103° ANNIVERSARIO PRIMA PRESA DI GORIZIA
8 agosto 1916 – 8 agosto 2019
Il Sindaco Rodolfo Ziberna ha invitato la Associazione Nazione Bersaglieri assieme alle altre Associazioni Combattentistiche e d'Arma ha partecipare alla cerimonia di commemorazione
del 103° Anniversario della Presa di Gorizia.
La deposizione della corona d'alloro a ricordo dei Caduti
tenutesi nel seguente luogo
giovedì 8 agosto 2019 alle ore 18,00
al Parco delle Rimembranze di Gorizia.
Con preghiera di presenziare esibendo le insegne della relativa Associazione.
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SEGRETERIA E GABINETTO DEL SINDACO
piazza del Municipio, 1 - 34170 GORIZIA
telefono 0481 383200-240
fax 0481 383218
e-mail segreteria.sindaco@comune.
Alla cerimonia nel parco della Rimembranza autorità civili e militari ripercorrono, tramite la Lega Nazionale, le gesta di Aurelio Baruzzi che entrò per primo in città.
Una testimonianza “tangibile” dell’italianità di Gorizia. Così ieri pomeriggio il presidente della Lega Nazionale Luca Urizio ha voluto definire le gesta di Aurelio Baruzzi, ricordando la “Presa di Gorizia” della quale è stato celebrato il 103° anniversario con una sobria e breve cerimonia al parco della Rimembranza. Urizio ha preso la parola al termine della manifestazione, dopo la deposizione delle corone da parte delle autorità, e ha voluto leggere di fronte ai presenti un passo de “La sagra di Santa Gorizia”, di Vittorio Locchi.
«Siamo qui nel
ricordo delle gesta di Aurelio Baruzzi dell’8 agosto del 1916 – ha detto il presidente della Lega Nazionale prima di procedere alla lettura dell’opera –. Un’impresa che rappresenta in modo
tangibile l’italianità della nostra città».
Il suo intervento ha chiuso una cerimonia che è stata molto semplice, ma non poco partecipata. In parco della Rimembranza, malgrado il caldo, erano presenti diversi goriziani, e con loro, ovviamente, i rappresentanti delle forze dell’ordine, quelli delle associazioni combattentistiche e d’arma, e tante autorità.
Tra queste,
accompagnati dal vicesindaco Stefano Ceretta (che ha fatto le veci del sindaco Ziberna, fuori città per un breve periodo di vacanza), il prefetto Massimo Marchesiello, il questore Paolo Gropuzzo,
i consiglieri regionali Diego Bernardis e Antonio Calligaris, gli assessori comunali Fabrizio Oreti, Silvana Romano e Marilena Bernobich, oltre ad alcuni consiglieri comunali.
Puntuale, alle 18
la cerimonia ha preso il via con gli onori al gonfalone del Comune e con l’alzabandiera: sui pennoni del parco della Rimembranza sono salite lentamente assieme le bandiere d’Italia e di Gorizia,
mentre gli alpini della sezione goriziana dell’Ana e gli altri rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma intonavano l’inno di Mameli.
Poi, il breve corteo, con le autorità in testa, che ha portato tutti verso il monumenti ai caduti del parco della Rimembranza, dove il vicesindaco Ceretta e il prefetto Marchesiello hanno deposto una corona d’alloro.
E altrettanto, per la Lega Nazionale, ha fatto Urizio, prima del “rompete le righe”. Così la città ha reso omaggio una volta di più ad uno degli episodi chiave della Prima guerra mondiale, quello che 103 anni fa, nel corso della sesta battaglia dell’Isonzo, vide per la prima volta i militari italiani entrare in città, issando sulla stazione ferroviaria il tricolore.
Decisiva per quell’azione fu la scelta, anche spregiudicata, del sottotenente romagnolo Aurelio Baruzzi, che con appena una manciata di soldati al suo seguito riuscì con uno stratagemma coraggioso a cogliere di sorpresa la postazione austroungarica che presidiava la galleria ferroviaria tra Lucinico e Gorizia, strategica per la difesa dell’accesso in città.
Presa quella, Baruzzi non si accontentò, attraversando l’Isonzo e entrando di fatto per primo in città.
L’8 agosto 1916 si svolse la leggendaria impresa di Aurelio Baruzzi, che, dopo un ardimentoso colpo di mano, entrò a Gorizia liberata, issando per primo il Tricolore sulla stazione ferroviaria.
Questo gesto valse all’eroe lughese la concessione della massima decorazione militare, diventando la più giovane Medaglia d’oro al Valor Militare della Grande Guerra.
Aurelio Baruzzi nacque a Lugo il 9 gennaio 1897, figlio di Giovanni e Pia Cortesi.
Aurelio crebbe in un ambiente familiare di sentimenti mazziniani e repubblicani, ricco di interessi, amante del canto e della musica.
Al termine degli studi ottenne il diploma di ragioniere.
Durante le vacanze scolastiche prese parte alle prime manovre militari di quel corpo.
Alle prime notizie dell’entrata in guerra dell’Italia volle arruolarsi volontario ed essendo ancora minorenne dovette faticare non poco per persuadere il padre e ottenerne il consenso.
Il 24 maggio 1915 faceva parte del 41° Reggimento Fanteria sul monte Merzli, teatro di aspri combattimenti.
Nominato sottotenente di complemento fu destinato al 28° Reggimento fanteria della Brigata Pavia.
Nel novembre del 1915 si trovò di fronte a Gorizia sul Sabotino e sul Podgora, dove era posizionata anche la Brigata Casale.
Le due brigate erano formate in gran parte da fanti romagnoli di cui molti erano repubblicani che combattevano per l’ideale risorgimentale.
Quando andavano all’attacco sostituivano il grido “Avanti Savoia” con il grido “Avanti Romagna”.
Sul Podgora il 22 dicembre 1915 si meritò la prima Medaglia di bronzo al Valor Militare per atti ardimentosi.
Mentre era in corso la VI battaglia dell’Isonzo per la conquista di Gorizia, all’alba dell’8 agosto 1916, Baruzzi prese l’iniziativa e con soli quattro uomini fece irruzione nel sottopassaggio ferroviario di Lucinico trasformato in fortilizio e con un audace colpo di mano costrinse alla resa ben 200 soldati e alcuni ufficiali austriaci che lo difendevano.
Passato a guado l’Isonzo con pochi uomini, fu il primo a entrare in Gorizia e raggiunta la stazione ferroviaria vi issò una bandiera tricolore su cui aveva scritto “Romagna”.
Per questa azione il re Vittorio Emanuele III, “motu proprio” concesse a Baruzzi la Medaglia d’oro al Valor Militare, che gli fu consegnata sul campo dal Comandante dell’invitta 3^ Armata Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d’Aosta.
Promosso tenente per meriti di guerra, nell’ottobre del 1917 combatté sugli Altipiani con la compagnia arditi del suo reggimento.
Durante la battaglia del Solstizio il 19 giugno 1918 a Fagarè sul Piave, circondato da forze avversarie, cadde prigioniero.
In questo frangente si meritò la seconda Medaglia di bronzo al Valor Militare.
Rientrò in patria il 10 novembre 1918, sei giorni dopo la vittoria.
Terminata la guerra, il 4 novembre 1921 in occasione della grande cerimonia del trasporto del Milite Ignoto da Aquilea a Roma, Aurelio Baruzzi ebbe l’onore di fare parte degli otto decorati di Medaglia d’oro d’Italia, incaricati di portare a spalla il feretro all’Altare della Patria. Avendo scelto la carriera militare rimase in servizio nell’Esercito, lavorò in massima parte presso il Ministero della Difesa a Roma fino al momento in cui venne collocato a riposo e raggiunse il grado di Generale di Divisione.
Il 5 febbraio 1965, per essere vicino agli amici lughesi, si iscrisse alla Sezione Unuci di Lugo e rimase iscritto fino alla scomparsa.
Morì a Roma il 9 marzo 1985.
Il feretro venne poi trasferito a Lugo, città natale, dove si svolsero i funerali solenni e collocato nella tomba di famiglia nel cimitero monumentale di Lugo.