrattrici cariche di munizioni.
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Magg. gen. BARONIS Luigi, dal 16 febbraio al 12 maggio
1916. |