MILITE IGNOTO

Centenario del Milite Ignoto, si prepara la Staffetta | 7 Comuni Online


Il Milite Ignoto è un militare morto in una guerra il cui corpo non è stato identificato e che si pensa non potrà mai essere identificato.

La sua tomba è una sepoltura simbolica che rappresenta tutti coloro che sono morti in un conflitto e che non sono mai stati identificati.

Tombe di questo tipo sono in genere scenario di cerimonie ufficiali in cui si commemorano tutti caduti per la Patria.

La pratica di avere una tomba del Milite Ignoto si è diffusa dopo la prima guerra mondiale, un conflitto in cui il numero di corpi non identificati fu enorme;

fino ad allora i monumenti erano dedicati solo ai condottieri: per i caduti c'erano cimiteri di guerra.

La prima tomba di milite ignoto dopo la prima guerra mondiale fu creata in Francia, sotto l'arco di trionfo a Parigi e in Inghilterra all'abbazia di Westminster per le commemorazioni dell'11 novembre 1920.

 

In Italia dopo ampia discussione fu deciso che la salma sarebbe stata tumulata al Vittoriano, il cosiddetto Altare della Patria, e così avvenne il 4 novembre 1921, terzo anniversario della vittoria.

La salma fu scelta tra undici cadaveri raccolti in undici significativi teatri di guerra, nella basilica di Aquileia, dalla madre di un sottotenente irredento disperso, Maria Bergamas, in rappresentanza di tutte le donne italiane, mamme e spose di soldati dispersi nella Grande Guerra.

Le dieci salme residue e Maria Bergamas furono sepolte nel cimitero degli Eroi dietro l'abside della basilica.

Alle 8 del mattino del 29 ottobre 1921 partì dalla stazione ferroviaria di Aquileia un treno che entrò nella storia d'Italia. Si trattava del convoglio che, in cinque giorni, portò la salma del Milite Ignoto a Roma per essere tumulata all'interno del Vittoriano il 4 novembre.
Un viaggio emozionante attraverso 5 regioni e 120 stazioni dove centinaia di migliaia di persone lungo i binari resero omaggio a questo corpo senza nome, simbolo del sacrificio per amore della Patria. Un viaggio accolto con entusiasmo e partecipazione, paragonabile a "un nuovo giro d'Italia, certo meno gioioso ma immensamente più solenne di quello dei ciclisti, e più importante per cementare il senso dell'unità nazionale sotto il segno del lutto collettivo" (Antonio Gibelli, "La Grande Guerra degli Italiani, BUR, Milano, 2009, p. 346).
immagine e didascalia
Il cerimoniale, proposto nell'agosto del 1920 dal colonnello Giulio Douhet che voleva onorare con una grande manifestazione gli oltre 650mila caduti durante la Grande Guerra, ebbe come momento centrale la scelta della bara, avvenuta il 28 ottobre 1921all'interno della Basilica di Aquileia.
Protagonista fu Maria Bergamas, una donna triestina eletta quale simbolo di tutte le madri che avevano perso un figlio durante la Grande Guerra.
Nel suo caso, lei non aveva più rivisto Antonio, il volontario irredento che scappò da Gradisca d'Isonzo (in territorio austro-ungarico fino al 1918) e che morì sull'Altopiano di Asiago durante la Strafexpedition.

Sorretta da quattro militari decorati con la medaglia d'oro, Maria teneva in mano un fiore bianco che avrebbe dovuto gettare su una delle 11 bare contenenti i resti di altrettanti corpi, rinvenuti in 11 luoghi simbolici della guerra italiana (RoveretoAltopiano di Asiago,  Monte GrappaDolomitiMontelloBasso PiaveCadoreBasso IsonzoSan Michele e il tratto da Castagnevizza al Mare Adriatico). Contravvenendo al cerimoniale, davanti alla seconda bara prese il suo velo nero e lo appoggiò sopra, decretando così la sua scelta.
Il feretro così venne collocato "sull'affusto di un cannone, trainato da cavalli addobbati a lutto, e, seguita da un corteo di reduci e cittadini, posta in un vagone ferroviario" (Marco Pizzo, "Il Mito del Milite Ignoto", in AA.VV., "Il Milite Ignoto", Gangemi Editore, Roma, 2011, p. 39).
Contemporaneamente le altre dieci bare furono tumulate all'interno del Cimitero degli Eroi di Aquileia, dietro la Basilica, in cui troverà posto anche Maria dal 1952.

Come era accaduto già in Francia ed in Gran Bretagna l'anno prima, anche in Italia tutti si identificarono in quella bara di quercia: il dolore per la perdita dei propri cari si trasformò in orgoglio e in sentimento patriottico, un modo per cancellare il dolore di tante perdite e tragedie patite da tutta la popolazione durante la Grande Guerra.

Il viaggio del Milite Ignoto


1^ tappa: 29 ottobre
Partenza ore 8.00 da Aquileia; Udine; Treviso; Mestre; Venezia Santa Lucia con arrivo in serata e sosta notturna.

2^ tappa: 30 ottobre
Partenza ore 8.00 da Venezia Santa Lucia; Padova Centrale, Rovigo, Ferrara, Bologna Centrale con arrivo in serata e sosta notturna.

3^ tappa: 31 ottobre
Partenza ore 6.24 da Bologna Centrale; Pracchia; Pistoia; Prato; Firenze Santa Maria Novella; Arezzo con arrivo in tarda serata e sosta notturna.

4^ tappa: 1° novembre
Partenza ore 9.45 da Arezzo; Chiusi; Orvieto; Orte; Roma Portonaccio con arrivo in serata e sosta notturna.

5^ tappa: 2 novembre
Partenza ore 8.43 da Roma Portonaccio; Roma Termini con arrivo alle ore 9.00. Trasferimento presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli.

1921 - 2021: 100° ANNIVERSARIO DEL MILITE IGNOTO