19° REGGIMENTO BERSAGLIERI
(Battaglioni XLI, XLII e XLV)
Battaglione Monte Assietta
Interessante epigrafe che riporta i fregi e le indicazioni di ben due reparti, il Battaglione Monte Assietta del 3° Reggimento Alpini e il 19° Reggimento Bersaglieri, che durante il conflitto presidiarono il settore del Navagiust e, in generale, numerose posizioni del Sottosettore Degano, allestendo numerose azioni di pattuglia e colpi di mano contro le linee avversarie.
Il Battaglione Alpini Monte Assietta operò sui monti dell'Alto Degano dall'aprile 1916 alla fine dell'ottobre 1917, il 19° Reggimento Bersaglieri dalla sua formazione
(15 febbraio 1917) alla fine dell'ottobre 1917.
19° Reggimento Bersaglieri
Il 19 Reggimento Bersaglieri presidiò le linee del Monte Navagiust, col suo XLV Battaglione, dal 15 febbraio al 27 ottobre 1917, quando dovette seguire il ripiegamento delle truppe dell'intera Zona Carnia in seguito allo Sfondamento austro-germanico di Caporetto.
COSTITUITOSI, IL 15 FEBBRAIO, IL 19° REGGIMENTO, VIENE POSTO ALLA DIPENDENZA DEL COMANDO DEL SOTTOSETTORE VAL DEGANO E DESTINA IL XLI BATTAGLIONE ALLA DIFESA DELLA REGIONE PIERABEC
(PALE LINC - CASERA WALZ - STRETTA SISSANIS - STRETTA FLEONS),
IL XLII ALLA REGIONE PIZFORCHIA (T. COL. PANTANO) - VOLAIA (PECUL ALTO - FORCELLA OMBLADET)
ED IL XL V ALLA REGIONE NAVAGIUST (NAVAGIUST ALTO E BASSO - BORDAGLIA BASSA).
FINO ALL'INIZIO DELL'OFFENSIVA AUSTRO - TEDESCA DELL'OTTOBRE, I RIPARTI IN LINEA ESPLICANO LA LORO ATTIVITÀ CON AZIONI DI PATTUGLIE ED ATTENDONO ALLA COSTRUZIONE D'IMPORTANTI OPERE DI DIFESA.
IL 28 OTTOBRE, IL 19° BERSAGLIERI, LASCIA LE POSIZIONI FINO ALLORA SALDAMENTE MANTENUTE; ALCUNI RIPARTI RAGGIUNGONO QUELLE TRA COL MAGGIORE E STAIPE VAS; ALTRI, CASERA TORIO ED ALTRI, COL COMANDO DI REGGIMENTO, SI PORTANO, IL MATTINO DEL 29, AD OVARO.
Nei 2 anni in cui opera per battaglioni autonomi poi come reggimento il 19° lascia sul campo 107 morti fra truppa e ufficiali e un più consistente numero di feriti 525 (nel 1916) e ca. 400 dispersi (nel 1917)
La 26A Div. (I Resti) fu Spezzata in 2 Gruppi Tattici:
Il Primo del Brigadiere Vincenzo Boveri dei Fanti della Brigata Lazio Col 19° Bersaglieri (Col. Marelli Guglielmo),
L’11° Bersaglieri (Gino Graziani) al Punto di Contatto con la Iv Armata del Cadore, Fanti e Alpini.
Il Secondo del Brigadiere Adolfo Danise (Già Comandante della Brigata Catanzaro all’epoca della Decimazione)
Con il 16° Bersaglieri (Col. Ronca Alessandro), il 47° (2A E 3A Cp.)
E Il 56° Battaglione Autonomo Bersaglieri, Reparti D’assalto e Alpini del Susa (Magg. Zanetti).
Dal Diario Del Reggimento Anno 1917.
Il 30 Ottobre il Reggimento continua a ripiegare;
Per Sauris di Sotto e Casera Mediana si porta a Casera Razzo.
Il 31, i Riparti che il giorno precedente erano giunti a Sauris di Sotto e con i quali marcia anche il Comando di Reggimento, si dirigono a Casera Mediana, attendendo alla Sistemazione difensiva del Tratto di Linea tra Col Merenda e Creta Forata
(Passo Tragonia E Val Mesta), ad Eccezione Del Xlii Battaglione Che Raggiunge Forni Di Sopra.
Il 2 Novembre, tutto il 19° Retrocede a circa 2 Km. e mezzo ad Est Di Lorenzago.
Ripresa la Marcia, si arresta nuovamente a Calalzo, prendendo posizione a Sud di Vallesella, fra la sponda destra del fiume Piave ed il Monte Brenta un ulteriore ripiegamento,
iniziato alla sera dell' 8, porta il Reggimento fino ad Ospitale, il 9 a Longarone ed il 10 a Bolzano Bellunese.
Difficile è calcolare quanti Bersaglieri siano riusciti in questa Impresa Incredibile.
Consideriamo che prima della Ritirata il 19° Reggimento, incluse le Compagnie Mitraglieri, le Salmerie ed Il Carreggio Di Rinforzo (Per complessivi 480 Muli).
Aveva una Forza di Circa 3400 Uomini.
Circa 500 dovrebbero essersi posti in salvo precedendo Il Reggimento per le Strade Di Fondo Valle:
Quelli del Carreggio e delle Salmerie e 32 Uomini che il giorno 7 erano stati ricoverati, febbricitanti,
A Vigo Di Cadore in un Ospedaletto da Campo in ripiegamento.
Le perdite fino al giorno 9 Novembre dovrebbero corrispondere a 423,
inclusitre Plotoni dati in Rinforzo all'artiglieria a Longarone.
Scrive poi Il Pantano: «La Marcia da Longarone a Feltre, che durò senza interruzione 42 ore e quella per Valstagna, che durò altre 23 Ore, inflisse al Reggimento le Maggiori Perdite.
Oltre 200 Uomini Rimasero per la Via trattenuti a Viva Forza dalla Stanchezza e dal Sonno Invincibile ... ».
IL 19° NON OTTENNE ALCUN RICONOSCIMENTO UFFICIALE PER LA SUA STRAORDINARIA TENACIA E PER IL SUO EROISMO, NONOSTANTE GLI SFORZI DEL SUO COMANDANTE E DI BENITO MUSSOLINI, CHE AVEVA SCRITTO NEL FEBBRAIO DEL 18' SULL'IMPRESA DEL 19° IN UN ARTICOLO DEL POPOLO D'ITALIA DEL QUALE ERA DIRETTORE.
L'ARTICOLO, INTITOLATO "FIAMME CREMISI", PARLAVA DEL VALORE NELLA STESSA RITIRATA DEL 4° E DEL 21 ° REGGIMENTO E TERMINAVA COSÌ:
« E FINALMENTE VEDIAMO TE, O FIERO BERSAGLIERE DEL 19°, RIPIEGARE ORDINATO CON UNA MARCIA FANTASTICA, DI MASSICCIO IN MASSICCIO, DAL DEGANO AL GRAPPA; TI VEDIAMO ( ... ).
TI VEDIAMO ESTREMA RETROGUARDIA DI TUTTO L'ESERCITO ITALIANO, RIENTRARE ULTIMO FRA TUTTI, PIÙ FIERO DI TUTTI, NELLE NUOVE LINEE DELLA PATRIA PER OFFRIRLE ANCORA IL TUO BRACCIO ED IL TUO CUORE».
19º Reggimento: "Ex vulnere vigor" (Dalla ferita la forza)
STORIA DEL REGGIMENTO
Tra Forni Avoltri, Rigolato e Comeglians si costituisce, il 15 febbraio 1917, il reggimento.
Concorrono alla sua formazione tre battaglioni autonomi: il XLI, il XLII ed il XLV
già provati ai duri cimenti di circa due anni di guerra.
Tale occupazione viene estesa, il 13 giugno, a Malga Campigoletti con elementi
spinti fin verso Cima Dodici, passo dell'Agnella e passo val Caldiera per contrastare tentativi d'infiltrazione avversaria.
Permane nella suaccennate località fino al 14 settembre, giorno in cui sostituisce
il IV battaglione nella difesa di M. Maronia - q. 1749 - q. 1613. Dopo aver atteso al consolidamento della linea, rilevato il 13 ottobre dal IV/19° fanteria, il battaglione va ad
accompagnarsi nei pressi di q. 1615 (nord - ovest di Termini N° 20), passando alla dipendenza di tale reggimento. Dopo aver assolto tale compito, riprende la primitiva dislocazione nei pressi di q. 1615, ove attende alla costruzione di nuove vie di comunicazione.
Il 23 novembre si sposta a S. Giorgio (est di Velo d'Astico) ed il 26 prosegue per
Mason Vicentino, ove trascorre il resto dell'anno. Il 20 agosto passa a far parte del nucleo che nei giorni seguenti dovrà attaccare le difese avversarie dell'Alpe di Fassa, nel tratto compreso fra le forcelle di Cece e di Valmaggiore. Al battaglione viene affidato il compito di espugnare il tratto fra le qq. 2383 e 2704.
Nei giorni dal 23 al 25 agosto si rinnovano con estrema tenacia i nostri assalti
per il conseguimento del successo; bersaglieri, alpini del "Val Brenta" e fanti del 49° con ardimento ed eroismo si logorano in inutili tentativi, data la tenace resistenza
avversaria. Malgrado la reazione avversaria e dopo molteplici tentativi, elementi della 2a compagnia riescono a penetrare nelle difese avversarie. Contrattaccati da forte colonna nemica, oppongono strenua resistenza, finchè, ridotti di numero, sono costretti a retrocedere sulla base di partenza . Il battaglione torna quindi a presidiare le posizioni occupate in precedenza (linea della Fossernica fra Cima Paradisi e q. 2114), passando alla dipendenza del 23° fanteria.
Provvede al rafforzamento delle difese e con ardite azione di pattuglie molesta
continuamente il nemico, in particolar modo il 2 ottobre, allo scopo di assecondare l'azione della 17a divisione, impegnando l'avversario tra forcella Valmaggiore
e Cima Valon. Il 1° novembre la brigata attacca le antistanti posizioni, dalle quali il nemico reagisce violentemente. Avanza allora il XLI bersaglieri per rinforzare l'ala destra. Gli attacchi si rinnovano con encomiabile tenacia fino al 6, ma la vigilanza del nemico e la robustezza delle difese accessorie non permettono di conseguire un felice successo.
Nella difesa della prima linea subentra la "Mantova" ed il battaglione passa in
località più arretrata, sulle alture a nord di q. 208 sud, finchè il 10 novembre si porta a Scodovacca, per riordinarsi.
In tale località trascorre il resto dell'anno, alternando i turni di linea con
adeguati periodi di riposo. Lasciate due compagnie in detta località, passa il confine a passo Cerbiolo ed occupa la posizione di Malga Lavacchio, senza incontrare il nemico. Il 30, mentre una compagnia si trasferisce ad Avio, il battaglione torna a Cavallo di Novenza, ove rimane fino al 7 giugno, impiegato al trasporto di materiali di artiglieria ed a lavori diversi. Da giorno 8 al 21 è a Malga Dossioli. Inviato in prima linea, nell'agosto, tra la Montagnola e Vignola, vi permane dal 22 al 27, attendendo a rafforzare le trincee occupate, al riattamento delle strade di accesso e all'invio di pattuglie. Il 28, il battaglione sostituisce riparti del 113° fanteria nelle posizioni tra il Postemonte e Malga Pravecchio.
Il giorno seguente, la compagnia lasciata ad Avio rientra ed è destinata a
presidiare le trincee alla destra del battaglione. Detta compagnia durante il tempo in cui è rimasta distaccata, è stata dislocata dal 4 al 18 giugno successivamente a
Pilcante, M. Cornale e Prabubolo Alto, dal 22 giugno in poi impiegata alternativamente in lavori a Coni Zugna ed in avamposti a Zugna Torta.
Intanto il comando si sposta a Brentonico. Il 15, due compagnie occupano Loppio e Mori Vecchio, senza combattere ed il comando del battaglione, spostatosi a Castione, provvede per un servizio di avamposti sulla rotabile Loppio - Mori.
Il 31 una terza compagnia si porta a Dosso Alto ed il comando a Mori
Vecchio. il 20 febbraio riprendono le posizioni avanzate a nord di Mori, abbandonate il giorno avanti sotto un violento fuoco di artiglieria;
il 1° marzo respingono un attacco sferrato dal nemico contro le quote 450 e 494;
il 15 marzo occupano, con una brillante azione, la q. 450.
Il 30 respingono due violenti attacchi, altri ne respinge, con pari tenacia e
resistenza, il 5 e 6 giugno, contribuendo in tal modo a contenere l'offensiva sferrata dagli Austriaci nel settore di riva sinistra dell'Adige. Iniziata la nostra avanzata oltre il confine, il battaglione segue il movimento, dislocandosi poi a difesa del tratto compreso fra Lodrone e Darzo, in modo da sbarrare il fondo valle; il 27 senza incontrare resistenza si porta a Condino, ove subisce le prime perdite causate dal tiro dell'artiglieria avversaria. Nella notte sul 6 giugno viene abbandonata questa località ed il XLV si ritira sulle posizioni arretrate segnate dalla linea: "alla Santa" - S. Lorenzo, ove si sistema a difesa.
Il 2 luglio, sostituito da riparti del 61° fanteria, passa in riserva.
Svolgendo la propria azione in fondo alla val Chiesa, ha il compito di portarsi
con due compagnie sul costone dei Pini, e con le altre due sul costone di Castello, a cavaliere del fiume, allo scopo d'impedire infiltrazioni nemiche sui fianchi della truppa
operante su Cima Palone e su M. Melino. In detto giorno, infatti, i bersaglieri muovono verso i rispettivi obiettivi, infliggendo al nemico perdite ed assicurando poi il possesso
di Cimego. Il battaglione si dispone in avamposti in fondo alla val Chiesa con due compagnie sul costone si Castello - Cimego, fin sulla strada di Creto e con due altre a ridosso
del costone occidentale di M. Pini, con la sinistra sulla stessa strada, fino all'osteria Alte Porte. Fino al 19 dicembre permane in detta zona, per trasferirsi in quel giorno in
località "alla Santa" a riposo.
La notte successiva, però, contrattaccato in forze, deve ripiegare abbandonando
così la posizione conquistata. Il 19 ottobre, sostituito da riparti del 7° bersaglieri si trasferisce tra Pieve di Ledro e Bezzecca ed il 20 si riunisce ad Ampola; prosegue poscia per Vobarno da dove per ferrovia è avviato alla fronte isontina. Giunto a S. Martino, destinato quale riserva della 16a divisione, si reca, nella notte sul 24, a Ronchi; passato poscia alla 14a, si sposta a Monfalcone.
Destinato in prima linea assume, in tale settore, la difesa del tratto di fronte
tra q. 18 e q. 12. |
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Costituitosi, il 15 febbraio, il 19° reggimento,
viene posto alla dipendenza del comando del sottosettore val Degano e destina il XLI battaglione alla difesa della regione Pierabec (Pale Linc - Casera Walz - Stretta Sissanis -
Stretta Fleons), il XLII alla regione Pizforchia - Volaia (Pecul alto - forcella Ombladet) ed il XLV alla regione Navagiust (Navagiust alto e basso - Bordaglia bassa). Nello stesso giorno, il 19° passa il ponte sul Cordevole, tra Sedico e Bibano, giungendo a Feltre. Sull'imbrunire del 12, si trasferisce a Valstagna da dove parte, in ferrovia, alla volta di Rosà Vincentino giungendovi il 13.
Di lì prosegue per Poianella; il 19, messosi nuovamente in marcia, giunge nella
zona di Treviso proseguendo, il 21, per la località tra S. Antonino di Treviso - Casier, ove accantona. Accantona ad Ala (27a divisione), ove completa la propria riorganizzazione, il 20 si trasferisce a Marani. Le truppe poste a sbarramento del fondo valle, passano agli ordini del comandante il reggimento bersaglieri, il XLII battaglione si trasferisce a q. 850 (Zugna) destinando la 5a e 6a compagnia in prima linea da q. 900 a q. 1050 e da questa a q. 1250. |
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Dal 25 al 27 gennaio il reggimento si porta in prima
linea nel settore Serravalle - Fortini, rilevandovi il 207° fanteria. Dopo aver alacremente rafforzato le difese, cede nuovamente al 207° fanteria le posizioni, dislocandosi tra Ala e Marani. Il 1° marzo per ferrovia si trasferisce a Vicenza e poscia nella regione tra Cresole - Polegge e Coldogno. Ivi col 5° costituisce la V brigata bersaglieri con la quale combatte fino al termine della guerra. |
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Ufficiali, n. 10 - Truppa, n. 8.
Ufficiali e militari di truppa, n. 31.
Colonnello ANGIOLINI Alberto, dal 15 febbraio al 31
maggio 1917. |
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