6° REGGIMENTO BERSAGLIERI
(BATTAGLIONI VI, XIII, XIX E VI CICLISTI)
Il 6º Reggimento bersaglieri è un'unità militare dell'Esercito Italiano di stanza a Trapani, nella Caserma Luigi Giannettino ed è inquadrato nella
Brigata Meccanizzata "Aosta".
Il motto del reggimento è "...e vincere bisogna".
Costituito il 16 aprile 1861 a Capua con i battaglioni dal XXVIII al XXXIII, amplia i suoi ranghi fino a contare otto battaglioni e, nel dicembre 1865 cambia numerazione in 4° Reggimento Bersaglieri.
Si ricostituisce il 1° gennaio 1871 ad Ancona con quattro battaglioni veterani delle Campagne per l'Indipedenza, il VI, il XIII, il XIX ed il XXI, tutti provenienti dal 1° Reggimento.
Perso di forza il XXI, rinumerati in I,
II e III gli altri battaglioni, concorre alla formazione di reparti inquadrati nelle Campagne di Eritrea.
Impegnato con oltre mille uomini in
libia nel 1911-12, affronta la Grande Guerra con le fila completate da un battaglione ciclisti.
In linea nel '15 nella Conca di Plezzo, sul Carso nel '16, sull'Isonzo, il Vodice, la Bainsizza nel '17, il Reggimento chiude la Prima Guerra Mondiale sul Sasso Rosso nel 1918.
Riordinato nel 1923 in Reggimento
Ciclisti, mantiene in vita il VI e il XIII Battaglione.
Impiegato al completo nella guerra di
Spagna, il Reggimento opera inquadrato nella Divisione Celere "Emanuele Filiberto Testa di Ferro" in Jugoslavia, Bosnia e Croazia, quindi con la "Pricipe Amedeo duca d'Aosta" parte nel 1942 per
il fronte Russo.
Rientrato in Italia con due Medaglie d'Oro alla Bandiera ad aprile del '43, il 1° luglio 1943 diviene 6° Reggimento Bersaglieri Motorizzato.
Si scioglie l'8 settembre 1943 a seguito
dell'Armistizio.
Il 1° ottobre 1969 si ricostituisce il
VI Battaglione Bersaglieri inquadrato nel 22° Reggimento Fanteria Corazzata "Cremona" alle dipedenze del quale resta fino al 20 ottobre 1975.
Sciolto il Reggimento per effetto della
ristrutturazione del 1975 il Battaglione con sede in Torino assume la denominazione di 6° Battaglione Bersaglieri "Palestro" ed è inquadrato nella 3^Brigata Meccanizzata "Goito" della Divisione
"Centauro".
Il Battaglione nell'ambito della
ristrutturazione del 1985 viene posto in posizione "Quadro" e quindi soppresso il 31 maggio 1991.
Il 16 settembre 1992, si ricostituisce
il 6° Reggimento Bersaglieri sul 6° Battaglione Bersaglieri "Palestro" in Solbiate Olona, per trasformazione del preesistente 10" Battaglione Bersaglieri "Bezzecca".
Il Reggimento ha partecipato alle
operazioni all'estero ed in patria he hanno visto impegnata la Forza Armata.
Progressivamente ridotto nei quadri
nella sede di Bologna, si ricostituisce nella sede di Trapani il 15 aprile 2005 per ridenominazione del preesistente 12° reggimento bersaglieri
"...e vincere bisogna"
Reggimento bersaglieri si compone di un comando di reggimento, una compagnia di supporto logistico e un battaglione bersaglieri, pedina operativa
dell'unità.
Alimentato con personale volontario, il reggimento è di stanza a Trapani.
La Bandiera di Guerra è decorata di un Ordine Militare d'Italia, due Medaglie d'Oro al Valor Militare una d'Argento al Valore dell'Esercito e quattro di Bronzo al
Valor Militare.
La festa del reggimento, come per tutti i reggimenti bersaglieri, cade il 18 giugno, anniversario della costituzione della specialità (1836).
LO STEMMA
Scudo: Partito d'argento e d'azzurro, il primo alla Torre di S. Martino al naturale; ilsecondo alla fascia d'argento caricata da una stella d'azzurro ed accompagnata in capo da due sciabole d'oro in decusse (Custoza) ed in punta da un fiume in fascia ondato d'argento.
Il tutto abbassato ad un capo d'oroal
quartier franco d'azzurro caricato del tridente bizantino d'Ucraina d'oro.
Ornamenti esteriori: sullo
scudo corona turrita d'oro, accompagnata sotto da nastri, annodati nella corona scendenti e svolazzanti in sbarra e in banda ai lati dello scudo, rappresentativi delle ricompense al
Valore.
Nastro dai colori dell'Ordine Militare
d'Italia accollato alla punta dello scudo su lista bifida d'oro, svolazzante, con la concavità rivolta verso l'alto, il motto
"...e vincere bisogna".
IL MEDAGLIERE
Ordine Militare d'Italia
Decreto 5 giugno 1920
Nei duri cimenti della guerra, nella
tormentata trincea o nell'aspra battaglia,conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace , domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana
virtù dei figli d'Italia (1915 - 1918) (All'Arma di Fanteria).
Medaglia d'Oro al Valor Militare
Decreto 31 dicembre
1948
"Salda e forte unità di guerra, già
temprata in mesi di aspra lotta su altro fronte, si prodigava nella dura campagna di Russia con lo stesso ardore e la stessa fede che formarono la sua gloria nelle precedenti guerre
d’Italia.
Balzato dalla linea difensiva aspramente contesa, ma sempre inviolata, all’audace offensiva, si impossessava con sanguinosa battaglia del centro fortificato di Twnowka, aprendo il passo alla conquista del ricco bacino minerario di Krasnij Lutsch.
Passato, con rapida, leggendaria marcia, dal Donez al Don ,dava il suo ponte e decisivo contributo alla battaglia per la conquista di una munitissima testa di ponte nemica, annientando il nemico annidato in un settore particolarmente difficile ed insidioso.
Chiamato in altro settore, dove minacciose masse russe erano riuscite a passare sulla destra del Don, con eroici contrattacchi e con tenacissima resistenza arrestava definitivamente l’avversario, rendendo vani ripetuti sfondamenti fatti dal nemico con mezzi e forze assolutamente preponderanti.
Fronte Russo. (Orlowo - Iwanowka -
Bokowo Antrazit - Bobrowski - quota 224- Jagodnyj - quota 208) - febbraio Settembre 1942
Medaglia d'Oro al Valor Militare
Decreto 26 maggio 1956
Magnifico Reggimento Bersaglieri durante
la campagna in Russia già duramente provato e copertosi di gloria, stremato nelle sue file, ma non domo, compì atti prodigiosi nella tormentata manovra di ripiegamento delle truppe della
A.R.MI.R. segnando, dal Don al Dnieper, con copioso sangue le tappe di una lotta epica. in nobile gara di eroismo e di sacrificio con altre truppe: avanguardia arditissima in cruenti puntate
controffensive, temeraria ed implacabile retroguardia, in durissimi combattimenti di arresto contrastò passo a passo il procedere baldanzoso di forti colonne corazzate nemiche, rompendone più
volte l'accerchiamento con mezzi ed armi di gran lunga inferiori in numero ed efficacia. Sorretto da una disperata volontà di resistenza, benché sopraffatto dalle travolgenti forze avversarie,
dopo aver perduto circa il 70% dei suoi effettivi chiuse combattendo per ultimo, sulle sponde del Dnieper, il tragico ciclo operativo, ammirato dagli alleati a fianco dei quali validamente si
batteva, tenendo ovunque alto il nome dei soldati d'italia e sempre fedele alle nobili tradizioni del Corpo".
Fronte russo, fiume Don, fiume Dnieper,
17 dicembre 1942 - 20 febbraio 1943.
Medaglia d' Argento al Valor dell'Esercito
Decreto 17 marzo 1995
Inquadrato nelle forze del contingente
italiano impegnato in Somalia per le operazioni di soccorso e protezioni alla popolazione, nonostante le oggettive difficoltà ambientali, si prodigava con totale dedizione ed elevata
professionalità nella delicatissima e pericolosa missione.
Operando in condizioni estreme di sicurezza, i suoi uomini hanno sempre confermato sia in attività di controllo del territorio, sia in azioni di rastrellamento per la ricerca d’armi sia in operazioni anti banditismo e/o scorte a convogli umanitari, sia infine durante le fasi di abbandono delle posizioni di Belet Wein e Bulo Burti, elevate capacità operative, altissimo senso del dovere e coraggio non comune. Più volte coinvolte in conflitti a fuoco, le sue unità reagivano sempre con efficacia, dimostrando in ogni circostanza la capacità di discriminare e graduare le reazioni del proprio personale evitando così inutili spargimenti di sangue.
La fierezza, l’orgoglio e la certezza di portare vitale soccorso umanitario ad una popolazione disperata e la necessità di ridare ordine ad un paese martoriato dalla guerra civile sono state le motivazioni che hanno contraddistinto l’operato.
Chiarissimo esempio di soldato che ha dato lustro all’Esercito Italiano, facendogli riscuotere unanime ammirazioni dalle Forze Armate Internazionali impiegate in Somalia.
Somalia 30 novembre 1993 - 24 Febbraio
1994
Medaglia di Bronzo al Valor Militare
Decreto 27 maggio 1859
Per essersi distinto al passaggio della
Sesia e nelle operazioni successive su Palestro e Borgo Vercelli. 21 mag. 1859 22- 25 mag. 1859 (Al VI Btg.)
Medaglia di Bronzo al Valor Militare
Decreto 30 settembre
1862
Perché diede prova di valore e di
sagacia militare (fatto d’arme di Aspromonte).
Settembre 1862 (Al VI
Btg.)
Medaglia di Bronzo al Valor Militare
Decreto 6 dicembre 1866
Per la valorosa ed intrepida condotta
tenuta al fatto d’armi di Custoza. 24 giu. 1866 (Al XIII Btg.)
Medaglia di Bronzo al Valor Militare
Decreto 29 ottobre 1922
Sotto violento fuoco attraversava
l’Isonzo, irrompendo nelle trincee nemiche ed in quattro giornate di aspra lotta validamente concorreva, con slancio intrepido e fulgido valore, al conseguimento della vittoria.
Malgrado le forti perdite subite, manteneva tenacemente le posizioni conquistate, resistendo ai violenti e ripetuti contrattacchi nemici. Si distinse per slancio e ardimento nella riconquista di una importante posizione.
Bainsizza 16-20 agosto 1917.
12° REGGIMENTO BERSAGLIERI - DISCIOLTO
Il 12° Reggimento bersaglieri è stata un'unità militare del Regio Esercito
e dell' Esercito Italiano.
Costituito in Verona il 16 settembre 1883 con reparti a livello battaglione preesistenti, il 12° bersaglieri conosce il battesimo del fuoco in Eritrea (1885-96).
Quindi fornisce circa 1.000 uomini al corpo di spedizione in Libia per la guerra del 1911-12.
Lo ritroviamo nella 15-18 impegnato
lungo il fronte isontino e nella vittoriosa battaglia finale di Vittorio Veneto.
Partecipa alla campagna del 1935-1936
contro l'Etiopia e nel 1939 è in Albania con un battaglione.
Successivamente, opera alla Fronte
Alpina occidentale e nel 1941 partecipa alle operazioni per l'occupazione della Jugoslavia.
Assegnato alla Divisione Corazzata
"Littorio" (133°) viene inviato in Africa Settentrionale dove, dopo la battaglia di El-Alamein, è sciolto l'8 dicembre del 1942.
Il 1° ottobre del 1975, a Tauriano (PN)
si costituisce il 23° battaglione Bersaglieri "Castel di Borgo" al quale viene assegnata bandiera e tradizioni del 12° reggimento.
Il reparto, allora inquadrato nella Brigata corazzata "Mameli", partecipa dall'ottobre 1983 al gennaio 1984 alla Missione di Pace in Libano.
Trasferito dal 1° Aprile 1991 alla
Brigata corazzata "Ariete", il Battaglione viene quindi ridislocato il 31 Marzo del 1992 da Tauriano (PN) in Sicilia, con sede in Trapani, alle dipendenze della Brigata "Aosta". Il 2 settembre
1992 il 12° Reggimento si ricostituisce nella sede siciliana prendendo alle sue dipendenze il 23° Battaglione b. "Castel di Borgo".
Negli anni 1992-94 è responsabile
operativo dei reparti dislocati nella provincia di Trapani per l'operazione di Ordine Pubblico" Vespri Siciliani".
Il 15 aprile 2005 viene soppresso e
sostituito nella sede dal ricostituito 6° reggimento bersaglieri.
La Bandiera del Reggimento è decorata di
un Ordine Militare d'Italia, una Medaglia d'Oro al Valor Militare, 3 Medaglie d'Argento al Valor Militare ed una Medaglia d'Argento al Valore dell'Esercito.
La festa del reggimento, come per tutti
i reggimenti bersaglieri, cade il 18 giugno, anniversario della costituzione della specialità (1836).
STORIA DEL REGGIMENTO
Sede del reggimento in pace: Bologna. Distretti di reclutamento: Bergamo, Caltanissetta, Casale, Perugia, Salerno, Teramo, Treviso. Distretti di mobilitazione: Bologna, Forlì, Pesaro, Ravenna, Sacile. |
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Dalla sede di pace il reggimento è inviato, fin dal 16 settembre 1914, ad Aviano. Dal 15 al 19 marzo 1915 si trasferisce nella zona fra Torreano, Campeglio e Faedis ed il 20 maggio in quella fra Canebola, S. Antonio, M. Joànaz e la Bocchetta di Masarolis.
E' assegnato alla divisione speciale B. Il 25 occupa Caporetto, trovato anch'esso sgombro; il 26, il XIII battaglione si disloca fra Drezenca e Volnik ed il 27 il VI raggiunge Ravna; il XIX è alla dipendenza del comando della divisione. Il 30, la 3a compagnia del VI rinforzata da una del battaglione alpini Susa, tenta di occupare M. Vrsic, ma, fatta segno a viva reazione avversaria, scende sul Planina Za Kraju.
Il 31 maggio M. Vrsic è conquistato dai battaglioni alpini Susa e Val Pellice, a
rincalzo dei quali agiscono le compagnie 1a e 4a del VI che vi permangono di presidio, rafforzandolo e resistendo ai contrattacchi del nemico. I
battaglioni si dislocano: il VI al M. Vrsic, il XIII ed il XIX al Na Krogu. Il nemico, per la valle dello Slatenik e per il costone del Lipnik, tenta di prendere il M. Vrsic, ma
ne è sempre respinto. Ritorna in linea il 27, dislocando il XIX battaglione dalla cresta di M. Vrsic a q. 1270, il XIII da tale quota a quella 1772, il VI in riserva, con due compagnie sulle alture soprastanti Planina Za Plecani ed una fra queste e Planina Za Kraju. Il 6 luglio il VI sostituisce il XIII, questo è a sua volta rilevato il 16 dal XIX. Si esercita soltanto attività di pattuglie. Il 19, i gruppi alpini "A" e "B" iniziano una azione, già fissata per il 12 e poi rimandata a causa della pioggia, contro le posizioni avversarie del Veliki Lemez, dello Smogar, di Luznica e del Mrzli; ad essa il 6° concorre con azione di pattuglie.
I battaglioni si alternano in linea fino al 14 agosto, allorchè si riprende
l'azione offensiva. Questo riparto, però, incontra forti ostacoli nell'avanzata, sì che il VI può progredire appena fino alla prima trincea avversaria detta "dei Morti" ed iniziare l'assalto di un munito trincerone detto "Osservatorio Austriaco", ma il tentativo è frustrato dalla reazione avversaria e dallo scatenarsi di un violento temporale. Il mattino del 15, l'azione è ripresa e l'obbiettivo è raggiunto dal battaglione, coadiuvato dalla 42a compagnia alpini, da riparti del 157° fanteria e del XXX bersaglieri del 9° reggimento, operanti alla sua destra.
La 7a e 9a compagnia si spingono fino a 300 metri
dalle trincee nemiche dette "bassa" e di "angolo", site sul versante occidentale del M. Vrsic, nel vallone dello Slatenik. Sono catturati 33 prigionieri, armi e materiale ed il
battaglione subisce la perdita di 88 gregari.
Verso sera, il VI procedendo nell'attacco, urta contro riparti nemici
avanzanti e li volge in fuga, portandosi fin presso la q. 1371.
Il 20 agosto, i riparti schierati sul M. Vrsic occupano, dopo accanita
lotta, una nuova trincea; i bersaglieri vi perdono 3 ufficiali e 86 gregari. Fra il 6 e il 7 settembre il 6° bersaglieri, sostituito dall'11°, è inviato nella conca di Plezzo, passando alla dipendenza della brigata Aosta.
Il giorno 10 il VI battaglione ne sostituisce uno del 5° fanteria nelle trincee di
fronte a Ravelnik, il XIII è in rincalzo nella conca di Plezzo, il XIX a Za Verzeljnom, a disposizione della brigata Aosta.
Il 16, quattro compagnie (1a, 3a, 5a e
6a) puntano al Ravelnik, ma devono sostare a 300 metri dai reticolati avversari, a causa della intensa reazione e delle perdite sofferte (3 ufficiali e 93 bersaglieri),
che consigliano di sostituire, con la 4a, la 3a e la 5a maggiormente provate.
Il 23 settembre il VI ed il XIII si trasferiscono a nord di Saga, per
essere adibiti a lavori di rafforzamento di quella stretta. Il 12 ottobre il 6°, coi battaglioni XIII e XIX, è dislocato per lavori tra Pluzne e Za Verzeljnom; il VI si
trasferisce a Log di Cezsoca, distaccando mezza compagnia a Jama Planina per scorta all'artiglieria. Il 25 ottobre, il VI si porta a nord di Pluzne e nella notte sul 29 il XIX è inviato a Serpenizza a sostituirvi un riparto del 12° bersaglieri. La sera dell'8 novembre i battaglioni XIII e XIX, col comando di reggimento, sono destinati in prima linea, al posto del 12° bersaglieri, nel settore di Ravelnik, che si estende dalla strada Plezzo - Chiusa di Plezzo all'Isonzo. Il 10, il VI si trasferisce a Za Verzeljnom e, nello stesso giorno, il reggimento riprende le azioni dimostrative coll'invio di numerose pattuglie. Il 18 novembre ritorna in riserva a Serpenizza coi battaglioni VI e XIII, per riportarsi in linea il 28, nel settore Piccolo Javorcek - Jablenica al posto del 9° bersaglieri. Il 23 dicembre, sostituito dal 12° si reca in riposo a Serpenizza.
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Il 5 gennaio il XIII sostituisce il XXVIII
del 9° nel sottosettore compreso fra le quote 700 e 900 (pendici occidentali del M. Cukla). I battaglioni si alternano nelle rispettive posizioni, mantenendo contegno offensivo, con l'invio frequente di pattuglie. La sera del 22 gennaio, il reggimento attacca le antistanti posizioni, ma gli elementi avanzati riescono appena a toccare in qualche punto le difese accessorie del nemico, quando si scatena una violenta reazione, che li obbliga a ripiegare, dopo aver subito una sessantina di perdite, fra le quali due ufficiali.
Il 14 febbraio, la divisione speciale bersaglieri partecipa alle azioni per la
ripresa del M. Cukla: il 6° vi concorre con azioni dimostrative dirette contro le posizioni a nord di M. Na Skali e contro Fornace. Il 25 febbraio il reggimento compie una nuova azione dimostrativa.
Il 2 marzo è sostituito dal 120° fanteria e si porta a riposo ad Homec
(36a divisione). |
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(1) Per il seguito vedere la I brigata bersaglieri. | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
BATTAGLIONE CICLISTI.
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Assegnato, quale truppa suppletiva al VI corpo d'armata, il battaglione, al principio delle ostilità, è dislocato a Percotto. Inizia una serie di ricognizioni sulla destra dell'Isonzo, verso M. Fortin, Peuma, Grafenberg e Podgora. Il 7 giugno, assieme al IX ciclisti, tenta l'occupazione di Lucinico e di Campagna, ma il nemico reagisce in modo tale da obbligare i battaglioni a ripiegare a Capriva. Il 9 essi ritentano la prova, ma il nemico è sempre vigile. Il 23 giugno, il VI corpo d'armata riprende l'azione ed al VI battaglione, in riserva a Vipulzano, è dato ordine di puntare su Osteria al Ponte, al momento in cui le fanterie delle divisioni 11a e 12a muoveranno all'attacco e, possibilmente, di agire sul rovescio delle posizioni nemiche. L'azione però è arrestata su tutta la fronte dalla efficienza delle difese passive avversarie e dal violento fuoco di sbarramento. Il 30 è ripreso l'attacco contro il M. Sabotino ed il battaglione, appiedato, vi concorre assieme a riparti della brigata Napoli (4a divisione), ma la pioggia dirotta impedisce ogni movimento. Il 7 luglio è inviato a S. Martino di Quisca alla dipendenza della 4a divisione, colla quale opera verso le posizioni di Peuma e di Oslavia. Il 31 agosto si trasferisce ad Oleis (VI corpo d'armata) e vi permane fino al 17 ottobre, allorchè è inviato a Brazzano. Il 26 si porta a Medana ed il 2 novembre a Cerovo Dol a disposizione del comando dell'11a divisione, che lo invia, l'indomani, a S. Floriano, mentre ferve la battaglia di Oslavia.
Il 13 novembre è a Pri Fabrisu ed il 15 ritorna a Medana, ancora alla diretta
dipendenza del VI corpo d'armata, che lo rimanda, all'alba del 18, ad ovest di Cerovo Dol. Ritorna poi ad Oleis per riordinarsi ed il 6 dicembre si porta a Buttrio.
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Fino al 15 gennaio il battaglione è a Buttrio, intento al suo riordinamento.
In tale giorno è trasferito prima a Subida e poi a Valerisce, alla dipendenza
della 27a divisione, che lo invia verso Oslavia, assieme ai battaglioni ciclisti II e IX, per cooperare alla riconquista di qualcuna delle posizioni riprese
dal nemico. All'alba del 16, i tre battaglioni, affiancati, iniziano l'attacco, ma sono arrestati da un violento fuoco di artiglieria, che li obbliga a ripiegare in fondo al
vallone di q. 115. Il 25, un contrattacco riporta i tre battaglioni alla selletta, che anche questa volta però deve essere abbandonata per la sempre crescente reazione nemica e per il mancato appoggio dei riparti laterali. Mentre i ciclisti si accingono ad un nuovo attacco, hanno ordine di ritornare a Buttrio, che raggiungono il 26.
L'11 marzo il VI si trasferisce a Manzano, ove riprende le sue esercitazioni fino
al 27, nel quale giorno, per Subida, ritorna a Medana col II e col IX.
Il 29 si trasferisce a Valisella e di là distacca in linea, nella trincea del
piano di Lucinico, la 11a compagnia e due plotoni della 10a, per rilevarvi riparti del II ciclisti; il resto del battaglione è impiegato in lavori
stradali.
Il 13, il VI, rilevato dal IX, si porta a Manzano, per proseguire il 14 per
Subida ed il 15 per Brazzano.
Il 20, continuando il trasferimento, giunge a Poleggia, il 21 a S. Stino, il 22 a
Campiello e di lì, il 24, prosegue per M. Cucco, passando a disposizione del comando della 34a divisione. I superstiti sono riuniti a M. Mosciagh ed il 27 maggio inviati a Breganze, il 28 a Poleggia ed il 31 a Schiavon (28a divisione). Il 3 giugno sono trasferiti a S. Caterina di Lusiana e l'8 rimandati a Schiavon.
Il 20 giugno il battaglione, che attende al suo riordinamento, ripassa alla
diretta dipendenza del VI corpo d'armata.
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Fino al 29 aprile, il battaglione attende ad un periodo di esercitazioni ed allenamento nei pressi di S. Andrea. Destinato in altra zona, inizia il suo trasferimento ed il 2 maggio giunge a Pontida, il 3 a Desenzano, il 6 a Fontanive, il 7 a Porcia, ove permane fino al 10, a disposizione del Comando Supremo.
L'11 riparte per Orgnano, l'indomani per Villanova Judrio; ivi sosta fino al 19,
per essere inviato, il giorno seguente, per Aquileja ad Oppacchiasella (31a divisione). Ma più tardi l'azione è ripresa e mentre il nemico tenta di avanzare profittando del temporaneo ripiegamento, è ricacciato dal battaglione di sinistra del 244°, dal VI ciclisti e da due del 17° fanteria, che riprendono la posizione e saldamente la rafforzano.
Il 27 l'azione è sospesa ed il battaglione è ritirato in seconda linea a
Palichisce. Il 12 settembre è a Conegliano per proseguire l'indomani, per Pian del Bosco. Di lì, il 18, è trasferito in autocarri a Forcella Tesino, ma, dopo tre giorni, si reca, per via ordinaria, ad Arten e poi a Vas. Ivi trovasi all'inizio dell'offensiva austro-tedesca, allorchè, il 25 ottobre, è inviato a Resiutta, alla dipendenza del comando della zona carnica. Nella stessa giornata, rinforzato da due plotoni mitragliatrici dell'VIII battaglione ciclisti, si porta a M. Plagna per impedire al nemico, già pervenuto a Borgo S. Giacomo, di avanzare. Nel pomeriggio del 27 è trasferito prima a Venzone e poi a Casera Mucis, in rinforzo al I ciclisti.
Nella notte sul 28 il VI, con due compagnie e la compagnia mitragliatrici, inizia,
mentre imperversa un furioso temporale, l'attacco contro forcella Mucis e forcella Campidello, distaccando pattuglie che, spinte innanzi per sondare l'entità delle forze nemiche,
riescono a catturare alcuni prigionieri. Nella notte, il VI ha ordine di ripiegare su Venzone, senza perdere il contatto col nemico, provvedendo alla sicurezza del ponte di Braulins e del fondo della valle Pozzolon, facile via di accesso al nemico. La sera del 29, dopo aver assolto il compito affidatogli ed aver lasciato per ultimo la zona carnica, riceve ordine di portarsi a Trasaghis; il 31 raggiunge Maniago ed il 1° novembre S. Leonardo. Nel pomeriggio del 2 è fatto proseguire prima per Solimbergo e poi per Sequals, col compito di spingere pattuglie a Valeriano, per riprendere contatto col nemico. All'alba del 3, il battaglione si schiera lungo il torrente Lestans e si accinge a sbarrarne il ponte, quando un nuovo ordine lo rimanda a Sequals, donde si spinge a Solimbergo. Il nemico intanto, scendendo numeroso dalle circostanti colline, il giorno 5, ha sotto il suo tiro la strada Solimbergo - Sequals, minacciando in tal modo di bloccare il battaglione, che, con abile manovra ed attraversando a guado il Meduna, riesce a portarsi a Maniago, ma è subito dopo inviato a Fanna col compito di arrestare l'ulteriore avanzata dell'avversario. Assolto tale compito, si ritira a S. Leonardo schierandosi sulla destra del Cellina. Gli austriaci, forzato il passaggio del torrente a S. Foca, si stendono a semicerchio, tentando di sbarrare il passo per l'ulteriore ripiegamento verso la Livenza; ma anche questa volta è frustrato il loro tentativo ed il battaglione raggiunge il fiume, schierandosi, il 6, fra Sacile e Fiaschetti, ove permane tutto il giorno. La sera si porta a Fornace per difendere il fianco destro di altri riparti ivi schierati; il 7 si reca a Vidor e di lì provvede a formare una linea di resistenza e ad inviare riparti in esplorazione tra Refrontolo e Susegana. Il mattino del 9 i nuclei avanzati cominciano ad aver contatto colle prime pattuglie nemiche, che sono disperse, ma più tardi il presidio di Refrontolo, assalito in forze, è obbligato a retrocedere. Il comandante e pochi altri militari, fatti prigionieri, riescono a sfuggire ed a raggiungere le nostre linee. Intanto, anche il presidio di Susegana è attaccato, ma riesce a sostenersi ed a ricacciare l'invasore.
Si stabilisce una linea di resistenza fra Pieve di Solighetto, Pieve di Soligo,
Barbisano e S. Anna, che il nemico tenta di rompere, ma è respinto dal VI battaglione e da riparti di arditi, con violenti combattimenti. Il resto del battaglione, impegnato a Moriago, si ritira anch'esso a Vidor, coll'ordine di rinforzare quella testa di ponte, occupata da riparti del 3° alpini. Dopo altri furiosi combattimenti, il battaglione si porta sulla destra del Piave e l'11 novembre si riunisce a Maser.
Il 16 si sposta a Cornuda e di lì prosegue per Curogna, ove è impegnato nella
costruzione di una linea difensiva. Il 26, rilevato da un reparto alpino, si porta a Coste e vi permane fino alla fine del mese.
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Il battaglione è nella zona di Cà Lunga fino al 14
gennaio, allorchè ritorna a Cà Panno.
Richiamato il 23 maggio ad Ariano Polesine, il 30 è inviato, per via ordinaria, a
Meolo, per costituire, coi battaglioni III e IX, il IV gruppo ciclisti che, il 1° giugno, sostituisce il 13° bersaglieri nella trincea della testa di ponte di Capo Sile.
Partecipa alla battaglia del Piave, contrattaccando il 16, colla brigata Sassari,
il nemico ad est della stazione della Fossetta di Losson. Il 17 si trasferisce a Cà Tron; il 18 combatte colla "Bisagno" a Cà Malipiero, a Cà Bellesine ed il 19 a Cà
Rosa.
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Reggimento. |
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BOLLETTINO DI GUERRA N. 824 (26 agosto 1917, ore 13). |
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"La battaglia incomincia a rivelarsi nella grandiosità
delle sue linee.
Puntando decisamente sulla fronte Jelenik - Vrk, aggiravano le tre linee difensive
nemiche del Semmer, del Kobilek e di Madoni, ivi annodantisi, e contemporaneamente attaccavano le stesse linee anche di fronte e le rompevano malgrado l’ostinatissima
difesa del nemico.
Nostre brevi avanzate rettificarono e consolidarono le posizioni conquistate;
tentativi nemici di contrattacco fallirono sotto il nostro fuoco.
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Aspirante Ufficiale PALLOTTI GIACOMO: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“In un momento criticissimo dell'azione, con raro ardire lanciavasi alla testa del suo plotone contro il nemico che irrompeva sulle nostre trincee. Dopo fiera lotta alla baionetta, riusciva a rioccupare la posizione perduta, che difendeva poi con eroismo e tenacia. Stando ritto sulla trincea animava i suoi soldati e raddoppiava le forze per far fronte al soverchiante numero di nemici finchè, colpito in fronte da palla nemica, cadeva gloriosamente sul campo. - Monte Badenecche, 4 dicembre 1917". (Boll. Uff., anno 1922, disp. 3) |
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Sergente ROSSI FRANCESCO: |
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"Distintosi in precedenti azioni e specialmente durante il ripiegamento la Piave, combatteva meravigliosamente, contribuendo a riconquistare una posizione perduta. Costretto poscia a ripiegare, ed avendo perduto il proprio capitano, si raccoglieva a disperata resistenza, incitando con la parola e l'esempio i pochi compagni superstiti, vicino al comandante, per salvare il quale faceva supremo olocausto della vita. Si spegneva serenamente col nome d'Italia sulle labbra. - Monte Tondarecar, 4 dicembre 1917". (Boll. Uff., anno 1921, disp. 54) |
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Battaglioni VI, XIII e XIX: Ufficiali, n. 77 - Truppa, n.
33.
Battaglioni VI, XIII e XIX: Ufficiali e militari di truppa, n.
166.
Colonnello MILANI Giovanni Battista, dal 24 maggio
al 26 giugno 1915. |
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BATTAGLIONE CICLISTI. |
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