BOSCO CAPPUCCIO


MARIO COLOMBO — Archivio Storico Dal Molin

Bosco Cappuccio - Storia e Memoria di Bologna

questo e' il bosco cappuccio?


Nel cuore del Carso goriziano, tra i ricordi della Grande guerra, una villa antica offre suggestioni storiche in una cornice unica, cioè un vigneto di 40 ettari.

Qui sarà inaugurato in settembre un parco dedicato al poeta soldato Giuseppe Ungaretti, che così scrisse: «Bosco Cappuccio ha un declivo di velluto verde come una dolce poltrona.

Appisolarmi là solo in un caffè remoto con una luce fievole come questa, di questa luna.

1 agosto 1916, Quota 141»
Giuseppe Ungaretti è al fronte sul Carso goriziano, 19º reggimento di Fanteria. Nascono qui, nella sofferenza della trincea, le poesie della raccolta “Il porto sepolto” che, come scrisse Giovanni Papini recensendole, «presentano in parole sofferte la distillazione della sua anima pacificata dalla guerra»

Località sul pianoro Carsico, di fronte a San Martino del Carso.

Nel 1915 le truppe italiane per attaccare le difese austriache di Bosco Cappuccio, partivano da Gradisca, oltrepassavano l'Isonzo sulle passerelle, entravano in Sdraussina, quindi iniziavano il vero e proprio avvicinamento alla prima linea nemica con la salita del ciglione Carsico.
Il settore era di pertinenza dell' XI° corpo d'armata, che il 5 giugno 1915, con la Brigata Regina a sinistra e il 30° fanteria della Brigata Pisa a destra, occupava Gradisca, andando a presidiare l'Isonzo sino alla confluenza col Vippacco.

All'alba del 23 giugno, I Battaglia dell'Isonzo, tre Brigate di fanteria assalivano la zona tra il monte San Michele e San Martino del Carso, cozzando contro i reticolati intatti; costrette a rientrare alle linee di partenza, ancora il 4 luglio, dopo un intenso quanto inutile bombardamento, provavano ad occupare la prima linea austriaca di Bosco Cappuccio e dei contigui Bosco Lancia e Bosco Triangolare.
Senza successo.

Il 18 luglio 1915, II Battaglia dell'Isonzo, con identico piano d'attacco, veniva reiterato il tentativo di sfondamento delle difese nemiche di Bosco Cappuccio, vera chiave di volta per la conquista del paese di San Martino del Carso.

Le difese austro ungariche, su due linee, protette da quadruplice fila di reticolati, con decine e decine di nidi di mitragliatrici, non cedettero.

Il 21 ottobre 1915, III Battaglia dell'Isonzo, alternate le truppe italiane in linea, di fronte al Bosco Cappuccio era schierata la Brigata Catanzaro.

Nonostante l'eroismo dei suoi fanti, furono conquistate solo modeste posizioni, gli avamposti nemici, senza che la difesa fosse minimamente intaccata. La cattiva stagione e l'esaurimento delle Brigate italiane, dissanguate da mesi di inutili assalti, consigliò al nostro Comando Supremo una sospensione delle operazioni.
A primavera del 1916 ricominciavano gli attacchi dell'esercito italiano, con una novità:

il potenziamento dell'artiglieria, soprattutto nei calibri pesanti, il maggior numero di mitragliatrici e l'aumento degli effettivi delle Brigate.

Tuttavia la V Battaglia dell'Isonzo, iniziata in marzo, fu un disastro non diverso dalle precedenti, ma le due prime linee erano ormai quasi a contatto.

Il 29 giugno 1916, gli austriaci, impiegarono un arma fino ad allora mai utilizzata: i gas venefici.

Fu una strage di italiani, di cui le scarse forze nemiche non seppero approfittare, a sera tutto tornava come prima.
Il 6 agosto 1916, iniziava la battaglia di Gorizia, VI dell'Isonzo; la conquista delle teste di ponte del Podgora e del Sabotino, permetteva alle truppe italiane di entrare nella città.

Per paura dell'accerchiamento Boroevic ordinava il giorno 10 l'abbandono del Carso. Il Bosco Cappuccio diventava retrovia italiana.
La guerra non si allontanò di molto, solo pochi chilometri in linea d'aria.

Con la XII Battaglia dell'Isonzo, si ebbero alcuni sporadici combattimenti tra la 3° armata in ritirata verso il Tagliamento ed il Piave con le avanguardie della Isonzo Armee che avanzava.

Poi calò finalmente il silenzio su quelle martoriate terre.

 


Escursione alla Trincea delle Frasche e Bosco Cappuccio


Escursione alla Trincea delle Frasche e Bosco Cappuccio

Escursione di circa 3 ore alla Trincea delle Frasche e a Bosco Cappuccio, accompagnati da un esperto storico che ne illustrerà le vicende durante la Prima Guerra Mondiale.

Durante il primo anno di guerra nel settore si svolsero combattimenti aspri e sanguinosi. I capisaldi austroungarici di Bosco Cappuccio e del San Michele bloccavano tutti i tentativi italiani di raggiungere Doberdò. Caduta Gorizia e spostatosi a oriente il fronte, Bosco Cappuccio divenne parte delle linee difensive italiane, Dappertutto si vedono tracce di trincee, mentre nelle doline si aprono caverne con resti di baracche e di ricoveri.

La Trincea delle Frasche, uno degli ostacoli maggiori per i soldati italiani durante i suoi primi assalti, deve il suo nome all'astuzia militare dei soldati ungheresi i quali utilizzarono dei rami per mascherarla.

Prenotazioni:

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