Questa è la pagina che dovrebbe rappresentare una guida sui sentieri della Regione Friuli Venezia Giulia (FVG).
Tutti i sentieri sia regionali che locali per i quali è stata creata una relazione route in OSM.
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ELENCO SENTIERI CARSO TRIESTINO
Elenco sentieri del Carso Isontino
IAMIANO - MEDEAZZA - VALICO DI SAN PELAGIO
L'itinerario
Partenza:
Iamiano
Arrivo: Valico di San Pelagio
Dislivello: 546 m in salita e 395 m in discesa
Lunghezza: 14,300 km
Tempo di percorrenza: 4,00 ore
Difficoltà: E
Periodo consigliato: autunno ed inverno
Cartografia: Ed. Tabacco, scala 1:25.000, foglio n° 47, Carso triestino e isontino
Cartografia: Ed. TransAlpina scala 1:25000, foglio n° 02 Carso triestino goriziano e sloveno
Descrizione
Rappresenta l’ultima parte della lunga traversata carsica, che parte da Pese e attraversa tutto il Carso con un percorso complessivo superiore ai 50 km.
Dal Monumento ai Caduti in Piazza Libertà a Iamiano inizia il nostro percorso evidenziato da una larga strada forestale che scorre tra prati e campi coltivati sul fianco del vallone di Brestovizza, alveo dell’antico Timavo.
Si attraversa una pineta d’impianto nell’area del Flondar e, dopo aver superato la selletta di Dosso Giulio e aver lasciato a destra il bivio con il sentiero n° 16, che scende al Timavo, si giunge sulla strada asfaltata che entra nel paese di Medeazza.
Seguendo i segnavia, si attraversa il paese e si continua lungo una strada sterrata tra pascoli, vigneti e proprietà private fino alla base di una ripida scarpata percorsa dal tracciato dell’oleodotto transalpino.
La si supera faticosamente e si aggirano sulla destra postazioni austro-ungariche della Prima Guerra Mondiale e il massiccio dell’Ermada, raggiungibile con una breve deviazione (segnavia n° 8).
In discesa si arriva alla carraia che proviene da Ceroglie, e proseguendo lungo pascoli, querceti e doline, si supera il sassoso Monte Sambuco (213 m).
Procedendo tra la boscaglia carsica ed i numerosi muretti a secco, si esce sulla carrareccia per Malchina, che si segue per poche decine di metri.
Poi si devia a sinistra percorrendo un dedalo di strade forestali e, facendo molta attenzione alla segnaletica, per tracce di sentiero si arriva sulla SP 6 vicino al valico di San Pelagio.
Ore 4,00.
Nota: I tracciati dei sentieri sono visibili e disponibili sulla carta topografica per escursionisti, scala 1:25.000, f. 047, Carso triestino e Isontino, della Casa Editrice
Tabacco.
BIVIO CON IL SENTIERO N° 3 (MEDEAZZA) - CASE COISCE - RACCORDO CON IL SENTIERO N° 3 (DORSALE MONTE ERMADA)
L'itinerario
Partenza:
Bivio sentiero n° 3 (Medeazza)
Arrivo: raccordo con il sentiero n° 3 (dorsale Monte Ermada)
Dislivello: 126 m in salita e 43 m in discesa
Lunghezza: 2,800 km
Tempo di percorrenza: 0,55 ore
Difficoltà: T
Periodo consigliato: autunno ed inverno
Cartografia: Ed. Tabacco, scala 1:25.000, foglio n° 47, Carso triestino e isontino
Cartografia: Ed. TransAlpina scala 1:25000, foglio n° 02 Carso triestino goriziano e sloveno
Descrizione
Dal paese di Medeazza si segue per qualche centinaio di metri il segnavia n° 3 in direzione del Monte Ermada. Si svolta a destra per imboccare il sentiero 3a, che si sviluppa su ampia carrareccia in una valletta tra il monte Cocco e il Dosso Petrinia.
Raggiunto un incrocio con il sentiero n° 33, si va decisamente a sinistra e poi ancora a sinistra, passando accanto alla Dolina del Monte Cocco (piccola deviazione e visita consigliabile) e alle rovine delle case Coisce, appartenute un tempo ai principi della Torre e Tasso.
Il sentiero prosegue ora a sinistra e, in leggera salita, a quota 252 si innesta sul segnavia n° 3, cioè sull’Alta Via del Carso.
Ore 0,55.
Nota: I tracciati dei sentieri sono visibili e disponibili sulla carta topografica per escursionisti, scala 1:25.000, f. 047, Carso triestino e Isontino, della Casa Editrice
Tabacco.
N° 8 | DUINO > EX FERMATA FERROVIARIA DI DUINO > CEROGLIE > MONTE ERMADA > BIVIO CON IL SENTIERO N° 3
L'itinerario
Partenza:
Duino
Arrivo: bivio con il sentiero n° 3
Dislivello: 316 m in salita e 97 m in discesa
Lunghezza: 5,900 km
Tempo di percorrenza: 1,35 ore
Difficoltà: T
Periodo consigliato: autunno ed inverno
Cartografia: Ed. Tabacco, scala 1:25.000, foglio n° 47, Carso triestino e isontino
Cartografia: Ed. TransAlpina scala 1:25000, foglio n° 02 Carso triestino goriziano e sloveno
Descrizione
Dall’ex stazione ferroviaria di Duino si cammina lungo l’ampia carrereccia che affianca la linea ferroviaria per poi sovrappassarla e proseguire fino ad incontrare il sentiero n° 33 proveniente da Slivia.
Meno di un centinaio di metri in comune poi si gira a destra, s’incrocia una stradina asfaltata e si prosegue fino alla borgata di Ceroglie. Attraversato il paese, si procede sulla vecchia strada di collegamento con Medeazza per pochi minuti. La si abbandona per seguire i segnavia prima in piano poi in salita.
Raggiunta la vecchia strada militare in corrispondenza di un elettrodotto, si va a destra ed in breve si
raggiunge la cima. Ore 1.20-1.30.
Da qui la traccia scende nel fitto bosco e si innesta sul sentiero n° 3 (Alta Via del Carso).
Ore 0.10.
Nota: I tracciati dei sentieri sono visibili e disponibili sulla carta topografica per escursionisti, scala 1:25.000, f. 047, Carso triestino e Isontino, della Casa Editrice Tabacco.
S. GIOVANNI AL TIMAVO (BIVIO SENT. N° 1 E N° 1A) – SR 55 – MONUMENTO 65° FANTERIA – BIVIO SENT. N° 3
L'itinerario
Partenza:
San Giovanni al Timavo
Arrivo: bivio con il sentiero n° 3
Dislivello: 123 m in salita e 3 m in discesa
Lunghezza: 1,600 km
Tempo di percorrenza: 0,30 ore
Difficoltà: T
Periodo consigliato: autunno ed inverno
Cartografia: Ed. Tabacco, scala 1:25.000, foglio n° 47, Carso triestino e isontino
Cartografia: Ed. TransAlpina scala 1:25000, foglio n° 02 Carso triestino goriziano e sloveno
Descrizione
L’inizio è posto sulla SS 14, alla fermata bus, al margine dell’oasi naturalistica e sito storico delle Fonti del Timavo, punto di arrivo/partenza del sentiero n° 1.
Attraversata la strada, si tralascia a destra il bivio del sentiero n°1a o del Mitreo, e, passando accanto alla stazione dell’acquedotto del Randaccio, si guadagna la SR 55.
Percorso un tratto in direzione nord, si supera la strada per Medeazza (q. 23) e al km 0,55 si gira a destra imboccando una carraia tra le case.
Dopo una manciata di minuti si oltrepassa il monumento al 65° Fanteria dell’Esercito Italiano, che qui ha combattuto nella Prima Guerra Mondiale, e si continua sulla larga carraia che prosegue superando la linea ferroviaria sottostante.
Poco dopo inizia la salita che, procedendo tra le alture del Dosso Giulio e del Vrh Gavg, attraversa un tratto a boscaglia carsica, pervenendo alla confluenza col sentiero n°3 (q. 130).
Andando a destra in circa 15 minuti si arriva a Medeazza, girando a sinistra si raggiung il paese di Iamiano, sito al limitare della Riserva Naturale dei laghi di Doberdò e Pietrarossa.
Dal punto di incrocio dei due sentieri, bel panorama su Monfalcone, sul golfo di Panzano, sulle foci dell’Isonzo e sulla Laguna di Grado.
Tempo di percorrenza: 30 minuti
Nota: I tracciati dei sentieri sono visibili e disponibili sulla carta topografica per escursionisti, scala 1:25.000, f. 047, Carso triestino e Isontino, della Casa Editrice
Tabacco.
AURISINA – SLIVIA – MÀLCHINA – BIVIO SENTIERO N° 3
L'itinerario
Partenza:
Aurisina
Arrivo: bivio con il sentiero n° 3
Dislivello: 175 m in salita e 119 m in discesa
Lunghezza: 6,200 km
Tempo di percorrenza: 1,30 ore
Difficoltà: T
Periodo consigliato: autunno ed inverno
Cartografia: Ed. Tabacco, scala 1:25.000, foglio n° 47, Carso triestino e isontino
Cartografia: Ed. TransAlpina scala 1:25000, foglio n° 02 Carso triestino goriziano e sloveno
Descrizione
Si parte da Aurisina (q.140) dirigendosi verso il cimitero, dove si può lasciare la macchina, si imbocca una carrareccia, si passa sotto l’arco della ferrovia e, dopo 700 m circa, sotto il viadotto autostradale fino ad imboccare una strada sterrata.
Si prosegue a sinistra ed in breve si giunge alla strada asfaltata che si segue a destra, entrando nel paese di Slivia (q.162).
Si va a sinistra in direzione della chiesa, percorrendo, su strada sterrata, un breve tratto in comune con il sentiero n° 33, poi si gira a destra in lieve discesa e per un buon sentiero roccioso si continua per carrareccia fino all’Agriturismo Mezzaluna.
Si attraversa la strada provinciale, entrando nel paese di Malchina (q.183).
Attraversatolo tutto, si imbocca la carrareccia tra muretti a secco e una bella vegetazione carsica arrivando al bivio con il sentiero n° 3 (q.189), alle pendici del Monte Sambuco.
Ore 1,30
Nota: I tracciati dei sentieri sono visibili e disponibili sulla carta topografica per escursionisti, scala 1:25.000, f. 047, Carso triestino e Isontino, della Casa Editrice
Tabacco.
MALCHINA – BIVIO SENTIERO N° 3 (SI)
L'itinerario
Partenza:
Malchina
Arrivo: Bivio con il sentiero n° 3
Dislivello: 12 m in salita e 12 m in discesa
Lunghezza: 1,1 km
Tempo di percorrenza: 20 min.
Difficoltà: T
Periodo consigliato: primavera -autunno - inverno
Cartografia: Ed. Tabacco, scala 1:25.000, foglio n° 47, Carso triestino e isontino
Cartografia: Ed. Transalpina scala 1:25000, foglio n° 02 Carso triestino goriziano e sloveno
Descrizione
Il sentiero inizia a nord del paese di Malchina -Mavhinje ad un quadrivio dove si incrocia anche il sent.031 . Comoda carrareccia, inizialmente asfaltata , antica via percorsa da mezzi agricoli che unisce le località carsiche di Italia e Slovenia con un percorso transfrontaliero.
Lasciate le ultime case e un agriturismo si prosegue affiancati dai classici muretti a secco , campi coltivati , fino ad inoltrarsi nella boscaglia carsica.
Lungo il percorso sono visibili alcuni cippi che ricordano un cimitero della prima guerra ,e una targa che ricorda la presenza del vicino confine di stato che occasionalmente veniva aperto per incontri di amicizia e pacifica convivenza fra i popoli.
Il breve sentiero che termina all'incrocio con il sentiero 003 (Alta via del Carso) è parte iniziale della tappa 24 del Sentiero Italia che conduce verso l’ex valico di San Pelagio e Repen.
G. MITREO (BIV. SENT. N° 1A) – VISOGLIANO – SLIVIA – G. LINDNER (BIV. SENT. N° 32)
L'itinerario
Partenza:
Grotta del Mitreo
Arrivo: Grotta Lindner
Dislivello: 256 m in salita e 137 m in discesa
Lunghezza: 8,0 km
Tempo di percorrenza: 2,40 ore
Difficoltà: T
Periodo consigliato: autunno ed inverno
Cartografia: Ed. Tabacco, scala 1:25.000, foglio n° 47, Carso triestino e isontino
Cartografia: Ed. TransAlpina scala 1:25000, foglio n° 02 Carso triestino goriziano e sloveno
Descrizione
Il percorso inizia sulla vecchia strada per Medeazza, al bivio del sottopasso ferroviario col sent. n° 1a, vicino alla grotta del Mitreo.
Prosegue in salita, lungo la strada a fondo naturale, sino al bivio col sent. n° 3a che continua verso Medeazza.
Prosegue ancora in salita con un piccolo tratto in comune col sent. n°3a, sino a giungere ad un bivio (q. 187): il n° 3a sale verso il monte Ermada, mentre il n° 33 procede a destra verso Visogliano.
Dopo un po’ incontra il sent. n° 8, lo oltrepassa e prosegue verso il campo sportivo (q. 102) dove si immette sulla strada che, procedendo parallela alla ferrovia, entra fra le case di Visogliano, soprastanti la piccola stazione ferroviaria.
Uscendo dal paese, attraversa il villaggio Verde Due (q.125) ed imbocca la carraia che conduce a Slivia. Procede ancora sorpassando gli incroci col sent. n°31, ed esce dal paese usando la strada diretta a S.Pelagio.
Dopo un po’ passate le ultime ville, gira a destra per un sentiero tra i muretti a secco e, tralasciando a destra la deviazione per il castelliere di Slivia (q.185), procede tra bella vegetazione carsica, arrivando alla fine al bivio col sent. n°32, posto in prossimità della grotta A.F. Lindner.
Ore 2,40.
Nota: I tracciati dei sentieri sono visibili e disponibili sulla carta topografica per escursionisti, scala 1:25.000, f. 047, Carso triestino e Isontino, della Casa Editrice
Tabacco.
DOLOMITI FRIULANE
Elenco sentieri delle Dolomiti Friulane
n° 390
Pian Fontana (Val Cimoliana) - Val dei Frassin - Casera Laghet de Soto - Casera Laghet de Sora.
N° 390: PIAN FONTANA (VAL CIMOLIANA) - VAL DEI FRASSIN - CASERA LAGHET DE SOTO - CASERA LAGHET DE SORA
Dopo aver attraversato il torrente Cimoliana, si sale per una pista forestale fino al suo termine, quando si riduce a semplice mulattiera.
Lasciato a sinistra il sentiero per la Val dei Drap, si oltrepassa il greto del torrente e si entra nella Val dei Frassin.
Il luogo lascia senza fiato, non solo per la fatica, ma anche per il senso di vera montagna e wilderness che lo circonda.
Nella parte bassa un fitto bosco ogni tanto permette una fugace vista verso il possente massiccio della Cima dei Preti, più in alto il gorgoglio del ruscello rende ancora più poetico il camminare dell’escursionista.
Superata la Casera Laghet de Soto, al bosco si sostituisce la prateria alpina, punteggiata qua e là da radi larici ed invasa per un breve tratto da un fitto baranceto.
Sembra di poter toccare le vette che contornano l’alta valle; lo sventolio della bandiera saluta da lontano e, superato un ultimo dosso, compare quasi all’improvviso il nostro ricovero.
Ridotto a ruderi a causa dell’abbandono della pastorizia nel dopoguerra, è stato ricostruito tra il 1986 e il 1988 da un gruppo di soci della nostra sezione.
Inaugurato il 2 ottobre 1988, è stato dedicato a Flavio Ferrarese, valente alpinista e dirigente della nostra
sezione, caduto in montagna nell’agosto 1983.
Nota: I tracciati dei sentieri sono visibili e disponibili sulla carta topografica per escursionisti, scala 1:25.000, f. 021, Dolomiti di sinistra Piave, della Casa Editrice
Tabacco.
ALPI GIULIE
Elenco sentieri delle Alpi Giulie
n° 660
Sentiero "Marco Martinolli" alla spalla di q 1736 del Nabois
SENTIERO "MARCO MARTINOLLI" N° 660
Partenza:
Val Saisera
Arrivo: Val Saisera
Dislivello: 886 m in salita e altrettanti in discesa
Tempo di percorrenza: in salita 3 ore, in discesa 2 ore. Totale: 5 ore
Difficoltà: EE
Segnaletica: segnavia CAI n.ro 660
Periodo consigliato: tarda primavera - ottobre
Cartografia: Ed. Tabacco, scala 1:25.000, foglio n° 19, Alpi Giulie occidentali - Tarvisiano
Descrizione
Raggiunto il parcheggio incustodito per il rif. Pellarini in Val Saisera, a q 850 m, si segue dapprima la strada attraversando su un ponte in cemento il torrente omonimo.
Lasciata sulla sinistra la pista forestale per il Monte Lussari, si prosegue costeggiando le ghiaie fino ad imboccare la forestale (segnavia 616) per il rif. Pellarini.
Dapprima in lieve salita, poi, dopo aver superato un tratto ripido ed alcuni tornanti, a quota 1030 m, una tabella, sulla destra, indica il “Sentiero Marco Martinolli”.
Si percorre, in piano e in leggera discesa, una mulattiera inerbata, si attraversa il greto del rio Zapraha salendo per terreno sconnesso fino a un grande masso.
Lo si lascia a sinistra mirando ai segnavia CAI 660 che indicano la giusta via da seguire.
Da questo momento il percorso si fa molto ripido. Sulla sella posta sul lato meridionale del Piccolo Nabois (1535 m) si apre un bel panorama verso il Jôf di Somdogna e la Sella Somdogna, sullo sfondo appaiono il monte Schenone, i Due Pizzi e il Monte Piper, in basso si estende la Val Saisera. Si continua a salire faticosamente su un sentiero tracciato in un canale, arrivando alla spalla di q 1736, dove termina il percorso. Qui sono presenti postazioni militari austro-ungariche con tracce di trincee e un paio di caverne, di cui una adibita a trasmissioni telegrafiche per i collegamenti con il fondovalle.
Da qui tra i fitti mughi si può osservare un interessante panorama a 180° che si estende dalle pareti settentrionali del Montasio al Jôf di Somdogna, alla costiera Jôf di Dogna-Monte Piper-Jôf di Miezegnot, al Monte Lussari e alla Cima del Cacciatore, mentre il restante è occupato dall’incombente parete settentrionale del Grande Nabois.
In discesa si percorre lo stesso itinerario di salita.
ALPINISTICO MONFALCONESE
Attorno alla piccola ma accogliente struttura della Sala Boulder di Monfalcone all'interno della Palestra di Largo Isonzo), punto di riferimento ed aggregazione, si è venuto ad formare il nostro gruppo: il GAM (Gruppo Alpinistico Monfalconese).
La passione comune: arrampicare, in falesia, al chiuso, in montagna, chi su vie facili, chi meno.
Il gruppo fa capo alla sezione CAI di Monfalcone. Visita le pagine qui correlate per conoscerci di più.
E-mail di contatto gruppo.arrampicata@gmail.com
STATUTO GAM ( GRUPPO ALPINISMO MONFALCONE )
REGOLAMENTO SALA BOULDER CAI MONFALCONE
La Sala Boulder, situata presso la palestra in Largo Isonzo 27 a Monfalcone, è gestita e mantenuta dal Gruppo Alpinistico Monfalconese (GAM) della Sezione CAI di Monfalcone.
1 – Accesso alla struttura
Possono usufruire della palestra solo i membri del GAM. E’ previsto l’accesso di esterni solo ed esclusivamente se accompagnati da almeno un membro del GAM e comunque per un massimo di due entrate a titolo di valutazione e prova della struttura.
Pertanto, per accedere alla Sala Boulder è necessario:
· Perfezionare l’iscrizione al GAM mediante il versamento della quota annuale.
NB: Tale quota deve essere versata all’inizio dell’anno solare (o contestualmente alla nuova iscrizione) e non verrà in alcun caso restituita. L’importo della quota è destinato prevalentemente alla copertura delle spese di affitto del locale, e viene deciso annualmente dal GAM.
· Essere in regola con il tesseramento CAI presso la sezione di appartenenza per l’anno in corso.
· Essere maggiorenne.
· Possedere la capacità tecnica e la conoscenza necessarie a praticare l’arrampicata in sicurezza in maniera autonoma.
Contestualmente all’iscrizione al GAM vengono consegnate le chiavi per l’accesso alla struttura. La palestra viene utilizzata anche da altre persone appartenente a diverse associazioni, pertanto è consentito utilizzare la palestra esclusivamente nelle giornate e con gli orari assegnati al nostro gruppo: detti orari sono affissi in palestra nella relativa bacheca e disponibili anche sulla pagina web del gruppo.
2 – Utilizzo della struttura di arrampicata
· Durante gli orari di accesso la struttura non è custodita.
· Prima dell’utilizzo della struttura deve essere cura dello scalatore posizionare in modo opportuno i materassi di caduta (i materassi devono ricoprire l’intera area dei pannelli proiettata a terra).
· È permessa l’arrampicata di un solo scalatore alla volta su ciascun pannello.
· È vietato sostare sui materassi di caduta mentre altri scalatori stanno arrampicando e deve essere mantenuta una distanza di sicurezza di almeno 2 m dal pannello.
· È obbligatorio l’utilizzo di scarpette da arrampicata. Non sono ammessi altri tipi di calzature.
· E’ vietato modificare la disposizione delle prese di arrampicata (attività spettante solo al responsabile tecnico del gruppo).
· È obbligatorio avvertire immediatamente il Presidente della sezione o i responsabili del GAM nel caso si riscontrino anomalie nelle attrezzature utilizzate (appigli allentati, eventuali ancoraggi allentati, ecc...).
· E’ obbligatorio mantenere un comportamento che non arrechi disturbo agli altri presenti in palestra e che non sia pericoloso per la propria e altrui incolumità.