LE GLORIE DEI BERSAGLIERI CICLISTI


La prima Compagnia sperimentale di Bersaglieri ciclisti fu formata il 15 marzo 1898 per opera del tenente Luigi Camillo Natali.

 Nel 1907 fu costituito, a titolo di esperimento, un Battaglione ciclisti formato con le Compagnie cicliste, formate tra il 1901 e il 1902, dei Reggimenti bersaglieri 2°, 3°, 6° e 9°.

COSTITUZIONE

 

Tale Battaglione, compiuto brillantemente il giro d'Italia a tappe per 1153 km in sella, agli ordini del maggiore Giuseppe Cantù, fu poi costituito definitivamente come 1º Battaglione bersaglieri ciclisti nel 1908, con le compagnie ciclisti dei Reggimenti 3°, 5°, 6° e 9°.

Al comando fu posto il maggiore Asclepia Gandolfo, che sarebbe poi diventato generale di corpo d'armata e comandante generale della MVSN.

Visti i buoni risultati, nel 1910 fu così costituito un battaglione ciclisti per ciascuno dei 12 reggimenti, riunendo le quarte compagnie dei tre battaglioni, mentre il 1° fu posto alle dipendenze del 1º Reggimento bersaglieri, con sede a San Remo.

IMPIEGO

 

Bersaglieri ciclisti nel 1917

Con lo scoppio nel 1915 della Prima guerra mondiale i battaglioni ciclisti vennero staccati dai rispettivi reggimenti e impiegati isolatamente o a gruppi, in genere di 3 battaglioni, in unione con la cavalleria, ma più spesso con la fanteria.

Il "1° ciclisti" da Napoli, dove era di stanza, al comando del ten. col. Giovanni Beruto, venne inviato il 5 giugno sul Tagliamento alle dirette dipendenze del X corpo d'armata.

Il 9 ottobre 1916 espugnò Caston di Lora e il giorno successivo ampliò la conquista sull'Alpe di Carmagnon.

Per queste azioni il battaglione fu insignito della Medaglia di bronzo al valor militare. Nel 1917 con il 7° e l'8° ciclisti compose il I° gruppo autonomo ciclisti.

Il 17 gennaio 1918 fu citato nel bollettino di guerra 968 del generale Diaz per aver respinto un attacco nemico a est di Capo Sile.

Nel dopoguerra tutti i battaglioni ciclisti furono prima sciolti nel 1920, per essere nel 1923 costituiti in ciclisti sei dei dodici reggimenti.

Un anno dopo tutti i 12 reggimenti divennero ciclisti, ciascuno composto da due battaglioni.

Nel 1936 il 1° ciclisti fu sciolto. Le compagnie motociclisti infatti cominciarono a integrare e sostituire i battaglioni ciclisti e i reggimenti bersaglieri si avviarono verso la motorizzazione.

Il primo Battaglione ciclisti fu ricostituito nel 1940, nel 1º reggimento, e partecipò durante la Seconda guerra mondiale alle operazioni del fronte greco-albanese e jugoslavo e del fronte occidentale e sciolto definitivamente nel settembre 1943.

 

LA BICICLETTA

 

Come bicicletta sperimentale fu usata quella civile, ma presto vennero impiegati modelli specificatamente militari.

Era pieghevole per poter essere portata in spalla durante gli assalti; aveva le gomme piene e attaccato alla sua canna aveva una sacca a forma di cartella.

Ne esistevano varie versioni per ogni modello: per fuciliere, per mitragliatore, per porta munizioni e per ufficiali, provvista di campanello e freni a bacchetta.

Bicicletta militare per bersaglieri "Bianchi mod. 1923"

Nel 1908 il 1° ciclisti adotta la Carraro: ha una costruzione particolare, in telaio pieghevole, spallabile, con borse e zainetti; porta un fucile mod. 91 e pesa a pieno carico 30 kg.

La gara del ministero della guerra nel 1911 per fornire tutti i battaglioni ciclisti fu vinta dalla Bianchi, con il modello denominato 1912.

Aveva un telaio pieghevole del peso di 14 kg. con appositi attacchi e relative cinghie per il trasporto a spalla; ruote di piccole dimensioni e gomme piene antiforatura; due ammortizzatori sulla ruota anteriore e uno sulla forcella posteriore per compensare la rigidità delle gomme piene; freno anteriore a bacchetta interno al telaio e trasmissione a catena a scatto fisso.

Nel 1924 fu poi adottato, sempre della casa Bianchi, il modello 1923.

 Aveva il telaio tubolare fisso a trapezio in metallo, con verniciatura grigioverd e peso complessivo di 25 kg.

Ultimo modello fu il Bianchi 1939: pieghevole con telaio tubolare a trapezio in acciaio, con verniciatura grigioverde.

La bicicletta inoltre era provvista di molleggi sul telaio e sulla forcella: la forcella è molleggiata per mezzo di leve oscillanti e molle cilindriche, mentre il telaio presenta una sospensione telescopica con molla cilindrica.La bicicletta monta una sella in pelle con due molle posteriori e ha un peso di 16 kg.

 

Motivazione della Medaglia d'Oro al V.M. al III  Ciclisti

R.D. 31 Ottobre 1920 "Con audacia indomabile si affermava su posizioni asprissime, a prezzo di un immane sacrificio di sangue.

Con la sua virtù e la sua fede rinnovò le sue forze sì che l'ora dell'assalto schiantò e travolse d'un solo impeto le formidabili difese nemiche.

Si oppose con audace azione di retroguardia alla avanzata nemica......"  -Vermegliano 19/21 luglio 1915- Monte Sei Busi 28/29 luglio 1915-Quota 85 Monfalcone 6 agosto 1916  

Motivazioni delle Medaglie d'Argento al V.M. al XI  Ciclisti

R.D. 3 Agosto 1916 "Battaglione ciclisti primo a giungere in vetta al Monte S. Michele che occupò e tenacemente mantenne fino a che il nemico soverchiante, con violentissimo fuoco, non riuscì a stremarne le forze 

Il sacrificio del bersagliere Enrico Toti, l'eroe in bicicletta ...

PIUMETTI E BICICLETTE - Bersaglieri Monfalcone


Motivazione della Medaglia d'Oro al V.M. al III  Ciclisti

Carso 20-21 luglio 1915 R.D. 5 Giugno 1920 "Con indomita audacia e irresistibile slancio irruppe nelle trincee nemiche di q 85 sino allora invano attaccate, mantenendole con tenace valore contro i furenti contrattacchi nemici pur con forza assotigliati dalla lotta sanguinosa" 

-Monfalcone 6 Agosto 1916 "Incaricato  di aggirare la stretta di Serravalle (Vitt. Veneto) riusciva ad aver ragione di soverchianti forze nemiche, fortemente trincerate, catturando prigionieri mitragliatrici e cannoni"

 

 

-Monfalcone 6 agosto 1916 - Revine Lago 30 Ottobre 1918

R.D. 29 Ottobre  1922 "Assaltava con impeto eroico una fortissima posizione aprendosi il varco nei reticolati a prezzo di purissimo sangue nel mantenere con altri l'occupazione in tre giorni di epica lotta malgrado i violenti bombardamenti e ritorni del nemico"  

 

-Monfalcone Q. 144 14/15/16 Settembre 1916 

Pur facenti parte dell’organico dei rispettivi reggimenti, i 12 battaglioni ciclisti erano gerarchicamente truppe a disposizione del comando Divisione/Corpo d'Armata che ne destinava l'impiego di volta in volta alle unità sottostanti, a rafforzare azioni offensive, in azioni di difesa per settori che venivano a trovarsi in momentaneo svantaggio col nemico o alla loro precipua azione che doveva essere l'esplorazione profonda del campo di battaglia in concorso con la cavalleria.

La dotazione di biciclette ne faceva anche con rotabili in gran parte bianche ma ben tenute, uno strumento di veloce e pronto impiego.

Era impensabile per simile reparto un impiego in servizio di trincea o d’assalto, la qual cosa comunque accadeva spesso.

L'arruolamento nella specialità ciclistica del corpo richiedeva una conoscenza perfetta del mezzo e della sua conduzione, delle tattiche di avvicinamento al nemico e in special modo una grande capacità polmonare.

Non era raro vedere che, in mancanza di tradotte, i reparti venissero spostati per lunghi tratti dal fronte giuliano a quello innaturale Trentino sul proprio mezzo coi carichi personali.

 Colmare i vuoti causati dal conflitto era dunque una impresa più difficile che per gli altri reparti, occorrendo persone esperte e non novellini.

Il distacco dal battaglione ciclisti per ferita, malattia od altro motivo temporaneo causava discussioni a non finire, poiché i reggimenti tendevano con l’ordine superiore ad intercettare questi ottimi combattenti al rientro dalle licenze.

Fin dai primi mesi di guerra, i ciclisti vennero utilizzati in azioni specifiche come apripista su obiettivi sconosciuti e che poi torneranno tristemente famosi.

Li troviamo sul San Michele nel 1915 quando guidati da Sante Ceccherini 500 bersaglieri allo scoperto sotto raffiche di mitraglia vanno all'assalto del monte difeso da 6.000 austriaci.

Ufficiali e soldati si eguagliano per valore e abnegazione e finite le munizioni si difendono alla baionetta.

Muore Aiello , Vannutelli, Lambett, Mochi, Giannini, Cipriani, Pedani. da Anb Desenzano .... Dopo quattro ore di lotta apocalittica il monte è conquistato ...

Non dura però la tregua!

Tutto il furore ungherese si rovescia su quelle Quote; è una notte tremenda: il San Michele è tutto un boato di scoppi, di urli, di morte! Ceccherini è dovunque.

Il 21 i morti sono assai più dei superstiti mentre dal versante sinistro del monte, verso Gorizia, si profila il nuovo attacco.

Ceccherini rintuzza colpo su colpo le manovre degli Honved che continuano ad affluire per alimentare la lotta.

Il San Michele è ormai tutto un rogo ed un immenso carnaio.

Mentre la lotta diventa un inferno, anche Battinelli è gravemente ferito ed è sostituito dal capitano Zambianchi.

Il tenente Bonaccorsi, nascosto da montagne di cadaveri e di feriti, manovra l'unica mitragliatrice rimasta in campo.

Cavalli si trascina moribondo per un piccolo tratto scoperto in cerca dei suoi uomini; il tenente Valvassori lo soccorre: cadono entrambi l'uno stretto all'altro.

E' rimasta ancora una mitragliatrice nemica in buono stato;

la manovra un bersagliere che non vuole abbandonarla: finite le munizioni se la carica sulle spalle e scappa...!

Gli ungheresi riconquistano la cresta del monte in un turbinio di fuoco.In questa bufera di morte scompare Francesco Rismondo.

Si era da poco sposato nella natia Spalato ed era fuggito per combattere nel nome dell'Italia.

Per tre giorni si batte fra queste pietraie al comando di una pattuglia e costringe gli Honved alla baionetta parecchie volte.

Ferito, scompare! Nessuno saprà mai dove; forse disperso o forse prigioniero!

Ed il Poeta Soldato evocandolo lo chiamerà: l'assunto di Dalmazia!
Una leggenda di guerra che corse subito fra gli umili fanti ed i bombardieri del Carso e che rimbalzò presto nella filanda di Vidussina dove si raccolsero per l'appello i superstiti del suo Battaglione diceva che fu visto errare di dolina in dolina con le piume al vento avvolto nella grande bandiera d'Italia.

Medaglia d'Oro!

Giunge l'ordine di ripiegare e Sante Ceccherini obbedisce: Bisogna ritirarsi senza voltare le spalle ordina; gli austriaci non dovranno mai vedere il dorso dei bersaglieri!

Il Re che da Villese aveva assistito all'azione si compiace leggendo un ordine del giorno austriaco nel quale si esortavano le truppe imperiali ad imitare gli italiani del San Michele e quel colonnello che alla testa dei suoi prodi fu visto precederli allo sterminio.
Ceccherini ha sbalordito gli stessi alleati e dal Maresciallo Petain è insignito della Legion d'Onore quale ufficiale fra i più mirabili che in varie occasioni ha dato prova di magnifiche virtù ed ha tenute alte le superbe tradizioni del Corpo dei bersaglieri.

I pochi avanzi di quei due Battaglioni macerati e disfatti riattaccano cinque giorni dopo. 

Ridiscesero in 5 degli ufficiali con 1400 prigionieri austriaci

Li ritroviamo nella zona di Monfalcone (1916), quando si tentava di prendere il Carso da Sud e l'ultimo anno di guerra quando, di nuovo alla loro funzione primigenia, costituirono con la cavalleria le punte di lancia per la veloce liberazione del territorio nazionale.

Ricordiamo che l'armistizio prevedeva, con pochi giorni di preavviso, che alle 15 del 4 novembre tutti i reparti si fermassero sui luoghi raggiunti.

Dal Piave a Trieste, anche correndo, si rischiava di lasciar fuori Udine, Gorizia, Trento e come vedremo sicuramente Trieste.

Il che equivaleva ad aver fatto la guerra inutilmente, secondo un grande principio internazionale non scritto che quel che si è preso al nemico, bisogna provarci a riprenderselo.

Un aspetto, molto poco conosciuto dei reparti ciclisti, fu la ritirata di Caporetto che nonostante le perdite in materiali e prigionieri, portò in salvo l'intera III armata e tanti altri.Il valore dei soldati spesso si esprime meglio nelle misconosciute ritirate, a cui si tende a dare il sigillo della sconfitta e non la culla della successiva vittoria.

 

Per Rommel nel II conflitto mondiale, in Libia, diventeranno autentiche  opere militari anche se è spesso più ricordato per le avanzate. 

 

Fra i 12 battaglioni quello più ricordato, oltre al III (Medaglia Oro a Vermegliano q. 85-1916), è l'XI con due medaglie d'Argento (1915-18). Questo reparto è titolare di una incredibile storia che si perpetua fino ai giorni nostri. I bersaglieri dell'XI erano chiamati all'interno della III armata i garibaldini, poiché gli ufficiali, sotto la giubba d'ordinanza, indossavano una camicia rossa con le insegne tricolori. Fu così ferito il sottotenente Mario Mona a q. 144 di Monfalcone. Una successiva più grave ferita al Piave lo allontanò dal fronte quando era capitano. Nel dopoguerra dopo l'ispettorato dei Bersaglieri comandò da ufficiale superiore il 33° rgt. fanteria Livorno. Il 13 luglio del 1943, nei giorni dello sbarco americano in Sicilia scomparve nella lotta. Alla memoria gli venne assegnata la medaglia d'Oro. Pregevole disegnatore, ci ha lasciato diverse cartelle di sue opere sul corpo come quelle di questa pagina o visionabili nella galleria immagini

 

Oggi, i soldati del 11°rgt bersaglieri dell'Ariete portano la cravatta rossa già del 182° Rgt.Cor.Garibaldi.

Così diceva una rivista americana "1875, Italian militia called Bersaglieri use highwheeled bike riders to deliver messages during maneuvers. The bikes had lanterns, rifles, ammunition, and knapsacks. The cyclists carried messages, and averaged 12 mph. trad.1875 

 

In Italia una classe di soldati detta Bersaglieri usa velocipedi per consegnare messaggi durante le manovre. Le biciclette hanno lanterne fanali, arma individuale e sacca. I Ciclisti nel consegnare messaggi raggiungono una velocità di 12 miglia orarie circa 22 Km/h.


RELAZIONE DEL MAGG. AUGUSTO SIFOLA  

COMANDANTE DELL'XI BATT. CICLISTI SUI FATTI DEL 15 MAGGIO 1916

 

Teatri operativi del battaglione
Villesse, dal 29 maggio al 7 giugno 1915;

San Lorenzo di Mossa, Lucinico, dall'8 al 10 giugno 1915;


Ponte di Sagrado, dal 1° al 18 luglio 1915;

Monte San Michele (quota 70) dal 19 al 20 luglio 1915;


Trincea delle Frasche, dal 1° al 17 novembre 1915;

Vermegliano, dal 18 dicembre 1915 al 1° gennaio 1916, dal 14 al 30 gennaio 1916;

dal 26 febbraio al 22 aprile 1916;

 

Monfalcone (quote 12 e 93) dal 16 al 27 maggio 1916;

Vermegliano, dal 28 maggio al 5 agosto 1916;

Monfalcone (quota 85) dal 7 al 10 agosto 1916;


Doberdò (quota 144) dal 16 al 22 settembre e dal 9 al 15 ottobre 1916;

Monfenera, dal 22 novembre al 6 dicembre 1917;


Molino della Sega, Ghiaione Rolando, dal 27 dicembre 1917 al 18 gennaio 1918;

Monte Grappa, dal 19 settembre al 27 ottobre 191

Partimmo da Terzo verso Aris il giorno dopo l'iniezione antitifica per metterci a disposizione della Divisione di Cavalleria appiedata (7a-8a Brigata).

Presa posizione al sottopassaggio della stazione ricevemmo l'ordine di rinforzare le Guide che erano arretrate da quota 93 sulla seconda linea di trincee (giorno 16).

Anche la Stazione di Monfalcone era stata occupata.

A conferma anche l'intervento di due compagnie del Capitano Montemurro che finirono nella relazione del IV ciclisti.

Il L e LI battaglione del 15° Reggimento dovevano dar manforte al Nizza e Vercelli ed in caso estremo alle Guide come in effetti avvenne".

Il giorno successivo (17) eravamo di nuovo sulle vecchie linee e anche oltre (quota 121).

Alle 3 del 18 dopo aver rintuzzato un attacco di pattuglie i Bersaglieri venivano sostituiti in linea dal 76° Fanteria.

Le perdite complessive ammontavano a circa 250 uomini Il comandante del IV era andato giù pesante col comportamento dei cavalieri, facendo insorgere il rischio di una inchiesta disciplinare sulla catena di comando e sugli ordini emanati prontamente assopita dal comandante dell'8a brigata (Barattieri).

Se i Bersaglieri volevano prendersi l'onore di aver salvato la situazione i cavalieri cercarono di non metterla sul tragico. 

"Nessun cavalleggero si era sbandato..c'era stato un intenso trasporto feriti con un numero un pò alto di accompagnatori.. forse fu l'eccitazione del momento fra lo scroscio del bombardamento  o forse fu il bello dello spirito di corpo ad esagerare il concorso dato nell'azione......"

iMagazine - Un romagnolo tra i bisiachi

Bersaglieri - Wikipedia



I Bersaglieri nella Prima Guerra Mondiale


Della ruota i tuoi raggi… Son temprati dal coraggio… Sul cerchio in alto splende… La Fortuna senza bende. “NULLA RESISTE AL BERSAGLIERE”

Il più celebre monumento al Bersagliere è quello in travertino che si erge di fronte
alla michelangiolesca Porta Pia a poche decine di metri dalla breccia da cui
l’iconografia risorgimentale immagina il Bersaglieri “La Marmora” ,ufficiali con la
sciabola sguainata , trombettiere che suona “Avanti Savoia” e la truppa che baionetta
inastata piume al vento e fez svolazzanti irrompe in Roma.

Come tanti ragazzi del quartiere Italia, la nostra infanzia e la nostra giovinezza è legata a questo monumento che ancora non affogato dal traffico , eredità delle Olimpiadi del 1960, ospitava i nostri incontri , ci accoglieva nelle feste ufficiali , ci faceva da palestra , campo di calcio e per i più temerari da vetta da scalare.

Spesso incontravamo vecchi bersaglieri con i loro racconti e il loro amor di Patria senza se e senza ma, forse per questo, anche se non sono stato bersagliere, parlarne mi porta un groppo alla gola, quello stesso groppo che provavo quando a S. Francesco a Ripa–Caserma La Marmora- udivo i comandi alla tromba o quando alla Scuola dell’A.M. di Caserta, tutti correvamo alle finestre per assistere al rientro dei Bersaglieri dalle esercitazioni, un rito, una , un sentirsi diversi, con il comandante che sguainata la sciabola ordinava Battaglione Bir el Gobi, baionetta, un caleidoscopio di lampi, un HURRA’ possente e avanti a passo di ordinanza o di carica, la differenza era minima, gli ultimi 300 metri, come a Pastrengo, come a Solferino, come a Sebastopoli, come a Custoza, come a Tien Tsin, come a Sciara Sciat, come alla Boumelliana, come sull’Isonzo, come sul Montello, come sul Piave, come a Vittorio Veneto, come ………….ormai è storia di oggi.

Nella I° Guerra Modiale i reggimenti di Bersaglieri erano formati da quattro battaglioni, su tre compagnie di cui una di ciclisti. Fanteria Leggera, composta da uomini con particolari caratteristiche fisiche, velocità, resistenza, ottimi tiratori, specialisti all’arma bianca, adatti ai colpi di mano, capaci di affiancare i gruppi esploranti di cavalleria e dotati di biciclette avevano la stessa velocità dei primi mezzi meccanici apparsi sui vari fronti.

Si distinguevano dalla fanteria nella divisa per l’uso dei gambali di cuoio , sullo scarponcino delle armi a cavallo, per il copricapo piumetto o moretto prima ,poi il fez rosso con la nappina blu e infine l’elmetto con un mini piumetto applicato di lato , i ciclisti avevano la giubba aperta con scollo a “v”, la stessa che avrebbe vestito gli Arditi e i legionari Fiumani. I Bersaglieri ciclisti avevano in dotazione lo stesso moschetto delle truppe montate e dopo i primi scontri con croati e bosniaci molti aggiunsero una daga particolarmente adatta nei corpo a corpo nelle strette trincee.

I Bersaglieri al fronte furono circa 200.000 , che formarono 73 battaglioni così strutturati:

  • 21 reggimenti a piedi su tre battaglioni
  • 12 battaglioni ciclisti
  • 3 Raggruppamenti d’assalto Fiamme Cremisi
  • 115 compagnie mitraglieri
  • 5 compagnie motomitragliatrici

La Bandiera d i Guerra del Corpo per le operazioni del 1915-18 è stata insignita dell’Ordine Militare d’Italia e i singoli hanno meritato ben 48 medaglie d’oro e innumerevoli MAVM;MBVM e Croci di guerra. I Bersaglieri, rispetto alla massa dei richiamati, sono una parte minima, ma i particolari criteri di addestramento e di impiego li rendono utili e molto spessodeterminanti su tutti i terreni e in tutte le situazioni di crisi.

Quindi formazioni scarne, agili, di pronto impiego e soprattutto di estrema mobilità, con presenza e a disposizione dei Comandi Superiori di Corpo di Armata se non di Armata. Se ci fosse ancora da aggiungere qualcosa alla individuazione del Bersagliere ricordiamo che la loro evoluzione fu con i Gruppi degli Arditi e con i Caimani del Piave.

I Bersaglieri si coprono d’onore nel 1915 a Redipuglia con il I Rgt, sul Montello con il II BTG- 2 Rgt, sul Mezil XII Rgt, sul Pal Piccolo XVI Rgt.

Nel 1916, alla Trincea delle Frasche e sul Pasubio I Rgt- IBtg Ciclisti, M.te Santo , Oslavia e M.te Kuch II Rgt-II Btg ciclisti, M.te Sei Busi, Carso e Monfalcone III Rgt –III Btg ciclisti ; a Monfalcone Si immolò ENRICO TOTI, M.te Corno e Arsiero XIV Rgt, Alpe di Fassa , Valmaggiore XIX Rgt

Nel 1917, M.te Veliki I Rgt-I Btg Ciclisti, M.te Santo, Caporetto II Rgt-II Btg Ciclisti, Bainsizza IV Rgt,Corno d’Argento, dove vi fu il più alto numero di Bersaglieri caduti, 4000, M.te Melago V Rgt, Bainsizza VI Rgt,ritirata di Caporetto VII Rgt,Isonzo,Piave, M.te Santo,M.te Tomba X Rgt, Bainsizza XII Rgt, Cà Luna XVIII, Bainsizza XXI Rgt.

Nel 1918 Caposile I Rgt-I Btg ciclisti, Solstizio II Rgt-III Btg, Cima Velleki V Rgt,Cadore, Piave,Livenza, S. Michele VIII Rgt, Alto Isonzo, Altopiano Sette Comuni, Gorizia IXRgt, Caposele, Cà del Bosco, XII Rgt, Alpi di Fassa, Grappa, Piave, Livenza XIII Rgt, Piave forzamento, Fagarè, XVIII Rgt, Montello XXVI Reparto d’assalto,Guado del Piave LXXII Arditi.

Alcuni reparti ebbero l’onore di entrare tra i primi in TRIESTE ormai Italiana. Con il VII e l’XI Rgt , inseriti fra i reparti in avanguardia verso S.Giusto, onoriamo il sacrificio e l’eroismo di soldati veri eredi degli opliti Italici e dei Legionari Romani.” O Bersaglieri prodi fra i prodi frenate il vostro celere osare , il tricolore è finalmente a S. Giusto” come si leggeva su una chiusura aulica di un elzeviro de “IL PICCOLO”.

Con i Bersaglieri, il soldato italiano, conferma tutte le sue qualità di combattente, senza odio, senza ferocia, senza onnipotenza, ma capace, con addestramento e sacrificio di imporsi all’ammirazione di un altezzoso Rommel, che ammise che le malmesse schiere dei Bersaglieri avevano stupito i tedeschi e avevano conquistato il loro rispetto “Kamaraden”



COMANDANTI DELL'XI° BATT. BERSAGLIERI CICLISTI

Tenente Colonello CECCHERINI Santi dal 24.05 al 1.9.1915
Maggiore RONCA Alessandro dal 13.09.1915 all'1.11.1915;
Capitano SIFOLA Augusto dal 2.22.1915 al 2.11.1915;
Capitano PEANO Ottavio dal 3.11.1915 al 9.11.1915;
Maggiore RONCA Alessandro, dal 10.11.1915 al 22.2.1916;
Maggiore SIFOLA Augusto dal 23.2.1916 al 6.8.1916;
Maggiore BOARO Enrico dal 16.08.\916 al 18.09.191;
Capitano MASSUCCO Dante al 19.09.1918 al termine della guerra.

Comandanti dell'11° Reggimento Bersaglieri ordinativamente suo superiore
Colonnello BARBIANI Giuseppe dal 25.05.1915 al 1.12.1915;
Colonnello BERUTO Giovanni, dal 3.12.1915 al 13.01.1917;
Tenente Colonnello CAPOANI Giovanni dal 19.01.1917 al 15.02.1917;
Colonnello GRAZIANI Gino dal 10 marzo 1917 al termine della guerra (foto a fianco).
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MEDAGLIERE DEI CICLISTI   FATTO STORICO

 ORO AL III PER I COMBATTIMENTI A VERMEGLIANO, SEI BUSI, Q.85 1915/16

ARGENTO XI PER I COMBATTIMENTI SUL S. MICHELE 20/21 LUGLIO 1915

ARGENTO XI PER I COMBATTIMENTI A MONFALCONE 14/15/16 SETTEMBRE 1916

ARGENTO XI PER I COMBATTIMENTI A MONFALCONE 6 AGOSTO 1916/30 OTTOBRE 1918

ARGENTO II PER I COMBATTIMENTI A OSLAVIA MONTE SANTO 1916/17

ARGENTO III PER I COMBATTIMENTI A MONFALCONE Q.144 16 SETTEMBRE 1916

ARGENTO IV PER I COMBATTIMENTI A MONFALCONE  6 AGOSTO 1916

ARGENTO V PER I COMBATTIMENTI A MONFALCONE  Q.144 14/15/16 SETTEMBRE 1916

BRONZO AL I PER I COMBATTIMENTI DELL'ALPE DI COSMAGNON 10 OTTOBRE 1916

BRONZO AL VIII PER I COMBATTIMENTI SUL SAN MICHELE 21 LUGLIO 1915




STAMPA ESTERA - PARLA DEI BERSAGLIERI


Non è attinente al ciclismo ma sempre fatica sportiva quanto riportato da un noto quotidiano inglese il 10 giugno 1894. La neve incontrata è probabilmente l'ultima perturbazione (nevischio) possibile ancora a primavera inoltrata (sempre che si parli di una cosa accaduta una settimana prima e non dei soliti lanci d'agenzia che fanno il giro del mondo anche dopo mesi !!!, non esisteva il fax o la mail).

Great march by Bersaglieri Regiment (From The London Daily News).
A company of the Fourth (4°) Bersaglieri at San Remo made, the other day, a remarkable march under full weight of accoutrements, baggage, and arms. Led by Capt. Campo, the brave fellows marched twenty miles of mountain paths and twenty-one miles of high road at the rate of about three and three-quarter miles an hour. During the march they met with a storm of rain, wind, and snow. The march was interrupted by a long and a short halt which took six hours and fifty minutes. On returning to San Remo. The company formed in line and the men and their Captain were highly complimented by Gen. Boido, a eulogium repeated next day by Gen. C.Alberto de Sonnaz (1839/1920 figlio del Gen. Senatore Ettore Gerbaix De Sonnaz d'Habères 1787/1867), who said he had never known of a similar march in forty-nine years of service. The height at which the company arrived on the mountains was about 5.000 feet (1600 m).


 
.... Following the advent of the chain-driven "safety" bicycle, developed in 1874 by H.J. Lawson, and John Boyd Dunlop's 1888 pneumatic tire invention, cycling for pleasure and for everyday transport became popular. Meanwhile, several European armies had already established the bicycle's value for reconnaissance and courier services. The U.S. Army, however, did not attempt any official experiments in bicycle transport until 1896, when the task was assigned to the 25th Infantry. The newly formed bicycle unit consisted of eight enlisted men and their white commander, Lieutenant James A. Moss. (foto sotto)Ciclisti Usa
In July 1896, the bicycle corps was given its first long-distance test, riding north to Lake McDonald and back, a distance of 126 miles. During the three-day expedition the soldiers encountered heavy rains, strong winds, deep mud, and steep grades and suffered punctured tires, broken pedals, and loose rims and chains. The corps gained valuable experience for the following month's test. On August 15, the riders pedaled out of Fort Missoula and reached Yellowstone Park 10 days and 500 miles later. There they rested and saw the sights for five days before returning to their post. The soldiers averaged a speed of six miles per hour over the steepest part of the route, more than twice (2,5 volte) that of infantrymen traversing the same terrain......


LE BICICLETTE DEL 1° BATTAGLIONE BERSAGLIERI CICLISTI

Tutte prodotte dalla Bianchi, iniziando dalla versione 1912 truppa corredata di tromba e moschetto, per poi passare al modello per ufficiali dotata di sciabola e infine una versione più recente con borsa centrale, tromba e maschera antigas.

E’ interessante notare come già da allora moltissime soluzioni tecniche, prerogativa di quasi tutte le biciclette moderne, erano già state sviluppate ed adottate su questi modelli.

Telai pieghevoli, ammortizzatori anteriori e posteriori, cavi dei freni interni, mozzi a cuscinetti e tanto altro.Bersaglieri Ciclisti biciclette_Bianchi_7

 

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LE BICICLETTE DEI BERSAGLIERI CICLISTI

Come bicicletta sperimentale fu usata quella civile, ma presto vennero impiegati modelli specificatamente militari.

Era pieghevole per poter essere portata in spalla durante gli assalti; aveva le gomme piene e attaccato alla sua canna aveva una sacca a forma di cartella.

Ne esistevano varie versioni per ogni modello:

  • per fuciliere
  • per mitragliatore
  • per porta munizioni
  •  per ufficiali
  • provvista di campanello
  • freni a bacchetta

Nel 1908 il 1° ciclisti adotta la Carraro:

ha una costruzione particolare, in telaio pieghevole, spallabile, con borse e zainetti;

 porta un fucile mod. 91 e pesa a pieno carico 30 kg.

La gara del ministero della guerra nel 1911 per fornire tutti i battaglioni ciclisti fu vinta dalla Bianchi, con il modello denominato 1912.

Aveva un telaio pieghevole del peso di 14 kg. con appositi attacchi e relative cinghie per il trasporto a spalla;                         ruote di piccole dimensioni e gomme piene antiforatura; due ammortizzatori sulla ruota anteriore e uno sulla forcella posteriore per compensare la rigidità delle gomme piene; freno anteriore a bacchetta interno al telaio e trasmissione a catena a scatto fisso.

Nel 1924 fu poi adottato, sempre della casa Bianchi, il modello 1923.                                                                                   Aveva il telaio tubolare fisso a trapezio in metallo, con verniciatura grigioverd e peso complessivo di 25 kg.

Ultimo modello fu il Bianchi 1939:                                                                                                                                      pieghevole con telaio tubolare a trapezio in acciaio, con verniciatura grigioverde.                                                                                                                                La bicicletta inoltre era provvista di molleggi sul telaio e sulla forcella: la forcella è molleggiata per mezzo di leve oscillanti e molle cilindriche, mentre il telaio presenta una sospensione telescopica con molla cilindrica.                                                                                                                                          La bicicletta monta una sella in pelle con due molle posteriori e ha un peso di 16 kg.

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Visti i buoni risultati, nel 1910 fu così costituito un battaglione ciclisti per ciascuno dei 12 reggimenti, riunendo le quarte compagnie dei tre battaglioni, mentre il 1° fu posto alle dipendenze del 1º Reggimento bersaglieri, con sede a Sanremo.

Nel 1936 il 1° ciclisti fu sciolto.                                                                                                                Le compagnie motociclisti infatti cominciarono a integrare e sostituire i battaglioni ciclisti e i reggimenti bersaglieri si avviarono verso la motorizzazione.

Il primo Battaglione ciclisti fu ricostituito nel 1940, nel 1º reggimento, e partecipò durante la Seconda guerra mondiale alle operazioni del fronte greco-albanese e jugoslavo e del fronte occidentale e sciolto definitivamente nel settembre 1943.

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