II BRIGATA BERSAGLIERI

(prima 9° e 11° Reggimento poi 7° e 11° Reggimento)


La larga dorsale dell’Hermada, che si estende verso quello che fu definito “l’inferno di Doberdò”, sbarrava la via agli italiani, che per raggiungere Trieste sacrificarono nel corso delle varie battaglie innumerevoli divisioni. Basti pensare che nella sola 11a battaglia dell’Isonzo, combattuta tra Tolmino e il mare, ossia su un fronte di 36 km, le perdite italiane ammontarono a 18.974 morti, 89.173 feriti e 35.187 dispersi (compresi i prigionieri) per un totale di 143.174 uomini, mentre quelle austriache furono sensibilmente inferiori e quantificate in circa 110.000 uomini, e tutto questo nel corso di un’offensiva durata soltanto 10 giorni. a cura di Stefano Chierici - collaborazione di Enrico Trevisani Comune di Ferrara Ass.Ricerche Storiche “Pico Cavalieri”
La IIIa armata disponeva per l’attacco di ben 6 C.d.A, di cui il XIII° C.d’A. (gen. Sailer) nella zona di Monfalcone e del monte Hermada disponeva delle seguenti unità:

- 33a Div. di fanteria: brigate (brt). Mantova e Padova;
- 28a Div. di fanteria (magg. gen. Parola): 

IIa brigata Bersaglieri 7° (VIII-X- XLIV° ) e 11° (XXXIX°- XXXIII° - XXVII) reggimento e brt. Murge;
- 34a Divisione di fanteria: brt. Salerno e Catanzaro;
- 45a Divisione di fanteria, a disposizione d'armata nella zona di Villa Vicentina: brt. Toscana e Arezzo
- Alle dirette dipendenze del XIII° Corpo d’armata: XXVIIIa brt. di marcia, I° gruppo sqn. cav. Piemonte Reale

La Brigata Murge ricevette l’ordine di spostarsi gradualmente in avanti su quota 100 per occupare le trincee presidiate dalla IIa Brigata bersaglieri che si spostò su q. 130. Il 259° conquistò la quota 145, ma la posizione presa dal fuoco d’infilata dovette essere abbandonata. I fanti della Brigata Murge ripiegarono su q. 130 rafforzandola.
La IIa Brigata bersaglieri iniziò l’azione, un nutrito tiro nemico e un incendio sui rovesci di quota 100 provocarono molte perdite, venne ferito anche il comandante del 7° . Il batt XXXIII°/11° conquistò q. 130 e proseguì su q. 145;

il batt. X/7 si impadronì del Flondar e concorse all’attacco di q. 145; il VIII° e XXXIX° batt. inviati di rincalzo per sostenere l’azione furono obbligati dal fuoco nemico a sostare su quota 130;

mentre il X° e XLIV° furono costretti a ripiegare.

Nel pomeriggio l’11° Reggimento rinforzato da un battaglione della Murge rinnovò l’attacco. All’alba del 20 agosto gli italiani rinnovarono gli attacchi.

Nel terreno antistante l’Hermada il combattimento divampò feroce tra le linee difensive.

All’urto italiano gli austriaci risposero con un arretramento che a tratti raggiunse i 2 km.

Così descrive questi attacchi la Relazione Ufficiale austriaca:

“gli italiani attaccarono con il coraggio della disperazione… ed invero essi non lasciarono intentata alcun mezzo per ottenere il loro scopo…”

La IIa Brigata bersaglieri 37 ufficiali e 2.500 uomini. In due offensive l'organico si era dimezzato
Lo scrittore Fritz Weber, allora comandante di una batteria schierata sull’Hermada ha scritto, riferendosi all’11a battaglia dell’Isonzo, che la visione dei battaglioni decimati che tornavano dalla battaglia faceva sorgere nel cuore un desiderio di pace ben più forte e genuino di quello invocato da scrittori antimilitaristi o da retori sentimentali.

Soltanto chi vedeva un simile spettacolo poteva comprendere e ricordare per sempre il calvario di quegli uomini e la loro sofferenza.

La guerra sia da una parte che dall'altra era arrivata ad un punto di svolta.

Nessuna guerra negli ultimi 100 anni era durata tanto e principalmente con tanti morti.


 
 

ANNO 1916.

     Si costituisce, l'11 febbraio, coi reggimenti 9° e 11° dislocati, il primo in linea nel settore dello Slatenik ed il secondo a riposo nella zona di Serpenizza - Log di Cezsoca.
     E' alla dipendenza della divisione speciale bersaglieri.

Data tale dislocazione, alla II brigata è intanto affidato il comando del settore Slatenik e delle truppe ivi dislocate: 9° e 12° reggimento bersaglieri, in attesa di una definitiva sistemazione del detto settore.
     Il 14 febbraio ha inizio un'operazione per riprendere il M. Cukla, conquistato dal nemico il 12.

Compito della brigata è quello di attaccare, col 12° reggimento, il piccolo Javorcek. Il XXXIX/11° è fatto avanzare da Log di Cezsoca in rincalzo.

L'azione non riesce per la efficienza delle difese passive del Cukla. Nei giorni dal 20 al 22 febbraio il 9° bersaglieri, sostituito dal 120° fanteria, si porta fra Serpenizza e Log di Cezsoca, donde parte nei giorni 25 e 26 diretto, per via ordinaria, a Luico. Nei due giorni seguenti è fatto proseguire per ferrovia da Cividale per la zona fra Moggio Udinese, Chiusaforte e Resiutta.
     Il 4 marzo è schierato in linea in val Raccolana nelle posizioni di sella Nevea e fondo valle Seebach, ove sostituisce, riparti del 5° fanteria.
     Il comando della brigata dirige le operazioni dimostrative svolte nel settore Slatenik dalle truppe rimaste ai suoi ordini (12° bersaglieri, 120° fanteria, e riparti della brigata Piemonte) dal 22 febbraio al 1° marzo, nel qual giorno, ceduto il settore al comandante della brigata Piemonte, si porta a Ternova, poi a Saga; il 4 raggiunge per ferrovia Tolmezzo ed il 6 si porta a Moggio Udinese.
     Intanto l'11° bersaglieri dislocati l'11 febbraio, all'atto della sua assegnazione alla II brigata, fra Serpenizza e Log di Cezsoca, si porta il 17 coi battaglioni XXVII e XXXIII sul M. Cukla ove sostituisce, con alcune sue compagnie, il battaglione alpini Exilles, schierando una compagnia e mezza in prima linea sul Cukla ed una compagnia e mezza in riserva più indietro. Il XXXIX è rimasto nel settore destra Isonzo.
     Il 2 marzo il suddetto battaglione alpini rileva in linea, il XXXIII, che si porta a Saga ed il 7 è inviato a Pinzano sul Tagliamento.
     L'11 marzo il comando dell'11° reggimento, sostituito in linea, ritorna a Serpenizza, mentre il XXXIX da q. 700 scende a Pluzne in riserva ed ivi si reca, il 15, anche il XXVII battaglione.

Questo nella notte sul 20 è rimandato nelle trincee di Plezzo ove l'indomani concorre, con riparti del 5° fanteria, a respingere l'attacco nemico ed il 25 ritorna a Serpenizza assieme al XXXIX.

Il XXXIII intanto da Pinzano è inviato, il 18 marzo, in Carnia nelle posizioni di val Degano, ove esercita la più attiva vigilanza, spingendo ardite pattuglie verso le posizioni nemiche e specie verso quella più molesta del passo di Giramondo.

Il battaglione compie inoltre molte opere di rafforzamento fra le quali la trincea denominata Bordaglia Alta, che consente un rilevamento dominio sulle circostanti posizioni nemiche.
     Il 14 aprile il comando del reggimento ed il XXVIII battaglione sono inviati a Cividale e di lì, in ferrovia, a Stazione per la Carnia.
     Il 17 il comando dell'11° rileva a Chiont quello del 148° fanteria.

L'indomani giunge in Carnia il XXXIX e si disloca a Chiusaforte.

Il 28 aprile anche il XXXIII è sostituito in linea ed inviato a Forni Avoltri, donde prosegue per Comeglians e vi sosta fino al 30, nel qual giorno è trasferito a Villa Santina e di lì, per ferrovia, a Chiusaforte e, per via ordinaria, a Dogna.
     La II brigata è così riunita ed ha il 9° reggimento schierato in val Raccolana fra la valle Seebach - Cregnadul - sella Prevala e sella Robon e l'11 in val Dogna fra Implanz - Costa Sacchetto e Forcella Bieliga.

Il 5 maggio essa assume la difesa del sottosettore alto Fella e Aupa, tenuta fino allora dalla brigata Caltanissetta.
     I riparti si alternano sulle posizioni di prima linea, e attendono a lavori di rafforzamento, mentre audaci pattuglie compiono quotidianamente ardite incursioni nelle posizioni nemiche.
     Il 9° reggimento, rilevato in linea da riparti del 12° e del 16° bersaglieri, nei giorni 18 e 19 giugno è raccolto prima a Chiusaforte ed il 20 è inviato, per ferrovia, da Moggio Udinese a Carmignano di Brenta, alla dipendenza del XXVI corpo d'armata.

Nei giorni 2 e 3 luglio è fatto proseguire per Primolano, e di lì è diretto in val di Nos, ove giunge il 5, passando alla dipendenza della 4a divisione.

L'indomani è schierato sulla strada Gallio - M. Colombara ad oriente di Casare Zebio in rincalzo della brigata Arezzo e alla sera dello stesso giorno i battaglioni XXVIII e XXX attaccano le posizioni nemiche di Casare Zebio - Pastorile, senza riuscire a sfondarle e perdendo 14 ufficiali e 476 gregari.

Il 7 ha ordine di rinnovare, fra M. Zebio e q. 1727, l'attacco che continua nella notte sul giorno 8 e frutta soltanto un lieve vantaggio a sud - sud  est di q. 1727 a causa della resistenza nemica che produce la perdita di 21 ufficiali e 644 bersaglieri.
     Il 9 resta in linea, sul terreno conquistato, il XXVIII;

il XXX si porta a destra in rincalzo della brigata Benevento ed il XXXII a sinistra, verso Casare Zingarella, in rincalzo delle truppe colà schierate.

Nei giorni seguenti il 9° reggimento compie azioni dimostrative durate fino al giorno 15, nel quale ha ordine di attaccare di sorpresa il M. Colombara. L'azione è affidata al XXXII, rincalzato dal XXX, e la direzione al comandante del reggimento.

Una compagnia ed un riparto volontari iniziano con scale di corda l'ascesa del roccione circuente l'obbiettivo assegnato;

ma più tardi l'operazione è sospesa ed i due battaglioni, il 16, si dislocano sotto i roccioni a sud di Casare Zingarella e di q. 1727 a disposizione della 34a divisione. Il 26 luglio il 9° reggimento si porta in riposo a Pagarlok a disposione del XX corpo d'armata ed in riserva alle fanteria di prima linea della 13a divisione.

Nei giorni 7 ed 8 del mese di agosto il reggimento rileva, sulle posizioni di M. Zebio, riparti della brigata Arezzo, dai quali è sostituito il 19 ed il 20 agosto ed inviato per Gallio, Campomulo ed Enego a Prà delle Poppe, adibito a lavori stradali nella zona fra Malga Slapeur, pendici orientali di cima della Campanella e Baida dell'Aia.

Nei giorni 5, 6 e 7 ottobre il 9° reggimento rileva in linea, nella zona di Cima delle Saette, riparti dell'VIII gruppo alpini.
     Sostituito, nei giorni 28 e 29 ottobre, dal 14° bersaglieri, si reca fra Roccolo Cattagno e Campo Magno, in riposo.
     Il 6 novembre il reggimento cessa di far parte della II brigata bersaglieri (1) ed è sostituito dal 7° che rilevato, a sua volta, nelle posizioni in cui è schierato, dal 124° fanteria, si porta prima a Storo e Vobarno e poi, trasportato in ferrovia a Cervignano, si disloca, l'11 novembre fra Terzo, S. Martino e Murucis.
     L'11° reggimento che, come innanzi è detto, è schierato fin dal 17 aprile in val Dogna fra Implanz, Costa Sacchetto, Cuel Tarond e Forcella Bieliga, ove alterna i suoi riparti in linea, esercita fino al 6 novembre la più attiva vigilanza, tenendo a bada il nemico e compiendo ardite azioni di pattuglie, fra le quali sono degne di rilievo: quella operata a Granuda Berg il 16 luglio;

l'azione contro lo Schwarzmberg del 18 e 19 luglio che produsse alcune perdite al XXXIII battaglione, il cui comandante rimase ferito ed infine l'ardita incursione del 23 settembre compiuta da una pattuglia del XXXIX allo scopo di far saltare la passerella costruita dal nemico lungo il ponte ferroviario del Fella.

Rilevato dal 15° reggimento bersaglieri, l'11° è riunito il 10 novembre a Chiusaforte ed inviato, per ferrovia, a Strassoldo ed il 12 è trasferito nella zona fra Isola Morosini, Terzo, Ginata, S. Valentino e Colussa.
     La II brigata è così ancora una volta riunita sul basso Isonzo e posta alla dipendenza della 16a divisione.

Nei giorni dal 18 al 21 novembre essa rileva la "Bari" nelle posizioni delle quote 144 e 208, ove schiera inizialmente due battaglioni: il VII/7°, a quota 144, ed il XXXIII/11° fra detta quota e la 208;

gli altri battaglioni sono ad ovest di q. 144.

All'imbrunire del 22, il XXXIX rileva in linea il XXXIII, il quale, il 24, invia la 5a compagnia e la 4sezione mitragliatrici a rinforzare la sinistra del XXXIX schierandosi nella trincea che partendo dal lago di Doberdò, attraverso la strada di Jamiano, giunge fino alla strada Boneti - Jamiano.
     Fino alla fine dell'anno i reggimenti alternano i propri battaglioni fra le posizioni di prima e seconda linea su quella fronte tormentata dall'insidia nemica ed anche da qualche caso di colera che si manifesta fra le truppe.

(1) Vedere per il seguito il 9° reggimento bersaglieri.

ANNO 1917.

     Il 1° gennaio la brigata è rilevata dalla "Bari" ed i reggimenti si recano a riposo:

il 7° nella zona fra Aquileia, Beligna e S. Stefano, eccetto l'VIII battaglione che è inviato sul Debeli per lavori;

l'11° fra Palazzatto e Bozzatta per un periodo contumaciale che dura fino al 9 gennaio.

Il 10 il reggimento si porta fra Beligna e S. Stefano coi battaglioni XXVII e XXXIII,

poichè il XXXIX è impegnato in lavori della seconda zona a Ronchi.
     Avuto ordine di trasferirsi sulla sinistra dell'Isonzo il 19, l'11° si porta a Pieris, inviando a Ronchi per lavori di rafforzamento il XXXIII battaglione che di là distacca una compagnia (la 5a) sul M. Cosich ed un'altra (la 6a) sul Debeli anche per lavori.

Il 7° reggimento si disloca il 20, fra Ariis e S. Polo.
     Il 22 gennaio è assegnato all'11° reggimento il LXIV battaglione che, dopo un periodo contumaciale a Bozzatta, è, il 1° febbraio, inviato a Pieris.
     Destinata a rilevare la "Bergamo" sulla fronte q. 144 - Debeli, la II bersaglieri inizia, la sera dell'8 febbraio, il cambio, inviando in prima linea tre battaglioni (VII/7°, XXVII/11° e XXXIII/11°) seguiti il 9 dagli altri.
     I reggimenti riprendono la consueta attività di pattuglie ed iniziano nuovi lavori di rafforzamento resi penosi dalla compattezza della roccia carsica.
     Il LXIV battaglione, lasciato a Pieris, sarà poi destinato a costituire il 17° reggimento bersaglieri di nuova formazione.
     Nei primi due giorni di marzo la II brigata rilevata nuovamente dalla "Bari", si porta a riposo fra Aquileia, Palazzatto, S. Stefano. Durante questo ultimo turno di linea essa ha sofferto rilevanti perdite (1).
     Nei giorni 20 e 21 marzo si porta sulla sinistra dell'Isonzo e rileva con due battaglioni in linea (VII/7° e XXXIX/11°) riparti della "Bergamo" e della "Bari" sulle posizioni del Debeli.

La sera del 9 aprile altri due battaglioni (X/7° e XXXIII/11°) sono inviati in prima linea a q. 144 a rilevarvi due corrispondenti riparti della "Bergamo"; la sera del 10 si portano in linea gli altri battaglioni della brigata.

Nei giorni 2 e 3 maggio le due brigate si sostituiscono nelle rispettive dislocazioni.
     L'imminente azione contro la linea Jamiano - Flondar richiama in linea la brigata, che nei giorni 21 e 22 maggio si schiera sulle posizioni di q. 144 con quattro battaglioni in prima linea e due in seconda.

Essa ha il compito di procedere, in primo tempo, colla sinistra alla occupazione di Jamiano, spazzando le difese nemiche dalle pendici orientali di q. 144, di avanzare poi, in collegamento colla "Bergamo", sulla linea di Flondar, superarla e puntare su quella dell'Hermada.
     Cossata la preparazione di artiglieria, il 7° reggimento raggiunge la linea Jamiano - q. 30, mentre l'11° occupa Jamiano. Il 24 l'avanzata prosegue; due battaglioni della "Gaeta" sono inviati in rincalzo della brigata che ha ordine di spingersi innanzi fino a minacciare alle spalle il lato sud del saliente di q. 100.
     L'11° reggimento giunge all'altezza di Komarje, il 7° si spinge quasi a q. 27 a sud della strada Komarje - Brestovizza.
     Il 25 la brigata, alla cui dipendenza sono posti i battaglioni bersaglieri ciclisti IV, V e VII e tre compagnie mitragliatrici, avanza e retifica le posizioni conquistate ed il 26 ha ordine di superare le trincee della linea dell'Hermada ed occupare Brestovizza Inferiore. L'attacco è ripreso il 27 nel qual giorno, anche il XII ciclisti è assegnato alla brigata.
     Nuovi attacchi violenti e nuovi vantaggi per i due reggimenti che occupano alcune trincee nemiche catturandone il presidio e resistendo ai violenti contrattacchi sferrati nei giorni 27 e 28.
     L'indomani i riparti in linea si scambiano con quelli in rincalzo. Il 2 giugno la brigata, rilevata dal 245° fanteria, è inviata a Dobbia.
     Essa ha perduto 61 ufficiali, 1391 bersaglieri. Il suo contegno nella sanguinosa lotta le vale la citazione sul bollettino di guerra del Comando Supremo e la concessione della medaglia di argento ad entrambi i reggimenti.
     Ma la battaglia che infuria dal Vodice al Timavo ne richiede un nuovo intervento: il 4 giugno, riuniti i suoi elementi in tre battaglioni formanti un sol reggimento, questo si riporta alla contrastata quota 144, alla dipendenza del comando della brigata Siracusa. Sferrato il 5 un nuovo attacco, il reggimento di formazione avanza fin sotto la q. 146 e vi si rafforza resistendo ai violenti ritorni offensivi del nemico. L'11 giugno gli avanzi della brigata, sostituiti in linea dal 136° fanteria, ritornano a Dobbia ed il 14 a Pieris (22a divisione), ove iniziano un periodo di riordinamento.
     La notte sul 24 ritorna nella trincea di q. 144 il 7° reggimento per lavori di rafforzamento.
     Il 4 luglio i due reggimenti si sostituiscono nelle rispettive dislocazioni e l'8 la brigata passa alla dipendenza della 28a divisione. Il 19 ed il 31 i reggimenti si sostituiscono di nuovo.
     La notte sul 16 agosto il comando della brigata rileva in linea quello della "Caserta" e schiera due battaglioni (X/7° e XXXIII/11°) nella trincea di q. 89 (bivio strada Sablici - Flondar). Nella notte sul 18 tutta la brigata è schierata per ala per procedere prima all'attacco della fronte q. 208 - q. 199 e poi all'occupazione delle pendici sud - ovest dell'Hermada (qq. 298 - 286 - 234). Il nutrito tiro nemico ed un incendio violento sviluppatosi sul rovescio di q. 100 producono molte perdite. E' ferito il comandante del 7° reggimento.
     Il 19, la brigata inizia l'azione. Mentre il XXXIII battaglione conquista la q. 130 e prosegue verso quella 145, il X si impadronisce di Flondar e concorre all'attacco di q. 145; ma il nemico apre un fuoco di mitraglitrici così violento da produrre gravi perdite ai battaglioni in prima schiera ed a quelli (VIII e XXXIX) inviati in rincalzo, sì da obbligarli a sostare ed a rafforzarsi su q. 130, mentre i battaglioni X e XLIV sono anch'essi costretti a ripiegare la loro ala sinistra.
     Nel pomeriggio del 19, l'11° reggimento, rinforzato da un battaglione della "Murge", rinnova l'attacco che è pur esso arrestato dalla intensa reazione dei difensori.
     Il 20 la brigata, per le perdite subite, si restringe ancora una volta su di un solo reggimento messo a disposizione del comando della brigata Murge. La lotta si svolge con alterna vicenda per la conquista di q. 145; nel pomeriggio dello stesso giorno 20 i bersaglieri occupano la selletta di Flondar, catturando armi e munizioni ed ivi si rafforzano.
     Nei giorni 24 e 26 agosto la brigata si trasferisce fra S. Polo e Pieris per un altro periodo di riposo e di riorganizzazione. Essa ha perduto 37 ufficiali e 2500 gregari.
     Destinata poi in val Sugana per costituire con la "Pallanza" e la "Salerno", la 62a divisione, la II bersaglieri è inviata, il 18 settembre, a cavallo del Brenta fra Primolano, Tezze e Fastro, ove continua il periodo di esercitazioni iniziato. Il 6 ottobre passa alla dipendenza della 51a divisione.
     Il 18 ottobre, destinata in Cadore, inizia il suo trasferimento per via ordinaria. Il 7° reggimento arriva il 22 nella nuova dislocazione fra Caprino, Selva di Cadore e S. Fosca a disposizione della 18divisione ed il 23 schiera l'VIII battaglione a Cima Lana. L'11°, arriva il 20, nella zona di Fonzaso - Arten a disposizione del I corpo d'armata, ed il 23 distacca a M. Piana il XXVII battaglione che concorre, con riparti del 54° fanteria, ad un contrattacco che porta alla rioccupazione della strozzatura di q. 2266 presa dal nemico il giorno precedente. Intanto giungono da Arten il XXXIII, che si disloca in riserva tra Forcella Alta e Paludetto ed il XXXIX che sosta a Misurina. L'offensiva austro - tedesca obbliga i reggimenti a nuovi spostamenti.
     Il 30 ottobre l'11° è fatto proseguire per Lorenzago e di lì distacca il XXVII al passo della Mauria, fra M. Miaron, Col Pioi, M. Colrosolo ed il 2 novembre assume la difesa di Col Rementera, schierando il XXXIII a Casera Razzo ed il XXXIX a Forcella Lavardet; ma il 3, i detti battaglioni, per la viva pressione nemica in quel settore, sono ritirati sulla linea di Col Rementera.
     Intanto il 7° reggimento, lasciato l'VIII battaglione a Cima Lana, nei giorni dal 29 ottobre al 1° novembre, si porta sul comando e le compagnie 6a e 7a al passo della Mauria ed invia il X colle compagnie 5e 6a al passo Erto ed il XLIV al passo di Fadalto.
     Mentre i riparti nelle citate dislocazioni compiono audaci azioni per trattenere il nemico che incalza e preme, il comandante della II brigata ha ordine di costituire a Vidor una testa di ponte colle truppe del I corpo d'armata che arriveranno gradualmente al Piave. Con riparti alpini e bersaglieri ciclisti a testa di ponte è costituita e resiste alla pressione nemica fino al 10 novembre, nel qual giorno il ponte di Vidor è fatto saltare ed il comando di brigata si porta a Maser.
     Il 7° bersaglieri, fortemente premuto dal nemico, dopo accanita resistenza raccoglie i suoi superstiti il 7 novembre a monte di Lorenzago, vi tenta una nuova resistenza e prosegue per Vallesella. L'8 combatte al ponte di Longarone e si dirige su Sedico che raggiunge il giorno 11 e dopo ulteriori resistenze, per Feltre, Primolano, Cittadella, e Riese, giunge a Trevignano il 17 col solo X battaglione, perchè l'VIII è a M. Tomba ed il XLIV a Giavera a disposizione, rispettivamente, delle divisioni 18a e 1a.
     L'11° reggimento, dopo aver anche esso resistito tenacemente sulle posizioni affidategli, il 7 novembre ha ordine di ripiegare: passa il Piave fra Ponte Nuovo ed i Tre Ponti sotto il tiro del nemico che occupa Lozzo.

Per Calalzo, si porta l'8 a Tai di Cadore, ove, caricato su autocarri, è inviato a Belluno, e di lì, il 9, per Montebelluna, a S. Marco Caerano ove sosta fino al 16 novembre, nel qual giorno è inviato fra Trivignano e Falzè.
     La II brigata, nuovamente riunita a Trivignano, inizia un periodo di intenso riordinamento (70a divisione).
     Il 1° dicembre rientra al suo reggimento il XLIV battaglione.
     Nei giorni 2 e 3 dicembre la brigata si porta per via ordinaria, nella zona di Fiumicello per proseguire, il 5, per Vigodarzere, ove rientra al 7° reggimento anche l'VIII battaglione.
     Nei giorni 23 e 24 è trasferita a Melma (Treviso) alla dipendenza del XXVIII corpo d'armata.

(1) Il 23 febbraio nelle trincee di q. 144 è ferito gravemente il caporal maggiore dell'11° reggimento (XXXIII battaglione, 5a compagnia) Benito Mussolini, attuale Capo del Governo e Ministro della Guerra.

 

ANNO 1918.

     La brigata è a Melma intenta al proprio riordinamento e ad un intenso periodo di istruzioni.

Nei giorni 3 e 4 gennaio si porta nella zona fra Campocroce, Caltana, Pianiga e Saetta alla dipendenza della 24a divisione.
     Destinata sul Piave raggiunge, con successivi trasferimenti, effettuati dal 13 al 17, la zona fra Caerano, Levada, Maser, Rivasecca e Covolo, ove sostituisce in linea la brigata Acqui alla dipendenza prima della 65a divisione e poi della 23a divisione francese, dislocando l'11° in prima linea nel tratto Rivasecca - q. 145 ed il 7° in seconda.

Dal 2 al 4 febbraio i reggimenti si sostituiscono nelle rispettive dislocazioni. Rilevata dalla II brigata bombardieri nei giorni dal 25 al 27, la II bersaglieri, destinata sull'altopiano di Asiago, si porta, nei giorni seguenti fino al 3 marzo, fra Zanè e Campo Iolanda (9a divisione).

L'11 marzo il 7° reggimento si disloca nella zona fra Carrè, Chiuppano e Contrada Maggiore.
     Dal 23 al 30 la brigata sostituisce gradualmente la "Catanzaro" nei settori Riofreddo - Caviogio - Astico, col compito di sbarrare le valli Posina, Riofreddo ed Astico. Essa riprende la sua consueta attività di pattuglie e di lavori.
     Il 20 maggio, rilevata in linea dalla "Catanzaro", scende a riposo fra Campo Iolanda (7°), Casale, Brustolè, Schiri (11°).
     Il 18 giugno il 7° reggimento è inviato a Contrada Maggiore e di lì l'indomani schiera due battaglioni sulla linea di Onaro - Poggio Curegno - Meda, mentre il X resta in riserva a Contrada Maggiore.

Nei giorni 28 e 30 giugno e 1° luglio i due reggimenti si sostituiscono.

A metà luglio il 7° reggimento, rilevato da riparti alpini, si porta a Contrada Maggiore.

Nei giorni dal 24 al 29 luglio, la brigata è nella regione di Arsiero, ove schiera il 7° nel sottosettore Riofreddo - Caviogio e l'11° nel sottosettore Astico. Ardite ricognizioni sono esegueite fino al 1° settembre, allorchè essa, sostituita in linea dalla "Volturno", si porta fra Thiene e Marano Vicentino.
     Nei primi giorni di ottobre ritorna nella zona di Campo Iolanda (11°) e Contrada Bosco (7°),

e il 16 è trasferita in quella di Carmignano - Vegra (11°) e Pozzoleone - Camazzole (7°) a disposizione del XIV corpo d'armata. Il 24 prosegue per la zona fra S. Andrea del Musone, S. Martino dei Lupari, Loreggiola,

Carpanè ed il 29 per Sala di Campagna (11°) e Musaco (7°).
     Il 1° novembre la brigata è inviata a Treviso e di lì, per ferrovia a Venezia donde parte il 3 per via di mare diretta a Trieste ove sbarcano per primi i battaglioni X e XXXIX e poi gli altri, accolti con entusiasmo da quella popolazione.

RICOMPENSE.

MEDAGLIA D'ARGENTO.

Ai Labari del 7° e dell'11° Reggimento Bersaglieri:

     “In combattimento ed in trincea fu costante esempio di valore, di tenacia e di saldezza. Con slancio irresistibile, superate le munite trincee avversarie conquistava, di primo sbalzo, le posizioni di Jamiano, dando poscia efficace contributo alla conquista della linea di Flondar. Richiamato in linea solo dopo due giorni per fronteggiare un violento attacco nemico, si gittava ancora nella lotta con audacia ed abnegazione sublimi. (Quota 144 - Jamiano - Flondar, novembre 1916 - giugno 1917)".

 (Boll. Uff. anno 1920, disp. 47).

  CITAZIONI SUI BOLLETTINI DI GUERRA DEL COMANDO SUPREMO.

BOLLETTINO DI GUERRA N° 731 (25 maggio 1917, ore 16).

     Sulla fronte Giulia dal mare a Plava, la battaglia continua accanitissima.

Superando gli ardui ostacoli dell'insidioso terreno, espugnando palmo a palmo gli estesi grovigli delle frotificazioni nemiche, contesi da avversario numeroso ed agguerrito, le nostre infaticabili truppe ottennero ieri nuovi brillanti successi, Il complesso dei prigionieri accertati nelle giornate del 23 e del 24 ascende a 10.245 di cui 316 ufficiali: il bottino di guerra è anche esso considerevole.
     Nel tratto compreso fra il mare e la strada Jamiano - Brestovizza, le ardite brigate Toscana (77° e 78° reggimento), Arezzo (225° e 226° reggimento) e II di bersaglieri (7° 11° reggimento), sostenute da talune batterie da campagna, che si spinsero intrepide tra le fanterie, ricacciarono il nemico sino sulla linea Foce Timavo - Flondar - Quota 31 a sud - est di Jamiano.
     A nord di Jamiano, dopo tenaci attacchi nei quali si distinse la brigata Mantova (113° e 114° reggimento), furono conquistate le munitissime alture di q. 235 e 247 ed estesa la nostra occupazione sino alle prime case di Versic.
     Da Castagnavizza al Frigido, violenti contrattacchi nemici tentarono di alleggerire la nostra pressione nel settore meridionale del Carso: fallirono tutti per la salda resistenza delle nostre truppe e specialmente delle fanterie della brigata Barletta (137° e 138° reggimento).
     A oriente di Gorizia, respinte nella notte insistenti irruzioni del nemico sulla q. 174, a nord di Tivoli, e contro Grazigna, espugnammo nuove posizioni sulle pendici settentrionali del S. Marco.
     Nella zona da M. Cucco a Vodice, l'avversario moltiplica vanamente gli sforzi contro le posizioni da noi conquistate. Su tutta la fronte del valoroso II corpo d'armata e specialmente della 53a divisione, si sono constatate le rilevanti perdite sofferte in questi giorni dal nemico.

Anche ieri forti nuclei tentarono un'azione di sorpresa contro le nostre linee a oriente dell'altura di q. 652 (Vodice).

Furono contrattaccati e sbaragliati: i nostri li inseguirono sin nelle loro posizioni di partenza, che espugnarono catturando numerosi prigionieri.
     Ad est di Plava ampliammo l'occupazione dell'altura di q. 363.
     Attivissima fu la guerra aerea. Squadriglie di nostri velivoli bombardarono la stazione di S. Lucia di Tolmino e le retrovie nemiche sul Carso, con effetti assai efficaci.

In combattimenti aerei furono dai nostri aviatori abbattuti tre velivoli.
                                                                                                                        Generale CADORNA

MILITARI DECORATI CON L'ORDINE MILITARE DI SAVOIA.

COMANDO DI BRIGATA.

 GUGLIELMOTTI Emilio, maggior generale - cavaliere - Carso, q. 144, 13 aprile 1917. 
PAJOLA Ulderico, maggiore generale - cavaliere - Quota 144, Jamiano, 23 maggio - 1° giugno 1917. 

COMANDANTI DELLA BRIGATA.

 

Magg. gen. MONESI Sigismondo, dall'11 febbraio 1916 al 24 marzo 1917.
Col. brig. GUGLIELMOTTI Emilio, dal 1° al 16 aprile 1917.
Magg. gen. PAJOLA Ulderico, dal 20 aprile al 10 giugno 1917. 
Col. brig. GOTTI Enrico, dall'11 giugno al 29 agosto all'ottobre 1917.
Brig. gen. CORALLI Felice, dal 30 agosto 1917 al termine della guerra.