GITE A NORD - EST


 NATURA E STORIA

Alle spalle di Monfalcone, incastonata tra la citta’ e l’ autostrada si trova un’ ampia area boschiva ricca di testimonianze storiche: il Parco Tematico della Grande Guerra.

Il giro proposto e’ un po lungo da effettuare a piedi se non si e’ buoni camminatori            (14km circa), tuttavia si puo’ affrontare in bicicletta o tagliarne qualche pezzetto per        ridurne la lunghezza.

Partendo da Selz, frazione di Ronchi dei Legionari, dopo aver attraversato alcuni             campi coltivati giungeremo all’ area umida dei laghi delle Mucille.

Da qui saliremo lungo il sentiero Cai78 (sentiero dei castellieri) lungo i crinali delle collinette che rappresentano le ultime propaggini del Carso verso la pianura, osservando i resti degli antichi castellieri in prossimità’ delle cime.

In breve si giungera’ su una stradina asfaltata con molte indicazioni (circuito di nordic walking, parco tematico) che, una volta seguita, ci portera’ in salita davanti alla Rocca            di Monfalcone, simbolo della citta’, con al suo interno un museo ed una bella vista              sulla citta’

Andando avanti con la traccia prima lungo uno stretto sentiero e poi lungo una strada tagliafuoco, vedrete sulla destra l’ inizio della trincea Joffre a quota 98 e                costeggiandola in discesa per alcune centinaia di metri vi renderete conto                             dell’ imponenza della linea del fronte Italiano 1915-17.

Sarete cosi’ arrivati nel bosco retrostante la stazione ferroviaria dove oltre a panchine            e tavoli da picnic potrete leggere vari pannelli esplicativi.

Continuando lungo la traccia, ben presto vi troverete a risalire un umido e ombroso valloncello anch’ esso ricco di resti di costruzioni e grotte fino ad arrivare prima                   alla trincea Cuzzi e poi proseguire verso la trincea didattica di quota 121.

Dopo aver gironzolato lungo i numerosi resti militari potrete scendere verso il               trincerone della linea austriaca e quota 85 dove e’ situata l’ area monumentale                      ad Enrico Toti ed ai caduti.

Proseguendo ancora un pezzettino verso il Monte di Sablici si potra’ osservare la vista verso il golfo di Trieste ed il monte Hermada.

Ritornando indietro un lungo e panoramicissimo sentiero poco a monte della ferrovia              ci riportera’ alla partenza dandoci comunque molte cose interessanti da osservare e fotografare come resti di casermette ed installazioni militari, una cava dismessa con            orto didattico e vari tabelloni informativi, l’ area di accesso al Carso dal centro di     Monfalcone ed il Parco ai piedi della Rocca.

Ci tengo a rammentare di portarsi dietro una mappa come ad esempio l’ ottima             Tabacco n 47 oppure un gps o smartphone con mappe topografiche in quanto                          il dedalo di sentieri potrebbe portare ad allungare il percorso o a perdersi qualche particolare interessante di questo bellissimo giro.

Link e foto:

http://www.itinerarigrandeguerra.it/Parco-Tematico-Della-Grande-Guerra-Di-Monfalcone#_=_

http://www.turismofvg.it/Musei/Museo-della-Rocca-di-Monfalcone

 UN PONTE NATURALE

In questa localita’ la strada si divide in tre possibili direzioni nei pressi di una nota           gostilna e del monumento ai 22 caduti del rogo doloso del 1944.

Voi prendete la strada al centro, alla cui destra scorre il piccolo ruscello, e seguitela            per qualche chilometro in direzione krcnik.

La strada si addentra in leggera salita nella valle dapprima tra pittoreschi vigneti e            poi in ambiente piu’ boschivo.

Poche centinaia di metri dopo il ponte oltre il fiume potrete fermarvi ad osservare           sulla sinistra le piscine naturali formate dal ruscello.

La zona e’ attrezzata per picnic e spesso usata dai locali per contrastare la calura           estiva.

E se ne avrete voglia e l’ acqua non sara’ troppo fredda o stagnante potrete farci                  un bel bagno ristoratore.

Un chilometro piu’ avanti, lungo la strada (al bivio a destra verso Krcnik) troverete                   la vera perla di questi luoghi: un arco in pietra scavato e levigato dalle acque che              unisce le sponde del torrente.

Parcheggiato nel piccolo piazzale e scesi per il brevissimo sentiero potrete                    ammirare la cascata e l’ arco naturale.

La zona, messa in sicurezza grazie ad un parapetto metallico che permette di                osservare da vicino l’ azione erosiva delle acque nel corso dei secoli, e’ formata                      da varie vasche scavate nella roccia ed e’ veramente un peccato che l’ altra                sponda non sia accessibile a causa della fitta vegetazione che impedisce la                possibilita’ di ammirare questa meraviglia della natura da un’ angolazione differente.

Link, mappa e foto:

https://www.brda.si/scopri/patrimonio_naturale/2012013110562337/Krčnik,%20il%20ponte%20naturale%20e%20Kotline/

http://www.gostilna-peternel.si/it/cosa-ce-nei-dintorni/

 MERAVIGLIE DAL MARE.

L’ avventura di oggi parte dal Villaggio del Pescatore, passa per Duino e termina a Sistiana, il tutto… via mare!

In canoa o kayak ( e’ possibile noleggiarli anche in loco presso la marina ) partiamo           dalla zona della cava, vicino al giacimento paleontologico del Villaggio del Pescatore,         dove si trova una spiaggetta comoda per la messa in acqua.

Da qui ci dirigiamo verso Duino pagaiando lungo la scogliera, costeggiando l’ area              della vecchia cava per poi entrare nella baia dal fondale sabbioso circondata da            bianche rocce carsiche.

E’ proprio qui che finisce la zona sabbiosa-lagunosa che caratterizza le coste di          Veneto e Friuli Venezia Giulia e comincia la costa alta e rocciosa della provincia                   di Trieste.

Sara’ possibile osservare nei pressi alcune spiaggette semi nascoste e difficilmente raggiungibili dove merita fermarsi per fare un bagno.

Lungo la costa, appena girato l’angolo giungeremo nei pressi della baia di Duino dove saranno visibili da una parte numerose ville sul mare, ognuna con il suo comodo            accesso in acqua dalla scogliera, e dall’ altra la zona del porticciolo.

Quando sarete giunti alla fine della massicciata a protezione del porticciolo non           perdetevi la spettacolare grotta marina con annesso accesso alla villa retrostante.

Da questo punto punto la costa si alza generando delle alte falesie verticali sul mare            che potrete costeggiare stando a pochi centimetri da esse ed in pochissimi minuti giungerete in vista del promontorio dove sorgono i resti del Castello Vecchio,                       noto per la leggenda della Dama Bianca.

Oltre il promontorio successivo, denominato Scoglio di Dante, collegato alla               terraferma da un istmo roccioso, sorge il Castello di Torre Tasso, eretto nel 1389 e attualmente visitabile che domina il mare da posizione sopraelevata.

Ai piedi del castello si trova la Spiaggia del Principe, una bella distesa ghiaiosa                      accessibile via mare o attraverso un ripido ed esposto sentierino (non per tutti)                      dal paese di Duino.

Le falesie successive, fino alla zona della Caravella in baia di Sistiana sono parte              della Riserva Naturale delle Falesie di Duino dove nidifica il falco pellegrino e                      sono soggette al divieto di avvicinamento anche ai kayak a meno di 60 mt dalla costa.

Questo tratto di costa e’ inoltre percorso nella sua parte superiore dal sentiero Rilke             che invece permette meravigliose viste da terra verso mare. Tutto il percorso odierno misura circa 5 km ed e’ praticabile in un paio d’ ore circa piu’ soste per foto, bagni              ecc..

Mappe, link e foto:

http://www.parks.it/riserva.falesie.duino/index.php

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Duino

 DUE PASSI NELLA JUNGLA.

Da Cividale del Friuli, porta delle Valli del Natisone, si puo’ effettuare una breve ma emozionante escursione dirigendosi in pochi minuti verso il paese di S. Leonardo                  e da qui imboccare il sentiero delle Cascate di KitPercorrendo la strada che da S. Leonardo porta al Santuario di Castelmonte ( molto panoramica) appena fuori dal paese, nei pressi del primo tornante, sara’ possibile parcheggiare ed intraprendere il sentiero segnalato da un tabellone.

Lungo meno di un chilometro il sentiero costeggia il Rio Patok in un area molto             umida e dalla vegetazione particolarmente rigogliosa e lussureggiante.

A questo proposito mi sento di fare una raccomandazione: La zona e’ in genere molto umida e scivolosa e oltre ad indossare scarpe adatte, prestate molta attenzione se            siete con bambini ed a non fare scivolate deleterie sul fango o sui sassi limacciosi.Proseguendo accompagnati dal suono delle acque e dal canto degli uccellini, con i        raggi di sole che filtrano dalla fitta coltre di foglie, noterete su una roccia il libro delle        firme.

    

La traccia continua leggermente rialzata rispetto al corso d’ acqua accompagnata da un rassicurante parapetto in legno.

Ad un certo punto la vista si apre e mentre il sentiero scende al livello delle acque, ci appaiono davanti un anfiteatro di roccia e due cascate meravigliose.

Siamo giunti alla nostra destinzione, un luogo che pare uscito da un film da quanto e’ particolare ed insolito. La cascata piu’ a valle ha uno scivolo che sembra fatto in          cemento da quanto e’ levigato dallo scorrere delle acque.

Quella grande vicino all’ antro dove e’ stata posta una Madonnina, presenta                anch’essa un cono calcareo lungo il quale l’ acqua si tuffa nel tonfano sottostante.

Di fronte osservate i massi completamente ricoperti di muschio attraversati da         innumerevoli rivoli d’ acqua che sgorga dalla parete rocciosa piu’ in alto.

Le Cascate di Kot sono un luogo idilliaco sconosciuto al turismo di massa, una                 chicca che vale la pena di visitare per trovarsi immersi in un contesto naturalistico incredibile.Mappa, Link e Foto:http://www.sentierinatura.it/easyne2/LYT.aspx?Code=SentieriNatura&IDLYT=1349&ST=SQL&SQL=ID_Documento=3908

 UN CLASSICO CARSICO

Uno dei posti piu’ conosciuti nonche’ uno dei piu’ fotografati del Carso e’ la Rocca di Monrupino (Repentabor), che e’ facilmente raggiungibile arrivando da Opicina (TS)                 in pochi minuti di auto e con una breve ma intensa salita a piedi.

All’ interno di questa piccola cittadella fortificata potrete osservare la chiesa                    consacrata alla Beata Vergine, la Casa Parrocchiale e la Casa della Comunanza tutte costruite in bianche pietre carsiche e con i tetti a lastroni in pietra.

Inoltre un ampio cortile concede una vista superba verso il mare su tutto l’ altopiano     carsico, il golfo di Trieste e la laguna di Grado.

Volgendo lo sguardo dalla parte opposta, verso la Slovenia il cui confine corre a               poche centinaia di metri da noi, saranno riconoscibilissimi il massiccio del Nanos e               le cime dell’ altopiano di Tarnova (Trnovski Gozd).

Qui, poco sotto le mura corrono il Sentiero dei Poeti ed il sentiero del Pellegrinaggio              al Tabor, ben segnalati ed indicati dai pannelli esplicativi nei pressi della Rocca.

Una volta ridiscesi potrete dirigervi poco a sud,lungo la strada provinciale, dove potrete osservare il ben curato monumento alle Vittime del Fascismo.

Una buona idea puo’ essere quella di proseguire la gita salendo sul                                      vicino Monte Lanaro. Eventualmente per accorciare un po’ il tragitto puo’ essere una soluzione quella di spostarsi a Sagrado del Carso dove un ampio parcheggio (ottimi agriturismi nelle vicinanze ) e soprattutto la via piu’ breve per la cima agevoleranno               le vostre escursioni.

In circa 3 chilometri raggiungerete la cima dove prende posto un soppalco in legno           che funge da vedetta, sotto il quale troverete il libro di vetta (544m).

Anche da qui la vista e’ aperta quasi a 360 gradi e permette nelle giornate limpide                   e terse di raggiungere con la vista luoghi lontanissimi.

Link, mappe e foto:

http://www.percorsiprovinciats.it/home/dettagliomap/430

http://www.monrupino-repentabor.it/monrupino/history

http://www.monrupino-repentabor.it/tourism/sport/detail/29

 LA FORZA DELLE ACQUE.

A circa 12 chilometri dal confine triestino di Basovizza si trova un luogo meraviglioso ed incredibile che ci fa rendere conto di quanto la Natura possa sorprenderci: si tratta del Parco delle grotte di Skocjan (San Canziano) con il fiume Reka che si inabissa nelle grotte prima di riemergere 40 km dopo con il nome di Timavo. Qui due enormi doline da sprofondamento (ve ne sono altre nei dintorni) permettono di osservare il fiume nei suoi ultimi momenti alla luce del sole.

Partendo dal centro visite e’ possibile acquistare i biglietti per le cavita’ sotterranee e         venir accompagnati in un emozionante viaggio nel sottosuolo. ( oggi non tratteremo        questa esperienza che comunque decisamente consigliamo di vivere a chi si reca qui).

Ma esiste un sentiero didattico di un paio di chilometri molto ben segnalato che                percorre il periplo delle doline e dei paesini posti sul ciglione roccioso strapiombante          sopra il fiume che ci regalera’ visuali stupende ed un mucchio di informazioni             interessanti grazie ai suoi pannelli informativi.

Percorrendolo in senso orario al punto 3 troverete un incredibile belvedere al quale            le foto successive non riusciranno mai a rendere giustizia.

Piu’ avanti nei pressi del punto 9 prima del paese di Betanja troverete un altro punto               di osservazione e poco prima delle scale che scendono fino in fondo all’ abisso                   dove sara’ possibile osservare le acque da piu’ vicino.

Giunti al paese di Skocjan e poi al paese di Matavun potrete chiudere il percorso                        ad anello osservando tutte le particolarita’ descritte lungo il sentiero.                                     A parer mio la piu’ impressionante e’ l’ abisso verticale a Skocjan ma molte altre                 sono degne di nota.

A questo giro piu’ classico se ne puo’ aggiungere uno meno noto ma comunque molto interessante ed appagante. Risalire il canyon del fiume Reka prima che arrivi alle              grotte: vi si accede tramite un largo sentiero in discesa che parte a nord dell’ abitato di Betanja che ben presto corre parallelo al corso d’ acqua.

Il luogo e’ molto fresco e il sentiero si sviluppa molto vicino all’ acqua tanto da invitare     quasi ad un bel bagno. Infatti poco piu’ avanti si trova un trampolino..

Ad un certo punto la traccia si inerpica tortuosamente su per il ripido pendio                          ( non pensate di affrontare questo percorso in mtb) fino a giungere alle rovine                     dello Skoli Grad, un maniero diroccato in posizione dominante sopra un’ ansa                        del fiume.

La successiva discesa molto ripida, agevolata da una scala a zig zag costruita con           tronchi e pietre ci riporta sul fondo del canyon.

Qui, continuando a risalire il corso d’ acqua in un ambiente umido caratterizzato da                    muschi e intrecci incredibili di radici giungeremo ben presto al ponte di Skoflje dove si conclude il nostro itinerario.

Mappa, link e altre foto:

http://www.park-skocjanske-jame.si/it

https://www.turizem-divaca.si/kulturna_dediscina/ob_reki_reki/2005122113005045/

 BICICLETTATA TRANSFRONTALIERA

Descriveremo un itinerario di massima al 90% su sede protetta asfaltata che            ovviamente potrete adattare o modificare in base alle vostre esigenze..

Parcheggiando alla fine della strada del Vallone, in un piazzale a destra presso Gabria, poco prima del ponte sul fiume prendete la stradina ciclabile a destra che in breve vi portera’ in territorio Sloveno giungendo alle prime case di Merna (Miren) che            costeggiano il Vipacco.

Qui, magari aiutandovi con un app che utilizza gps e mappe opencyclemaps (oppure seguendo la traccia pubblicata alla fine) potete attraversare l’ abitato per stradine secondarie e percorrere i ponti sul fiume, uno piu’ avventuroso, uno nuovo e dedicato proprio a bici e pedoni.

Tuttavia la vera pista ciclabile comincia un paio di km piu avanti sulla strada Miren-Bilje poco prima della rotonda che porta verso Vrtojba-Sempeter-Nova Gorica.

Attraversando campi coltivati e ampi spazi aperti che permettono la visuale in ogni     direzione il nastro si snoda per alcuni chilometri lungo le campagne a ridosso del          confine Italo-Sloveno ( non rubate troppe ciliegie se siete in stagione.. 🙂 fino ad                  un punto di ristoro vicino ad una torretta di osservazione del confine ,                                 reliquia di tempi passati ora trasfornata a monumento e mini-museo,                                     dove troverete tavolini, ombra e qualche pannello esplicativo.

Proseguendo, poco piu’ avanti nei pressi del cartello Vrtojba, ricordatevi di girare                      a sinistra per poi seguire la ciclabile fino al sottopasso con l’ autostrada.

Giunti a questo punto la pista si interrompe e dovrete passare con le bici sulla strada passando sotto l’autostrada, oltre la rotonda (recentemente sistemata con aggiunta                di corsie per le bici) e avanti fino alla zona industriale-artigianale per circa 1 km fino nei pressi dell’ ospedale di Sempeter che vedrete di fronte (la costruzione rosa-celeste)

Tra il paese e il cavalcavia vedrete un parcheggio nei pressi di una bella zona sportiva         con campi, parchi giochi ed un (quasi introvabile in Italia) bike park.

Da questo punto parte un’altra bella pista ciclabile asfaltata (ok anche per pattini)              che vi permettera’ di effettuare un giro ad anello.

Seguendola costeggerete il confine e la ferrovia, passando ad esempio sopra al                confine di “casa rossa” osservando posti nei quali siete magari gia’ passati da una prospettiva diversa dal solito.

Alcuni chilometri piu’ avanti una fresca galleria vi fara’ attraversare una collinetta                portandovi alle porte di Nova Gorica(a dx) e ad una manciata di metri dall’ Italia                      (a sx) e da piazza Transalpina( 200 mt piu’ avanti).

Girate ora a destra seguendo il tracciato dipinto di rosso che vi portera’ ad attraversare Nova Gorica.

Giunti nei pressi del centro la pista si interrompe                                                                     (o meglio gira a sx per poi interrompersi) per poi riprendere qualche centinaio di metri              piu’ avanti.. Puo’ questa essere una buona occasione per fare una brevissina             deviazione nella molto carina zona pedonale a sx ricca di negozi e caffe’.

Ritrovata la ciclabile nei pressi di un parco giochi continuiamo ancora in leggera                  salita prima di arrivare alla rotonda del centro commerciale Qlandia e girare a destra.          Piu’ avanti, con la pista che costeggia la strada, avremo la possibilita’ di fare                      una sosta al bosco Panovec, il polmone verde di Nova Gorica, luogo fresco                              e affascinante dove i locali amano praticare sport e svagarsi all’ aria aperta.

Ancora qualche centinaio di metri e, attraversata la rumorosa galleria sotto il Panovec              la pista in discesa vi porta vicini al benzinaio presso il confine di casa rossa.

Qui per ricongiungervi alla ciclabile che arriva da Sempeter non dovrete fare altro                 che svoltare a destra dopo il distributore, verso l’ abitato di Pristava, ed in poche                       pedalate ritroverete l’ accesso alla pista ciclabile che percorrerete in senso inverso                 per tornare al parcheggio.

Mappe e foto:

Primo tratto dal vallone a Miren.

Secondo da Miren alla ciclabile.

Terzo dalla ciclabile alla z.i di Sempeter.

Quarto da z.i. Sempeter a bike park e ciclabile.

Quinto anello ciclabile di Nova Gorica.

Visione d’ insieme percorso : tra andata e ritorno il giro completo misura circa 25 km.

25) SOLO PER CORAGGIOSI…

Quante volte siete passati per Sappada, andando in Cadore o in Val Pusteria…? Tante probabilmente, ma avete mai sentito parlare dell’ Orrido dell’ Acquatona? Ci si passa davanti uscendo dall’ abitato di Sappada ed e’ una meraviglia naturale che senz’altro      merita una sosta: una forra profonda decine di metri scavata nella roccia dal                      fiume Piave, la cui sorgente si trova solo pochi chilometri a nordest. (Monte Peralba)

Dal parcheggio, da poco riqualificato, in pochi passi sarete sul caratteristico                       ponte di legno coperto che congiunge le due profonde sponde della forra ad ammirare                 le spumose acque molto piu’ in basso.

Attraversato il ponte, noterete due sentieri uno a destra ed uno a sinistra:                           percorrendo il primo che costeggia il canyon protetto da una staccionata in legno               salva-vita vi troverete in un fitto bosco di abeti.

Proseguite facendo attenzione alle radici scivolose e dopo poche decine di metri      giungerete alle scale metalliche che scendono fino al fondo all’ abisso permettendo di ammirarlo in maniera ottimale, ma che purtroppo risultano chiuse (sembra a causa di caduta sassi).

E’ tuttavia possibile proseguire per un sentiero che continua a costeggiare la gola ed ammirare sporgendosi da alcuni speroni rocciosi (attenzione!) le evoluzioni delle acque     del Piave e del suo affluente Rio Acquatona che precipita dal livello della strada in un tonfano color smeraldo.

Ritornando sui propri passi fino al ponte vi sara’ possibile prendere il sentiero del                Colle delle Streghe.

Qui, scendendo verso il fiume sara’ nuovamente possibile ammirare il lavoro eseguito         dalle acque nel corso di millenni ma purtroppo anche qui le scale metalliche che          scendono nella forra risulteranno chiuse da un cartello di divieto.

Anche qui sporgendosi a proprio rischio e pericolo si possono vedere scorci              meravigliosi ai quali le foto non riescono a render giustizia a causa del forte                  contrasto luce-ombra.

Quando sarete ritornati al parcheggio non dimenticatevi di osservare il Rio Acquatona           (dall’ altra parte della strada) che scende dalla montagna, passa sotto la strada                            e forma un’ alta cascata (circa 50 mt) che potrete osservare dal guardrail.

Questo luogo e’ veramente suggestivo e grande e’ il rammarico di trovare, a fronte                  di una piazzola di parcheggio rinnovata e ben curata, gli accessi alla base della                              forra chiusi. Certo e’ che uno puo’ pure scendere lo stesso ignorando il divieto,                          ma noi non condividiamo e non sosteniamo questa scelta.                                                           L’ auspicio e’ che il tutto venga messo in sicurezza permettendo a turisti                                e gitanti di godere appieno di un simile tesoro della Natura.

Mappe, link e foto.

https://www.altedolomiti.it/mobile/it/point/cascata/orrido-dell-acquatona–sappada/15725761/

http://www.webalice.it/gio.bonotto/dravapiave/pagine_siti/100_orrido_acquatona_ita.html

 A PELO D’ ACQUA.

L’ escursione di oggi e’ un po particolare perche’, pur essendo in una zona facilmente raggiungibile si svolge interamente sull’ acqua, di conseguenza avrete bisogno di una canoa, un kayak, un sup, una piccola barchetta o un gommoncino a remi.

Molto adatta in estate, ma ampiamente praticabile anche nelle belle giornate di sole primaverili, l’ esplorazione delle rogge e delle risorgive dello Schiavetti,                                     tra Monfalcone e Marina Julia e’ un’ esperienza piacevole per la limpidezza incredibile          delle fresche acque e per il dedalo di canali e corsi d’ acqua che danno un sapore avventuroso alla nostra gita.

Si puo partire sia dalla zona industriale a nord che dal ponte che porta a Marina Julia.         Noi abbiamo scelto quest’ ultima possibilita’ e calato il kayak in acqua nei pressi del          ponte abbiamo cominciato a pagaiare risalendo il canale del Brancolo dove spesso e’ possibile osservare i canottieri delle varie societa’ allenarsi.

Dal ponte costeggiando la sponda per alcune centinaia di metri ben presto vedremo                un corso d’ acqua abbastanza largo che affluisce nel brancolo e proprio li’ svolteremo               a destra per entrare nella riserva delle Risorgive dello Schiavetti risalendo la debole corrente. La prima cosa che noteremo sara’ proprio l’ incredibile cambiamento                         del colore delle acque che da torbide diventano limpide e che in talune condizioni                     di maree e correnti permettono proprio di osservare la linea di stacco tra le une                          e le altre.

Avanzando oltre alcuni ” casoni” e alcune barche ormeggiate le acque acquisiscono ulteriore limpidezza tanto che e’ possibile vedere distintamente il fondo e la parte          immersa della vegetazione.

Addentrandovi nel braccio che porta circa verso nord sarete circondati dai canneti               e da alberi d’ alto fusto e, con la marea alta e un po di spirito avventuroso potrete raggiungere posti molto suggestivi.

Nel corso del nostro giro ci e’ capitato di scorgere una bella coppia di cigni ed il nostro consiglio e’ di tenersi ad una certa distanza perche’ oltre a non esser giusto                 disturbare gli animali nel loro habitat naturale, potrebbero attaccarvi per difendere il             loro territorio.

Ritornando sui vostri passi prendete poi il braccio che porta circa verso ovest fino a giungere al canale che arriva da via delle Risorgive ( e’ costeggiato da un comodo          sentiero quindi eventualmente si puo’ giungerci anche a piedi) e qui divertirsi a          percorrerlo contro la corrente che va via via aumentando per poi lasciarsi trasportare dolcemente al ritorno.

Ribadiamo che si tratta di una gita alternativa alla classica passeggiata/trekking o                giro in bicicletta e a seconda del gradimento valuteremo se proporne altri o meno.               (p.s: un piccolo kayak gonfiabile economico sta in bagagliaio, si prepara in 10 min.                    e costa meno di 100 euro…)

Link, mappe e foto :

biotopo naturale regionale Risorgive di Schiavetti – Regione FVG
PDFhttps://www.regione.fvg.it › Depliant_1

Viaggio lungo il fiume Isonzo

Un itinerario di 130 km lungo il fiume color smeraldo

Fiume IsonzoWEEKENDShutterstock
 

Lo chiamano la bellezza di smeraldo perché il colore delle sue acque, filtrate tra le rocce carsiche, è particolarmente intenso, tanto intenso da sembrare colorato con il pennello.

ISONZO

L'Isonzo, che in sloveno si chiama Soča, nasce nella zona alpina della Slovenia occidentale e sfocia in Italia, nell'Adriatico. Lungo il suo viaggio di 130 km attraversa paesaggi diversissimi: le vette aguzze delle Alpi, i colli prealpini, i plateau carsici, le colline coltivate a vite e le ampie pianure, fino alla costa.

Il fiume Isonzo dalla Slovenia entra nel territorio italiano del Friuli Venezia Giulia e sfocia in un'area naturale protetta che si chiama la Riserva della Cona.

COSA VEDERE LUNGO L'ISONZO

Lungo il viaggio meraviglioso dell'Isonzo, dalla Slovenia all'Adriatico, ci sono cose bellissime da vedere. Qui sotto le abbiamo selezionate alcune.

  • BOVEC

A Bovec, Plezzo in italiano, ci sono centinaia di percorsi di trekking e mtb che attraversano e corrono accanto al celeste del fiume.

Bovec è anche il posto giusto per cimentarsi con la canoa oppure con il rafting nelle acque bianche del Tolminka, un affluente dell'Isonzo. Qui trovate le info sul rafting a Bovec. Il paese è molto turistico e frequentato e ci sono tantissime agenzie che organizzano tour e attività acquatiche. Il consiglio è di prenotare in anticipo, specialmente se pensate di non rimanere a Bovec per più di una notte. 

 

 

  • CAPORETTO

A Kobarid (Caporetto) le reminiscenze di una battaglia cruenta sono ancora vive ed un percorso ciclabile lungo le rive dell'Isonzo è un museo a cielo aperto che ricorda la Grande Guerra. Chi vuole rinfrescarsi la memoria eD approfondire questa parentesi di storia può visitare il Museo di Caporetto

 

 

  • TOLMINO

A Tolmino il Tolminka e l'Idria si gettano nell'Isonzo, ma solo dopo aver scavato meravigliose gole. Le gole del Tolmino fanno parte di un parco ad entrata a pagamento in cui una serie di percorsi segnati guidano lungo gole, grotte e rocce levigate. Qui trovate le info per visitare le Gole del Tolmino e qui le info su un festival reagge, l'Overjam Festival, che si tiene a Tolmino in agosto e dove vale la pena campeggiare anche se non siete patiti del reagge.

 

 

 

 

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  • RISERVA NATURALE DELLA FOCE DELL'ISONZO

Quando l'Isonzo entra in Italia conserva ancora un po' del blu irreale che si porta dietro sin dalla sorgente, ma è più calmo e più verde. Passa per Gradisca, Villesse e Turriaco fino al golfo di Trieste.

 

 

La Riserva naturale della Foce dell’Isonzo, all’estremità orientale d’Italia, è uno dei tratti più incredibili del fiume. Qui non sono più il colore o le spiagge lunari ad incantare, ma l'incredibile varietà faunistica.

Alla foce l'Isonzo diventa malinconico; è una terra di passaggio dove il fiume si trasforma, rallenta in zone paludose con le canne al vento e poi diventa mare.

 

 

 

Lo frequentano circa 300 specie di uccelli, tra cui falchi di palude, aironi rossi maggiori, germani reali e folaghe. Gli uccelli migratori prediligono l’isola della Cona che si trova al centro dei 2.500 ettari della bellissima riserva friulana.

Sugli isolotti più piccoli e sulle sponde del fiume vivono i cavalli bianchi della Camargue, anche loro viaggiatori che vengono da lontano. Qui trovate le info per visitare la Riserva Naturale della Foce del fiume Isonzo