V BRIGATA BERSAGLIERI

(prima 4° e 21° poi 5° e 19° Reggimento)


La V  Brigata è la versione 1918 susseguente alla perdita di molti reggimenti a Caporetto.  Le vicende della V brigata (versione 1917) del Gen. Boriani che costituì la retroguardia (divisione speciale Bersaglieri) della  ritirata  di Caporetto sono narrate nel suo libro

 

MEDAGLIA DI BRONZO.
Ai Labari del 4° e 21° reggimento Bersaglieri
«Sotto violento fuoco attraversavano l'Isonzo irrompendo nelle trincee nemiche, in quattro giornate di aspra lotta validamente concorrevano, con slancio intrepido e fulgido valore, al conseguimento della Vittoria. Malgrado le forti perdite subite mantenevano tenacemente le posizioni conquistate resistendo ai violenti e ripetuti contrattacchi nemici

 (Bainsizza, 16-20 agosto 1917).

Si distinsero per slancio e ardimento nella riconquista di una importante posizione (Globocach, 25 ottobre 1917) »,

VII Brigata - Costituita il 29 agosto 1918 col 2° e 3° Bersaglieri sul Piave muove in ottobre (27) per la Grave di Papadopoli.

Il 30 passa il Piave ad Oderzo e il 4 novembre la Brigata è a Castion

   


La storia è racconto attraverso i libri  

L' ultima retroguardia 

Errore tipografico: immagine stampata alla rovescia

Giuseppe Boriani
Gaspari Ed. 2001 Pagine: 166
  
Collana: Le battaglie della ritirata

 Gli avvenimenti narrati in questo libro con stile asciutto consentono al lettore di penetrare l'epica vicenda della Divisione Speciale Bersaglieri nei primi giorni successivi alla rotta di Caporetto sul Globocak, sul Korada e, nucleo ormai isolato e distaccato dall'armata, a Castelmonte, a Pradamano e Mortegliano. La descrizione degli scontri sui monti della Slavia veneta, e il generale Giuseppe Boriani che entra a Udine a mezzogiorno del 28 ottobre in macchina per andare al Comando Supremo a chiedere notizie e non c'è più nessuno, rappresentano, nello stile secco e scevro di enfasi del generale, le pagine più "moderne" della diaristica di guerra. Fonte: catalogo dell'editore



Il generale Giuseppe Boriani, militare di carriera, sei ferite, cinque decorazioni al valore (3 argenti) due promozioni per merito di guerra: un personaggio... unico, perché, ad un certo punto, da giovane, aveva chiesto due anni d’aspettativa e se n’era avvalso per completare gli studi e conseguire la laurea in medicina e chirurgia. 

Un suo memoriale molto dettagliato, rinvenuto dal nipote, riguarda le vicende della Divisione Speciale Bersaglieri (messa al suo comando) dal 24 ottobre al 7 novembre 1917.

L’unità fu impiegata, quale estrema, retroguardia, in funzione di copertura del ripiegamento dell’ala destra della II Armata:

si trovò così ad operare talvolta... controcorrente rispetto ai reparti in ritirata, in una situazione quasi sempre caotica; combattè sul Globocak e sul Korada;

allo scopo di guadagnare tempo, talvolta isolata sui fianchi, resistette con successo, ordinata e compatta, posizione dopo posizione, ritirandosi fino fino al Piave. 

«Molti miserevoli fatti vidi in quei giorni d’angoscia - scrive Boriani - ma non mi soffermerò a tracciare il quadro».

Dal memoriale emergono anche circostanze poco note: l’apertura del nostro fuoco su un gruppo di prigionieri italiani; soldati in ritirata che passano il Tagliamento scortando capi di bestiame, frutto evidente di rapina:

Boriani ne ordina il sequestro e se ne avvale per alimentare le sue truppe. Gli viene segnalato che presso il ponte di Buttrio un soldato grida ai Bersaglieri di gettare in acqua le armi, perché si deve farla finita con la guerra: e lui ordina che sia subito fucilato.

Ricorda un autista assassinato presso il suo automezzo, assicura di non aver visto quasi mai ufficiali superiori adoperarsi almeno per sciogliere i nodi del traffico;

cita il cappellano che ha raccolto alcuni reparti rimasti senza ufficiali e li ha guidati all’assalto. All’Intendenza, chiede viveri, bombe a mano, filo di ferro, materiale sanitario; non munizioni, perché di quelle se ne possono raccogliere a volontà.

Raccomanda di non incendiare, nelle retrovie, i magazzini con troppo anticipo: il nemico se ne imbaldanzisce e i soldati si scoraggiano.

Sa che sono stati trovati soldati senza fucile; ma afferma d’aver saputo che talvolta vi furono indotti da ufficiali in uniforme (nemici travestiti?) che, con il pretesto di riordinarli, li disarmavano.

Assicura tuttavia di non aver mai incontrato un solo uomo privo dell’arma.

In appendice, le relazioni dei comandi dipendenti e il diario storico della 7ª Compagnia Mitragliatrici Fiat del 21° Bersaglieri.

Numerose le carte con indicate le posizioni, ottime e interessanti le fotografie. Significativo: quando, dopo l’armistizio, fu istituita la commissione per l’inchiesta su Caporetto, Boriani fu mandato in Cecoslovacchia a comandare la VII divisione della forza di interposizione italiana; così non potè testimoniare (ma la commissione lavorò 40 anni al caso). Vittorio Martinelli dal Giornale di Brescia 

Questo eterogeneo raggruppamento (il Corpo d'Armata Speciale (C.A.S.) del generale Di Giorgio) dall'inizio alla fine, quattordici giorni in tutto dal 26 ottobre al 10 novembre, contò una forza attiva media di poco più di 8.000 uomini (resti di divisioni) e la Divisione Boriani (pure incompleta).

Il C.A.S. fece quanto era in suo potere, attestandosi sul lunghissimo fronte assegnato, dal ponte di Trasaghis a quello di Pinzano, improvvisando posizioni che non ebbe il tempo di consolidare.

La difesa era sempre a contatto del nemico per tenerne saggiata la forza ed operare in modo elastico in retroguardia.

Al ponte di Pinzano accadde la dolorosa perdita dell'esigua e valorosa Brigata Bologna (Monte Ragogna), sacrificata da una tragica serie di ordini e contrordini dei comandi superiori che si sforzavano di coordinare i movimenti della ritirata e contro i quali Di Giorgio protestò invano.

Il C.A.S. sempre spostandosi sulla pedemontana, fra Tagliamento e Meduna, cercava di mantenere i contatti col XII Cda di Carnia di cui doveva agevolare il deflusso.

L'operazione riuscì solo in parte per il contemporaneo irrompere verso Clauzzeto degli jaeger tedeschi di Rommel (Sturmtruppen passate a Cornino) lanciati verso il Cadore per tagliare la strada alla IV armata. L'irrompere delle numerose ed ancora agguerrite divisioni nemiche, che in quella particolare fase intermedia non era ancora possibile arrestare, fu contenuto ed il minuscolo corpo speciale di Di Giorgio diede al nemico la sensazione di avere dinnanzi a sé forze ben più numerose e potenti.

Gli austro-tedeschi dovettero, quindi, procedere con cautela, perdendo lo slancio iniziale e cominciando sia a logorarsi che a subire le prime perdite consistenti.

Il C.A.S. riuscì, in tal modo, a sottrarsi alla pressione nemica, evitando il proprio annientamento, e preservando la sua forza di deterrente fino alla sera dell'8 novembre quando , dietro ordine superiore espressamente diramato dall'alto comando, il Corpo d'Armata Speciale iniziava l'arretramento verso il Piave, nuova ed ultima linea generale di resistenza dell'intero esercito;

armati ed inquadrati, i reparti del Di Giorgio furono gli ultimi ad attraversare il fiume, la mattina del 9 novembre 1917.

L'indomani il C.A.S., assolto il suo compito, venne sciolto per essere rifuso con altre unità ed il Di Giorgio passò a comandare i resti del XXVII Corpo d'Armata (già del gen. Badoglio) che erano riusciti a salvarsi nella ritirata da Caporetto.

Il C.A.S. aveva dato il meglio di sé e neppure una più robusta unità avrebbe potuto fare di più.

Nei frangenti della ritirata, lo stesso fatto che le sue colonne in armi marciassero contro il nemico, in direzione opposta dei reparti in ripiegamento, risalendo, su strade ingombre ed in mezzo a gravi disagi sia materiali che logistici, le fiumane di sbandati, di profughi e di disertori, costituì un titolo di merito particolare che si deve ascrivere a quanti fecero parte di quel Corpo.

Sebbene né il Di Giorgio, né il C.A.S. abbiano poi ottenuto alcun specifico riconoscimento ufficiale di citazione al valore per la loro azione, essi furono sempre considerati quali esempio di fermezza e di ardimento dinanzi alla sconfitta, segno della volontà popolare di riscossa.

Di Giorgio, che aveva emanato in quei giorni ordini di eccezionale severità nei confronti degli sbandati e dei disertori (disponendo di passare immediatamente per le armi quanti ostacolassero la resistenza), riconobbe costantemente durante l'azione il valore dei suoi soldati e, nel congedarsi da loro, li additò alla propria ed altrui ammirazione.

Il 21 aprile 1918, il consiglio ceco in esilio, stipula un accordo per la formazione di una divisione (VI) a Foligno in Umbria.

La comanderà il Bersagliere Gen. Andrea Graziani e vestirà all'italiana (cappello alpino senza penna) con propri fregi e simboli nazionali.

Con i sei reggimenti più i 2 di artiglieria, cavalleria montata e blindata, genio si costituisce dal 17 novembre  un Corpo d'Armata su due divisioni (VI Gen. Gaetano Rossi e VII Bersagliere Gen. Giuseppe Boriani). Comandato da Italiani (136 ufficiali), raggiunsero la Slovacchia asburgica dell'armistizio anche 1.031 nostri soldati di truppa dei servizi logistici e genio.

Loro compito era presidiare le linee di confine che saranno poi ufficializzate nella conferenza di pace.

Il 29 dicembre 1918 i primi arrivi erano già in linea per la conquista di Kosice, in Slovacchia, e l'8 gennaio 1919 per Bratislava (futura capitale della Slovacchia):

la regione era popolata da funzionari tedeschi e da popolazioni magiare minoritarie. Gli attriti non mancarono e si aggravarono quando il 19 aprile 1919 a Budapest venne proclamata la Repubblica Rivoluzionaria. Tema di scontro anche questa volta un bacino carbonifero (Matra).

L'offensiva magiara di metà maggio aveva intanto ridimensionato le pretese ceche sui territori confinari.

Il velo di truppe del corpo d'armata Italo-ceco era insufficiente per una così estesa linea di confine.

I Francesi, già presenti in Rutenia da Febbraio, e di fatto insediati allo Stato Maggiore Generale riuscirono ad ottenere la sostituzione dei due comandanti italiani e lentamente di tutti i sottoposti, esautorandoci di fatto.

La nuova politica ceca (antitedesca e francofila) aveva virato su un acceso nazionalismo che faceva dei magiari la causa di tutti i loro mali, con conseguenti rappresaglie mal tollerate dagli italiani.

L'aggressività slava dei cechi alimentava anche il fuoco degli Slavi del Sud (o sloveni) che ci fronteggiavano nella Venezia Giulia.

I maneggi della Francia avevano per ora distrutto la collaborazione Italo-ceca ma non l'amicizia che legherà i due popoli.

 

ANNO 1917 - Diario

 

Alla data di costituzione, 18 giugno, la brigata bersaglieri occupa col 4° reggimento il settore q. 674 - Globocak: il 21° reggimento è accampato tra Melina e Kambresko.

Il 23 giugno il XXIX4° sostituisce nel settore di destra di q. 662 del Vodice il I/248° fanteria, ed il 25 giugno la brigata assume la difesa anche del Krad Vrh con i due contrafforti del Cukli Vrh e del Doblar cedendo alla «Tortona» quella di Nekovo dolenje.

Il 21 luglio in seguito ad un nuovo schieramento della divisione, la brigata viene sostituita iu linea dal 12° bersaglieri e si porta a Kambresko - Podbreg - ponte di Klinac- Podravna.

Il 30 invia nuovamente a presidio del consueto settore il il 4° reggimento rilevandovi il 12° reggimento (S. Paul, S. Peter - Colenka Nekovo dolenje).

Il 13 agosto il 4° cede al 6° reggimento bersaglieri la difesa della linea.

Frattanto sono in corso i preparativi della grande offensiva per la conquista dell' altopiano della Bainsizza, alla quale la brigata parteciperà.

Essa costituisce, nella 47a divisione, il gruppo destinato all'attacco delle posizioni Semmer - q. 856 e deve, in un primo tempo, puntare sul tratto di fronte tra il Fratta e l'altura sud della q. 675, alle origini del Prihoto, quindi procedere verso Ossoinca ed Oscedrih prendendo possesso di tali alture con la fronte rivolta verso S. Spirito.

Il 17 agosto hanno inizio le operazioni e la brigata, ammassatasi nel vallone di S.Paul (sul rovescio di S. Peter) presso il Kotec -Potoc, inizia, il 18 e nella notte sul 19, il passaggio dell' Isonzo sui ponti costruiti nel tratto tra Loga e Canale. Ultimato il passaggio la brigata su tre colonne, (A e B costituire dai battaglioni 37/4° e 47/21° ? C dal 75°/21 punta verso gli obiettivi assegnati.

Impegnati su q. 300 vengono avviati avanti altri battaglioni ed il Semmer è raggiunto.

La mattina del 20 agosto si tenta il Fratta q.507 poi sempre più su verso q. 856 Ossoinca affidata al 4° e al 268° ft, in riserva il 21°.

Il 22 agosto ad obiettivi raggiunti la Brigata passa in riposo per ripararsi dalle ferite: 38 ufficiali e 1483 uomini di truppa. Più consistenti le catture al nemico. Bronzo per entrambi i reggimenti.

Il 10 settembre è di nuovo in linea  a supporto di offensive italiane.

Il 24 ottobre all'annuncio dell'offensiva si schiera fra Greben e Kumar col 21 sul Globokak e Pusno alle dipendenze della 3a divisione. Alle prime ore del 25 il 4° si porta a Kambresko lasciandovi il 43° in riserva, mentre il 29 e 37 vengono inviati a rincalzo del 21° sul Globocak.

Più tardi il XXIX/39 è inviato a rincalzo della I brigata Bersaglieri, a sud di q. 678, sullo sperone di Sdrenje-Rog.

Sulla nuova linea la brigata resiste ai primi urti nemici fino alla notte sul 26 ottobre, allorché le vien ordinato il ripiegamento verso la zona del Korada, ove schiera ordinatamente il 4° reggimento sulla fronte S. Jakob Debenje Zapotoc ed il 21° tra S. JaKob (q. 737) S. Gendra-Planina.

Durante tutta la giornata e nella notte sul 27 le truppe lavorano alacremente per la costruzione delle nuove opere di difesa, rintuzzando qualche tentativo nemico in direzione di S. Jakob. Nello stesso giorno 27 la V brigata insieme con la Ia costituisce la divisione speciale bersaglieri, passando alla dipendenza del XX CdA.

A sera viene ordinato alla brigata di ripiegare ancora su Brazzano attestandosi a Visinale e S. Giorgio.

Il nemico che si tiene a stretto contatto delle nostre truppe avvertito del movimento incalza ed attacca il 43/4° il quale, lasciato a S. Jakob per proteggere la ritirata, assolve bene il suo compito e riesce a disimpegnarsi pur subendo delle perdite.

Giunta, la brigata, a Brazzano, viene fatta proseguire, nella notte sul 29, per Pradamano anziché assumere lo schieramento ordinato in precedenza.

Ivi schiera i suoi ripartì tra il Torre e Pozzuolo del Friuli a protezione delle colonne che a sud di tale linea, ripiegano verso il Tagliamento (III Armata).

Nella giornata del 29 e fino alla notte sul 30 ottobre il 4°, sacrificando quasi per intero due battaglioni (37/43) nonostante ripetuti attacchi nemici, riesce a contenere l'avversario.

Eguale sorte tocca, il 30 ottobre, al 21° che, posto a difesa di Mortegliano, svolge analoga azione di sacrificio fìnchè, minacciato di accerchiamento, ripiega verso Talmassons, mentre il 4° reggimento, dopo aver protetto il ripiegamento delle brigate Livorno e Venezia, raggiunge Latisana ove trovasi nello stesso giorno anche il 21°.

Il 31 ottobre la brigata si porta sulla destra del Tagliamento e con successivi trasferimenti fra il 5 ed il 7 novembre passa il Piave al ponte della Priula.

Il 7 è dislocata a Selva ove viene disciolta. 

Con essa è disciolto anche il 21° reggimento mentre il 4° passa alla dipendenza della 29a divisione con la quale combatte fino al 9 /12/17.


 

 
 

ANNO 1917.

     Alla data di costituzione, 18 giugno, la brigata bersaglieri occupa col 4° reggimento

il settore q. 674 - Globocak; il 21° è accampato tra Melina e Kambresko.
     Il 23 giugno il XXIX/4° sostituisce nel settore di destra di q. 652 del Vodice il I/248° fanteria,

ed il 25 giugno la brigata assume la difesa anche del Krad Vrh con i due contrafforti

del Cukli Vrh e del Doblar cedendo alla "Tortona" quella di Nekovo dolenje.
     Il 21 luglio in seguito ad un nuovo schieramento della divisione, la brigata viene

sostituita in linea dal 12° reggimento bersaglieri e si porta a Kambresko - Podbreg -

ponte di Klinac - Podravna.
     Il 30 invia nuovamente a presidio del consueto settore il 4° reggimento rilevandovi

il 12° (S. Paul - S. Peter - Colenca - Nekovo dolenje).

Il 13 agosto il 4° cede al 6° reggimento la difesa della linea.
     Frattanto sono in corso i preparativi della grande offensiva per la conquista dell'altopiano della Bainsizza,

alla quale la brigata parteciperà. Essa costituisce, nella 47a divisione, il gruppo destinato a

ll'attacco delle posizioni Semmer - q. 856 e deve, in un primo tempo, puntare sul tratto

di fronte tra il Fratta e l'altura sud della q. 675, alle origini del Prihoto,

quindi procedere verso Ossoinca ed Oscedrih prendendo possesso di tali alture

con la fronte rivolta verso S. Spirito.
     Il 17 agosto hanno inizio le operazioni e la brigata, ammassatasi nel vallone

di S. Paul (sul rovescio di S. Peter) presso il Kotec - Potoc, inizia,

il 18 e nella notte sul 19, il passaggio dell'Isonzo sui ponti costruiti nel tratto tra Loga e Canale.
     Ultimato il passaggio la brigata, su tre colonne,

(A e B costituite dai battaglioni XXXVII/4° e XLVII/21°; C dal LXXV/21°)

punta verso gli obbiettivi assegnati.
     Mentre le due prime riescono a raggiungere la q. 300, la terza è fortemente ostacolata dall'avversario

che le procura gravi perdite.

Pur tuttavia essa riesce a collegarsi con le altre due all'altezza di q. 400.
     A rinforzare le tre colonne vengono spinti in avanti riparti del XXIX/4° e del LXXIII/21°.
     Ripresa l'avanzata, la brigata, con bellissimo slancio riesce a strappare al nemico

il Semmer e spingendosi verso sud, col XLIII/4° e XXIX/4°, si afferma lungo il costone

fra il Semmer ed il Fratta rafforzandovisi.

Durante la notte sul 20 più volte il nemico lancia le sue truppe al contrattacco ma con vano risultato,

poichè i nostri riparti saldamente mantengono il possesso di tutta la linea dal Semmer, Fratta a q. 675.
     All'alba del 20 agosto il XXXVII/4° viene lanciato alla conquista di q. 507 del Fratta.

Esso con ardimento assolve il compito affidatogli, dapprima affermandosi poco

a sud ovest di q. 507 del Fratta e più tardi, con successivo e vigoroso attacco,

strappando al nemico il cocuzzolo del Fratta.
     Sulla nuova linea le truppe si rafforzano e si riordinano per proseguire nell'avanzata.
     Il giorno successivo, infatti, l'azione è ripresa verso il secondo obbiettivo (linea Ossoinca - q. 856).
     Al 4° reggimento viene affidato il compito di occupare le posizioni avversarie.
     Il 21° deve seguire il movimento del 4° e del 268° reggimento fanteria, che operano sulla destra.
     L'attacco, preceduto da breve fuoco d'artiglieria, è fortemente contrastato da

quello micidiale delle mitragliatrici avversarie; tuttavia e malgrado anche le difficoltà del terreno,

i nostri riescono ad occupare il cocuzzolo settentrionale dell'Oscedrih e nella notte sul 22,

dopo alterna vicenda, il XXIX battaglione, vincendo con aspra lotta la resistenza nemica,

conquista la q. 856.
     Il 22 agosto la brigata, causa le forti perdite subite, lascia la prima linea per recarsi a

riposo nella zona tra Kambresko - Podbreg (66a divisione).

Essa ha perduto 38 ufficiali e 1483 uomini di truppa ed ha catturato al nemico 83 ufficiali,

1915 soldati, 21 cannoni ed altro materiale bellico.

La bella condotta ricordata nel bollettino di guerra del Comando Supremo procura ai due

reggimenti la medaglia di bronzo al valor militare.
     In breve tempo la brigata è nuovamente in efficienza.

Il 3 settembre infatti torna in linea nella zona di Ravna - q. 875, sostituendo la "Verona",

e passando alla dipendenza della 47a divisione.
     Il 10, il 21° reggimento, allo scopo di raggiungere il ciglio di q. 895,

compie un'azione di sorpresa riuscendo a conseguire lievi progressi.
     Nella notte sul 13 la brigata è sostituita da riparti della "Verona" nel tratto fra le due

sellette a nord ed a sud di q. 895 e si porta nel settore di q. 920 rilevandovi la "Sele".

Il 16 settembre riparti del 21° reggimento hanno il compito di coadiuvare,

con azione dimostrativa su Grotta, quella risolutiva svolta dalla brigata Sassari sulle quote 895 e 862.

I riparti destinati all'operazione raggiungono, malgrado la resistenza avversaria, il cocuzzolo di Grotta.
     Il 20 settembre la brigata cede la prima linea alla I brigata bersaglieri e passa

col comando ed il 21° reggimento in riserva di corpo d'armata ad Oscedrih;

il 4° presso Trusnje in riserva della 68° divisione.

Dal 21 al 22 essa si trasferisce nella zona Liga - Melinkt - Kostanjevica - Lovisce.

Ivi trovasi allorchè, iniziatasi l'offensiva austro - tedesca, il 24 ottobre,

riceve ordine di schierarsi col 4° reggimento tra gli abitati di Greben e Kumar

e col 21° sulla linea difensiva di cresta fra il Globocak e Pusno.

In tal giorno la brigata passa alla dipendenza della 3a divisione.
     Alle prime ore del 25 il 4° reggimento si porta a Kambresko lasciandovi il XLIII in riserva,

mentre il XXIX e XXXVII vengono iviati a rincalzo del 21° reggimento sul Globocak.

Più tardi il XXIX è inviato a rincalzo della I brigata bersaglieri, a sud di q. 678,

sullo sperone di Sdrenje - Rog.
     Sulla nuova linea la brigata resiste ai primi urti nemici fino alla notte sul 26 ottobre,

allorchè le vien ordinato il ripiegamento verso la zona del Korada, ove schiera ordinatamente

il 4° reggimento sulla fronte S. Jakob - alture di Debenje - Zapotoc

ed il 21° tra S. Jakob (q. 737) S. Gendra - Planina. Durante tutta la giornata

e nella notte sul 27 le truppe lavorano alacremente per la costruzione delle nuove opere di difesa,

rintuzzando qualche tentativo nemico in direzione di S. Jakob.
     Nello stesso giorno 27 la V brigata bersaglieri insieme con la I costituisce

la divisione speciale bersaglieri, passando alla dipendenza del XX corpo d'armata.
     A sera viene ordinato alla brigata di ripiegare ancora; l'operazione si effettua nella notte sul 28,

portandosi a Brazzano e dislocandosi tra Visinale e S. Giorgio.
     Il nemico che si tiene a stretto contatto delle nostre truppe, avvertito del movimento i

ncalza ed attacca il XLIII/4° il quale, lasciato a S. Jakob per proteggere la ritirata,

assolve bene il suo compito e riesce a disimpegnarsi pur subendo delle perdite.
     Giunta, la brigata, a Brazzano, viene fatta proseguire, nella notte sul 29,

per Pradamano anzichè assumere lo schieramento ordinato in precedenza.

Ivi schiera i suoi riparti tra il Torre e Pozzuolo del Friuli a protezione delle colonne che,

a sud di tale linea, ripiegano verso il Tagliamento.
     Nella giornata del 29 e fino alla notte sul 30 ottobre il 4° reggimento,

sacrificando quasi per intero due battaglioni (XXXVII e XLIII),

nonstante ripetuti attacchi nemici, riesce a contenere l'avversario.
     Eguale sorte tocca, il 30 ottobre, al 21° reggimento che, posto a difesa dell'abitato di Mortegliano,

svolge analoga azione di sacrificio, finchè, minacciato di accerchiamento, ripiega verso Talmassons,

mentre il 4° reggimento, dopo aver protetto il ripiegamento delle brigate Livorno e Venezia,

raggiunge Latisana ove trovasi nello stesso giorno anche il 21° reggimento.
     Il 31 la brigata si porta sulla destra del Tagliamento e con successivo trasferimenti

fra il 5 ed il 7 novembre passa il Piave al ponte della Priula. Il 7 è dislocata a Selva ove viene disciolta.

Con essa è disciolto anche il 21° reggimento mentre il 4° passa alla dipendenza della 29a divisione con la quale combatte fino al 9 dicembre (1).

(1) Per questo periodo vedere il 4° reggimento.

ANNO 1918.

 

     Il 1° marzo si ricostituisce la V brigata con i reggimenti 5° e 9°.

E' dislocata nella zona tra S. Caterina di Lusiana - Polegge - Cresole - Caldogno (Vicenza) ove attende al suo completamento ed a un intenso periodo d'istruzione.
     Verso la fine di marzo, destinata sull'altopiano dei Sette Comuni, inizia il trasferimento verso quella fronte.

Il 27 marzo il 5° reggimento si trasferisce a Carrè di Chiuppano

ed il giorno seguente il 19° raggiunge Zanè, Corte e Centrale (X corpo d'armata).
     Nei giorni 2 e 3 aprile la brigata si porta tra M. Panoccio, M. Busibollo,

Sculazzon ed il 4 assume la difesa del settore val d'Astico - val d'Assa.
     Il 5° reggimento ha la difesa del tratto di fronte compreso tra val Barco,

saliente M. Belmonte, rovescio M. Panoccio ed il 19° di quello compreso tra Malga Cava, Cima Ardè.

Capitello del Riparo, Punta Corbin - M. Cengio, testata val Silà.
     Il 23 aprile riparti del 19° reggimento eseguono, con esito favorevole,

un colpo di mano recandosi a Pedescala per sorprendervi una piccola guardia nemica.

Oltrepassati i reticolati irrompono nella casa occupata dal piccolo presidio,

impegnano con questo viva lotta, riuscendo ad infliggergli gravi perdite.

Nello stesso giorno nuclei del 5° reggimento compiono anch'essi, e con eguale esito,

altro colpo di mano su Poggio Privel.
     I componenti della pattuglia arrampicatisi su roccioni, penetrano nella linea avversaria

catturandovi alcuni prigionieri.
     Le truppe oltre a compiere audaci e frequenti azioni di pattuglie, lavorano alacramente

per la costituzione di nuove strade e per dare una solida difesa alla fronte occupata.
     Il giorno 8 giugno la brigata cede alla "Casale" la difesa del settore e scende a riposo

nella zona di Chiuppano e Zanè. Nella notte sul 15, avendo il nemico iniziato un violento

fuoco d'artiglieria sulla fronte della 12a divisione, e su tutto l'altopiano,

lasciando preludere un forte attacco, il 5° reggimento viene inviato sulla linea di resistenza della val Canaglia.

Il 10 luglio il 19° sostituisce in linea il 5° che scende a Chiuppano.
     Il 14 agosto la brigata è nuovamente in prima linea rilevando la "Casale";

assume la difesa del consueto settore val d'Assa - Astico.
     Il 3 ottobre, sostituita dalla "Valtellina", scende a riposo nella zona Tombolo - S. Giorgio in Bosco.

Ivi permane fino al 21, giorno in cui si trasferisce a Montebelluna

e nella notte sul 24 nella zona di Volpago. Iniziata la battaglia di Vittorio Veneto,

la brigata al mattino del 27 ottobre si schiera sul Montello e nella sul 29,

iniziato il passaggio del Piave, si disloca tra il rio Rosper e rio Raboso. Nello stesso giorno,

poichè il nemico ha iniziato la ritirata, occupa Sernaglia, il 30 Refrontolo

ed il 1° novembre raggiunge la zona di Gai - Tovena, ove trovasi alla data dell'armistizio "Badoglio".

 

RICOMPENSE.

MEDAGLIA DI BRONZO.

Ai Labari del 4° e 21° Reggimento Bersaglieri:

     “Sotto violento fuoco attraversavano l'Isonzo irrompendo nelle trincee nemiche, in quattro giornate di aspra lotta validamente concorrevano, con slancio intrepido e fulgido valore, al conseguimento della Vittoria.
     Malgrado le forti perdite subite mantenevano tenacemente le posizioni conquistate resistendo ai violenti e ripetuti contrattacchi nemici (Bainsizza, 16 - 20 agosto 1917). Si distinsero per slancio e ardimento nella riconquista di una importante posizione (Globocach, 25 ottobre 1917)".

 (Boll. Uff. anno 1922, disp. 68).

  CITAZIONI SUI BOLLETTINI DI GUERRA DEL COMANDO SUPREMO.

BOLLETTINO DI GUERRA N. 824 (26 agosto 1917, ore 13).

      La battaglia incomincia a rivelarsi nella grandiosità delle sue linee.
     L'azione a nord di Gorizia dal 19 in poi può così riassumersi:
     Le valorose truppe della 2Armata, gettati 14 ponti sotto il fuoco nemico, varcavano l'Isonzo

nella notte sul 19 e procedevano all'attacco dell'altopiano della Bainsizza.

Puntando decisamente sulla fronte Jelenik - Vrh, aggiravano le tre linee difensive nemiche

del Semmer, del Kobilek e di Madoni, ivi annodantisi, e contemporaneamente attaccavano

le stesse linee anche di fronte e le rompevano malgrado l'ostinatissima difesa del nemico.
     Conseguenza dell'ardita manovra fu la caduta di M. Santo.
     Le truppe dell'Armata continuano ora ad avanzare verso il margine orientale dell'altopiano

di Bainsizza incalzando il nemico che oppone vivacissima resistenza con forti nuclei di

mitragliatrici e di artiglierie leggere.
     Nei combattimenti dal 19 al 23 si sono fra tutti distinti per valore ed ardire:

le brigate Livorno (33° - 34°), Udine (95° - 96°), Firenze (127° - 128°), Tortona (257° - 258°),

Elba (261° - 262°), il 279° reggimento fanteria (brigata Vicenza), la I e la V brigata bersaglieri

(reggimenti 6° e 12° - 4° e 21°), il 9° e 13° raggruppamento bombardieri,

il II e IV battaglione pontieri del genio.
     Sul Carso la battaglia ha ieri momentaneamente sostato.

Nostre brevi avanzate rettificarono e consolidarono le posizioni conquistate;

tentativi nemici di contrattacco fallirono sotto il nostro fuoco.
     I prigionieri finora affluiti ai campi di concentramento sommano a 600 ufficiali e 23.000 uomini di truppa.

Il numero dei cannoni tolti al nemico è salito a 75 tra i quali 2 mortai da 305 e molti medi calibri.

Abbiamo preso inoltre un gran numero di cavalli, un aeroplano intatto, molte bombarde

e mitragliatrici ed ogni sorta di materiale, comprese parecchie autotrattrici cariche di munizioni.
     L'enorme difficoltà del vettovagliamento delle nostre truppe attraverso una zona priva di

strade viene in parte superata mercè grossi depositi di viveri abbandonati dal nemico nella sua ritirata.
                                                                                                                                  Generale CADORNA

MILITARI DECORATI CON L'ORDINE MILITARE DI SAVOIA.

COMANDO DI BRIGATA.

PAPINI Tullio, brigadiere generale - cavaliere - Carso, luglio - agosto 1917; Globocak, settembre - ottobre 1917; Montello, 19 - 24 giugno 1918.

COMANDANTI DELLA BRIGATA.

Magg. gen. BORIANI Giuseppe, dal 18 giugno al 27 ottobre 1917.
Colonnello brig. PAPINI Tullio, dal 27 ottobre al 7 novembre 1917.
Colonnello brig. CLERICI Ambrogio, dal 1° marzo 1918 al termine della guerra