II BRIGATA BERSAGLIERI
(prima 9° e 11° Reggimento poi 7° e 11° Reggimento)
La larga dorsale dell’Hermada, che si
estende verso quello che fu definito “l’inferno di Doberdò”, sbarrava la via agli italiani, che per raggiungere Trieste sacrificarono nel corso delle varie battaglie innumerevoli divisioni. Basti
pensare che nella sola 11a battaglia dell’Isonzo, combattuta tra Tolmino e il mare, ossia su un fronte di 36 km, le perdite italiane ammontarono a 18.974 morti, 89.173 feriti e 35.187 dispersi
(compresi i prigionieri) per un totale di 143.174 uomini, mentre quelle austriache furono sensibilmente inferiori e quantificate in circa 110.000 uomini, e tutto questo nel corso di un’offensiva
durata soltanto 10 giorni. a cura di Stefano Chierici - collaborazione di Enrico Trevisani Comune di Ferrara Ass.Ricerche Storiche “Pico
Cavalieri”
La IIIa armata disponeva per l’attacco di ben 6 C.d.A, di cui il XIII° C.d’A. (gen. Sailer) nella zona di Monfalcone e del monte Hermada disponeva delle seguenti unità:
- 33a Div. di fanteria: brigate (brt). Mantova e Padova;
- 28a Div. di fanteria (magg. gen. Parola):
IIa brigata Bersaglieri 7° (VIII-X- XLIV° ) e 11° (XXXIX°- XXXIII° - XXVII) reggimento e brt. Murge;
- 34a Divisione di fanteria: brt. Salerno e Catanzaro;
- 45a Divisione di fanteria, a disposizione d'armata nella zona di Villa Vicentina: brt. Toscana e Arezzo
- Alle dirette dipendenze del XIII° Corpo d’armata: XXVIIIa brt. di marcia, I° gruppo sqn. cav. Piemonte Reale
La Brigata Murge ricevette l’ordine di spostarsi gradualmente in avanti su quota 100 per occupare le trincee presidiate
dalla IIa Brigata bersaglieri che si spostò su q. 130. Il 259° conquistò la quota 145, ma la posizione presa dal fuoco d’infilata dovette essere
abbandonata. I fanti della Brigata Murge ripiegarono su q. 130 rafforzandola.
La IIa Brigata bersaglieri iniziò l’azione, un nutrito tiro nemico e un incendio sui rovesci di quota 100 provocarono molte perdite, venne ferito
anche il comandante del 7° . Il batt XXXIII°/11° conquistò q. 130 e proseguì su q. 145;
il batt. X/7 si impadronì del Flondar e concorse all’attacco di q. 145; il VIII° e XXXIX° batt. inviati di rincalzo per sostenere l’azione furono obbligati dal fuoco nemico a sostare su quota 130;
mentre il X° e XLIV° furono costretti a ripiegare.
Nel pomeriggio l’11° Reggimento rinforzato da un battaglione della Murge rinnovò l’attacco. All’alba del 20 agosto gli italiani rinnovarono gli attacchi.
Nel terreno antistante l’Hermada il combattimento divampò feroce tra le linee difensive.
All’urto italiano gli austriaci risposero con un arretramento che a tratti raggiunse i 2 km.
Così descrive questi attacchi la Relazione Ufficiale austriaca:
“gli italiani attaccarono con il coraggio della disperazione… ed invero essi non lasciarono intentata alcun mezzo per ottenere il loro scopo…”
La IIa Brigata bersaglieri 37 ufficiali e 2.500 uomini. In due offensive l'organico si era dimezzato
Lo scrittore Fritz Weber, allora comandante di una batteria schierata sull’Hermada ha scritto, riferendosi all’11a battaglia
dell’Isonzo, che la visione dei battaglioni decimati che tornavano dalla battaglia faceva sorgere nel cuore un desiderio di pace ben più forte e genuino di quello invocato da scrittori
antimilitaristi o da retori sentimentali.
Soltanto chi vedeva un simile spettacolo poteva comprendere e ricordare per sempre il calvario di quegli uomini e la loro sofferenza.
La guerra sia da una parte che dall'altra era arrivata ad un punto di svolta.
Nessuna guerra negli ultimi 100 anni era durata tanto e principalmente con tanti morti.
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Si costituisce, l'11 febbraio, coi reggimenti 9° e
11° dislocati, il primo in linea nel settore dello Slatenik ed il secondo a riposo nella zona di Serpenizza - Log di Cezsoca.
Data tale dislocazione, alla II brigata è intanto affidato il comando del settore
Slatenik e delle truppe ivi dislocate: 9° e 12° reggimento bersaglieri, in attesa di una definitiva sistemazione del detto settore. Compito della brigata è quello di attaccare, col 12° reggimento, il piccolo Javorcek. Il XXXIX/11° è fatto avanzare da Log di Cezsoca in rincalzo.
L'azione non riesce per la efficienza delle difese passive del Cukla. Nei giorni
dal 20 al 22 febbraio il 9° bersaglieri, sostituito dal 120° fanteria, si porta fra Serpenizza e Log di Cezsoca, donde parte nei giorni 25 e 26 diretto, per via ordinaria, a
Luico. Nei due giorni seguenti è fatto proseguire per ferrovia da Cividale per la zona fra Moggio Udinese, Chiusaforte e Resiutta. Questo nella notte sul 20 è rimandato nelle trincee di Plezzo ove l'indomani concorre, con riparti del 5° fanteria, a respingere l'attacco nemico ed il 25 ritorna a Serpenizza assieme al XXXIX. Il XXXIII intanto da Pinzano è inviato, il 18 marzo, in Carnia nelle posizioni di val Degano, ove esercita la più attiva vigilanza, spingendo ardite pattuglie verso le posizioni nemiche e specie verso quella più molesta del passo di Giramondo.
Il battaglione compie inoltre molte opere di rafforzamento fra le quali la trincea
denominata Bordaglia Alta, che consente un rilevamento dominio sulle circostanti posizioni nemiche. L'indomani giunge in Carnia il XXXIX e si disloca a Chiusaforte.
Il 28 aprile anche il XXXIII è sostituito in linea ed inviato a Forni Avoltri,
donde prosegue per Comeglians e vi sosta fino al 30, nel qual giorno è trasferito a Villa Santina e di lì, per ferrovia, a Chiusaforte e, per via ordinaria, a Dogna.
Il 5 maggio essa assume la difesa del sottosettore alto Fella e Aupa, tenuta fino
allora dalla brigata Caltanissetta. Nei giorni 2 e 3 luglio è fatto proseguire per Primolano, e di lì è diretto in val di Nos, ove giunge il 5, passando alla dipendenza della 4a divisione. L'indomani è schierato sulla strada Gallio - M. Colombara ad oriente di Casare Zebio in rincalzo della brigata Arezzo e alla sera dello stesso giorno i battaglioni XXVIII e XXX attaccano le posizioni nemiche di Casare Zebio - Pastorile, senza riuscire a sfondarle e perdendo 14 ufficiali e 476 gregari.
Il 7 ha ordine di rinnovare, fra M. Zebio e q. 1727, l'attacco che continua nella
notte sul giorno 8 e frutta soltanto un lieve vantaggio a sud - sud est di q. 1727 a causa della resistenza nemica che produce la perdita di 21 ufficiali e 644
bersaglieri. il XXX si porta a destra in rincalzo della brigata Benevento ed il XXXII a sinistra, verso Casare Zingarella, in rincalzo delle truppe colà schierate. Nei giorni seguenti il 9° reggimento compie azioni dimostrative durate fino al giorno 15, nel quale ha ordine di attaccare di sorpresa il M. Colombara. L'azione è affidata al XXXII, rincalzato dal XXX, e la direzione al comandante del reggimento. Una compagnia ed un riparto volontari iniziano con scale di corda l'ascesa del roccione circuente l'obbiettivo assegnato; ma più tardi l'operazione è sospesa ed i due battaglioni, il 16, si dislocano sotto i roccioni a sud di Casare Zingarella e di q. 1727 a disposizione della 34a divisione. Il 26 luglio il 9° reggimento si porta in riposo a Pagarlok a disposione del XX corpo d'armata ed in riserva alle fanteria di prima linea della 13a divisione. Nei giorni 7 ed 8 del mese di agosto il reggimento rileva, sulle posizioni di M. Zebio, riparti della brigata Arezzo, dai quali è sostituito il 19 ed il 20 agosto ed inviato per Gallio, Campomulo ed Enego a Prà delle Poppe, adibito a lavori stradali nella zona fra Malga Slapeur, pendici orientali di cima della Campanella e Baida dell'Aia.
Nei giorni 5, 6 e 7 ottobre il 9° reggimento rileva in linea, nella zona di Cima
delle Saette, riparti dell'VIII gruppo alpini. l'azione contro lo Schwarzmberg del 18 e 19 luglio che produsse alcune perdite al XXXIII battaglione, il cui comandante rimase ferito ed infine l'ardita incursione del 23 settembre compiuta da una pattuglia del XXXIX allo scopo di far saltare la passerella costruita dal nemico lungo il ponte ferroviario del Fella.
Rilevato dal 15° reggimento bersaglieri, l'11° è riunito il 10 novembre a
Chiusaforte ed inviato, per ferrovia, a Strassoldo ed il 12 è trasferito nella zona fra Isola Morosini, Terzo, Ginata, S. Valentino e Colussa. Nei giorni dal 18 al 21 novembre essa rileva la "Bari" nelle posizioni delle quote 144 e 208, ove schiera inizialmente due battaglioni: il VII/7°, a quota 144, ed il XXXIII/11° fra detta quota e la 208; gli altri battaglioni sono ad ovest di q. 144.
All'imbrunire del 22, il XXXIX rileva in linea il XXXIII, il quale, il 24, invia
la 5a compagnia e la 4a sezione mitragliatrici a rinforzare la sinistra del XXXIX schierandosi nella trincea che partendo dal lago di Doberdò,
attraverso la strada di Jamiano, giunge fino alla strada Boneti - Jamiano. |
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(1) Vedere per il seguito il 9° reggimento bersaglieri. | ||||
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Il 1° gennaio la brigata è rilevata dalla "Bari" ed i reggimenti si recano a riposo: il 7° nella zona fra Aquileia, Beligna e S. Stefano, eccetto l'VIII battaglione che è inviato sul Debeli per lavori; l'11° fra Palazzatto e Bozzatta per un periodo contumaciale che dura fino al 9 gennaio. Il 10 il reggimento si porta fra Beligna e S. Stefano coi battaglioni XXVII e XXXIII,
poichè il XXXIX è impegnato in lavori della seconda zona a Ronchi.
Il 7° reggimento si disloca il 20, fra Ariis e S. Polo. La sera del 9 aprile altri due battaglioni (X/7° e XXXIII/11°) sono inviati in prima linea a q. 144 a rilevarvi due corrispondenti riparti della "Bergamo"; la sera del 10 si portano in linea gli altri battaglioni della brigata.
Nei giorni 2 e 3 maggio le due brigate si sostituiscono nelle rispettive
dislocazioni.
Essa ha il compito di procedere, in primo tempo, colla sinistra alla occupazione
di Jamiano, spazzando le difese nemiche dalle pendici orientali di q. 144, di avanzare poi, in collegamento colla "Bergamo", sulla linea di Flondar, superarla e puntare su quella
dell'Hermada.
Per Calalzo, si porta l'8 a Tai di Cadore, ove, caricato su autocarri, è inviato a
Belluno, e di lì, il 9, per Montebelluna, a S. Marco Caerano ove sosta fino al 16 novembre, nel qual giorno è inviato fra Trivignano e Falzè. |
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(1) Il 23 febbraio nelle trincee di q. 144 è ferito gravemente il caporal maggiore dell'11° reggimento (XXXIII battaglione, 5a compagnia) Benito Mussolini, attuale Capo del Governo e Ministro della Guerra.
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La brigata è a Melma intenta al proprio riordinamento e ad un intenso periodo di istruzioni.
Nei giorni 3 e 4 gennaio si porta nella zona fra Campocroce, Caltana, Pianiga e
Saetta alla dipendenza della 24a divisione. Dal 2 al 4 febbraio i reggimenti si sostituiscono nelle rispettive dislocazioni. Rilevata dalla II brigata bombardieri nei giorni dal 25 al 27, la II bersaglieri, destinata sull'altopiano di Asiago, si porta, nei giorni seguenti fino al 3 marzo, fra Zanè e Campo Iolanda (9a divisione).
L'11 marzo il 7° reggimento si disloca nella zona fra Carrè, Chiuppano e Contrada
Maggiore. Nei giorni 28 e 30 giugno e 1° luglio i due reggimenti si sostituiscono. A metà luglio il 7° reggimento, rilevato da riparti alpini, si porta a Contrada Maggiore.
Nei giorni dal 24 al 29 luglio, la brigata è nella regione di Arsiero, ove schiera
il 7° nel sottosettore Riofreddo - Caviogio e l'11° nel sottosettore Astico. Ardite ricognizioni sono esegueite fino al 1° settembre, allorchè essa, sostituita in linea dalla
"Volturno", si porta fra Thiene e Marano Vicentino. e il 16 è trasferita in quella di Carmignano - Vegra (11°) e Pozzoleone - Camazzole (7°) a disposizione del XIV corpo d'armata. Il 24 prosegue per la zona fra S. Andrea del Musone, S. Martino dei Lupari, Loreggiola,
Carpanè ed il 29 per Sala di Campagna (11°) e Musaco (7°). |
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BOLLETTINO DI GUERRA N° 731 (25 maggio 1917, ore 16). | ||||
Sulla fronte Giulia dal mare a Plava, la battaglia continua accanitissima.
Superando gli ardui ostacoli dell'insidioso terreno, espugnando palmo a palmo gli
estesi grovigli delle frotificazioni nemiche, contesi da avversario numeroso ed agguerrito, le nostre infaticabili truppe ottennero ieri nuovi brillanti successi, Il complesso dei
prigionieri accertati nelle giornate del 23 e del 24 ascende a 10.245 di cui 316 ufficiali: il bottino di guerra è anche esso considerevole. Anche ieri forti nuclei tentarono un'azione di sorpresa contro le nostre linee a oriente dell'altura di q. 652 (Vodice).
Furono contrattaccati e sbaragliati: i nostri li inseguirono sin nelle loro
posizioni di partenza, che espugnarono catturando numerosi prigionieri.
In combattimenti aerei furono dai nostri aviatori abbattuti tre velivoli. |
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GUGLIELMOTTI Emilio, maggior generale - cavaliere -
Carso, q. 144, 13 aprile 1917.
Magg. gen. MONESI Sigismondo, dall'11 febbraio 1916
al 24 marzo 1917. |