VI BRIGATA BERSAGLIERI
(8° e 13° Reggimento)
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Nella zona a nord ovest di Treviso, tra S. Giacomo di Musestrelle, Vacil, Pezzan di Melma e S. Biagio di Callalta si trovano riunite, il 1° giugno, le truppe dei due reggimenti
bersaglieri 8° e 13° che formano la VI brigata
(23a divisione).
pagina della sua storia.
nella lotta violentissima. Il XII, inviato a cavallo della strada La Fossa - trivio Ninni (via Callaltella), ove riparti della "Cosenza" e del 271° versano in critica situazione, s'impegna e contrattacca alla Fossa soverchianti forze nemiche obbligandole ad arretrare;
resiste poi tenacemente sulle conquistate posizioni in particolar modo
distinguendosi al caposaldo "Gaetano". e di nuovo violentemente attaccato non cede, sorretto anche da riparti del V battaglione,
che si è portato in linea in prossimità di C. Lina. he gli consente d'arrivare all'argine Regio del Piave, ma il 16 è costretto però ad abbandonarlo
sotto la forte pressione delle fanterie avversarie. questo stesso giorno strenuamente nel caposaldo di S. Biagio di Callalta cedendo solo dopo
lunga ed eroica lotta. il LIX a S. Giacomo di Musestrelle ed il LXII al caposaldo di Breda, passa il giorno appresso con questi due ultimi battaglioni a S. Biagio di Callalta a
disposizione diretta dell'XI corpo d'armata. unitamente a riparti della "Perugia" ripiega su C. Ninni contendendo al nemico il terreno palmo a palmo; di là si trasferisce a Palazzo Onesti. Il XII/8°, combattendo, retrocede sulla linea delle riserve e giunge nella notte sul 18 anch'esso a Palazzo Onesti; il XXXVIII/8° che ha resistito al caposaldo di C. Verduri e concorso a stabilire la linea sul canale Zero, sostituito da un battaglione del 28° fanteria, raggiunge pure Palazzo Onesti incontrandosi ivi
col comando di reggimento che, coinvolto nell'attacco nemico, è riuscito a
sfuggire all'accerchiamento. quindi si porta di nuovo a S. Biagio di Callalta; il LIX è sulla linea di C. Ninni ed il LX è ancora con la 31a
divisione che lo ha impiegato in numerosi attacchi contro l'avversario che cercava
dilagae in direzione di Breda. si porta a Carità da dove, assegnata alla 1a armata (V corpo d'armata - 69a divisione), su autocarri raggiunge
il 21 S. Caterina (nord di Schio) in val Posina dislocandosi tra il paese stesso,
Vallortigara e Marsili. da Schio, la brigata ritorna a far parte della 3a armata e dalla stazione di Treviso si porta in linea sul Piave da C. Onesti a Candelù col comando a C. Vecellio: il 13° in prima linea e l'8° in seconda, lungo l'argine del Piave;
è alla dipendenza della 23a divisione (XI corpo d'armata).
e della penisola di Torino.
dove qualche mese prima era stato duramente provato. La prima imbarcazione è travolta dalla corrente, ma i naufraghi muoiono in silenzio pur di non
compromettere il buon esito dell'azione. protetti dall'oscurità, travolgono in breve ogni resistenza, mentre violento si sviluppa per parte delle artiglierie avversarie il bombardamento con proiettili a gas asfissianti. Numerosi sono i contrattacchi, ma sempre respinti. L'isola è in breve tempo definitivamente conquistata e prigionieri e materiale
cadono in nostro possesso. di Limbraga e S. Maria della Rovere, da dove il 20 settembre, in seguito ad ordine del comando della 23a divisione, va a sostituire sul Piave la brigata Foggia nel tratto di fronte tra C. Pastori ed il "Castello"
con sede di comando a Cavriè.
trincerato si Treviso, dislocandosi con l'8° reggimento a Pero ed il 13° a sud -
ovest di Treviso. divisione, il 26 ottobre si schiera dietro l'argine Regio del Piave tra C. Vecellino e Candelù; essa deve tenersi pronta a seguire il movimento che la 37a divisione effettuerà sulle Grave di Papadopoli prima, sulla sinistra del Piave poi. Ad operazioni iniziate, il mattino successivo, con l'8° bersaglieri in testa, inizia all'altezza d ell'isola Caserta, il passaggio del fiume che viene effettuato in gran parte a guado, ostacolato vivamente dalla
piena e dal fuoco micidiale dell'artiglieria avversaria. Fornace, alla VI brigata è affidata l'occupazione e la difesa del fianco marginale sud. L'8° reggimento scatta all'attacco della linea Stringhella - Roncadelle che i suoi due battaglioni, V e XXXVIII, raggiungono di slancio; ivi sono attaccati da grossi riparti e per quanto col fianco sinistro completamente scoperto
si battono con energia. della 23a divisione, si porta sulla sua destra raggiungendo dopo violenta lotta la
rotabile Roncadelle - Borgo del Molino.
all'argine del Piave mantenendo l'occupazione di parte del rio Negrisia. I reggimenti si spostano: l'8° a sinistra, con obbiettivo Borgo del Molino - Roncadelle; il 13° a destra con obbiettivo Roncadelle - C. Strighella ed in collegamento coll'XI riparto
d'assalto messo alla dipendenza tattica della brigata. Questa tiene in riserva il
XXXVIII/8°.
di mitragliatrici sono cadute in nostra mano. la brigata agli ordini della 23a divisione, che è ritornata alla dipendenza della 3a armata, raggiunge ed occupa Ponte di Piave indi si schiera sulla linea C. Sarto - ponte della ferrovia
sullo scolo Grassaga. disponendosi fra Osteria e Riva dei Valeri. Il 1° novembre il XXXVIII/8° a viva forza effettua
il passaggio del fiume; lo seguono gli altri battaglioni del reggimento e riparti
del 13°. ed il 4, passato il fiume sul ponte di Madrisio, travolge alcune resistenze al Torrente Stella,
ad Ariis, a Torsa e l'ultima, tenacissima, al trivio di Paradiso.
comando di brigata ed 8° reggimento accantonano a Paradiso, il 13° è fermo a
Rivignano. dei suoi reggimenti e nelle speciali citazioni dei bollettini di guerra del Comando Supremo del 18 giugno e 31 ottobre 1918. |
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BOLLETTINO DI GUERRA N. 1120 (18 giugno 1918 - ore 13). | ||||||
La violenza della battaglia, attenuata alquanto sulla
fronte montana, va crescendo sul Piave. del fiume sono stati sanguinosamente respinti. Da Fossalta a Capo Sile la lotta ha imperversato fierissima e senza posa. Formidabili attacchi nemici si sono alternati con nostri contrattacchi;
inizi di vigorose avanzate sono stati frantumati dalla nostra resistenza o
arrestati da nostre azioni controffensive. provate, ma l'avversario non ha potuto aumentare la breve profondità della fascia entro la quale da
quattro giorni il combattimento imperversa. 1550 prigionieri sono rimasti nelle
nostre mani.
battaglia sotto la pioggia dirotta. Nel pomeriggio il nemico dal saliente nord orientale del monte sferrò due attacchi in direzione d i Sud - Ovest e di Sud - Est: il primo venne nettamente arrestato ad oriente della linea Segnale 279 - Nord - Est di Giavera, il secondo fu contenuto immediatamente a
Sud della ferrovia S. Mauro - S. Andrea.
Venne preso un centinaio di prigionieri. il Pizzo Razea e le alture a sud - est di Sasso prendendovi circa 300 prigionieri; riparti nostri e del contingente francese attaccarono fortemente, guadagnando terreno, il costone di Costalunga e vi catturarono alquanti nemici.
Numerosi altri prigionieri vennero fatti più ad occidente da truppe
britanniche. fallito tentativo d'inizio dell'offensiva nemica, meritano speciale menzione ad esponente del valore di tutti gli altri riparti: la 45a divisione di fanteria, le brigate di fanteria Ravenna (37° - 38°), Ferrara (47° - 48°), Emilia (119° - 120°), Sesia (201° - 202°), Bari (139° - 140°), Cosenza (243° - 244°), Veneto (255° - 256°), Potenza (271° - 272°), la VI brigata bersaglieri (8° e 13°), il 78° reggimento di fanteria francese e particolarmente il primo battaglione, i reggimenti britannici Northumberland Fusiliers, Sherwood Foresters, Royal Warwich, Oxford and Bucks Light Infantry, il 13° reggimento fanteria italiano (brigata Pinerolo), il 117° (brigata Padova), il 266° (brigata Lecce), il II battaglione del 108° reggimento fanteria francese,
il IX riparto d'assalto, i battaglioni alpini M. Clapier, Tolmezzo e M. Rosa e la
178a compagnia mitragliatrici. foga dell'assalto nemico. Speciale onore va reso alla 7a ed 8a batteria del nostro 56° reggimento da campagna che restate imperterrite sul Col Moschiu circondato si opposero al nemico sopra
un'unica linea nella quale a lato dei cannoni atiglieri e fanti gareggiarono in
bravura. |
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BOLLETTINO DI GUERRA N. 1260 (31 ottobre 1918 - ore 12). | ||||||
Il successo delle nostre armi si delinea grandioso.
delle nostre truppe sulla fronte montana. loro assegnati. Le masse avversarie si incanalano tumultuariamente nelle valli montane e cercano di raggiungere i passaggi sul Tagliamento. Prigionieri, cannoni, materiali,
magazzini e depositi pressocchè intatti, cadono in nostre mani.
la stretta di Quero. la dorsale fra la conca di Follina e la valle del Piave, ha occupato la stretta di Serravalle,
avanza verso il piano del Cansiglio e tende nella pianura verso Pordenone.
accanisce nella resistenza. Truppe ezeco - slovacche partecipano all'azione.
il Col Caprile, il Col Bonato, l'Asolone, il M. Prassolan, il saliente del
Salarolo ed il M. Spinoncia.
mantiene una sensibile aggressività di fuoco.
hanno meritato l'onore di particolare citazione.
di visibilità. Due apparecchi nemici ed un pallone frenato vennero
abbattuti. |
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Colonnello brig. DHO Giovanni, dal 1° giugno 1918 al termine della guerra |