LETTURE CONSIGLIATE
Il giornalista de “Il Vicenza” e "L'Altopiano", Giovanni Dalle Fusine, commenta cosi’ l’opera di Gualtieri: “Per conoscere e non dimenticare
la Grande Guerra 1914-1918” è supportato da una profonda conoscenza della materia, dalla ricercatezza delle fonti, e con quest’opera porta a compimento una esegesi globale di ciò
che fu la guerra 1914 – 1918. Gualtieri vuole divulgare e mettere in relazione l’enorme mole di testi che parlano del conflitto, rendendo le nozioni storiche davvero alla portata
di tutti.”
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Alessandro Gualtieri ha dichiarato: “L'attenzione verso la cosiddetta Grande Guerra 1914-1918, a differenza di quanto accadeva fino a un decennio fa, trova alcuni ostacoli dovuti alla modernità e al cambiamento della sensibilità dell'opinione pubblica verso la cultura storica, ritenuta da molti superflua e di impaccio rispetto ad uno stile di vita pragmatico ed automatizzato. Eppure, continuo a scrivere sulla storia e sul nostro passato, segno che la ricerca delle proprie radici non è mai stata, ne’ mai dev’essere sopita.” |
La
Battaglia della Somme
Alessandro Gualtieri Mattioli 1885 |
Verdun
1916 |
Le Battaglie di
Ypres |
RODORIGO EDITORE
Siamo specializzati nella distribuzione di testi storici.
Disponiamo del catalogo completo dei testi degli Uffici Storici di Marina, Esercito e Aeronautica oltre alla pubblicazione di libri in collaborazione con le migliori università italiane.
Operiamo in un contesto di sostenibilità usando carta da fonti responsabili e riusando materiali altrimenti destinati a smaltimento integrandoli nelle nostre produzioni in perfetto stile di Economia Circolare.
BASI NAVALI E AEREE DELLA REGIA MARINA NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
Il volume, risultato di una collaborazione scientifica ed editoriale tra l’Università “La Sapienza” di Roma e l’Ufficio Pubblica Informazione
e Comunicazione della Marina Militare, esamina le infrastrutture terrestri - basi navali ed aeree - della Forza Armata durante la IV Guerra
d’Indipendenza italiana svoltasi nella I Guerra Mondiale.
La strategia di difesa, navale e marittima italiana ha sempre trovato la sua essenza nel potenziamento della propria flotta militare e mercantile grazie all’utilizzo di basi navali e aeree, di porti, di piazzeforti marittime e di infrastrutture a terra.
Nondimeno quest’ultime dovevano essere parte attiva e vtale della difesa costiera ed in una prospettiva di pianificazione strategica a lungo termine. Per questa ragione, città come Taranto, Brindisi,Venezia ed Ancona vennero coinvolte nell’imponente compito di fronteggiare l’impero austro-ungarico per mare, per terra e per aria.
Artefice principale di tale strategia fu l’Ammiraglio Paolo Thaon di Revel. Il volume, ricco di illustrazioni, porta a interessanti considerazioni poiché restituisce chiaramente la dimensione dello sforzo - politico, economico ed industriale - che il Regno d’Italia, con perseveranza, intraprese alla fine dell’Ottocento e che toccò il suo apice nel periodo del primo conflitto mondiale.
Editore: Ufficio Storico della Marina Militare.
Info: ufficiostorico.vendite@marina.difesa.it
LA STORIA DI VENEZIA CUSTODITA NELL'ARCHIVIO DI STATO PROMISSIONI
E CAPITOLARI IN UNA MOSTRA VIRTUALE
Ci sono i testamenti, da cui emerge la paura di morire senza aver messo in ordine i propri beni; ci sono i provvedimenti della Serenissima per tutelare le arti; c’è la missiva - sottoscritta da Benjamin Franklin, daThomas Jefferson e John Adams - trasmessa al Senato di Venezia nel 1784, per il tramite di Daniele Dolfin, dove si auspica un trattato di amicizia fra gli Stati Uniti e la Serenissima; ci sono i disegni a penna e acquerello, del 1500, della laguna fra la foce del Sile e il canale di San Felice.
E poi la prima attestazione del nome di Arsenale, la compravendita di uno schiavo di 16 anni per 25 ducati d’oro, il registro con cui si istituisce il Ghetto, la proposta - scritta di pugno da Baldassarre Longhena - di edificazione della Basilica della Salute, una chiesa dalla forma completamente originale per Venezia, che si ispirava all’idea della corona del Rosario.
Con i suoi 80 chilometri di scaffalature, l’Archivio di Stato di Venezia, adiacente alla Basilica dei Frari, è un inestimabile scrigno di segreti, di documenti e di storie lungo i 1600 anni della Serenissima Repubblica. Tutta la vita di Venezia trova spazio in questi scaffali.
Per omaggiare Venezia nell'anno in cui si celebrano i 1600 anni dalla sua fondazione, l’Archivio ha scelto di selezionare un centinaio di documenti che cristallizzano alcuni momenti della storia della Serenissima, e poi della Venezia in mano alle dominazioni straniere sino all'unione con l’Italia e i giorni nostri.
Una mostra virtuale, dal titolo I secoli di Venezia. Dai documenti dell’Archivio di Stato, curata dall’ archivista Andrea Pelizza e realizzata insieme ai funzionari dell’Archivio. Nelle promissioni ducali erano precisati i limiti entro i quali la figura del doge doveva contenersi nell'agire. Come sappiamo, il doge non era un principe, un sovrano assoluto come in altre parti d’Europa:
eniva eletto dagli altri nobili veneziani ed era vincolato alla promissione ducale, doveva rappresentare un’incarnazione quasi fisica della maestà della Serenissima. In questo registro di promissioni sono contenute diverse promissioni di dogi tra il XIII e il XIV secolo, perché ad ogni doge veniva integrato, generalmente con ulteriori restrizioni, il testo della promissione del doge precedente. Quindi ogni doge aveva la propria promissione.
Si può vedere un capitolare dei Provveditori alla sanità, importantissimo organismo della Serenissima creato per affrontare le situazioni gravi, dalle pestilenze alla gestione ordinaria e al coordinamento della vita sanitaria a Venezia e in tutte le città del dominio della Serenissima, di terra e di mare. E ancora:
il primo privilegio rilasciato per esercitare la stampa a Giovanni di Spira, del 1469.
Un documento importante è anche quello sottoscritto dall'architetto Baldassarre Longhena che si rivolge al doge e ai senatori per proporre di edificare, dopo la peste del 1630, un edificio su pianta rotonda in quanto evocativo della corona del rosario.
C’è poi una sezione dedicata alla monetazione, dove ad esempio compare un documento del decimo secolo sulle prime sedi in cui si batteva moneta, che era uno degli elementi fondamentali della sovranità pubblica, e quindi sulla costruzione della fabbrica della Zecca
da parte di Jacopo Sansovino.
E poi i testamenti di uomini e donne vissuti in varie epoche, figure meno note ma anche artisti come Antonio Canova, Rosalba Carriera, il poeta Giorgio Baffo. Si tratta di documenti curiosi perché elencano i beni posseduti e testimoniano anche lo stato finale dell’esistenza di una persona, chi gli stava accanto e come aveva condotto la propria esistenza.
Primo in Italia per dimensioni, l’Archivio di Stato di Venezia è creato nel 1815 come archivio generale
delle provincie venete in epoca lombardo-veneta con lo scopo di conservare i documenti che si pensava
fossero utili all’azione di governo.
La mostra è visitabile sul sito https://1600anni.archiviodistatovenezia.it.