14 MARZO 2019                                             IL LUNGO ESODO - ISTRIA


Raoul Pupo è uno storico italiano, professore di Storia Contemporanea all'Università di Trieste ed è uno dei massimi conoscitori del fenomeno delle foibe e dell'Esodo giuliano-dalmata.



Raoul Pupo, Il lungo esodo. Istria: le persecuzioni, le foibe, l’esilio, Rizzoli 2006

DSC_0331A partire dall’8 settembre 1943, nelle terre che costituivano i confini orientali d’Italia – l’Istria e la Dalmazia – si consumò una duplice tragedia. I partigiani jugoslavi di Tito instaurarono un regime di terrore che prefigurava la “pulizia etnica” di molti decenni dopo e trucidarono migliaia di italiani gettandoli nelle cavità carsiche chiamate foibe.                 Il trattato di Parigi del 1947 ratificò poi il passaggio di Istria e Dalmazia alla Jugoslavia, scatenando l’esodo del novanta per cento della popolazione italiana (circa 300.000 persone), che abbandonò la casa e gli averi e cercò rifugio in Italia o emigrò oltreoceano.                                                                                             Lo storico Raoul Pupo disegna oggi un quadro completo di quelle vicende.

I massacri delle foibe e l’esodo dalmata-giuliano sono una pagina di Storia che per molti anni l’Italia ha dimenticato.

Il Giorno del ricordo è una solennità civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno. Istituita con la legge nel 2004, vuole conservare e rinnovare «la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’istriani dei fiumani e dei dalmati italiani dalle loro terre durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato secondo dopoguerra (1943-1945), e della più complessa vicenda del confine orientale.

Riporto di seguito quanto scritto nel risvolto di copertina del libro di Raoul Pupo (Professore di Storia Contemporanea all’Università di Trieste) dal titolo “Il lungo esodo – Istria: le persecuzioni, le foibe, l’esilio” edito da Rizzoli Storica nel gennaio 2005

“Dopo la seconda guerra mondiale più di un quarto di milione di uomini, donne e bambini che vivevano a Zara, a Fiume e nell’Istria furono costretti ad emigrare in massa dalle loro case, cercando fortuna in Italia e oltreoceano: famiglie divise, senza più una patria, senza un lavoro, che in interminabili file si imbarcarono sulle navi della speranza, abbandonando ogni certezza. Dai territori della Dalmazia e dell’Istria in cui erano storicamente insediate, e che le conseguenze della sconfitta avevano posto sotto il dominio jugoslavo, le comunità italiane furono strappate a forza e cancellate quasi integralmente. Della loro tragedia fino al giorno in cui fu istituito per legge il Giorno del Ricordo, la storiografia si è occupata raramente e in modo lacunoso; Raul Pupo riempie questo vuoto presentando con autorevolezza i risultati della ricerca storica sull’Esodo. L’Esodo degli italiani appare così come un picco di una serie di violenze e flussi migratori che hanno attraversato buona parte del Novecento. Le persecuzioni fasciste e la conseguente emigrazione di migliaia di sloveni e croati fra le due guerre, l’aggressione italiana alla Jugoslavia del 1941, le annessioni e gli orrori della guerra partigiana e della controguerriglia, e ancora le stragi delle foibe del 1943 e del 1945, l’interminabile “questione di Trieste”, l’ultima ondata migratoria verso l’Australia alla fine degli anni cinquanta. A fare da controcanto all’analisi storica è la voice semplice e autentica degli esuli, consumati tra la volontà di difendere la propria identità nazionale, il baratro della loro condizione di profughi e le difficoltà dell’integrazione. Questo libro diventa un importante spunto di riflessione sull’esodo dei giuliano- dalmati e di tutte le tragedie consumatesi alla frontiera orientale d’Italia.”

Questa pubblicazione è interessante non solo perché si fa carico di una analisi storica sull’Esodo e sugli eventi che lo riguardano, ma anche per le numerose testimonianze degli esuli, riportate integralmente e con dovizia di particolari.

Alessandro Orlando