MESE OTTOBRE 2018


MARTEDÌ 2 OTTOBRE 2018


Il Comune di Monfalcone ( GO ) ha invitato a partecipare all'inaugurazione dell’esposizione “Arte nei transatlantici. Un viaggio nella bellezza, nell’innovazione, nel lavoro” martedì 2 ottobre 2018 alle ore 17.30 al Museo della Cantieristica a Monfalcone.

 

L’esposizione è articolata in 3 sezioni:

I Grandi artisti del Novecento: Baj, Fini, Fiume, Lilloni, Menzio, Munari, Music, Purificato, Salietti, Severini, Spacal, Ziveri.

Le navi dei record: Kaiser Franz Joseph II, Saturnia, Stockolm, Giulio Cesare, Galileo Galilei, Oceanic, Eugenio C., Crow Princess, Carnival Destiny, Gran Princess, Ventura, Royal Princess, Majestic Princess, MSC Seaside.

Mascherini, lo scultore dei transatlantici: Orfeo, Conchiglia, Marina, La Vita, Nettuno e Teti, La Ninfa Chelone, La Notte, Bora, Scirocco.

 




architetto ANTONIO SANT'ELIA   mercoledì 10 ottobre 2018


Il Comune di Monfalcone ha tutti invitati a partecipare all’inaugurazione
della targa in ricordo dell’architetto
ANTONIO SANT'ELIA
che si è tenuta  mercoledì 10 ottobre 2018 alle ore 11.00 presso il parcheggio di Via Matteotti
(già sede del cimitero militare Enrico Toti)

Antonio Sant'Elia fu volontario Sottotenente del 225° Reggimento Fanteria Brg. Arezzo.

Medaglia d'Argento al Valore Militare, caduto  all’età di 28 anni combattimento a Quota 85 di Monfalcone il 10 ottobre 1916. Medaglia d'Argento al Valore Militare alla Memoria.
Fu anche un incredibile visionario, maestro precursore degli architetti moderni, scelto da Marinetti per elaborare l'Archittettura Futurista.

 

Da eroe morì. Secondo quanto si tramanda, andò all’assalto al grido: “Ragazzi, stanotte si dorme a Trieste o in Paradiso tra gli eroi”.

Cadde colpito da una palla di cannone.

Fu il primo a riposare nel cimitero degli eroi di Monfalcone che egli stesso aveva progettato. Nel 1921 la sua salma fu traslata al Monumentale di Como.

 

 



Da venerdì 12 ottobre a domenica                      4 novembre 2018


Da venerdì 12 ottobre a domenica 4 novembre presso la Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Monfalcone si potrà visitare la grande mostra "Metamorfosi del Segno fra Secessione e Futurismo", con i seguenti orari:

da martedì a venerdì 17-20
sabato 10:30-12:30 17-20
domenica 10:30-12:30

La mostra ospiterà inoltre un ricco calendario di eventi ed incontri legati allo studio e al ricordo del primo conflitto mondiale intitolato "918-919 nei luoghi, nelle storie, nelle culture della Grande Guerra". 

Di seguito il programma completo:

Venerdì 12 ottobre
ore 18
Inaugurazione esposizione "Metamorfosi del Segno fra Secessione e Futurismo"

Sabato 13 ottobre
ore 17:30
Inaugurazione esposizione “Dall’Impero alla Fiume di D’Annunzio” Presentazione della mostra e del catalogo con gli autori e l’arch. Marianna Accerboni

Martedì 16 ottobre
ore 18
Grande serata futurista
con Massimiliano Finazzer Flori

Mercoledì 17 ottobre 
ore 18
Il generale Marco Gheno presenta il libro “Il Monte San Michele”

Giovedi 18 ottobre
ore 18
Canti e racconti della Grande Guerra Coro E. Grion e Franco Ongaro

Venerdì 19 e sabato 20 ottobre
a partire dalle ore 18 
Cerimonie ed eventi dell'Associazione Nazionale Alpini

Martedì 23 ottobre
ore 18
Conferenza: “La logistica Militare” con l'Unione Sottufficiali UNSI

Giovedì 25 ottobre
ore 18
“Cent’anni. Un viaggio nostra storia” con Paolo Mieli

Venerdì 26 ottobre
ore 18
Presentazione libro “Guerra, Guerra, Guerra” Fausto Biloslavo e Gian Micalessin

Sabato 27 e domenica 28 ottobre
Cerimonia Arma Aereonautica 
Esposizione Aereo MB339 
Esibizione Fanfara Aereonautica

Martedì 30 ottobre
ore 18
Recital “Oratorio per Fiume” Maria Giulia Campioli

Venerdì 2 novembre
ore 18
Recital “Voci di Pace” Ass. Stropula e Coro E. Grion

Sabato 3 novembre
ore 20:15
presso il Teatro Comunale di Monfalcone
Cerimonia di ricordo Grande Concerto Orchestra regionale Mitteleuropa





Venerdì 19 ottobre ore 18


Il giorno Venerdì 19 ottobre alle ore 18 presso museo MuCa di Monfalcone ( GO ) 

presso il MuCa si è tenuta la presentazione del catalogo "Boico / Cervi / Frandoli / Nordio. Interni navali tra arte e design 1949-1967"
Il catalogo, curato da Francesca Nodari, comprende le due esposizioni realizzate presso laGalleria Comunale d'Arte Contemporanea di Monfalcone e illustra l’attività di progettazione e design in campo navale del quartetto di architetti triestini Romano Boico, Aldo Cervi, Vittorio Frandoli e Umberto Nordio.
 — presso MuCa.

 

 


Paolo Mieli                                                 giovedì 25 ottobre 2018

La S.V. è invita a partecipare all'incontro pubblico con Paolo Mieli giovedì 25 ottobre alle ore 18 alla Galleria espositiva di Piazza Cavour a Monfalcone con il tema : Cent'anni. Viaggio nella Storia.

Paolo Mieli, il nuovo libro
La storia esce allo scoperto

Recuperare il senso del passato, anche in tv. In libreria un volume (Rizzoli)
che rilancia la dimensione pubblica di una disciplina spesso trascurata.

 



Paolo Mieli, il nuovo libro
La storia esce allo scoperto

Recuperare il senso del passato, anche in tv. In libreria un volume (Rizzoli)
che rilancia la dimensione pubblica di una disciplina spesso trascurata lampi che guizzano nel cielo della storia non servono solo a rischiarare questo o quel periodo. Spesso sono scintille che si sprigionano all’improvviso, fiamme che divampano per ustionare le nostre convinzioni, incendi che bruciano la complessità del passato e ci lasciano soli con le nostre semplificazioni. Nel suo ultimo libro, Lampi sulla storia. Intrecci tra passato e presente (Rizzoli), Paolo Mieli non ha paura del fuoco, anzi lo affronta con la convinzione di chi paventa che i pregiudizi nascano soprattutto dalla perdita del senso della storia. O il passato lo facciamo nostro, interrogandolo e spiegandolo, ma, beninteso, senza anacronismi e alterazioni deformanti, o la storia e il bisogno di essa non hanno più alcun senso.Fra le varie discipline scientifiche, la storia è quella più soggetta a un principio epistemologico fondamentale: se cambia l’angolo visuale, cambia anche l’interpretazione del periodo analizzato. E come può, per uno storico, cambiare il punto di vista? Mieli elenca alcune di queste distorsioni. Sia ben chiaro: se un ricercatore scopre un documento inedito, è giusto che molte cose vengano messe in discussione: la storia è viva proprio perché si compone e si ricompone nel tempo. Ma se la deformazione nasce da una moda, come quella del «politicamente corretto»? L’America della political correctness ha deciso di rimuovere le statue dei generali sudisti. È capitato a Charlottesville, in Virginia, dove gruppi suprematisti hanno poi dato vita a tragiche proteste. Anche Cristoforo Colombo è simbolo di divisione razziale per il trattamento riservato ai nativi. Le sue statue vengono abbattute dalla «cultura del piagnisteo». Così Robert Hughes definiva già nel 1993 quell’attitudine secondo cui si procede negando la realtà e dando tutto il potere a formule verbali o comportamenti che deformano in modo grottesco ciò che è.

 

 

 

Paolo Mieli
Paolo Mieli

Per non parlare delle forzature. Mieli ricorda i conti che Papa Francesco ha dovuto fare con le controversie generate dall’intreccio tra passato e presente per la beatificazione di un gesuita nato a Maiorca nel 1713, Junípero Serra. Oggi quel prete viene dipinto come un genocida, un edificatore non di anime ma di campi di concentramento. Ma il traviamento più grande per uno storico è usare, per il passato, categorie che appartengono al presente. La storia, sostiene Mieli, richiede un grande esercizio di sottigliezza fra ragione critica e verifica documentaria, senza prefigurare, nella ricostruzione critica del passato, corsi e ricorsi prestabiliti. Se mai, per circoscrive l’incendio delle «revisioni», bisognerebbe far ricorso con finezza intellettuale alla «legge dell’oblio» («Il ricordo è per quelli che hanno dimenticato», sosteneva Plotino).

Scrive Mieli: «Oblio che non deve equivalere a una sciatta dimenticanza che metta torti e ragioni del passato sullo stesso piano, bensì a non far riproporre quei torti e quelle ragioni nelle contese del presente. Si deve saper rinunciare a mettere la propria comunità in condizione di riaprire antiche ferite. È un esercizio complicato quello di tenere fermo il giudizio sul passato, anzi di renderlo ogni giorno più denso di valori e, a un tempo, di imparare a rispettare il passato stesso in tutta la sua complessità. E c’è una sola strada per raggiungere questo obiettivo: consegnare la storia agli storici, cioè a coloro che sono interessati esclusivamente ad analizzarne le dinamiche e a scriverne nuove pagine».

Il libro raccoglie vari saggi disposti secondo tre grandi categorie: «Dentro le apparenze» (niente è come appare, ci sono personaggi o fatti storici che sembrano composti unicamente di facciata, come case non finite o come il set di un film); «Forzature e deformazioni» (ci sono zone di confine, non solo della storia ma anche della riflessione sulla storia, dove oscillano verità altrimenti negate); e infine «La storia capovolta» (anche la storia a volte è colpita dallo smacco dell’assurdo: «Cosa vuol dire capovolgere la storia? Spesso significa porsi gli interrogativi giusti. E se fosse stato Socrate stesso a decidere di morire?»).

I libri e i personaggi che entrano con eleganza nel laboratorio di Mieli sono molti e disparati, ma tutti raccordati da un filo rosso concettuale. La perdita del senso della storia, in un’epoca come la nostra ossessionata dall’informazione dei social media, sta per trasformarci in arroganti prigionieri di un linguaggio pietrificato: crediamo facilmente solo a ciò di cui abbiamo bisogno di credere. Ed eccola la galleria di personaggi illustri con cui misurarsi, una quadreria che va da Robespierre a de Gaulle, dal giovane Gramsci al maresciallo Pétain, da Federico II di Svevia a Caterina de’ Medici, da Cesare Beccaria a Pio XI, da Giustiniano a Bernardino da Siena, solo per citarne alcuni.

Accanto alla produzione saggistica, Mieli unisce una solida presenza televisiva.Quante volte lo abbiamo apprezzato come conduttore de La Grande Storia, un programma che in Italia ha trasformato la televisione da semplice evocatrice di memoria a strumento di narrazione storica. Ma la vera svolta avviene nel 2017 con la rubrica quotidiana Passato e presente. Il programma si occupa di fatti storici e ha una struttura dialogica (un professore invitato in studio è interpellato da tre giovani studenti universitari) fondata su un principio ormai minoritario: l’autorevolezza. Cultura in tv, come viene interpretata dalla conduzione di Mieli, non significa riempirsi la bocca di date e di nomi, significa invece creare suggestioni, stabilire connessioni (connettere vuol dire unire cose distanti, produrre un pensiero), affidarsi alla competenza.

Ma c’è un passo ulteriore, ancora più decisivo. Attraverso la struttura dialogica di Passato e presente, Mieli introduce in Italia il concetto di public history, che non è soltanto divulgazione o comunicazione della storia, è anche formazione degli individui (dottorandi, masterandi, giovani ricercatori) che porteranno la storia attraverso nuovi media a diversi pubblici, è anche interrogarsi su quale sia l’utilità e la funzione della storia nella sua nuova dimensione pubblica. Lo sappiamo, spesso la storia è fatta soprattutto da persone che dentro l’università scrivono non pensando troppo alla diffusione, alla scambievolezza con i pubblici più vasti e diversi. Quello che invece la public history intende fare è reinventare un ruolo sociale dello storico, ponendolo al centro della comunità nella quale e con la quale riflettere di storia. Questo è l’elemento civile della public history: la capacità di portare verso il pubblico una riflessione e un metodo rigorosamente storico, ma che l’accademia ha concentrato nella figura non di rado fantasmatica della «comunità scientifica» (magari solo a fini concorsuali).

Nel contesto statunitense, per esempio, la public history ha recentemente acquisitoun suo statuto dignitario, entrando di fatto nei curricula universitari con l’intento di formare professionisti della comunicazione storica. La stessa idea di public historysupera la vecchia categoria di divulgazione: se, da un lato, il concetto sta nominalmente a indicare una vera e propria invasione della storia nella sfera pubblica, dall’altro esso indica il cammino verso un pubblico non specialista, ma sempre più esigente, globalizzato e tecnologicamente avanzato.

Questo sta facendo Paolo Mieli, sul «Corriere», su Rai Storia e su Rai3.


ORATORIO PER FIUME                                        30 ottobre 2018


Il Presidente Ten.Bers. Massimo Manzin assieme ai bersaglieri della sezione, hanno partecipato alla conferenza di martedì 30 ottobre 2018 alle ore ore 18 con il tema :

ORATORIO PER FIUME Schegge e frammenti dell'impresa fiumana del poeta soldato Gabriele D'Annunzio.

Presenti alla cerimonia erano rappresentanti del Comune di Monfalcone , ufficiali in Congedo e il pubblico.


LE API INDUSTRIOSE                                              09 NOVEMBRE 2018



VI ASPETTIAMO oggi alle 18,00 alla Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Monfalcone per la mostra LE API INDUSTRIOSE.

Opere di Karin Andersen e José Molina e le due performance con il MITA e Pierpaolo Foti.

Invia 10 scatti o un mini video dell'evento inaugurale ad assoc.operaviva@libero.it e partecipa a REPORTER PER UN GIORNO, il migliore reportage verrà premiato!!!

 

 

Una mostra che non lascia spazio al già visto!!! 
Karin Andersen - Sisemus

 

 

Le PERFORMANCE inaugurali vedranno protagonisti

gli studenti del MITA 
dell'Accademia di Belle Arti GB.Tiepolo di Udine
diretti da Alex De Pase
con la sceneggiatura di Sara Scapinello
la voce recitante di Marco Giovanetti
l'accompagnamento musicale di Giorgio Garofolo
e la partecipazione della modella Lucreazia Sonno;

farà seguito l'esibizione del giovane talento musicale
Pierpaolo Foti, compositore e violinista.


MONFALCONE RINASCE                        BILANCIO DI DUE ANNI DI AMMINISTRAZIONE                                               10 NOVEMBRE 2018

Vi ricordiamo domani mattina, sabato 10 novembre, alle ore 09:30 presso la Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Monfalcone l'incontro pubblico aperto alla cittadinanza

MONFALCONE RINASCE - BILANCIO DI DUE ANNI DI AMMINISTRAZIONE



"CONCORSI DI IDEE"                                                              12 NOVEMBRE 2018


Si aprirà lunedì 12 novembre 2018 alle ore 15.30 al piano terra del Palazzo Municipale di Piazza della Repubblica, 8 a Monfalcone, la mostra "Progettazione di una diversa destinazione d'uso dell'intero tracciato dell'ex Ferrovia Fincantieri" che rientra nell'ambito dei lavori progettuali inerenti i "Concorsi di idee" banditi dall'Amministrazione Comunale per la riqualificazione di alcune aree strategiche del territorio.

L'inaugurazione si terrà lunedì 12 novembre 2018 alle ore 16.00

Si aprirà lunedì 12 novembre 2018 alle ore 15.30 al piano terra del Palazzo Municipale di Piazza della Repubblica, 8 a Monfalcone, la mostra "Progettazione di una diversa destinazione d'uso dell'intero tracciato dell'ex Ferrovia Fincantieri" che rientra nell'ambito dei lavori progettuali inerenti i "Concorsi di idee" banditi dall'Amministrazione Comunale per la riqualificazione di alcune aree strategiche del territorio.


ricordo dei Caduti di Nassiria e ai Cavalleggeri di Monferrato e Cavallegeri di Roma.                                     12 NOVEMBRE 2018


vi estendo l’invito a partecipare alla cerimonia commemorativa del 12 novembre p.v. in via Romana - via Flavia a ricordo dei Caduti di Nassiria e ai Cavalleggeri di Monferrato e Cavallegeri di Roma.

L’Amministrazione Comunale e Assoarma di Monfalcone organizzano una cerimonia commemorativa che avrà luogo nell’area fra Via Romana e Via Flavia, a Monfalcone il giorno Lunedì 12 novembre 2018 con il seguente programma: ore 10.30 Inizio cerimonia Deposizione corone al monumento che ricorda i Caduti di Nassiriya e al monumento dedicato ai Reggimenti di Cavalleria “Cavalleggeri di Monferrato” e “Cavalleggeri di Roma” Benedizione Allocuzioni uffi ciali Invito la S.V. a intervenire Il Sindaco Anna Maria Cisint.


appuntamenti biblioteca monfalcone                                                            30 ottobre - 20 novembre 2018                                                             " la fine del massacro "



 Il 3 novembre 1918, a Villa Giusti, alle porte di Padova, l'Italia e l'Impero asburgico firmarono l’Armistizio.

Il "cessate il fuoco" sarebbe entrato in vigore il giorno successivo, ponendo ufficialmente fine ad un’immane carneficina. 
Con l’intento di celebrare il centenario della fine della Grande Guerra sul fronte italiano, la Biblioteca di Monfalcone organizza una rassegna di quattro conferenze intitolata “4 novembre 1918.

La fine del grande massacro”.

Gli appuntamenti avranno luogo, sempre alle ore 18.00, presso la sala conferenze.


L’armistizio di Villa Giusti                                   (3 novembre 1918)

Nel contesto storico della Prima Guerra Mondiale, l’armistizio di Villa Giusti venne siglato il 3 novembre 1918 dall’Impero austro-ungarico e dai rappresentanti dell’Italia e delle nazioni che componevano l’Intesa (Gran Bretagna, Francia, Impero russo, Italia e Stati Uniti d’America). Il luogo fu la villa del conte padovano Vettor Giusti del Giardino, situata nella provincia di Padova.

Lo scenario storico

Già durante il mese di agosto del 1918, l’Austria decise di chiedere alla Germania di organizzare un incontro con le forze dell’Intesa per discutere della pace.

Le trattative, secondo lo Stato Maggiore austro-ungarico, sarebbero dovute iniziare subito ma i tedeschi rifiutarono la resa.

L’Impero austro-ungarico decise allora di chiedere una pace separata che inviò all’Intesa il 14 settembre. Ma tale richiesta venne respinta.

All’inizio di ottobre, il fronte bulgaro crollò e, a questo punto, sia la Germania che l’Austria – Ungheria chiesero separatamente la pace all’Intesa, domandando contemporaneamente al presidente degli Stati Uniti, Thomas Woodrow Wilson, di discutere dell’armistizio sulla base di 14 punti da lui esposti l’8 gennaio 1918.

Wilson non rispose subito ma, quando lo fece, raggelò i governi degli Imperi centrali. Infatti, il presidente americano rispose solo il 18 ottobre, due settimane dopo la richiesta austriaca e tedesca e sottolineò subito che non era sufficiente che nelle trattative di pace si arrivasse al compromesso di stabilire l’autonomia delle nazionalità oppresse dai governi degli imperi centrali ma fosse invece necessario fare un passo avanti.

La situazione dell’Impero austro-ungarico era irreversibile e, quindi, il governo austriaco emise una nota in cui dichiarava la sua totale disponibilità ad accettare tutti i punti proposti dal presidente Wilson. Inoltre gli austriaci, attraverso vie diplomatiche, chiesero di aprire le trattative per una pace separata, quindi senza i tedeschi. Intanto, l’esercito italiano sbaragliava a Vittorio Veneto l’esercito austro-ungarico, costringendo lo stato maggiore austriaco a chiedere la resa immediata e a proporre l’armistizio allo Stato Maggiore Italiano.

 

L’armistizio di Villa Giusti

Il 28 ottobre il generale Viktor Weber Edler Webenau, fu incaricato dal suo Stato Maggiore di svolgere le trattative per l’armistizio. Presentò pertanto richiesta al comando italiano, il quale per bocca del generale Diaz rifiutò di condurre isolatamente delle trattative con gli austriaci ma assicurò invece di essere pronto a notificare le richieste dei paesi che facevano parte dell’Intesa.

Nel frattempo, l’imperatore austriaco Carlo I avvertì l’imperatore tedesco Guglielmo II che, malgrado la necessità di una resa del suo esercito, non avrebbe consentito alle truppe nemiche di raggiungere la Germania attraversò l’Austria.

Poi, con un messaggio radiofonico, Carlo annunciò alle sue truppe di sospendere qualsiasi ostilità.

Il 30 ottobre gli austriaci, capitanati dal generale Weber, vennero accompagnati a Villa Giusti, dove il giorno dopo vennero raggiunti da altri ufficiali austriaci. La delegazione era dunque completa per poter discutere della pace.

I tedeschi decisero nel frattempo di proporre una propria delegazione allo scopo di impedire che l’Austria firmasse una pace separata. Pertanto, fu inviato il colonnello tedesco Schäffer von Bernstein con il mandato di trattare le condizioni dell’armistizio.

La delegazione italiana presente a Villa Giusti decise però di non ammetterlo alle trattative.

Nel frattempo, il primo ministro inglese Lloyde-George chiese al primo ministro italiano Orlando di raggiungere rapidamente una pace separata con gli austriaci allo scopo di ottenere che si potessero utilizzare i loro territori per attaccare la Germania da sud, la quale, secondo gli inglesi, si stava preparando ad una resistenza militare, malgrado le paventate intenzioni del comando tedesco di accettare la resa.

Le firme

Le commissioni militari si misero subito al lavoro per preparare le condizioni dell’armistizio. Una volta pronto, il testo venne comunicato alle delegazioni riunite a Villa Giusti.

La delegazione comandata dal generale Weber chiese la possibilità di modificare alcune clausole, ma la sua richiesta fu respinta.

La pace, per le forze dell’Intesa, non era trattabile: o veniva firmata oppure doveva essere respinta. La corte di Carlo I fu tentata di respingere le condizioni che venivano ritenute troppo dure, soprattutto per i punti che riguardavano il libero passaggio delle truppe sul territorio austro-ungarico e la cessione di una gran parte della flotta navale.

Venne deciso anche che 24 ore dopo la firma dell’armistizio sarebbero dovute cessare le ostilità.

Alle 3.30 del 3 novembre 1918 l’imperatore accettò la resa che venne comunicata all’esercito. Alle 15.15 del 3 novembre la delegazione austriaca firmò l’armistizio a Villa Giusti.



Il primo appuntamento, in calendario martedì 30 ottobre, è dedicato alla figura del poeta de Il porto sepolto ed è stato organizzato in collaborazione con l’Archeoclub “Caput Adriae” di Monfalcone

La serata inizierà con la proiezione del documentario Ungaretti soldato (durata 45 min.); seguiranno gli interventi dei relatori, Vincenzo Marega e Lucio Fabi, intervallati da letture di poesie ad alta voce a cura dei Lettori in Cantiere. 
Nato ad Alessandria d’Egitto da genitori italiani, Ungaretti ha partecipato attivamente alla campagna interventista del 1914-15 e, all’entrata in guerra dell’Italia, si è subito arruolato volontario come soldato semplice nella Fanteria.

L’impatto con la dura realtà della guerra placa però ben presto il suo entusiasmo, cambiandolo profondamente. 



Martedì 6 novembreMarco Mantini terrà la conferenza Zone sacre e culto dei caduti: il percorso della memoria. 
Fin dal primissimo dopoguerra il grande campo di battaglia costituito dall’altopiano carsico e dal terreno a cavallo del medio-alto corso dell’Isonzo iniziò a essere interessato da complesse dinamiche socio-culturali che, partendo dagli eventi storici e dal vissuto individuale, sfociarono nella creazione della memoria collettiva della Grande Guerra. 

Il processo di costruzione della memoria generò importanti fenomeni celebrativi e commemorativi dei caduti che, nell’Isontino, portarono inizialmente alla creazione di “Zone Sacre” e, in seguito, come avvenne sui monti San Michele e Sabotino, all’istituzione delle “Zone Monumentali”. 

Attraverso un excursus storico, culturale e architettonico, Marco Mantini, da decenni impegnato in attività di ricerca d’archivio e sul terreno, intende far luce sui complessi e affascinanti sviluppi di questo particolare percorso evolutosi per fasi storiche successive. 

 

 


Il terzo appuntamento, anch’esso organizzato in collaborazione con l’Archeoclub “Caput Adriae” di Monfalcone, si terrà martedì 13 novembre.

Edino Valcovich e Aniello Langella terranno la conferenza Monfalcone nella Grande Guerra
Ovunque abitazioni e monumenti abbattuti o danneggiati; strade ingombre di calcinacci caduti dalle case bombardate; il Cantiere navale da ricostruire: le fotografie scattate alla fine della Prima guerra mondiale ritraggono una Monfalcone profondamente ferita.

Durante il conflitto, i cannoni, dall’alto delle alture carsiche, avevano colpito con facilità ogni zona della città. La vicinanza del fronte fu una condanna per la città. 
Con l’ausilio di immagini d’epoca e di ricostruzioni, i due relatori si focalizzeranno su alcune particolari architetture: Valcovich tratterà della distruzione del Duomo (su cui collassò il campanile, colpito da una cannonata) e della sua ricostruzione nel dopoguerra; Langella parlerà invece dell’edificio delle Terme romane e della piccola chiesa di Sant’Antonio, anch’essi distrutti. 

 


Ultimo appuntamento martedì 20 novembre con Scrittrici nella bufera: la parola alle donne di Elisa de Zan. 
A scrivere di Grande Guerra non furono solo uomini.

Tante, infatti, furono le voci femminili che si levarono per descrivere con coraggio l’inferno che bruciò l’Europa tra il 1914 e il 1918.

Fra queste, alcune erano giornaliste, altre scrittrici, altre ancora rimasero anonime, ma tutte vollero affidare a carta e inchiostro la testimonianza di quella che fu la “loro” Grande Guerra.

Questo incontro mira a far conoscere la storia, spesso dimenticata, di queste donne emancipate, ardimentose e straordinariamente moderne, capaci di regalarci pagine di grande letteratura, appassionate e appassionanti. 
Elisa De Zan, dopo aver lavorato presso le principali realtà museali ed espositive della provincia di Gorizia (tra cui i Musei Provinciali di Gorizia e la Sala espositiva della Fondazione Carigo) come guida, si dedica attualmente alla realizzazione di iniziative culturali per adulti e bambini. 

Come esperta sui siti della Grande Guerra propone per le scuole escursioni, contributi didattici e laboratori; per il pubblico adulto escursioni storiche, itinerari storico-letterari (“Suggestioni carsiche: Giuseppe Ungaretti, soldato ma poeta” e “Alice Schalek. 

Corrispondente di guerra dal fronte dell’Isonzo”) e approfondimenti sulla letteratura del primo conflitto mondiale. 



 

Due dei quattro appuntamenti sono stati organizzati in collaborazione con l’Archeoclub “Caput Adriae” di Monfalcone. 
Archeoclub d’Italia Onlus è un’associazione nata nel 1971 con l’obiettivo di valorizzare e promuovere il patrimonio archeologico e storico-artistico su tutto il territorio nazionale.

La sezione monfalconese “Caput Adriae”, inaugurata nel 2015, è la prima sezione del Friuli Venezia Giulia.

I soci, guidati dal presidente, dottor Aniello Langella, hanno iniziato la loro attività individuando i siti di maggiore interesse storico, archeologico e monumentale dell’area monfalconese, ai fini di una loro valorizzazione e, nel caso, della progettazione di futuri interventi di recupero; hanno inoltre organizzato due convegni, uno dei quali sulla chiesa di San Nicolò (gli atti sono in fase di stampa), e numerosi incontri sulla storia del Lisert.

L’associazione ha sede presso la Parrocchia di San Nicolò e Paolo (via I maggio, 84 – Monfalcone).

Il costo annuo del tesseramento è di € 30.

Per informazioni ed iscrizioni: mail: monfalcone@archeoclubitalia.org ; cell.: 348.2522777. 



04 DICEMBRE 2018                                          vigili del Fuoco                                                         capitaneria di porto                                        celebraTA Santa Barbara


Il 04 dicembre 2018 era una Santa Barbara celebrata per la prima volta assieme da varie forze armate, quella che domani sarà ospitata a Monfalcone.

Di fatto Capitaneria di Porto e Vigili del Fuoco si ritroveranno per festeggiare la loro comune Santa Patrona in una giornata interamente dedicata a loro e al loro operato.

Un’iniziativa, come detto, congiunta che avrà il suo culmine alle ore 11 con la Santa Messa celebrata nel duomo dedicato a Sant’Ambrogio e presieduta dal vicario generale dell’arcidiocesi di Gorizia, monsignor Armando Zorzin, ed accompagnata dalle corali Sant’Ambrogio e Elianico.

E' stato possibile, poi, visitare un’apposita mostra, allestita per l’occasione nell’atrio del municipio monfalconese, che racconterà l’operato e la storia di questi due importanti corpi.

“Monfalcone è sede territoriale molto importante anche per il numero di interventi” ha spiegato Luigi Diaferio, comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, che ha sottolineato la valenza della città dei cantieri “per il soccorso in tutto il territorio”.

Ricordando, poi, come il distaccamento monfalconese sia quello, in regione, che riscontra un numero di interventi maggiori in tutto il territorio regionale con 1200 azioni annue. Oltre che, poi, durante il periodo estivo, farsi carico anche del distaccamento stagionale di Grado.

Soddisfazione anche per il sindaco Anna Cisint, che spera “venga lanciato un messaggio anche per aumentare l’organico”, attualmente impoverito di circa il 25% del suo totale per quanto riguarda Monfalcone, messa in ginocchio specialmente nel periodo estivo per l’apertura, come detto, del distaccamento stagionale gradese che costringe gli uomini del 115 a straordinari e a numerosi sacrifici.

“Non ci unisce solo Santa Barbara, protettrice del fuoco e delle morti violente”, ha spiegato Virginia Buzzoni, Comandante in II della Guardia Costiera di Monfalcone, “ma anche l’operatività oltre che il coordinamento portuale monfalconese”.

“Ringrazio uomini e donne delle forze armate”, ha concluso il sindaco, “anche a nome di tutta la collettività. Farò una lettera al ministro dell’interno Salvini, al presidente della regione Fedriga e al prefetto per sollecitare la risoluzione del problema”, ha detto riferendosi al già citato calo di personale.


u.n.u.c.i. monfalcone                     attività  mesi                                               novembre - dicembre 2018


Nel mese di Novembre e Dicembre 2018 nella sede dell'Unuci in via S.Francesco 44 a Monfalcone si sono tenute questi incontri.

Incontro con l'associazione La Stropula

 

Il giorno giovedì 6 dicembre alle ore 18 nella sede dell'Unuci in via S.Francesco 44 a Monfalcone si è tenuti il recital con lo spettacolo "ierimo cussì", con le Maldobrie di Carpinteri&Faraguna, in collaborazione con il teatro della Stropula.



ASSOCIAZIONE AMBIENTALISTA "EUGENIO ROSMANN" MONFALCONE


Questo evento si è svolto il venerdì 21 dicembre 2018 alle ore 17.00 presso la Galleria d'Arte Contemporanea di Monfalcone, con la consegna del premio "Eugenio Rosmann" a giovani neo-laureati che hanno svolto delle tesi in materia ambientale ed il premio "Populus alba" ad amministrazioni pubbliche che si siano distinte nella tutela e conservazione del proprio territorio e patrimonio naturalistico.



Memoriale per le vittime dell’amianto


 

Il giorno sabato 22 dicembre 2018 alle ore 10.00 è stata l'inaugurazione il ‘Memoriale per le vittime dell'amianto’ che avrà sede al Mu.Ca. Museo della Cantieristica di Panzano.

Il memoriale è stato fortemente voluto dall'amministrazione comunale Cisint, attivamente impegnata a sostegno delle iniziative che denunciano le conseguenze dell'utilizzo dell'amianto nel territorio cittadino e in particolare nei cantieri navali.

"La città di Monfalcone è una delle realtà fra le più colpite a causa dell'utilizzo di questa fibra, con un alto numero di vittime e i cui effetti si faranno sentire ancora per molti anni a causa del periodo di latenza nell'emergere delle relative patologie" ha più e più volte ricordato il sindaco, Anna Cisint che assieme ai suoi assessori lo scorso 20 novembre ha approvato una delibera di giunta con cui si è ufficializzata la volontà di dar corso alla realizzazione del Memoriale per le Vittime dell'Amianto negli spazi del Museo della Cantieristica.

Idea nata già parecchi mesi fa proprio dalla considerazione che il Museo della Cantiertistica, per rispetto e riconoscimento di dignità dei lavoratori, avrebbe dovuto ospitare uno spazio dedicato alla tragedia dell'amianto. Spazio che effettivamente mancava.

Il Memoriale, il cui progetto è stato curato dal giornalista Roberto Covaz, è in sostanza una apposita sala che servirà quale luogo di conoscenza delle vicende dell'amianto e nello stesso tempo sarà luogo di omaggio per le vittime e per tutti coloro che sono colpiti dalle conseguenze dell'impiego dell'amianto.

Per realizzare il memoriale è stato effettuato un investimento di circa 20mila euro per realizzare interventi strutturali, lavori di adeguamento dell'ambiente, il rivestimento delle pareti e la sistemazione di pannelli stampati con testi e immagini, nonché un grande pannello dei ‘nomi’ delle vittime.

I pannelli espositivi e informativi e le didascalie delle immagini sono stati realizzati in due lingue, italiano e inglese e la traduzione è stata affidata alla Quickline di Trieste.

Le foto che verranno esposte e che sapranno raccontare forse meglio delle parole il dramma dell'amianto e delle tante famiglie colpite da questa tragedia sono state chieste alla fotografa monfalconese Katia Bonaventura che ha fatto una specifica ricerca artistica sul tema dell’amianto e sulle ricadute tragiche che ha riportato al territorio, raccontata proprio attraverso le immagini.

Per l’attività di progettazione e il reperimento del materiale iconografico e fotografico e dei materiali da esporre nella mostra immagini ‘Il racconto dell'amianto’, il comune si rivolto all’architetto Michele Poletto, dello studio Movio Poletto di Ronchi dei Legionari, che già aveva partecipato allo staff di progettazione degli allestimenti generali del Museo della Cantieristica.

È stata inoltre creata un'illuminazione specifica e adatta al memoriale.