5° REGGIMENTO BERSAGLIERI

(BATTAGLIONI XIV, XXII, XXIV E V CICLISTI)


5º Reggimento bersaglieri - Wikipedia

5° Reggimento | Bersaglieri Paceco

Targa 3^ Compagnia di Marcia - 5° Reggimento Bersaglieri - Collina

Attiva

16 aprile 1861 

maggio 1943


Il 5º Reggimento bersaglieri è stata un'unità del Regio Esercito Italiano costituita nel 1861.

A seguito della sua sostanziale disgregazione conseguente ai combattimenti sul fronte dell'Africa settentrionale fu sciolta in Tunisia nel maggio 1943.

Il suo motto era "Nulla Via Impervia".

COSTITUZIONE

È il 24 gennaio 1861 quando Vittorio Emanuele II emana i Decreti con le disposizioni per l'organizzazione dell'Armata [1] per effetto dei quali il 16 aprile a Cuneo con soli compiti amministrativi e disciplinari viene costituito il Comando dei Bersaglieri del V Corpo d'Armata che raggiunge immediatamente la sua nuova sede di Livorno e dal 31 dicembre assume la denominazione di 5º Reggimento Bersaglieri.

Alle sue dipendenze oltre ad un battaglione deposito, il XXXIV e il XXIV battaglione (costituito nel 1860) e alcune unità che già si erano distinte durante la Campagna centro meridionale del 1860-61 conclusa con l'annessione al Piemonte di alcuni territori del Regno delle Due Sicilie e dei legati pontifici di Marche e Umbria.

Successivamente passano sotto le sue dipendenze i battaglioni XXIII (1865, proveniente dal disciolto 4º Reggimento Bersaglieri), XXXIV (1865, di nuova costituzione), XLV (attivo dal 1866 al dicembre 1870), L (attivo solo tra l'agosto e il dicembre 1866), con il reggimento che prende parte alla terza guerra d'indipendenza.

LO SCIOGLIMENTO

È lo stesso ultimo Comandante di quanto rimane del 5º e 10º Reggimento Bersaglieri, Magg. Mario Romagnoli, a descrivere come avvenne la resa il 13 maggio:

La resa fu degna delle nostre tradizioni. Il nemico (truppe americane) inviò un parlamentare con bandiera bianca, accompagnato da un Ufficiale tedesco con l'ordine di resa emanato dal Comandante della piazza di Biserta.

Ero in posizione con i superstiti di due Reggimenti, circa 600 uomini, su di una piccola quota.

l parlamentare mi invitò ad andare da lui. Rifiutai. Se voleva parlarmi doveva venire lui da me. Venne.

Mi intimò la resa mostrandomi l'ordine del Generale Comandante la piazza di Diserta.

Rifiutai la resa incondizionata ed esposi le mie condizioni.

Il parlamentare se ne andò. Riunii i bersaglieri, feci loro un breve discorso.

Lacerai la bandiera, dopo averla fatta baciare agli Ufficiali e ne distribuii un pezzetto ciascuno.

Il parlamentare tornò.

Quanto avevo richiesto fu concesso.

Potei far distruggere le armi.

Entrammo nelle file nemiche in perfetto ordine: 4 motociclisti, la mia macchina con l'Aiutante Maggiore Tenente Ercolani e il cappellano.

Una colonna di camion miei, nascosti e salvati dall'offensiva nemica, con tutti i bersaglieri, fiancheggiata dai miei motociclisti.

Così, in un deserto africano sfilai alla testa dei miei bersaglieri davanti ai nemici che, irrigiditi sull'attenti, presentarono le armi.

Raggiunsi il campo di concentramento di Mateur_i miei bersaglieri furono posti in un recinto isolato e poterono provvedere al servizio di ordine e vettovagliamento con i miei Ufficiali.

Un Generale americano mi espresse il suo compiacimento per l'ordine e la disciplina dei miei uomini.

Dopo tre giorni fummo divisi.

Così finì la guerra tunisina sul fronte di Biserta".


STORIA DEL REGGIMENTO


 
 

All'inizio della guerra, poichè il XXII battaglione è in Libia, il reggimento forma il XLVI battaglione
 che assume il numero di XXII bis, nel dicembre 1915 prende nuovamente il numero XLVI.

Sede dei reggimenti in pace: S. Remo.

Distretti di reclutamento: Arezzo, Ascoli Piceno, Bari, Livorno, Ravenna, Torino, Trapani.

Distretti di mobilitazione: Genova, Savona, Lucca, Massa, Modena, 
                       Parma, Piacenza, Reggio Emilia.

 

ANNO 1915.

     Il 7 maggio il reggimento si concentra a S. Remo, ove affluiscono i due battaglioni distaccati a Taggia ed a Ventimiglia e, messosi sul piede di guerra, parte il giorno 11.
     Giunto a Treviso, prosegue per Grions di Torre; il 21 si trasferisce a S, Pietro al Natisone (IV corpo d'armata), dove trovasi allo scoppio delle ostilità.
     Nello stesso giorno, 24 maggio, esso deve muovere fra le truppe della 7a divisione e quelle della divisione bersaglieri, per affermarsi sul Kolovrat, dal M. Kuk (q. 1243) a M. Jeza, estendendo l'occupazione fin verso l'Isonzo.
     Raggiunto Krai, invia il XXIV fra l'altura a nord di q. 865 e M. Jeza (escluso) collegandosi a destra cogli alpini del "Cividale" ed a sinistra con quelli dell'"Intra".

Il 28 maggio il 5° bersaglieri e riparti alpini assumono la difesa del Kolovrat (M. Jeza - M. Kuk - Passo Zagradan), sostituendo riparti del gruppo alpini "A", che si è trasferito nella conca di Caporetto.
     Allo scopo di svolgere azione dimostrativa verso S. Lucia di Tolmino, il XXII bis, muove, il 1° giugno, verso tale località e, mantenendo contegno aggressivo, asseconda le operazioni dell'8a divisione verso Tolmino e M. Nero.

Il 3 giugno notevoli forze nemiche attaccano la fronte tenuta dal XXII bis, che, rincalzato dal XIV, oppone strenna resistenza e dopo viva lotta le respinge.
     Iniziate le operazioni per la conquista della testa di ponte di Tolmino, il reggimento ha ordine di muovere tra la strada che scende da Kamenca verso Volzana e quella che da Jeza conduce a Ciginj, svolgendo l'attacco contro Volzana e S. Maria.

Viene perciò disposto che nella notte sul 4 giugno, il XIV battaglione partendo da Jeza e seguendo la mulattiera di riva destra del rio Duole, vada ad occupare la fronte compresa fra Duole e la parte nord-est del piano di Jeza, a cavallo della mulattiera anzidetta; che il XXII bis si dislochi fra la mulattiera a nord di Jesenjak e quella tra Jesenjak - Ciginj e che il XXIV, partendo dal passo di Zagradan, per la mulattiera Kovacic - Volzana, si porti ad est di Kamenca.
     I riparti hanno il compito di molestare col fuoco le posizioni nemiche di S. Maria e di Volzana, nell'intento di impedire spostamenti di truppe contro la 8a divisione, che avanza per valle Isonzo.
     Il reggimento, compiuti i movimenti su accennati, avanza al mattino, portandosi fino all'altezza della q. 500, ove si rafforza, inviando pattuglie per riconoscere il terreno per un eventuale azione.
     Il 9, il 5° passa alla dipendenza della 7a divisione per l'attacco delle posizioni di S. Maria e di S. Lucia e nella notte sul 13 giugno coadiuva la 33a divisione e la brigata Valtellina, spingendo i suoi riparti sino a Ciginj, sulla rotabile Selo - Volzana e tra Osteria (q. 179), molino di val Kamenca, ad ovest di Volzana.

Nella notte sul 21, cessata l'azione dimostrativa, vengono ritirati gli elementi del reggimento scesi in fondo val Duole ed in quella successiva, meno il XIV battaglione, che resta in linea fra Hevnik e Kovacic, il reggimento si trasferisce a Krai in riserva, alternando i suoi battaglioni sulle linee avanzate.
     L'11 luglio, il comando con due battaglioni (XIV e XXII bis) sostituisce il 10° bersaglieri bis sulle posizioni di Luico - Osteria, passando alla dipendenza dell'8a divisione, mentre il XXIV resta sulle posizioni del M. Kolovrat (costone di Kamenca - M. Kuk - Passo di Zagradan, 7divisione). 

Posto alla dipendenza del comando dei gruppi alpini "A" e "B", il reggimento, il 15 agosto si porta a Selisce, occupando le trincee ivi esistenti.
     Passato, il 18 agosto, a disposizione del IV corpo d'armata, si trasferisce tra Caporetto e Kamno ove è assegnato alla brigata Bergamo. Portatosi, infatti, nella notte sul 20, sulle alture si S. Lucia ed assunta la difesa delle posizioni nel settore di destra, appoggia, l'indomani, con azione dimostrativa quella risolutiva, che la "Bergamo" svolge sulla sinistra. Il 22 agosto il XIV battaglione attacca risolutamente le trincee avversarie di q. 588 ma, battuto sul fianco ed a tergo, non può assolvere il suo mandato e, dopo aver subito gravi perdite, deve retrocedere sulle posizioni di partenza.
     Le operazioni per la conquista delle alture di S. Lucia vengono rinnovate con maggior accanimento nei giorni 28 e 29, ma i nostri, pur sostenendo una lotta tenace, non riescono a raggiungere l'obbiettivo, falciati dal terribile fuoco dei difensori.
     I riparti in linea attendono a lavori di rafforzamento e di approccio.
     Nella notte sul 4 settembre, il reggimento si porta nel settore di Pod Selo, sulle pendici del Krad Vrh, sostituendovi il 158° fanteria.
     Alla ripresa delle operazioni per il possesso di S. Lucia, il reggimento, il 12, deve appoggiare con azione dimostrativa, quella svolta dal 26° fanteria, tentando nel contempo di impadronirsi di qualche tratto di trincea avversaria, spingendo truppe tra l'ala destra del predetto reggimento ed il rio Selo.

Tale compito viene affidato al XXII bis, il quale muove dalle pendici orientali del Krad Vrh e, pur incontrando serii ostacoli, riesce a portarsi a pochi metri dai reticolati, tra Javor - Pod Selo - q. 162. Dopo aver molestato con azione di fuoco gruppi nemici, torna il giorno seguente sulle posizioni di partenza.
     Il 30 settembre e la notte successiva, il predetto battaglione tenta avanzare verso l'abitato di Selo, ma l'intensità del fuoco avversario non permette di conseguire risultati sensibili. Nella seconda metà di ottobre, il IV corpo d'armata riprende le operazioni offensive contro Tolmino; si affida al reggimento l'occupazione del tratto di fronte fra il costone di Selo e la trincea del "Roccione", (q. 588 e q. 193).

Riparti bersaglieri, in concorso del battaglione alpini Val Dora, il 22 ottobre, iniziano con risoluto slancio l'avanzata e, pur subendo gravi perdite, riescono a portarsi fin sotto le linee avversarie, avanti al caseggiato ed a ridosso del costone di Selo, ma, poi, battuti dal fuoco incrociato delle mitragliatrici ed arrestati dalle robuste difese nemiche, sono costretti a sostare.

I tentativi vengono rinnovati, con pari tenacia, nei giorni 23 e 24 ma invano.

Nella lotta accanita nuove perdite si aggiungono alle precedenti.
     Il 31 ottobre, il reggimento assume la difesa del sottosettore centrale di S. Lucia (bosco di Usnik), continuando l'azione dimostrativa già iniziata nei giorni precedenti, finchè, il 7 novembre, sostituito dal 133° fanteria, si trasferisce a Luico, per fruire di un turno di riposo. Negli aspri combattimenti sostenuti a S. Lucia, ha perduto 14 ufficiali e 448 uomini di truppa.
     Dopo aver atteso al proprio riordinamento si trasferisce, il 28, a Libussina (8a divisione) ed il giorno seguente raggiunge Selisce, passando alla dipendenza della brigata Salerno, che lo destina a presidio della prima linea sul Mrzli.
     Il 2 dicembre il nemico, approfittando della fitta nebbia, pronunzia un violento attacco contro le nostre difese del "trincerone", riuscendo in un primo tempo a penetrare nelle linee, ma, la resistenza e l'efficace reazione valgono a ricacciarlo ed a procurargli perdite rilevanti.
     L'8 dicembre il reggimento scende a Selisce ed il 12 assume la difesa delle posizioni Vodil - versante orientale del Mrzli - Gabrje, ove intraprende lavori per il rafforzamento di esse e svolge attive azioni di pattuglie.        

ANNO 1916.

     Il 3 gennaio il nemico attacca le posizioni avanzate di Dolje e riesce ad impadronirsi di un elemento di trincea, che più tardi viene riconquistato, ma poi nuovamente perduto.
     Con ripetuti attacchi, eseguiti con impeto dai nostri, si tenta di scuotere la resistenza nemica, finchè il giorno 7, i bersaglieri tornano in saldo possesso del terreno perduto.
     Fino alla fine di marzo, il reggimento resta nel consueto settore, alternando i propri riparti tra la prima e la seconda linea.

Il 30, destinato alla dipendenza del IV corpo d'armata, inizia il trasferimento; il 5 aprile si raccoglie tra S. Stefano e Lavariano da dove invia, il giorno 8, il XXIV battaglione a Lauzacco.

Nella zona di riposo inizia un periodo di addestramento e di riordinamento dei propri riparti.
     Sferratasi l'offensiva austriaca sull'altopiano dei Sette Comuni, il reggimento è chiamato verso quella fronte per concorrere ad arginare l'avanzata avversaria.
     Il 19 maggio, infatti, muove verso Udine e per ferrovia giunge il 21 a Bassano; prosegue il giorno seguente per Asiago, sostando in località "Conco". Ripresa la marcia, il 23 maggio, giunge a Malga Moschetta, passando alla dipendenza della 30a divisione. Il reggimento affida al XLVI(1) battaglione il compito di riconquistare M. Erio e M. Verena.

Nella notte sul 24 esso muove da Malga Moschetta e, seguendo la strada Turcio - Asiago, raggiunge Canove; indi scende in val d'Assa, l'attraversa e risalendola riesce a portarsi fin sotto Roana, senza subire perdite, ma, appena sta per spingersi verso l'abitato, è fatto segno a vivo fuoco al quale risponde, fugando pattuglie avversarie.

Occupato il paese, tenta di proseguire in direzione dell'obbiettivo fissato. L'artiglieria avversaria, accortasi del movimento, apre fuoco micidiale che cagiona gravi perdite all'attaccante.

Vengono quindi proiettati in avanti gli altri due battaglioni, i quali però non si impegnano, perchè sospese le operazioni; il reggimento ha ordine di ripiegare sulla sinistra dell'Assa e di proseguire verso Villa dal Brun.

Il 25 maggio il 5° è nuovamente in movimento per portarsi ad occupare il sottosettore di destra della fronte da Kaberlaba a Turcio (Capitello Pennar - Malga Fassa), iniziando lavori di rafforzamento.
     All'azione offensiva che la 30a divisione svolge il 16 giugno per scacciare il nemico da M. Lemerle, il reggimento partecipa col XXIV e col XLVI (il XIV resta in riserva), i quali, svolgendo azione dimostrativa, riescono di sorpresa a spingersi fin sotto i reticolati e, pur fatti segno a vivo fuoco di fucileria, si mantengono a stretto contatto del nemico, finchè, assolto il compito, ripiegano sulle posizioni di partenza.
     Il 21 giugno, per la nuova sistemazione della fronte occupata dalla divisione, il sottosettore assegnato al reggimento è limitato al tratto tra Malga Fassa e C. Meltar, dal quale, il 25, in seguito all'avvenuto ripiegamento nemico, il reggimento inizia il movimento in avanti per portarsi sulla nuova linea da Poslen a Villa dal Brun, poscia il 26, tra S. Maria Maddalena - Ave - Coda e nello stesso giorno si disloca tra il cimitero a sud di Camporovere - q. 1001 (Canove), iniziando lavori di rafforzamento.
     Nelle notti del 18 e del 19 luglio viene ritirato dalla prima linea e si porta a Pria dell'Acqua, quale riserva di corpo d'armata.

Da tale località muove il 14 agosto per trasferirsi in regione Campiello, alla dipendenza della brigata Bisagno, che lo destina in rincalzo.

Il 18, però, torna nei pressi di Pria dell'Acqua ed il 30, destinato in prima linea sulla fronte dell'Assa, vi rileva il 3° fanteria.
     Posto alla dipendenza del XXII corpo d'armata, cede, l'8 settembre, al 44° fanteria le posizioni e raggiunge Campi di Mezzavia, ove permane fino al 15, per spostarsi nuovamente in tale giorno a Roccolo Cattagno (XXII corpo d'armata), in località "Busa del Diavolo".

Si reca in trincea rilevando i battaglioni alpini Verona e M. Baldo, sulla fronte: Busa dell'Orco - Cresta del Pettine, Buse Magre (q. 1787), impegnando i propri riparti nel consolidamento delle opere difensive ed alternandoli fra la prima e la seconda linea.

Il 16 novembre, il 5° bersaglieri riceve il cambio dal 17° fanteria e si trasferisce a riposo a Cascina Tanzer (valle di Campomulo), donde invia, a turno, i suoi battaglioni sul M. Longara e sul M. Sisemol per lavori.

Dopo pochi giorni di riposo, torna a presidiare le posizioni tra Roccolo di M. Catz - Cava di Giardini - q. 1223 - q. 1201. 
(1) E' il già XXII bis che dal dicembre 1915 ha ripreso il numero XLVI.                  

ANNO 1917.

     Il 5° bersaglieri è dislocato nel citato settore fino ai primi di giugno.

Il 6 si porta in val di Nos, restando pochi giorni a riposo, poichè sono prossime le nostre operazioni sugli altopiani.

Il 13, infatti, si trasferisce a Campomulo, da dove muove il 16, per M. Zebio (q. 1626) ed il 19, entrato in azione, tenta con ripetuti attacchi di conquistare le antistanti trincee nemiche.
     Pur dando prova di valore e di eroismo, dopo aver impegnato col nemico tenace lotta, non riesce ad affermarsi sulle contrastate posizioni dalle quali il difensore decima, con violento fuoco, le ondate d'attacco. Il giorno seguente, il reggimento, causa le perdite sofferte, 15 ufficiali e 326 uomini di truppa, viene ritirato ed inviato in val Campomulo per riordinarsi.

Il 7 luglio si sposta tra Camona - Mosca (57a divisione), ove, ricostituito, ritorna in linea tra Roccolo di M. Catz e q. 1626.
     Il 16 e 17 agosto, in seguito ad una nuova e difinitiva sistemazione della 57a divisione, il 5° disloca un battaglione in avamposti nelle trincee che da q. 1120 (est di M. Rotzo), per q. 1250 (fondo val di Nos), vanno a q. 1629 di Campomulo.

Mancano in tale periodo avvenimenti degni di nota, pur tuttavia i bersaglieri del 5° devono continuamente dare ogni loro energia per resistere alle offese nemiche, per rendere più solide le posizioni e per mantenere l'avversario in continuo allarme.
     Causa gli avvenimenti svoltisi sulla fronte Giulia, in seguito all'offensiva austro-tedesca, vengono arretrate le nostre difese avanzate sugli altopiani.
     Il 1° novembre, la 6a armata incomincia a ripiegare l'ala destra per seguire il movimento della 4a, che deve arrestarsi, fra il Brenta ed il Piave, a protezione del Grappa.
     Le operazioni si svolgono ordinatamente ed il 9, la dislocazione del 5° bersaglieri è la seguente: il XLVI battaglione presidia la linea di resistenza tra val Stenfle e val Frenzela; il XIV ed il XXIV sono in riserva tra Ronco di Carbon - C. Gianesoni.
     Il movimento di ripiegamento è quasi al termine, quando, il mattino del 10 novembre, il nemico attacca violentemente la fronte di Gallio, tenuta da un battaglione di fanteria, riuscendo a sfondarla ed a penetrare nell'abitato.
     Il battaglione complementare del reggimento, che il giorno avanti si era trasferito al bivio della strada Campomulo - Gallio, alla dipendenza del 77° per un eventuale impiego, piomba celermente nell'abitato e, giunto appena alle prime case, impegna accanito combattimento, che sostiene per circa due ore contro soverchianti forze. Il nemico incalza più volte, ma la tenace resistenza del battaglione, che già conta numerose perdite ed il pronto accorrere del XVI riparto d'assalto, valgono a sventare ogni ulteriore progresso.
     La lotta si tramuta in violento corpo a corpo, finchè l'avversario viene sopraffatto e snidato dalle case di Gallio.
     Al termine della giornata, il paese è riconquistato completamente e la linea superata dal nemico rioccupata dai nostri.
     Mentre ferveva la lotta, il XXIV battaglione da C. Gianesoni si era spostato a Campanelle e quindi a Gallio ed il XIV, richiesto d'urgenza, aveva concorso a ricacciare nuclei austriaci penetrati nelle linee del 114° fanteria; inserendosi, poscia, su quella esterna del caposaldo del caposaldo del Sisemol, era venuto a collegarsi col 113° fanteria e col XLVI battaglione bersaglieri fino alla testata di val Stenfle.
     La notte sull'11 novembre passa tranquilla, ma nelle prime ore del mattino un terribile fuoco d'artiglierie batte le nostre improvvisate difese e l'abitato di Gallio, lasciando prevedere un attacco in forze; questo si riduce invece a pochi tentativi di pattuglioni per avvicinarsi alle nostre trincee.

Il 12 passa in relativa calma ed il 13, il 5° bersaglieri effettua, nel massimo ordine, il ripiegamento dalla linea di vigilanza a quella di resistenza, che dal caposaldo di Sisemol, per la testata di val Stenfle, raggiunge il fondo di val Frenzela.
     La 5a compagnia, trovandosi all'estrema sinistra, è l'ultima a ripiegare, ma, prima di diregersi sulla nuova posizione, deve impegnarsi con l'avversario che, accortosi del movimento, tenta di aprirsi un varco fra i reticolati.
     Giunta presso Covola, sosta per sventare il tentativo di numerosi nuclei nemici che scendono da Campomulo e avanzano per Gallio, coll'intenzione di risalire le pendici di val Frenzela ed infiltrarsi nelle nostre trincee avanzate. La compagnia si schiera, resistendo per circa sette ore ai continui attacchi avversari, indi ripiega.

Le perdite subite dal 5° bersaglieri in questi giorni ammontano a 7 ufficiali e 180 uomini di truppa; il bollettino del Comando Supremo fa speciale menzione del lodevole suo contegno.
     Per circa un mese, il reggimento mantiene saldamente le pendici orientali di M. Sisemol, ove si riverserà la furia del nemico, che, dopo aver occupato il 4 dicembre le Melette di Gallio, attacca in forze il Sisemol.
     Esso, infatti, il 6 mattina, dopo violentissimo tiro di artiglieria, vinta la resistenza dei nostri e padrone ormai del caposaldo, tenta con rapido movimento di accerchiare il XIV battaglione, che, dapprima oppone accanita resistenza e poi contrattacca, impegnando col nemico lotta sanguinosissima e riuscendo, ad onta delle gravi perdite, a contenere l'avanazata.
     Non meno lodevole è la condotta degli altri due battaglioni, che, pur sottoposti al fuoco d'artiglieria, riescono a disperdere numerose puntate nemiche.
     Il reggimento scende quindi a riposo a S. Caterina di Lusiana per ricostituirsi, ma il 23 dicembre viene improvvisamente richiamato in linea, perchè il nemico ha occupato M. Val Bella, Col del Rosso, M. Melago. Portatosi a Puffele, prosegue fin quasi alla confluenza di val Chiana con val Melago e precisamente lungo la rotabile che per Campi di Mezzavia conduce a Sasso.

Il giorno stesso, la brigata Livorno, alla cui dipendenza viene posto il reggimento, deve riprendere M. Melago. Al 5°, già ridotto di numero per i precedenti combattimenti, viene assegnato il II/9° fanteria.

Bersaglieri e fanti muovono celermente lungo la rotabile che risale la valle di M. Melago e si ammassano a Busa del Termine.

All'ora fissata, il XIV battaglione inizia l'avanzata, collegato a sinistra col 77° fanteria ed a destra con due compagnie del XLVI; il XXIV ed il II/9° fanteria costituiscono la riserva. Sebbene ostacolato dal terreno coperto di neve ghiacciata e da forti dislivelli, l'attacco è deciso e travolgente. In breve tempo i vari riparti, raggiunta la q. 1231 di M. Melago, l'occupano arditamente, ricuperando un nostro pezzo da campagna. Il XXIV avanza anch'esso per prolungare l'occupazione sulla destra del XLVI, mentre nostre pattuglie, spintesi oltre, notano la presenza del nemico sulla successiva q. 1284 di M. Melago, dalla quale viene senz'altro scacciato.
     Il XXIV ed il XLVI, partiti all'attacco, con bellissimo slancio muovono verso l'obbiettivo.

Invano gli Austriaci, aggrappati alla quota, tentano di contrastare il passo ai bersaglieri; dopo astinatissima lotta debbono cedere, lasciando nelle nostre mani altri sei cannoni.
     Assicurato, così, il completo possesso di M. Melago, il reggimento deve mirare all'occupazione di Col del Rosso. Spazzati pochi nuclei nemici che, con mitragliatrici, tentano di ostacolare l'avanzata, dopo aver assicurate le riconquistate posizioni, punta sul nuovo obbiettivo.
     L'artiglieria nemica incomincia intanto a tempestare di proiettili la cima di M. Melago, infliggendo gravi perdite.

Ciò non di meno un'altra linea nemica viene travolta dalla furia dei nostri, che ricuperano in essa altri tre cannoni.

Il 5° bersaglieri si appresta quindi a nuova lotta. 

Pattuglie del XXIV e del XLVI precedono col precipuo compito di avvicinarsi quanto più possibile al nemico, per sondarne l'entità della difesa e delle forze.

Più tardi una compagnia del XXIV, una del XLVI ed una d'assalto attaccano audacemente Col del Rosso.
     Il nemico, però, dopo i brillanti nostri successi su M. Melago, non può essere più sorpreso.

Le ondate d'assalto vengono perciò accolte dal micidiale fuoco e contrattaccate violentemente.

La lotta si cambia in un formidabile corpo a corpo, con sensibili perdite d'ambo le parti e, dopo alterna vicenda, i nostri sono costretti a ripiegare. Col sopraggiungere di altri riparti d'assalto, i bersaglieri rinnovano gli attacchi, ma non è possibile conseguire il successo.
     Particolarmente violento è quello tentato il giorno di Natale. Dopo adeguata preparazione di artiglieria, riparti d'assalto e bersaglieri del XXIV e del XLVI sferrano, a successive ondate, l'attacco.
     Nonostante le numerose perdite, i nostri si avvicinano alle principali difese dell'avversario, ma, battuti da bombe a mano e da cannoncini da trincea, vengono respinti.
     Il reggimento viene quindi ritirato dalla prima linea ed il 26 trovasi raccolto a Puffele, da dove prosegue per S. Caterina di Lusiana. Le sue perdite ammontano a 6 ufficiali e 196 uomini di truppa.
     Il bollettino del Comando Supremo segnala la bella condotta del 5° e la motivazione della medaglia di bronzo, concessa al suo Labaro, attesta i sacrifici compiuti ed il valore dimostrato nell'aspra lotta.          

ANNO 1918.

     Il nuovo anno trova il 5° bersaglieri intento a ricostituirsi per dare nuove prove del suo valore.

E' alla dipendenza della 33a divisione, alla quale sarà affidato il compito di riconquistare le posizioni di M. Val Bella - Col Melaghetto - Col del Rosso - Col d'Echele - C. Ruggi.
     Lo studio minuzioso per la preparazione dell'offensiva viene ultimato verso la fine di gennaio; il 26, il reggimento, lascia S. Caterina di Lusiana per raggiungere le posizioni di Costalunga, dalle quali dovrà muovere, su due colonne, verso l'obbiettivo principale: M. Val Bella.
     Sin dal 27, la nostra artiglieria inizia il fuoco spianando la via all'attacco, intensificandolo sul M. Sisemol, per dare l'impressione al nemico che si voglia veramente agire da quella parte.
     Il 28 gennaio è giorno d'azione.

Al mattino i riparti compiono gli ultimi preparativi e silenziosamente le prime ondate escono dagli sbocchi, preparati nelle nostre linee, appiattandosi nelle anfrattuosità del terreno a distanza utile da quelle nemiche, in corrispondenza dei varchi.

La nostra artiglieria, intanto, inizia violento tiro, tutto sconvolgendo, lo allunga poi sulla prima linea di sbarramento, per inchiodarvi l'avversario ed impedirgli di reagire sulle colonne d'attacco.

Il XIV battaglione, superata la prima resistenza nemica, facilmente travolta, riesce ad occupare quasi contemporaneamente due linee ed a catturare un centinaio di prigionieri.

Gli arditi in testa hanno raggiunto l'orlo del bosco di Stenfle e la 1a compagnia, poco lungi, sta disponendosi sulla linea offensiva prestabilita, allorchè il nemico, in forze preponderanti, sbuca da Ronco di Carbon, attaccando impetuosamente sul fianco sinistro, col sussidio di numerose mitragliatrici postate sulle pendici orientali del Sisemol. Altri forti nuclei, scendendo dalle pendici nord occidentali di M. Val Bella, tentano aggirarli sul fianco destro.
     Questa imprevista reazione è causata dal fatto che, pochi minuti dopo lo scatto delle fanterie, il nemico aveva lanciato un razzo rosso, il quale, avvistato dai nostri osservatori, aveva fatto cessare la concentrazione di fuoco, perchè tale segnale, come da preventive disposizioni, doveva, se lanciato da noi, far sospendere il tiro della artiglieria.

S'impegna quindi aspra lotta; i bersaglieri cercano di mantenere il terreno conquistato.

Sui reticolati contesi cade il comandante del XIV battaglione, mentre con la voce e con l'esempio stimola la sua gente.
     Resa ormai insostenibile la posizione dall'incalzare dell'avversario, i superstiti, dopo essere abilmente sfuggiti all'accerchiamento, ripiegano su un retrostante costone, pronti a contrattaccare al momento opportuno.
     Non meno lodevole è stata la condotta del XXIV battaglione.

Vinta, infatti, la prima resistenza, raggiunge le trincee avversarie, ne cattura i difensori e spingendosi altre, ad onta del tiro incessante, già sta per raggiungere l'obbiettivo finale, quando il nemico, vistosi seriamente compromesso, con preponderanti forze si precipita, da Melaghetto, sul fianco destro del battaglione, con l'intento manifesto di aggirarlo, mentre numerose mitragliatrici producono sensibili vuoti.

La 4a e la 6a compagnia, che hanno seguito la prima ondata, intuita la seria minaccia, contrattaccano risolutamente, mentre altri nuclei nemici, risalendo dalla val Fonda, entrano nella lotta.

Questa continua incerta per qualche tempo; il battaglione, ridotto a pochi uomini, si batte ancora, finchè ripiega anch'esso combattendo.
     In questo critico momento giunge, pronta ed incitatrice, la notizia che Ronco di Carbon e C. Melaghetto sono in nostre mani. Tutti gli sforzi, quindi, mirano a raccogliere i frutti di queste occupazioni.
     Viene perciò ripreso l'attacco contro M. Val Bella. Causa le rilevanti perdite sofferte dal 5° bersaglieri, entra in azione il 14°, rinforzato dai resti del 5°, da quelli del II battaglione d'assalto, da una compagnia del IV d'assalto e da due compagnie mitragliatrici divisionali.
     La colonna di destra, LIV/14°, avanza rapidamente; quella di sinistra, LXI/14°, trova maggiori difficoltà; mentre quella del centro, XLVI/5°, viene arrestata da violento tiro d'artiglieria. Il LXXI/20° cerca assecondare il movimento della colonna di sinistra.
     I nostri, causa le gravi perdite, sono costretti ad arrestarsi.
     La situazione, mentre cala la notte, non accenna a migliorare; è necessario quindi un nuovo attacco da effettuarsi il giorno seguente. Alla IV brigata bersaglieri, col concorso del 5° reggimento, di riparti d'assalto e dei fanti della "Bisagno", viene affidato il compito di strappare al nemico M. Val Bella.
     Si costituiscono, quindi, tre colonne, con azione preponderante al centro ed alla destra (colonna di sinistra: LXI/14°, una compagnia del IV riparto d'assalto, resti del XIV/5°; colonna centrale: XVI riparto d'assalto, XLVI/5°, mezza compagnia del XL/14°; colonna di destra: una compagnia del IV riparto d'assalto, LIV/14°, resti del XXIV/5°, resti del 20° bersaglieri); quale riserva il XL/14°.
     Alle ore 10 del 29 gennaio, i riparti d'assalto e gli arditi delle colonne bersaglieri scattano dalle posizioni di partenza e, con slancio mirabile, muovono verso l'unico obbiettivo: M. Val Bella.

L'avanzata subisce un lieve rallentamento, ma il pronto intervento dei rincalzi vale a spingere avanti le colonne, che sorprendono il nemico, ormai battuto. La posizione tanto contrastata è in nostro saldo possesso e, su di essa, bersaglieri e fanti resistono tenacemente ai ritorni offensivi.
     Il 30, il reggimento passa in riserva ed il 31 scende nuovamente a S. Caterina di Lusiana, ove pochi superstiti possono rispondere all'appello. In due giorni sono caduti 30 ufficiali e 547 uomini di truppa.
     In tale località trovasi il 13 marzo, alla quale data, col 19° reggimento costituisce la V brigata bersaglieri; con essa combatte fino al termine della guerra.                 

 

BATTAGLIONE CICLISTI

 

ANNO 1915.

     Il 24 maggio il battaglione, facente parte dell'avanguardia del IV corpo d'armata, varca il confine a Pulfero, col compito di vincere le eventuali resistenze avversarie ed attendere, per sboccare nella conca di Bergogna, la divisione bersaglieri che deve giungervi, tra il M. Mia e la testata della valle del Natisone.

Il 25 riprende la marcia sospesa il giorno precedente per una larga interruzione stradale praticata dal nemico. Dopo essersi disposto in avamposti, a protezione dello sbocco della strada Pulfero - q. 239, i ciclisti avanzano per Staro Selo, procedendo poscia verso Caporetto.

A Borjana, nella conca di Bergogna, il battaglione, prende collegamento con la divisione di cavalleria e, nello stesso giorno, occupa Caporetto, inviando riparti sul Volnik, verso Ternova ed Idersko.
     Passa alla dipendenza dell'8a divisione.
     Il giorno seguente ha l'incarico di effettuare una ricognizione verso Tolmino; invia una compagnia sulla sinistra dell'Isonzo, con obbiettivo q. 428 e le altre due, seguendo la rotabile sulla riva destra, verso Tolmino.

La prima, fermata nelle vicinanze di Dolje dal fuoco di riparti nemici appiattati alle falde di q. 428, s'impegna, mentre le due altre giungono poco lungi dal ponte di Tolmino.
     Edotto sulla forza e sulla dislocazione avversaria, il battaglione, benchè sottoposto a tiro d'artiglieria, ripiega ordinatamente.
     Durante le operazioni svolte su tale fronte dalle truppe dell'8a divisione, per l'occupazione del Mrzli e del Vodil, il V ciclisti resta fino al 6 giugno a Caporetto, indi si trasferisce ad Idersko, da dove invia la 10a compagnia alla dipendenza del 10° bersaglieri ed il 5 luglio, infine, ritorna ad Idersko.

I suoi riparti vengono inviati presso i comandi di settore di fonda valle per ricognizioni offensive.
     L'8 agosto, il battaglione passa alla dipendenza del comando dei gruppi alpini "A" e "B"; nella notte sul 14 si trasferisce nelle trincee a cavaliere della rotabile Caporetto - Tolmino, occupando le posizioni sgombrate dal 5° reggimento bersaglieri, impegnato nella conca di Tolmino e con opportuni lavori, le consolida.

Fino al 9 agosto resta a presidio delle difese anzidette; in tal giorno si trasferisce nelle trincee poste allo sbocco ovest del ponte di S. Daniele, ove rileva gli alpini del "Susa".

Il battaglione concorre alle diverse azioni che, in questo periodo, si svolgono per l'occupazione di Tolmino, attendendo anche al servizio di vigilanza del ponte stesso.

Il 30 settembre appoggia efficacemente l'azione svolta dal gruppo alpini "B" contro le posizioni di S. Maria.
     Il 20 ottobre, la 10a compagnia sostituisce riparti del 66° fanteria nelle difese situate in prossimità del cimitero di S. Daniele e dello sbocco del rio Volzana nell'Isonzo.

Il battaglione occupa quindi la fronte Osteria (q. 179), ponte di S. Daniele, foce del rio Volzana.
     Il 28 ottobre, sostituito dal II/66°, si trasferisce a Volarje, muove il giorno seguente in direzione di Gabrje, indi rileva sul Vodil il battaglione alpini Exilles.

Sostituito a sua volta, il 4 novembre, dal "Susa", si porta a Volarje raggiungendo, il 10 Smast, ove viene lasciato per qualche tempo a riordinarsi.
     Il 26 novembre, il V ciclisti, assegnato quale riserva dell'8a divisione, va ad occupare le posizioni arretrate ad est di Salisce e, nello stesso giorno, viene posto alla dipendenza della briagata Salerno, impegnata sul Mrzli.

Il 27 è chiamato ad agire anche il battaglione, il quale, unitamente al XXIV/5° bersaglieri ed a riparti del 42° e dell'89° fanteria, deve attaccare la sommità del monte.

Portatosi nella notte sul 28, a q. 1250 sostituisce, nel "trincerone", il battaglione alpini Intra ed al mattino, preceduti da breve preparazione d'artiglieria, i ciclisti, unitamente agli altri riparti, si lanciano brillantemente all'attacco e, benchè ostacolati da fuoco avversario, riescono ad occupare alcune posizioni nemiche, catturandovi qualche centinaio di prigionieri.
     Col concorso dei battaglioni di fanteria, tenuti in rincalzo, respinge i contrattacchi e mantiene in saldo possesso il terreno conquistato.

Nella notte sul 29, sostituito dal I/49°, si reca a Smast, ove attende al proprio riordinamento.

Il battaglione ha perduto 5 ufficiali e 194 uomini di truppa.
     Il 12 dicembre torna in linea sulle falde meridionali del Vodil, dando impulso ai lavori di rafforzamento.

 

ANNO 1916.

     Il 12 gennaio il V ciclisti, sostituito dal III/42°, si porta a Volarje, il 19 è di rincalzo al XLVI/5° bersaglieri, nel sottosettore del Vodil; il 27 torna a Volarje, destinato quale riserva della divisione speciale bersaglieri.

Si trasferisce poi a Ternova, ove accantona.

Adibito al servizio di polizia stradale nelle retrovie del IV corpo d'armata, vi attende fino al 18 marzo, data alla quale, posto alla dipendenza della brigata Liguria, muove alla volta di Idersko, dislocando i suoi riparti a rincalzo del 157° fanteria ad oriente di Foni.

Assolto tale compito si trasferisce, il 7 aprile, a Smast (8a divisione).

Giuntovi, deve proseguire per Selisce ed il 10, destinato al XIV corpo d'armata, si dirige a Lauzacco, il 12 raggiunge Persereano (30a divisione) ed il 28 accantona a Merlana.
     Il 2 maggio raggiunge S. Stefano, ove trovasi all'inizio dell'offensiva austriaca.
     Per via ordinaria si trasferisce a Pasian Schiavonesco e, per ferrovia, prosegue sino a Bassano, giungendovi il 20.

l giorno seguente muove per Asiago e nella notte sul 22 occupa la linea dell'Assa fra Treschè Conca ed il torrente Ghelpach, trattenendo efficacemente l'avversario, che tenta di aprirsi una via verso la pianura.
     Stante la forte pressione, la nostra linea viene arretrata su quella marginale Kaberlaba - Boscon; il battaglione quindi ha ordine di ripiegare, appoggiando il movimento di altri riparti della 34a divisione.

Il 28 maggio, infatti, esso estende l'occupazione fin verso Canove, nelle posizioni lasciate libere dal 205° fanteria e da riparti della R. Guardia di Finanza, rintuzzando un tentativo del nemico, che è riuscito ad infiltrarsi nelle difese della 12a compagnia.
     Disimpegnatosi, il battaglione ripiega ordinatamente sulla nuova prestabilita linea, rimanendovi fino al 3 giugno; lavora incessantemente allo scopo di far fronte a nuovi tentativi avversari.
     In tal giorno i ciclisti si portano celermente a Casera Magnaboschi, alla dipendenza della brigata Catanzaro, che affida loro il compito di attaccare l'altura prospiciente alla Casera, caduta in mano del nemico e di ristabilire il collegamento fra le falde occidentali del Lemerle e quelle nord di M. Magnaboschi.

Per assolvere tale mandato, il battaglione destina una compagnia sulla rotabile di Cesuna, per sbarrare le provenienze da quella località e prendere nel contempo collegamento col 141° fanteria; colle rimanenti due compagnie muove verso l'obbiettivo.

Esse avanzano con molta abilità e si portano fin sotto la posizione nemica, indi scattano ed appoggiate dal fuoco preciso delle mitragliatrici, penetrano nelle difese scacciandone l'avversario.

Questo reagisce concentrando sulla posizione intenso fuoco di medi e grossi calibri e lanciando parecchi contrattacchi, ma ogni suo sforzo cozza contro la salda resistenza dei ciclisti che, pur ridotti di numero, resistono fieramente sul terreno conquistato.

Nella notte passano in rincalzo al battaglione complementare 1° granatieri, presso Casera Magnaboschi ed il mattino successivo tornano nelle precedenti posizioni, tra Boscon - Kaberlaba, quale rincalzo al 205° fanteria.
     Il 5 giugno il V assume la difesa della prima linea fra Boscon e lo sperone nord-occidentale del Kaberlaba.
     Il giorno 7 giugno il nemico concentra sulle nostre posizioni violentissimo fuoco di artiglieria, sconvolgendo le deboli difese ed infliggendo gravissime perdite.
     Dopo tre ore lancia all'attacco le sue fanterie che, riuscite a penetrare a destra nelle linee del 205° fanteria, battono il fianco ed il tergo del battaglione, il quale, con disperato sforzo, cerca di sfuggire all'accerchiamento.

I pochi superstiti oppongono strenua resistenza, ma, dato l'esiguo numero, ripiegano.

 Sopraggiunti i rincalzi si contrattacca energicamente, riuscendo a riconquistare parte del terreno perduto.
     Il giorno 8, i residui del V si portano a Pria dell'Acqua ed il 15 proseguono per Pianella, ove attendono i complementi destinati a colmare i vuoti, che sono stati di 11 ufficiali e 244 uomini di truppa.
     Il 18 luglio per via ordinaria il battaglione si trasferisce a Dolegnano, ove giunge il 20, passando alla dipendenza del VI corpo d'armata ed attendendo a riordinarsi.
     All'inizio della battaglia di Gorizia, il V ciclisti si trasferisce, il 6 agosto, a Pubrida (12a divisione) ed il 7 viene posto alla dipendenza della brigata Pavia, che, dopo aver superate le difese a sud-est di Lucinico, tende ai ponti dell'Isonzo per proseguire oltre la piana di Gorizia.
     Il giorno 8 agosto, si forma il gruppo speciale "Barattieri", composto di truppe celeri (cavalleria e bersaglieri ciclisti); il V, chiamato a farne parte, ha il compito di passare l'Isonzo ed incalzare il nemico.

Nella notte sul 9, infatti, il battaglione lo attraversa su barconi all'altezza di Villa Fausta e, malgrado il fuoco avversario, riesce a guadagnare la riva sinistra restando, poi, a protezione del gittamento del ponte di barche e spingendo ricognizioni su Rubbia.
     All'alba inizia l'avanzamento verso Savogna e S. Andrea. 

Nella giornata del 10, concorre con riparti di cavalleria alla sorveglianza del fianco destro dello schieramento della divisione, assicurando nel contempo il collegamento con riparti dell'XI corpo d'armata.
     Alla sera il gruppo misto "Barattieri" è aggregato alla 3a divisione di cavalleria ed al mattino dell'11 agosto il V ciclisti torna alla dipendenza della 12a divisione.
     Il giorno seguente essa se ne vale per mantenere il collegamento con la "Lombardia" destinata ad agire contro le posizioni del Nad Logem, fino alla sponda del Vippacco.
     Il 12, il battaglione passa alla 46a divisione che sostituisce la 12a nell'occupazione del settore.

Il 14 agosto, schierandosi a cavallo della strada Merna - Biglia - Fornace - Bukovica, viene destinato ad operare contro le linee di q. 97 ed il Vippacco, a protezione del fianco destro del corpo d'armata.
     Malgrado lo slancio col quale i bersaglieri muovono verso le difese nemiche, essi vengono arrestati.
     Il 20 agosto, dopo aver rafforzato convenientemente la nuova linea raggiunta, il battaglione, sostituito da riparti del 35° fanteria, passa dapprima quale riserva divisionale, poscia, il 21, si trasferisce a S. Valentino giungendovi il 23. Il 25 si porta a Pieris, ove completa il proprio riordinamento.
     Ai primi di settembre è chiamato in prima linea sull'altopiano di Doberdò, alternandosi con l'VIII ciclisti nella difesa delle nostre posizioni avanzate.
     Il 12 settembre, da S. Canziano, muove per portarsi a rincalzo della brigata Lazio (16a divisione), che il 14 deve iniziare le operazioni contro q. 144, per appoggiare quelle svolte dalle truppe della 31a, che operano contro le quote 208 nord e sud.
     Il 14, infatti, unitamente ad altri riparti, anche essi in rincalzo della "Lazio", segue il movimento delle quattro colonne d'attacco (la prima sostituita dal 132° fanteria; la seconda dal "Genova cavalleria" appiedato; la terza e la quarta dal 22° fanteria), occupando le pendici nord-ovest del Debeli.
     Nello stesso giorno, passa alla dipendenza della "Cremona" portandosi a rinforzare, sulla sinistra, l'occupazione del IV/23°, che nell'avanzata è fortemente ostacolato dal tiro delle mitragliatrici, proveniente da q. 208 - sud a da q. 92.
     Durante la notte, le nostre truppe, molestate da un furioso temporale e sottoposte all'incessante tiro dell'artiglieria, respingono più volte le fanterie nemiche.

Il successivo 15, le quattro colonne rinnovano l'attacco; la lotta continua violenta per assicurare il possesso della cresta di q. 144 verso la quale i nostri fucilieri, lancieri e ciclisti più volte si affacciano senza poterla strappare al nemico, che con fuoco micidiale ne miete le file.
     L'azione subisce, in considerazione anche delle non lievi perdite, una sosta e viene rimandata al giorno seguente.
     Il 16 l'attacco della contrastata quota, viene ripreso con maggior energia.

Contro di essa agiscono due colonne: la prima, a nord, è formata dal 22° fanteria, dal III/21° e dai battaglioni ciclisti III, V e XI; la seconda, a sud, dal "Genova cavalleria", dal I e II/132°, dall'VIII ciclisti e da due compagnie del 21° fanteria.
     I ciclisti, compiuto l'ammassamento sulla sponda orientale del lago di Doberdò, benchè sottoposti al solito violento fuoco delle artiglierie, irrompono con irresistibile slancio nella linea nemica, vi catturano i difensori e ne assicurano il possesso a costo di gravi perdite.

Anche sulla destra si conseguono progressi, mentre al centro continua la lotta corpo a corpo.

A sera, però, i nostri, dopo aver stretto sempre più da presso la posizione nemica, la occupano definitivamente.
     In questa azione, il V ciclisti registra la perdita di 13 ufficiali e 288 uomini di truppa; la motivazione della medaglia d'argento, concessa al suo Labaro, sta a testimoniare l'epica lotta sostenuta.
     Il 28 settembre, ritirato dalla prima linea, si porta sul rovescio del Debeli, il 29 prosegue per Ronchi, quindi il 30 si trasferisce a Pieris ed il 4 ottobre a Staranzano, ove provvede al proprio riordinamento. Dopo pochissimi giorni, però, ritorna a presidio delle posizioni di q. 144, alla dipendenza della "Bari".

Il 20 le cede ad altre truppe, portandosi a S. Lorenzo di Aquileja e poscia a Lovara, restandovi qual riserva di corpo d'armata.

Il 31 ottobre si sposta a q. 65, sulla strada Selz - Doberdò, permanendovi fino all'8 novembre, giorno in cui raggiunge Pieris, ove fruisce, fino alla fine dell'anno, di un adeguato riposo.                                  

ANNO 1917.

 

     Fino ai primi di gennaio il battaglione resta in tale località; il 4 si dirige a Portogruaro ed il 17, destinato con gli altri ciclisti, alla dipendenza del "comando occupazione frontiera nord", inizia il trasferimento, in ferrovia, alla volta di Como; dislocandosi tra Cuvio e Pezzè.

Fino al 1° maggio attende alla sistemazione difensiva della fronte. Il 2 però, torna su quella isontina, dirigendosi a Cormons (3a armata).
     Il 24 viene posto alla dipendenza della 16a divisione, le cui truppe hanno iniziato con successo le operazioni nel tratto Flondar - Jamiano ed il 25, unitamente al IV, al VII e al II ciclisti, costituisce riserva della II brigata bersaglieri.

Questa, il 26, dopo aver occupate le difese di Jamiano, attacca quelle di Flondar, ma l'improvviso fuoco delle mitragliatrici arresta le nostre prime ondate davanti ai reticolati ancora intatti.

A rinsaldare le prime file, decimate dalle perdite, vien spinto in avanti il battaglione, unitamente al VII.

Essi, il 27 maggio, premendo sul fianco sinistro del nemico, rimasto scoperto per l'avanzata dei nostri riparti operanti sulla destra, occupano man mano il trincerone austriaco, catturandovi i difensori.

I ciclisti agevolano così il compito assegnato alla brigata bersaglieri, che successivamente occupa l'intera sistemazione difensiva nemica.

Il 29 il battaglione sostituisce in prima linea altro dell'11° bersaglieri e provvede al rafforzamento di essa.

Nella notte sul 1° giugno scende a Ronchi, per un turno di riposo ed il 5, portandosi nel territorio della 2armata, accantona a Flambro, iniziando un intenso periodo di istruzioni.

Permane in tale località fino al 14 luglio, indi si sposta a Baver ed il 16 agosto ad Orgnano, da dove muove, il 25, per portarsi sull'altopiano della Bainsizza, a Gorenje Polje, passando, unitamente al X ed al XII ciclisti, alla dipendenza della 2divisione di cavalleria. Il 27 agosto prosegue per Vrh; il 1° settembre muove con questa, che si sposta nella zona di Premariacco - Manzano.

Il battaglione sosta fra Leproso e Paderno, per tornare il 3 nei precedenti accantonamenti di Orgnano.

Il 16 parte alla volta di Conegliano ed il giorno successivo per Feltre, Grigno giunge a Borso, ove trovasi allorchè le truppe austro-tedesche iniziano l'offensiva nella zona di Caporetto.
     Il 25 ottobre, il V, unitamente agli altri del II gruppo (IX, X ed XI ciclisti), muove dirigendosi verso il Tagliamento; sosta fra S. Vito e Casarsa e quindi, il 27, prosegue per Palmanova.

Riprende la marcia il 28 diretto a Trivignano (1a divisione di cavalleria) e giuntovi, provvede alla sicurezza dei due ponti sul Torre: quello di Percotto e di Viscone, facilitando nel contempo il passaggio dei nostri in ritirata. Invia inoltre nelle valli del Natisone e dello Judrio alcune pattuglie che, il giorno seguente, hanno un primo contatto col nemico dal quale vengono sopraffatte presso S. Giovanni di Manzano.

Nello stesso giorno 29, il battaglione ripiega in direzione di Lestizza ed attaccato, da nord, da truppe avversarie, che avanzano sulla via Codroipo - Udine, sostiene aspro combattimento.

Il 30 si pone a difesa della strada Codroipo - Palmanova, ma, premuto sul fianco sinistro (Bertiolo), è costretto a ripiegare su Visco di Torre, indi prosegue verso il Tagliamento.

Il 1° novembre, ultimato il passaggio del fiume, al ponte di Madrisio, il V ciclisti si reca a Casarsa, il 2 ad Azzano Decimo, il 3 a Baver ed il 4 a S. Quirino (nord di Pordenone).

Nella notte sul 5 riprende la marcia per portarsi fra Tesis e la confluenza dei Torrenti Meduna - Cellina, per stabilire il collegamento fra la 2a e 3a divisione di cavalleria.

Esso si schiera lungo la riva del Meduna, inviando pattuglie in direzione di Arba.Avendo il nemico già passato, a nord, il fiume ed aumentando la sua pressione, il battaglione si sposta verso Molinat, allo scopo di trattenerle l'avanzata, indi ripiega verso S. Foca, ove prende posizione a protezione della nostra cavalleria.

In tale località resiste alle puntate nemiche, finchè, costretto a retrocedere, raggiunge Roveredo formando, con gli elementi del XII ciclisti, una linea di resistenza sul canale Brentella.

All'imbrunire si trasferisce a Castel d'Aviano, ove pernotta.
     Al mattino del 6 novembre parte alla volta di Polcenigo, ma, prima di giungervi, ha ordine di tentare, a Budoja, un'ulteriore resistenza.
     Attaccato da forti nuclei nemici e battuto da intenso fuoco, resiste fieramente, proteggendo anche il ripiegamento di altri nostri riparti, finchè, per ultimo, retrocede anch'esso su Polcenigo.

Passata la Livenza, i ciclisti si recano a Stavena, il 7 sono a Conegliano ed il giorno 8 novembre a S. Vendemmiano, ove costituiscono una linea di resistenza sulla strada di Vittorio Veneto.

Al mattino del 9, passano il Piave al ponte della Priula proseguendo per S. Pelagio.

Ivi il battaglione provvede ad un sommario riordinamento che completa, poi, a S. Giacomo di Romano d'Ezzelino, ove permane fino al 22 novembre, epoca in cui, destinato quale riserva della 18a divisione, va ad accantonarsi a Possagno. 
     Il 25 è nuovamente in movimento destinato a Maser. Il 2 dicembre, seguendo l'itinerario Crespignaga - Albivole - Caselle - Riese - Ramon, giunge a Rossano Veneto. Scioltosi il II gruppo ciclisti, il V passa a formare, col IV e col VII, il I gruppo.
     Con esso, l'8 dicembre, prosegue per Zero Branco ed il giorno seguente si dirige a Quinto di Treviso, finchè, destinato alla dipendenza della 4a divisione, si sposta a S. Zeno di Treviso.
     Il 24 dicembre costituisce a Valdrigo riserva di corpo d'armata ed il 27, chiamato in prima linea sul Piave, nella zona di Molino della Sega, rileva il I/153°. Il 30 dicembre passa in rincalzo all'XI ciclisti. 

 

ANNO 1918.

 

     Fino alla metà di gennaio, il V si alterna col predetto battaglione nella difesa della consueta fronte.

Il 18 si porta per via ordinaria a Mirano Veneto, ove attande ad istruzioni varie.

Il 6 febbraio si sposta a Cendon ed il 12 passa alla dipendenza del XXIII corpo d'armata, quale riserva.

Il 27 marzo suoi riparti iniziano lavori difensivi dalle Fornaci di Monastier, sulla linea del Meolo, all'estremo limite della fronte del corpo d'armata, finchè, destinato il battaglione, con altri ciclisti, ad assumere la difesa costiera del Garda, muove, il 5 aprile, alla volta di Pacengo, ove attende al servizio di vigilanza notturna, lungo la costa.

Il 30 maggio raggiunge, per via ordinaria, il territorio della 3armata, accantonandosi a Selvana (23a divisione).
     Nella suddetta località, il battaglione trovasi allorchè il nemico sferra l'offensiva del giugno; nello stesso giorno 15 esso si avvicina verso le nostre prime linee, portandosi a Cartiere Reali ed a S. Martino, indi a S. Biagio di Callalta. Occupato quel caposaldo si dispone sulla rotabile S. Biagio - Rovarè.
     Più tardi, si sposta a Cavriè, alla dipendenza della brigata Sesia ed a rincalzo del IV e VII ciclisti impegnati, quest'ultimi, per la conquista di un tratto dell'argine Regio caduto in mano del nemico.
     Il 16, il V ciclisti ha ordine di dirigersi a Cà Verduri (45a divisione), ove la crescente pressione avversaria ha costretto le nostre truppe a ripiegare dal canale Zero.

Con marcia celere, esso avanza verso la località designata e, pur sottoposto a tiro d'artiglieria, riesce a ricacciare gli elementi nemici infiltratisi lungo il canale.
     Dopo aver sostenuto aspra lotta, i ciclisti, gareggiando in valore con altri riparti, riescono a ristabilire la linea, collegandosi a destra col 13° bersaglieri a C. Pinarello.
     L'alba del 17 trova il battaglione saldo nella linea riconquistata e, benchè sottoposto a preciso fuoco, respinge un forte contrattacco. Sostituito dal I/28°, si porta a C. Sartori costituendo, con altre truppe, riserva dell'11a divisione.
     Torna quindi, il 19, a Selvana per riordinarsi e vi permane fino al 23, allorchè, chiamato nuovamente in azione, per incalzare e ricacciare sulla sponda opposta del Piave il nemico che già accenna a ritirarsi, il battaglione punta decisamente sulla direttrice S. Biagio - Bocca di Callalta, rioccupando l'argine Regio, ove si afferma definitivamente.
     Il 24 giugno rioccupa i precedenti accantonamenti di Selvana per riorganizzarsi. Il suo contegno in questa aspra battaglia merita la citazione sul bollettino di guerra del Comando Supremo.
     Il 2 agosto si sposta verso Breda, per iniziare in quella zona lavori difensivi sulle linee di resistenza della 22a divisione; verso la metà del mese si trasferisce nuovamente a Selvana. Il 25, destinato alla 37a divisione, raggiunge S. Floriano, poscia Vacil, per essere nuovamente impiegato in lavori dell'argine Regio, nella zona di Bocca di Callalta, Cà Loschi, S. Andrea di Barbarano.
     Il 15 settembre si trasferisce a Madonna del Chiodo, quindi a Crea (1a divisione di cavalleria), ove trovasi all'inizio della nostra ultima offensiva.
     Il 23 ottobre, infatti, anche il V ciclisti muove alla riscossa iniziando, a sera, il movimento in direzione di Porcellengo, ove sosta fino al 29, giorno in cui, passato alla II brigata di cavalleria, incalzando il nemico in rotta, passa il Piave a Salettuol e, portandosi sulla sponda opposta, a q. 32, nei pressi di Cimadolmo, prosegue per S. Polo di Piave.
     Al ponticello sul Piavesella è ostacolato da fuoco delle mitragliatrici; il sopraggiungere della notte, fa sostare le operazioni di avanzata.
     Al mattino del 30 riprende la marcia e, fugando pattuglie nemiche, prosegue per C. Cesconi, C. Dancla, Fontanellette; al ponte sul Monticano, cattura prigionieri, indi prosegue per Gajarine ed a sera raggiunge Roncavo.
     Incalzando sempre da presso l'avversario, ormai battuto, il battaglione il 31 ottobre occupa l'abitato di Caneva, fuga gli Austriaci, che tentano disperatamente resistere e punta su Fiaschetti; ma, appena giunto all'altezza di C. Nuova, incontra altre resistenze oppostegli da numerose mitragliatrici nascoste nelle case e lungo il pendio sud-est di Col Delfer.

Alla 2a compagnia viene assegnato il compito di aggirare, da sinistra, il pendio, mentre pattuglie della 1a e della 3a, coadiuvate da sezioni mitragliatrici di cavalleria, attaccano decisamente di fronte.

Bersaglieri e lancieri, gareggiando in valore, si lanciano contro la posizione, la occupano e vi catturano altri prigionieri.
     Benchè molestato dal fuoco avversario, il battaglione procede raggiungendo il quadrivio di Fiaschetti e schierandosi lungo la fronte sulla Livenza per tagliare ogni via di ritirata al nemico.

Passato sulla sinistra del fiume, punta su Vigonovo, occupandolo.
     Il 1° novembre trovasi a S. Giacomo da dove muove per Maniago, giungendovi la sera del 2.

Il giorno seguente passa il Meduna, prosegue per Pinzano e Flagogna, ove arriva il 4 novembre.
     Incalzando le retroguardie nemiche il V ciclisti nello stesso giorno si dirige per Alesso, Tolmezzo, Amaro a Stazione per la Carnia. Ivi sosta per il concluso armistizio "Badoglio".       

      

 

XXII BATTAGLIONE

 

     Il battaglione parte per la Libia il 15 febbraio del 1915 da S. Remo, sbarca a Tripoli, ove incomincia ad allenarsi a faticose marce e si viene addestrando alla guerra coloniale.
     In tale periodo va sempre più dilagando la ribellione degli Arabi, sicchè, il 29 aprile, il XXII è avviato al Garian. Il 1° maggio infatti esso raggiunge in ferrovia Enscir-El-Abiat e poi, per via ordinaria, l'altopiano sino a Gars-Garian.
     Ivi la permanenza è di pochi giorni perchè, il 9 maggio, il battaglione insieme a due compagnie del I libico, deve muovere in rinforzo del presidio di Tarhuna.
     All'alba del 10 i riparti muovono da Gars-Garian per la stazione di Enscir-El-Abiat, dalla quale si dirigono alla volta di Azizia, indi l'11 mattina iniziano la marcia sulla camionabile di Tarhuna, lungo la quale alla colonna si unisce lo squadrone cavalleggeri "Lodi" che, avuto contatto con gli arabi, aveva dovuto ripiegare.

Questi, forti di circa 2000 armati, hanno preso posizione sulle gole di Milga (attraverso alle quali passa la camionabile che conduce a Tarhuna), per contrastarne il passo ai nostri.
     Malgrado ciò la colonna, preceduta dalla cavalleria, prosegue indisturbata la marcia raggiungendo Sidi-Ulid, ove pernotta in fermata protetta.
     Il 12 riprende il movimento, puntando decisamente sulle gole di Milga; nuclei di meharisti, libici e bersaglieri audacemente e sotto vivo fuoco di fucileria, tentano di occupare la camionabile, nel punto ove attraversa la stretta presidiata dai ribelli, che ricevono continui rinforzi, mentre al piano riparti a cavallo tentano un avvolgimento.
     Risultando ormai impossibile l'avventurarsi sulla camionabile, viene ordinato il ripiegamento dei libici di avanguardia.

Questo movimento, infatti, si effettua sul battaglione bersaglieri, il quale si dispone in quadrato: la 4a compagnia sulla sinistra, i libici sulla destra, la 5a compagnia al centro, quale riserva, e la 6a di retroguardia.
     Le due compagnie libiche hanno appena raggiunto la colonna, che gli arabi, discesi velocemente dalle aspre roccie, sono già sui nostri battendoli con nutrito fuoco.
     La 6a compagnia, rapidamente spiegatasi, impegna da sola il combattimento e, con tiro calmo e preciso, fronteggia e trattiene gli assalitori, indi inizia il ripiegamento coadiuvata, nel movimento, dalla 4compagnia e dai riparti libici.
     Gli Arabi, audacemente combattendo, seguono i nostri fino alle minime distanze, ma ad essi, i bersaglieri del XXII battaglione, oppongono tenace resistenza: per oltre due ore il quadrato, avvolto quasi completamente dai ribelli, sul terreno arido e sabbioso della Gefara, si mantiene saldo e compatto. Dopo aver tentato un ultimo e disperato sforzo, gli Arabi cessano l'inseguimento e si ritirano verso le gole del Milga.
     Nella notte sul 13 maggio, sempre marciando, la colonna raggiunge i pozzi del Megenin, sostando sulle rive dell'Uadi.
     Nella notte stessa giungono in rinforzo due compagnie del 48° fanteria, una batteria di artiglieria da montagna ed il XV battaglione eritreo.
     Con tali rinforzi si vuole quindi raggiungere rapidamente Tarhuna, che sta per essere investita da una banda di ribelli forte di ben 2000 armati.
     La mattina del 14 maggio infatti, mentre la nostra cavalleria con azione dimostrativa, verso lo sbocco delle gole, impegna gli Arabi, il restante della colonna, con i riparti eritrei in testa, attraverso Gefara, marcia l'intera giornata raggiungendo le falde del massiccio roccioso dell'Amadhat (tra l'Uadi Sert e l'Uadi Ramle).

Protetta dal fuoco d'artiglieria, inizia l'ascesa riuscendo a fugare i nuclei che già si accingono, dalle alture, a contrastare l'importante posizione.

Il 15 maggio la colonna sosta sul massiccio; il 16 riprende la marcia e, dopo circa 14 ore, riesce a penetrare nella conca del Lubek-Erat, entrando in Tarhuna e rinforzando quel presidio composto da due compagnie dell'82° fanteria, di una del 50° e di pochi libici.
     Il giorno seguente, però, il nemico, proveniente da Sirte raggiunge le alture di Tarhuna e stringe d'assedio il nostro presidio, che fino al 17 giugno sopporta con calma e disciplina ammirevole fame e disagi, impossibilitato a ricevere soccorsi.
     Deciso l'abbandono di Tarhuna, si stabilisce che le truppe, l'indomani, avrebbero iniziato il movimento per dirigersi, in più tappe, su Tripoli; al XXII bersaglieri è assegnato il posto d'onore, ossia la retroguardia della colonna.
     Il 18 giugno, infatti, viene iniziata la marcia che per circa un'ora non è ostacolata da incidenti notevoli. Si notano, però, a distanza masse bianche di armati, che celermente si spostano e seguono la colonna con un vasto movimento accerchiante.
     In breve gli Arabi, in numero superiore ai nostri, raggiungono i bersaglieri attaccandoli con violente scariche di fucileria.

Mentre la colonna prosegue la marcia, il XXII battaglione riesce, con nutrito fuoco, a tenere a bada il nemico, che sempre più gli si accanisce attorno ed a conservare il contatto con la colonna in ritirata.
     Questa raggiunge intanto il marabutto di Sidi-Bolsi, primo obiettivo della marcia.
     Ivi viene disposto che la colonna muti la formazione fino allora tenuta e che, data la natura del terreno, prosegua la ritirata a scaglioni di battaglione.
     Il XXII bersaglieri, disimpegnatosi dal combattimento di retroguardia, raggiunge la colonna.
     Essa sosta in tal momento su un piano che termina da un lato in una lunga cortina rocciosa, dalla quale si precipita verso un'ampia distesa attraversata da fossati e rotta da dirupi, mentre dall'altro lato si raccorda con alture sulle quali i ribelli già hanno preso posizione minacciando seriamente i nostri.
     Contro tali alture viene perciò lanciato il XXII bersaglieri, che, sotto il fuoco preciso del nemico, con attacco impetuoso le raggiunge ed attende il passaggio della nostra colonna.

Questa, però, violentemente battuta ed accerchiata, viene sopraffatta mentre gli eritrei ed i libici, combattendo strenuamente, tentano di arrestare l'impeto nemico.
     Il XXII dalla sua posizione, vista così critica la situazione, prosegue la marcia sul crinale di un'altura, fiancheggiando la colonna, finchè, completamente accerchiato, viene anch'esso travolto e quasi distrutto.   

  

RICOMPENSE.

MEDAGLIA DI BRONZO.

Al Reggimento:

     “Dopo avere per tre settimane strenuamente difeso un importante caposaldo delle nostre linee contro forze soverchianti, lanciato alla controffensiva, riconquistava, con grande valore ed a prezzo di gravissimi sacrifici, una posizione di cui il nemico era riuscito ad impossessarsi. (Stenfle, 15 novembre - 7 dicembre 1917; Monte Melago, 24 - 25 dicembre 1917)”.

(Boll. Uff. anno 1920, disp. 47).

MEDAGLIA D’ARGENTO.

Al Battaglione Ciclisti:

     “Assaltava con impeto eroico una fortissima posizione carsica, aprendosi il varco nei reticolati, a prezzo di purissimo sangue, e, in concorso con altri riparti, ne manteneva l'occupazione in tre giorni di epica lotta, malgrado i violenti bombardamenti e ritorni offensivi del nemico (Carso q. 144 ad est di Monfalcone, 14 - 15 - 16 settembre 1916)”.

(Boll. Uff. anno 1922, disp. 68).

 

CITAZIONI SUI BOLLETTINI DI GUERRA DEL COMANDO SUPREMO.

Reggimento.

BOLLETTINO DI GUERRA N. 901 (11 novembre 1917, ore 13).

     "All’alba di ieri, dopo preparazione di artiglieria cominciata la sera precedente, il nemico, oltrepassata la nostra linea di osservazione nei pressi di Asiago, attaccò i retrostanti posti avanzati di Gallio e di M. Ferragh (q. 1116) riuscendo dopo viva lotta ad impadronirsene. 

Il XVI Riparto d’assalto e riparti della brigata Pisa (29° - 30°), Toscana (77° - 78°) e del 5° reggimento bersaglieri con successivo risoluto contrattacco riconquistarono le posizioni ricacciando l’aversario e facendo un centinaio di prigionieri.
     Una avanguardia nemica spintasi fino all’abitato di Tezze in Val Sugana venne prontamente attaccata e catturata.
     Sul Piave, le nostre truppe di copertura respinti riparti nemici che le avevano attaccate sulle alture di Valdobbiadene, passarono sulla destra del fiume distruggendo poscia il ponte di Vidor.

Lungo il medio e basso corso del fiume, scambio di cannonate e raffiche di mitragliatrici".


                                                                                                                        Generale DIAZ.
   

 

BOLLETTINO DI GUERRA N. 946 (26 dicembre 1917, ore 13).

     "Ieri sull'altopiano di Asiago la lotta si è riaccesa all’alba. 
     L’avversario ha concentrato i suoi sforzi sulla nostra estrema destra tra Col del Rosso e la val Frenzela ma, contenuto frontalmente, non ha potuto oltrepassare il caseggiato di Sasso.
     Nostre truppe da Costalunga e M. Melago hanno rinnovato più volte gli attachi su Col del Rosso e su M. di Valbella che hanno ripreso senza però poterne mantenere l'occupazione.
     Nel pomeriggio il combattimento diminuì d’intensità.
     Nelle azioni di questi giorni si sono particolarmente distinti il 78° reggimento fanteria (brigata Toscana) e il 5° reggimento bersaglieri.
     Sulla sinistra del Brenta, un tentativo di attacco ad ovest di "Osteria di Lepre" venne prontamente represso dal nostro tiro di sbarramento".

                                                                                                                                                       Generale DIAZ.

 

 

BATTAGLIONE CICLISTI.

BOLLETTINO DI GUERRA N. 1125 (23 giugno 1918, ore 13).

     “Lungo la fronte di battaglia le nostre artiglierie continuano a battere intensamente l’avversario.

Sul Montello e sul Piave le fanterie, mantenendo ovunque forte pressione sul nemico, hanno eseguito nella giornata di ieri, con successo, piccoli colpi di mano ed azioni di pattuglie; ad occidente di Fagarè l’avversario tentò ritorni offensivi immediatamente repressi. 
     Un riparto britannico con energica sorpresa irruppe nelle opposte linee a sud di Asiago e dopo vivace lotta, ucciso un centinaio di nemici, rientrò con 31 prigionieri ed una mitragliatrice.
     Gli aviatori nostri ed alleati proseguono con non diminuito ardore la lotta.

Ieri hanno eseguito anche grandi efficaci bombardamenti sulle immediate retrovie dell’avversario.

Dieci velivoli nemici vennero abbattuti.

 Il tenente Flavio Baracchini raggiunse la sua 29a vittoria. Le perdite aeree subite dall’avversario dal giorno 15 assommano a 95 velivoli e 6 palloni frenati. 
     Per il valoroso contegno tenuto nella battaglia meritano l'onore di speciale citazione il 111° fanteria (brigata Piacenza) che ha sostenuto con grande bravura sei giorni interi di asprissima lotta, le brigate Perugia (129°, 130°), ed Avellino (231°, 232°), i reggimenti di fanteria 41° (brigata Modena), 58° (brigata Abruzzi), 60° (brigata Calabria), 239° (brigata Pesaro), il I° gruppo bersaglieri ciclisti (IV, V, XII battaglione), 1’8°, il 41° ed il 51° reggimento artiglieria da campagna, le batterie da campagna: 3a del 34° reggimento e 5a del 37°, la 14a batteria obici pesanti campali, la 462a batteria d’asedio, il 90° battaglione zappatori del genio, la 1a squadriglia autoblindomitragliatrici.   

   Le sezioni fotoelettriche hanno reso utili servizi compiendo con abnegazione il loro dovere".

 

                                                                                                                                    Generale DIAZ.

 

UFFICIALI MORTI IN COMBATTIMENTO, IN SEGUITO A FERITE O IN PRIGIONIA.
Grado Cognome e Nome Luogo di nascita Luogo e data di morte

Reggimento.

1 Ten. Col. Dalla Rosa Roldano S. Lazzaro Parmense Tremonti di Sopra 06-11-1917
2 Maggiore Borghesio Domenico (disp.) Rivarossa M. Val Bella 28-01-1918
3 Capitano *Brunato Felice Torino Osp. Udine 08-11-1915
4 Id. Mammano Pasquale S. Cataldo Pod Selo 21-10-1915
5 Id. Pezzi Italo Popoli Id.
6 Id. Rosso Basilio Alba Osp. d. c. 246 02-05-1916
7 Id. Schiroli Umberto Reggello M. Mrzli 28-11-1915
8 Id. Vivalda Cesare Garessio M. Val Bella 04-12-1917
9 Tenente Ancona Salvatore Pantelleria 251° Rep. Somegg. 06-12-1917
10 Id. Barella Matteo Castellazzo Bormida id. 05-11-1917
11 Id. Di Castro Giacomo Roma Melette di Gallio 11-11-1917
12 Id. Giovagnoli Guido Foiana della Chiana S. Lucia di Tolmino 22-08-1915
13 Id. *Lugli Elio Carpi Osp. Carpi 23-07-1918
14 Id. Mandò Luigi Roma M. Lemerle 16-06-1916
15 Id. Messuri Giuseppe Firenze M. Chiesa 17-09-1916
16 Id. Romagnoli Roberto Bagno Cavallo Stenfle 06-12-1917
17 Id. Sala Carlo Spezia 125° Rep. Somegg. 18-03-1917
18 Id. *Stroppi Giovanni Milano In prigionia 23-01-1918
19 S. Ten. Amodeo Edoardo Trabia Volarje 15-02-1916
20 Id. Catella Renato Torino M. Sisemol 06-12-1917
21 Id.  **Cipolla Aldo Chieti  Tarhuna 18-06-1915
22  Id.  **D'Antuono Filippo (disp.) Sulmona   Tarhuna 18-06-1915
23  Id.  De Mori Rodolfo  Roma  S. Lucia di Tolmino 26-08-1915
24  Id.  De Pasquale Marcello Napoli   Selo 22-10-1915
25  Id.  *Farolfi Luigi  Faenza Osp. Massa 12-12-1917
26  Id.  Fossati Salvatore Cipressa S. Lucia di Tolmino 22-08-1915
27  Id.  Gianmichele Corinto Doliola Id.
28 Id. Girion Giovanni Pola M. Zebio 16-06-1916
29 Id. Lazzari Giovanni Borgonovo Id. 20-06-1917
30  Id. **Maranghini Mario (disp.) S. Remo Tarhuna 18-06-1915
31 Id. Marini Giannetto Modena Osp. Chir. 137 17-09-1916
32 Id. Moretti Anselmo Milano Osp. d. c. 18, 14-12-1915
33 Id. *Montalbano Aldo Roma Osp. Cividale 25-01-1916
34 Id. **Pittaluga Mario (disp.) Ancona Tarhuna 18-06-1915
35 Id. Ravagli Arnaldo Ventimiglia Val Doblar 30-08-1915
36 Id. Santangelo Giuseppe Mercogliano Stenfle 06-12-1917
37 Id. Scuderi Giuseppe Linguaglossa M. Mrzli 03-12-1915
38 Id. Settembrini Ruggero Roma Osp. d. c. 18, 09-02-1916
39 Id. Signorini Gualtiero Argenta M. Sisemol 06-12-1917
40 Id. Sonda G. Battista Bassano M. Val Bella 29-01-1917
41 Id. *Spadaro Luigi Messina Osp. Messina 20-06-1916
42 Id. Squarcetti Bruno Magliano M. Mrzli 28-11-1915
43 Id. Tusa Mario Camerino Val Doblar 30-08-1915
44 Aspir. Bellandi Luigi Annicco M. Zebio 02-05-1917
45 Id. Boffa Giulio  Campomorone M. Zebio 02-05-1917
46 Id. Ciurcentaler Carlo (nome di guerra: Dell'Elmo Carlo). Trento M. Mrzli 02-12-1915
47 Id. Costamagna Francesco Fossano M. Melago 25-12-1917
48 Id. De Bernardi Carlo Torino Ciginj 23-10-1915
49 Id. De Carli Luigi Varese M. Mrzli 02-12-1915
50 Id. Gallo Ferdinando S. Damiano d'Asti M. Zebio 03-09-1917
51 Id. Girardi Pietro Torino Id. 20-06-1917
52 Id. *Minucci Giuseppe S. Vito Chietino In prigionia 28-01-1918
53 Id. Perera Decio Genova Pod Selo 21-10-1915
54 Id. Rovelli Egidio Milano M. Val Bella 28-01-1918
55 Id. Sabattini Giuseppe Milano Selo 21-10-1915

Ufficiali morti per malattia.

1 Capitano Coletti Leo Pieve di Cadore Osp. d. c. Logginato 04-02-1916
2 Tenente Bevilacqua Alberto Larino Osp. Milano 16-09-1918
3 Id. Buonocore Giuseppe Minori Osp. Roma 16-08-1917
4 Id. Maresci Daniele Castiglione di Teverina Osp. Orvieto 16-11-1918
5 Id. Carloni Aquilio Roma Osp. Luico 11-12-1915
6 Id. Sgueglia Della Marra Federico Resina Osp. d. c. 017, 17-01-1916

Battaglione Ciclisti.

1 Capitano Carta Alessandro Ozieri Percotto 30-10-1917
2 Tenente De Maestri Francesco Diano Marina M. Mosciagh 02-05-1917
3 Id. Ferrari Giovanni Lucca S. Biagio di Callalta 17-06-1918
4 S. Ten. Alessandrini Ezio Roma M. Boscon 07-06-1916
5 Id. Astraldi Domenico Roma Doberdò, q. 144, 16-10-1916
6 Id. *Campi Carlo Milano Osp. Faenza 28-06-1916
7 Id. Dani Nicolò Montereale M. Mrzli 28-11-1915
8 Aspir. Campanile Pasquale S. Giovanni Rotondo Flondar, q. 144, 16-09-1916

MILITARI DECORATI CON MEDAGLIA D’ARGENTO E DI BRONZO AL VALOR MILITARE.

MEDAGLIA D’ARGENTO.

Battaglioni XIV, XXIV e XLVI: Ufficiali, n. 108 - Truppa, n. 78.
Battaglione Ciclisti: Ufficiali, n. 21 - Truppa, n. 16.Battaglione XXII: Ufficiali, n. 1 - Truppa, n. -

MEDAGLIA DI BRONZO.

Battaglioni XIV, XXIV e XLVI: Ufficiali e militari di truppa, n. 146.
Battaglione Ciclisti: Ufficiali e militari di truppa, n. 57.Battaglione XXII: Ufficiali e militari di truppa, n. 2.

COMANDANTI DEL REGGIMENTO.

Colonnello DI MARIA Eugenio, dal 24 maggio 1915 al 22 giugno 1916.
Colonnello NOVELLI Enrico, dal 23 giugno 1916 al 17 ottobre 1917.
Colonnello RAGGIO Roberto, dal 30 ottobre 1917 al 15 maggio 1918.
Ten. Colonnello MADON Giovanni, dal 16 maggio 1918 al termine della guerra.

 

UFFICIALI SUPERIORI E CAPITANI COMANDANTI DI BATTAGLIONE

XIV° Battaglione

Grado Casato e Nome Data di assunzione Data di Cessazione Annotazioni
Magggiore Silvestre Eugenio 24/05/15 11/07/16  
Id. Valdes Giuseppe 12/07/16 23/07/17  
Capitano Buttà Ugo 29/08/17 08/10/17  
Maggiore Borghesio Domenico 09/10/17 28/01/18 Caduto sul campo.
Capitano Santi Marcello 29/01/18 01/03/18  
Maggiore Belgrado Ettore 02/03/18 al termine della guerra.  

XXIV° Battaglione

Maggiore Dalla Rosa Roldano 24/05/15 30/12/15  
Id. Costa Sebastiano 31/12/15 01/04/16  
Id. Spernazzati Ettore 01/05/16 31/05/17  
Capitano Duranti Enrico 01/06/17 11/09/17  
Id.  Marconi Cesare 12/09/17 28/01/18  
Id. Ronchej Aldo 02/02/18 07/08/18  
Maggiore Masola Giuseppe 08/08/18 al termine della guerra.  

XLVI° Battaglione

Ten. Col. Romagnani Giuseppe 24/05/15 18/08/15  
Capitano Ceard Mario 19/08/15 12/09/15  
Maggiore Bosio Carlo 14/09/15 09/09/16  
Capitano Giacconi Bruno 10/09/16 03/02/17  
Ten. Col. Contrada Fidia 04/02/17 29/06/17  
Capitano Giacconi Bruno 30/05/17 ....1917  
Maggiore Besozzi Pietro 14/10/17 12/02/18  
Id. Tortora Arturo 01/03/18 al termine della guerra.  

Battaglione Ciclisti

Ten. Col. Valerio Papa Pietro 24/05/15 04/07/16  
Id. Antoldi Ernesto 18/07/16 20/11/16  
Capitano Vicedomini Guido 21/11/16 15/03/17  
Maggiore Silvestri Guido 16/03/17 30/10/17 Prigioniero.
Capitano Giacconi Bruno 01/11/17 19/11/17  
Maggiore Garroni Gastone 20/11/17 al termine della guerra.  

XXII° Battaglione

Ten. Col. Rossotti Alberto 24/05/15 18/06/15 Prigioniero.

SERVIZI PRESTATI IN LINEA ED IN ZONA DI RIPOSO

REGGIMENTO.

Permanenza in linea

Permanenza in zona di riposo, lavori, trasferimenti, ecc.

 Anno 1915

Dal 24 maggio al 22 giugno (S. Pietro al Natisone - Kolovrat [M. Jeza - M. Kuk - Passo di Zagradan] - Volzana - S. Maria di Tolmino - Rio Duole - Jesenjak - Ciginj - Q. 500 - Selo - Volzana - Osteria - Q. 179 - Hevnik - Kovacic).

Dall'11 luglio al 6 novembre (Luico - Osteria - M. Kolovrat [Costone di Kamenca - M. Kuk - Passo di Zagradan] - Selisce - Kammo - Caporetto - S. Lucia - Q. 588 - Pod Selo - Pendici Krad Vrh - Rio Selo [Javor - Pod Selo - Q. 162] - Selo ["Roccione"] - QQ. 588 - 193 - Sottosettore centrale di S. Lucia [Bosco Usnich]).

Dal 29 novembre all'8 dicembre (M. Mrzli [Q. 1550 delle Roccette - Q. 599] - "Trincerone").

Dal 12 al 31 dicembre (Vodil - Versante orientale del M. Mrzli).

 

 Anno 1916

 

Dal 1° gennaio al 29 marzo (Vodil - Versante orientale del M. Mrzli - Dolje).

Dal 24 maggio al 18 luglio (Val d'Assa - Roana - M. Kaberlaba [Capitello Pennar - Malga Fassa] - M. Lemerle - Malga Fassa - C. Meltar - Poslen - Villa dal Brun - S. Maria Maddalena - Ave - Coda - Cimitero di Camporovere - Q. 1001 - [Canove]).

Dal 30 agosto al 7 settembre (Val d'Assa).

Dal 16 settembre al 16 novembre (Busa dell'Orco - Cresta del Pettine - Buse Magre - Q. 1787).

Dal 30 al 31 dicembre (Roccolo di M. Catz - Cava dei Giardini - QQ. 1223 - 1201 [Canove] - Croce di S. Antonio).

 

 Anno 1917

 

Dal 1° al 19 gennaio (Roccolo di M. Catz - Cava dei Giardini - QQ. 1223 - 1201 [Canove] - Croce di S. Antonio).

Dal 24 aprile al 6 giugno (Roccolo di M. Catz - Cava dei Giardini - QQ. 1223 - 1201 - Croce di S. Antonio).

Dal 17 al 20 giugno (M. Zebio - Q. 1626).

Dal 24 luglio al 6 dicembre (Roccolo di M. Catz - Q. 1620 - Q. 1120 - Q. 1250 [fondo Val di Nos] - Q. 1629 - Ripiegamento sulla linea: Val Stenfle - Val Frenzela - Gallio - Campanelle - M. Sisemol).

Dal 23 al 25 dicembre (M. Melago - Col del Rosso).

 

 Anno 1918

 

Dal 27 al 30 gennaio (M. Val Bella).
 
Dal 4 aprile all'8 giugno (Settore Val d'Astico - Val d'Assa [Val Barco - Saliente M. Belmonte - Rovescio M. Panoccio] - Poggio Privel).

Dal 15 giugno al 10 luglio (Val Canaglia).

Dal 14 agosto al 2 ottobre (Val d'Assa - Astico).

Dal 27 ottobre al 4 novembre (Battaglia di Vittorio Veneto: Montello - Passaggio del Piave [tra Rio Rosper - Rio Raboso - Sernaglia - Refrontolo - Gai - Tovena]).

 Anno 1915

 

 Dal 23 giugno al 10 luglio (Krai).

Dal 7 al 28 novembre (Luico - Libussina - Selisce).

Dal 9 all'11 dicembre (Selisce).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Anno 1916

 

 

Dal 30 marzo al 23 maggio (S. Stefano di Lavariano - Lauzacco. Trasferimento sull'altopiano dei Sette Comuni: Udine - Bassano - Asiago - Conco - Malga Moschetta - Canove).

Dal 19 luglio al 29 agosto (Pria dell'Acqua).

Dall'8 al 15 settembre (Campi di Mezzavia - Roccolo Cattagno [Busa del Diavolo]).

Dal 17 novembre al 29 dicembre (Cascina Tanzer [Valle Campomulo]). 

 

 

 

 Anno 1917

 

Dal 20 gennaio al 23 aprile (Cascine Tanzer [Val Campomulo]).

Dal 7 al 16 giugno (Val di Nos - Campomulo).

Dal 21 giugno al 23 luglio (Val Campomulo - Camona - Mosca).

Dal 7 al 22 dicembre (S. Caterina di Lusiana).

Dal 26 al 31 dicembre (S. Caterina di Lusiana).

 

 

 

 

 Anno 1918

 

Dal 1° al 26 gennaio (S. Caterina di Lusiana).

Dal 31 gennaio al 3 aprile (S. Caterina di Lusiana. Trasferimento sull'altopiano dei Sette Comuni: Carrè - Chiuppano).

Dal 9 al 14 giugno (Chiuppano).

Dall'11 luglio al 13 agosto (Chiuppano).

Dal 3 al 26 ottobre (Tombolo - San Giorgio in Bosco - Montebelluna - Volpago).

  RIEPILOGO
Linea Riposo
Mesi Giorni Mesi Giorni
Anno 1915

5

26

1

12

Anno 1916

7

5

4

25

Anno 1917

6

23

5

7

Anno 1918

5

2

5

2

TOTALI Mesi 24 e giorni 26 Mesi 16 e giorni 16

 BATTAGLIONE CICLISTI.

Permanenza in linea

Permanenza in zona di riposo, lavori, trasferimenti, ecc.

 Anno 1915

Dal 24 maggio al 3 novembre (Pulfero - Caporetto - Selisce - Idersko - Kammo - Rotabile Caporetto - Tolmino - Ponte San Daniele - Cimitero di S. Daniele - Osteria [q. 179] - Rio Volzana - Vodil).

26 novembre (M. Mrzli [Q. 1250] - "Trincerone" - Azione per l'occupazione del M. Mrzli).

Dal 12 al 31 dicembre (Vodil).

 

 Anno 1916

 

Dal 1° al 12 gennaio (Vodil).

Dal 25 al 27 gennaio (Vodil).

Dal 21 maggio al 7 giugno (Asiago - Linea fra Treschè Conca - Ghelpak - Kaberlaba - Boscon - Canove - Casere Magnaboschi).

Dal 6 al 20 agosto (Battaglia di Gorizia - Passaggio dell'Isonzo [Villa Fausta] - S. Andrea - Strada Merna - Biglia - Fornace - Bukovica).

Dal 6 al 28 settembre (Altopiano di Doberdò - Canale Dottori - Attacco a q. 144).

Dall'11 al 20 ottobre (Q. 144).

 

 Anno 1917

 

Dal 24 al 28 maggio (Zona Jamiano - Flondar).

Dal 25 ottobre al 9 novembre (Offensiva austro-tedesca - Operazioni di ripiegamento: Casarsa - Palmanova - Trivignano - Difesa sul Torre dei ponti di Percotto e di Viscone - Lestizza - Visco - Passaggio del tagliamento [Ponte di Madrisio] - S. Vito al Tagliamento - Casarsa - Azzano Decimo - Baver - S. Quirino - Tesis - Linea lungo il Meduna - Molinat - S. Foca - Roveredo - Castel d'Aviano - Polcenigo - Passaggio del Livenza - Stavena - Conegliano - S. Vendemmiano - Passaggio del Piave [Ponte della Priula]).

Dal 27 al 30 dicembre (Piave - Molino della Sega).

 

 Anno 1918

 

Dall'8 al 14 gennaio (Piave - Molino della Sega).
 
Dal 15 al 17 giugno (Battaglia del Piave: Cartiere Reali - S. Martino - S. Biagio di Callalta - Cavriè - Argine Regio - Cà Verduri).

23 giugno (Piave: S. Biagio - Bocca di Callalta - Argine Regio).

Dal 23 ottobre al 4 novembre (Battaglia di Vittorio veneto: Porcellengo - S. Polo di Piave - Piavesella - C. Cesconi - C. Dancla - Fontanellette - Gajarine - Roncavo - Caneva - Fiaschetti - C. Nuova - Col Delfer - Passaggio della Livenza - Vigonovo - S. Giacomo - Maniago - Passaggio della Meduna - Pinzano - Flagogna - Alesso - Tolmezzo - Amaro - Stazione per la Carnia).

 Anno 1915

Dal 4 al 25 novembre (Volarje - Smast).

Dal 27 novembre all'11 dicembre (smast).

 

 

 

 

 Anno 1916

 

Dal 13 al 24 gennaio (Volarje).

Dal 28 gennaio al 20 maggio (Volarje - Ternova - Idersko - Smast - Lauzacco - Persereano - Merlana - S. Stefano - Pasian Schiavonesco. Trasferimento sull'altopiano dei Sette Comuni - Bassano).

Dall'8 giugno al 5 agosto (Pria dell'Acqua - Pianella - Dolegnano).

Dal 21 agosto al 5 settembre (S. Valentino - Pieris).

Dal 29 settembre al 10 ottobre (Ronchi - Pieris - Staranzano).

Dal 21 ottobre al 31 dicembre (S. Lorenzo di Aquileia - Lovara - Q. 65 [Strada Selz - Doberdò] - Pieris).

 

 Anno 1917

 

Dal 1° gennaio al 23 maggio (Pieris - Portogruaro. Trasferimento alla frontiera nord: Como - Cuvio - Pezzè. Trasferimento alla fronte Isontina: Cormons).

Dal 29 maggio al 24 ottobre (Ronchi - Flambro - Baver - Orgnano. Trasferimento sull'altopiano della Bainsizza: Gorenje Polje - Vrh. Trasferimento: Premariacco - Manzano [Leproso - Paderno] - Orgnano - Conegliano - Feltre - Grigno - Borso).

Dal 10 novembre al 26 dicembre (S. Pelagio - Poggiana Riese - S. Giacomo di Romano d'Ezzelino - Possagno - Maser - Rossano Veneto - Quinto di Treviso - S. Zeno di Treviso - Valdrigo).

31 dicembre (Posizioni arretrate lungo l'argine del fiume).

 Anno 1918

Dal 1° al 7 gennaio (Posizioni arretrate lungo l'argine del Fiume).

Dal 15 gennaio al 14 giugno (Idem. Trasferimento a Mirano Veneto - Cendon - Fornaci di Monastier [Linea del Meolo]. Trasferimento presso il comando difesa costiera lago del Garda - Pacengo. Trasferimento: Selvana [Treviso]).

Dal 18 al 22 giugno (Cà Sartori - Selvana).

Dal 24 giugno al 22 ottobre (Selvana - Breda - Selvana - S. Floriano - Vacil - Madonna del Chiodo - Crea).

  RIEPILOGO
Linea Riposo
Mesi Giorni Mesi Giorni
Anno 1915

6

2

1

6

Anno 1916

2

19

9

11

Anno 1917

/

23

11

7

Anno 1918

/

23

9

11

TOTALI Mesi 10 e giorni 7 Mesi 31 e giorni 5
RIEPILOGO DELLE PERDITE IN COMBATTIMENTO
LOCALITA' E DATA  REGGIMENTO BATTAGLIONE CICLISTI
Ufficiali Truppa Ufficiali Truppa
Morti Feriti Dispersi Morti Feriti Dispersi Morti Feriti Dispersi Morti Feriti Dispersi
ANNO 1915
Conca di Caporetto - Settore Kolovrat (24 maggio - 22 giugno)

/

4

/

12

46

/

 

 

 

 

 

 

Luico - Osteria - S. Lucia - Rio Selo (11 luglio - 6 novembre)

12 

30 

173 

748 

134 

 

 

 

 

 

 

M. Mrzli - Vodil (29 novembre - 31 dicembre)

6

8

/

60

128

6

           
Pulfero - Caporetto - Selisce - Idersko - Kamno - Rotabile Caporetto - Tolmino - Ponte di S. Daniele - Rio Volzana - Vodil (24 maggio - 3 novembre)

 

 

 

 

 

 

/

2

/

8

102

/

Azione per la conquista del M. Mrzli (26 novembre)            

1

3

1

12

100

82

Vodil (12 - 31 dicembre)            

/

/

/

/

/

/

Totale anno 1915 18 42 3 245 922 140 1 5 1 20 202 82
 
ANNO 1916
M. Mrzli - Vodil (1° gennaio - 29 marzo)

2

5

/

11

86

5

 

 

 

 

 

 

Altopiano dei Sette Comuni - Val d'Assa - M. Kaberlaba - M. Lemerle - Malga Fassa - C. Meltar - Poslen - Villa dal Brun - S. Maria Maddalena - Ave - Coda - Cimitero di Camporovere - Q. 1001 (24 maggio - 18 luglio)

 3

 22

13 

 150

815 

372 

 

 

 

 

 

 

Val d'Assa - Busa dell'Orco - Cresta del Pettine - Roccolo di M. Catz (30 agosto - 31 dicembre)

2

4

/

12

64

/

           
Vodil (1 - 27 gennaio)            

/

/

/

/

3

/

Offensiva austriaca sul Trentino - Asiago - Treschè Conca - Ghelpak - Kaberlaba - Boscon - Canove - Casere Magnaboschi (21 maggio - 7 giugno).            

1

5

10

14

98

229

Battaglia di Gorizia (6 - 20 agosto)            

/

9

/

6

14

/

Altopiano di Doberdò - Azione per la conquista di q. 144 (6 - 28 settembre)            

1

11

/

24

204

60

Q. 144 (11 - 20 ottobre)            

1

/

/

/

11

/

Totale anno 1916 7 31 13 173 965 377 3 25 10 44 330 289
 
ANNO 1917
Val d'Assa - Roccolo di M. Catz - M. Zebio (1° gennaio - 8 novembre)

9

21

/

74

360

35

 

 

 

 

 

 

Ripiegamento sulla linea: Val Stenfle - Val Frenzela - Gallio - M. Sisemol (9 novembre - 6 dicembre)

7

11

2

27

106

125

 

 

 

 

 

 

M. Melago - Col del Rosso (22 - 25 dicembre)

1

4

1

16

172

8

 

 

 

 

 

 

Zona Jamiano - Flondar (24 - 28 maggio)

 

 

 

 

 

 

1

3

/

3

55

5

Operazioni di ripiegamento (25 ottobre - 4 novembre)(a)

 

 

 

 

 

 

1

/

7

/

4

378

Totale anno 1917 17 36 3 117 638 168 2 3 7 3 59 383

 (a) Questi dati possono ritenersi i più vicini alla realtà perchè desunti dagli elenchi della C. R. I. Servirono alla Commissione d'Inchiesta di cui al R. D. 12 gennaio 1918, n. 35.

ANNO 1918
Azione per la riconquista di M. Val Bella (26 - 30 gennaio)

2

17

12

28

321

298

 

 

 

 

 

 

Settore Val d'Astico - Battaglia di Vittorio Veneto (4 aprile - 4 novembre)

/

3

/

7

56

/

 

 

 

 

 

 

Piave - Molino della Sega (8 - 14 gennaio)

 

 

 

 

 

 

/

/

/

/

/

/

Battaglia del Piave (15 - 17 giugno)

 

 

 

 

 

 

1

2

/

12

70

1

Battaglia di Vittorio Veneto (23 ottobre - 4 novembre)

 

 

 

 

 

 

/

/

/

/

14

/

Totale anno 1918 2 20 12 35 377 298 1 2 / 12 84 1
 
RIEPILOGO GENERALE
Anno 1915

18

42

3

245

922

140

1

5

1

20

202

82

Anno 1916

7

31

13

173

965

377

3

25

10

44

330

289

Anno 1917

17

36

3

117

638

168

2

3

7

3

59

383

Anno 1918

2

20

12

35

377

298

1

2

/

12

84

1

TOTALE GENERALE 44 129 31 570 2902 983 7 35 18 79 675 755