78° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE 

MONFALCONE CELEBRA IL 25 APRILE 2023


IL COMUNE di  MONFALCONE ha invitato le  Associazioni Combattentistiche e d' Arma e Il Presidente Bersaglieri Massimo Manzin della Sezione M.O. "Luigi Sbaiz" di Monfalcone alle manifestazioni commemorative del 25 APRILE, in allegato il programma.

L'anniversario della liberazione d'Italia, noto anche come festa della Liberazione (o semplicemente il 25 aprile), è una festa nazionale della Repubblica Italiana, che si celebra ogni 25 aprile per commemorare la liberazione dell'Italia dal nazifascismo, la fine dell'occupazione nazista e la definitiva caduta del regime fascista.[2]

È un giorno fondamentale per la storia d'Italia, come simbolo della Resistenza, cioè della lotta condotta dai partigiani a partire dall'8 settembre 1943 (giorno in cui gli Italiani seppero dell'armistizio di Cassibile, appena firmato con gli Alleati); esso ha assunto un significato propriamente politico e militare.





L’appello, chiaro e univoco da parte delle varie forze politiche, è stato quello verso la pace: un tema che ha unito i vari oratori nella cerimonia, o meglio, delle cerimonie, del 25 aprile Monfalcone.

Così il corteo, partito da piazzale Aldo Moro, di fronte l’ospedale San Polo, ha raggiunto i cippi commemorativi di San Polo, adiacente la chiesetta, e di Aris prima di concludersi nel cimitero civile.

“L’antifascismo rappresenta una battaglia per la democrazia, la libertà e l'uguaglianza. Non è solo una lotta contro un'ideologia specifica ma un impegno costante per difendere i valori fondamentali della nostra società. Come cittadini e cittadine, e come esseri umani, dobbiamo tener vivo il ricordo dei dolori e dei traumi causati dal fascismo, e difenderci contro qualsiasi tentativo di rinnovare quella pericolosa ideologia. Dobbiamo impegnarci a costruire una società aperta e inclusiva, dove ogni individuo sia rispettato e protetto”, ha ricordato nel primo intervento Imelda Lamaj a nome dell’Anpi monfalconese.

amaj ha anche sottolineato l’apporto decisivo del mondo femminile nel mondo della resistenza: “Donne che sono state un esempio di coraggio, determinazione e dedizione nella lotta contro il nazifascismo. Nonostante il pregiudizio sociale e la discriminazione di genere dell'epoca, le donne partigiane hanno dimostrato il loro valore sul campo, contribuendo in modo significativo alla liberazione dell'Italia. Per loro fu una guerra di liberazione anzitutto contro la criminale violenza nazifascista ma, soprattutto, una scelta di libertà”, così ancora Lamaj.

Il corteo, guidato dalla Banda comunale diretta dal maestro Roberto Caterini e scortata da associazioni combattentistiche, d’arma, dall’Anpi e dal gonfalone del comune di Monfalcone, decorato di medaglia d’argento al valor militare, ha raggiunto la lapide posta nel rione di Aris. “Non è una giornata qualunque – ha ivi ribadito Stefano Deluisa, dirigente territoriale Uilm – e non possiamo rimanere indifferenti di fronte alle tragedie attuali, quelle che vedono il Mediterraneo una tomba a cielo aperto. Ancor oggi politici, anche a livello nazionale, proseguono in proclami demagogici e populisti: il nostro dovere – ha concluso – è quello di mantenere vivo il senso e la necessità di libertà”.

Di fronte al monumento, in cimitero, dopo la deposizione della corona del comune e dell’Anpi, Giovanni De Manzini, rappresentante di Assoarma, ha voluto ricordare i numerosi militari che hanno dato il proprio servizio e la propria vita alla lotta di liberazione. Corposo, invece, l’intervento di Luciano Patat a nome dell’Anpi: “Il 25 aprile va celebrato con impegno ricordando ciò che è successo. Gli uomini e le donne della resistenza hanno riportato alla democrazia questo Paese – ha proseguito – ma ricordiamo che la lotta di liberazione, in Italia, è partita da qui, dai cantieri navali”.

Patat ha, poi, lanciato un monito per la pace, “affinché l’Europa, la stessa che ha visto nei suoi territori una pace per ben 70 anni, si prodighi per risolvere il conflitto in corso tra Russia e Ucraina”. Katjuša Zigon, vicepresidente regionale dell’associazione combattenti di Nova Gorica, ha ricordato come “un buon vicino, come diciamo noi, a volte è meglio di una buona famiglia. Noi di confine sappiamo l’importanza di poter parlare la propria lingua e di vivere la propria cultura a casa propria”.

Infine, il sindaco, Anna Maria Cisint, che ha chiesto unità: “In quei momenti la resistenza fu organizzata da numerosi movimenti politici, dai cattolici ai comunisti ai liberali, ed è giusto che questa sia una festa di tutti. Lungo il nostro confine la tragedia fu ancora più forte. Per questo diciamo no a strumentalizzazioni di parte, proprio perché si tratta di un bene collettivo di tutto il Paese. La resistenza è stata un processo di grande valore ideale. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte alla strage che si sta consumando in Ucraina – ha concluso Cisint – e per questo il nostro lavoro deve essere indirizzato alla pace e alla democrazia”. 

Corteo del 25 Aprile 2023  a Monfalcone