MESE SETTEMBRE 2018


ASSOCIAZIONE NAZIONALE BERSAGLIERE

CONCERTO

 " VOCI E SUONI DELLA TRINCEA "                                                                      AL SACRARIO DI REDIPUGLIA                                                          

 

08 SETTEMBRE 2018


SACRARIO MILITARE DI REDIPUGLIA

UN LUOGO PER RIFLETTERE

Un luogo da vedere, almeno una volta nella vita, è il Sacrario Militare di Redipuglia, il più grande sacrario militare italiano, dove sono seppelliti 100.000 soldati della Prima Guerra Mondiale (più della metà ignoti).

Costruito di fronte al vecchio cimitero sito sul colle Sant’Elia (conosciuto anche come Parco della Rimembranza, una specie di museo a cielo aperto), il cimitero sorge sul versante ovest del Monte Sei Busi.

Il progetto dell’architetto Greppi prevedeva di rappresentare il sacrario come un’armata, in posizione di combattimento, guidata dal proprio comandante: è così che le urne dei 100.000 caduti sono disposte su un’ampia scalea avente alla base la tomba del Duca d’Aosta.
Il luogo è ovviamente carico di suggestione e di emozione, visto che vi riposano ragazzi che hanno creduto nella patria tanto da sacrificare la propria vita al tricolore.
Indirizzo: Via Terza Armata, Fogliano Redipuglia (GO)
Contatto telefonico0481 489024
Orari: da aprile a settembre dal martedì alla domenica 8.30-12 e 13.30-17
         da ottobre a marzo dal martedì al sabato 8.30-12 e 13.30-17.
Aperto l’1 e il 4 novembre

 

Chiuso il lunedì da aprile a settembre e lunedì, domenica e festività da ottobre a marzo.


REDIPUGLIA                                               IL RACCONTO DEGLI EROI

Quest’anno,  conclusivo del ciclo di celebrazioni per il centenario della Grande Guerra,  i Bersaglieri del FVG hanno inteso ricordare e rendere omaggio a tutti i caduti di quel conflitto, che consentì  la restituzione  dell’Italia agli italiani, con un concerto eseguito presso il Sacrario di Redipuglia, luogo simbolo del loro sacrificio.  

 

Il programma della serata si è sviluppato come un ideale viaggio in quel conflitto attraverso le emozioni, i sentimenti ed i timori di alcuni dei protagonisti di quella storia tratti dalle loro memorie e testimonianze a cui i Bersaglieri hanno dato voce e colorato ciascun episodio narrato/ricordato con una appropriata colonna sonora; non a caso il titolo del concerto “ Voci e Suoni dalle Trincee”.

Nella penombra di un tramonto ed il silenzio di una sera di fine estate si sono esibiti, senza interruzione alcuna, la fanfara Bersaglieri del FVG, il coro di Pertegada, la filarmonica di AzzanoX-Tiezzo, la voce soprano di Teresa Iseppi, il baritono Enrico Cossutta e le voci narranti dalle trincee di Bianca Manzari, Alfredo Grazioli, Alessandro Gennaro e Alessandro De Benedittis.  

 

Un tributo agli eroi nella ricorrenza, anche, dell’80° anniversario dell’inaugurazione del citato Sacrario, sentito come un dovere di altissimo valore etico, morale e di civiltà, voluto dai Bersaglieri e dalla Presidenza Regionale ANB, che ne ha curato in toto la realizzazione, con la preziosa collaborazione del maestro bers. Antonio Miele per tutti gli aspetti musicali.

 

Le autorità presenti ed il numerosissimo pubblico intervenuto,  rapiti in un silenzioso e magico raccoglimento sono stati accompagnati in questo emozionante viaggio, vocale e musicale, iniziato con la dichiarazione di guerra, gli incontri al fronte, i racconti della vita in trincea, delle fucilazioni, dei timori per l’attesa dell’assalto, dei testamenti ai propri figli ed alle mogli, il ricordo delle Portatrici Carniche e degli Irredenti, la gioia per la vittoria col ritorno di Trento e Trieste all’Italia con le colonne sonore di  “Addio mia belle addio, O Signore dal tetto natio, Miserere, Lettera dal fronte, La ballata dell’eroe, La canzone del Piave e del Grappa, Ai preat la biele stele, Il reggimento di papà, Suoni la tromba intrepido, la campana di San Giusto, Stelutis alpinis ed altre.          Il ricordo del milite ignoto cui ha fatto seguito la resa degli onori ai caduti presso il cippo del Colle Sant’Elia ( primo Sacrario per i caduti della Grande Guerra) ed il corale “Canto degli Italiani”, quale segno di gratitudine per tutti questi eroi, hanno concluso questo indimenticabile viaggio compiuto di fronte ai protagonisti della storia e lasciando in tutti forti emozioni e rinnovati sentimenti di profonda riconoscenza per tutti quei 650 mila caduti.

 

Questo era lo scopo che si voleva raggiungere, e la gratitudine dei Bersaglieri va a chi maggiormente li ha sostenuti, la Regione FVG, la Federazione BCC del FVG, il Comune di Fogliano, il Comando Militare Esercito di Trieste e la Direzione del Sacrario di Redipuglia.  

 

Ma il nostro viaggio nella memoria continua, a novembre tutti a Trieste.














La marcia su Fiume                                             Gabriele  D'Annunzio

12 SETTEMBRE 2018



L’IMPRESA DI FIUME (1919)

La Grande Guerra si è conclusa da meno di un anno. Sulla base del Patto di Londra del 26 aprile 1915, la città istriana di Fiume, di popolazione e lingua italiana, rimane sotto l’amministrazione alleata pur con la presenza di truppe presidiarie italiane. Nell'ottobre 1918 in città si costituisce un Consiglio Nazionale che spinge per ottenere l'annessione all'Italia e nell'aprile dell’anno successivo nasce una Legione Fiumana di volontari con lo scopo di difendersi dal contingente francese, filo jugoslavo, stanziato in città. Le manifestazioni della popolazione in favore dell’italianità costringono Parigi a prendere provvedimenti anche nei confronti di alcuni militari sovversivi, tra cui i Granatieri di Sardegna, allontanati dalla città. Il reparto lascia Fiume il 25 agosto 1919 per ritirarsi a Ronchi, dove alcuni di loro, chiamati “Sette Giurati di Ronchi”, promettono di tornare a Fiume e chiedono aiuto a Gabriele D’Annunzio per rivendicarne l’italianità. In un clima politico fatto di incertezze, prevale la passione politica del Vate, che  decide di intervenire promettendo il proprio arrivo a Ronchi per il 7 settembre. In ritardo di qualche giorno, a causa di un’improvvisa febbre, il comandante tenente colonnello D’Annunzio raggiunge la cittadina e da qui, a bordo di una Fiat 501 e seguito dai camion dei Granatieri, parte per Fiume. Non trovando molta resistenza, fermato solo da alcuni bersaglieri che si uniscono alla colonna, prosegue spedito sino a Cantrida. Qui viene bloccato da uno sbarramento: il generale Pittaluga tenta di farlo desistere dall'azione. Ma il poeta continua la sua marcia ed entra a Fiume intorno alle 12.30 del 12 settembre 1919. Viene accolto in città con gli onori militari da una folla festosa che vede l’impresa come un nobile gesto di difesa nei confronti di tutti quegli Italiani fiumani che non vogliono passare per nessun motivo sotto il governo croato. Poco tempo dopo, il governo italiano inizia a temere che dalle vicende istriane possa derivare un grave sconvolgimento politico, con un conseguente  stravolgimento del nuovo ordinamento statuale. Si cerca di trattare con D’Annunzio, ma non ottenendo risposte, il commissario straordinario Pietro Badoglio lancia un ultimatum che, ignorato, fa sì che la città venga posta sotto assedio militare. D’Annunzio fermo sulle sua posizioni dà vita alla "Reggenza Italiana del Carnaro". Rifiutata la proposta del Trattato di Rapallo, in cui sia l’Italia che la Jugoslavia si impegnavano a garantire e a rispettare l'indipendenza dello Stato libero di Fiume, la città, con il suo poeta,  si trova a combattere in quello che verrà ricordato come il Natale di Sangue, al termine del quale, vista la sconfitta, D'Annunzio firma la resa.


E proprio nel ricordo delle gesta di D’Annunzio si sono ritrovate le associazioni combattentische e d’arma, le guardie d’onore del Pantheon, i vessilli dell’associazione Venezia Giulia e Dalmazia, della Lega nazionale e, in qualche modo, il popolo del centrodestra, senza bandiere o tratti identificativi.

Accanto al sindaco di Ronchi dei Legionari, Livio Vecchiet, senza fascia tricolore, quelli di Monfalcone, Anna Maria Cisint, di Fogliano Redipuglia, Cristiana Pisano e di Duino Aurisina, Daniela Pallotta, con tanto di fascia tricolore e il consigliere regionale leghista Giuseppe Ghersinich.

E se, nel suo intervento il presidente della Lega nazionale, Paolo Sardos Albertini, ha voluto mettere in luce la rinnovata identità nazionale, è stato il primo cittadino ronchese a voler stemperare gli animi pervasi da tanta polemica. «Non voglio criticare o esaltare la marcia su Fiume, che dopo quasi 100 anni continua a creare false interpretazioni, che in realtà non hanno ragione di esistere.

Purtroppo questa cerimonia – ha detto Vecchiet – continua a creare ancora alcune divergenze di opinione, che sono completamente anacronistiche, fuori luogo, fuori tempo e non sono capite da nessuno. La democrazia dice che tutti possono manifestare democraticamente rispettando la libertà altrui, questo è un diritto di tutti sancito dalla nostra Costituzione».

Vecchiet si è detto convinto che la vicenda della marcia su Fiume, che si colloca in un periodo storico estremamente complesso, non ha nulla a che fare con il fascismo. «Anche se qualcuno – ha proseguito – ha cercato d’interpretare ideologicamente la marcia su Fiume, come anticipatrice di quella fascista su Roma».

Dopo l’intervento del primo cittadino di Monfalcone, che ha ricordato la volontà del suo Comune a sostenere questa e le prossime iniziative, a concludere la cerimonia è toccato ad Adriano Ritossa. «La Nazione si è formata su un patrimonio di cultura e storia, grazie a percorsi diversi, origini diverse, magari opposte.

Ecco perché oggi siamo qui per ribadire, come ha fatto recentemente anche il presidente della Repubblica – ha detto – che non si può riportare indietro le lancette della storia, ma per testimoniare che gli eventi storici, vanno contestualizzati nel momento in cui sono avvenuti e vanno letti non con gli occhiali dello strabismo di parte ma con la lente degli storici». E ancora: «Nel tempo abbiamo dimostrato che l’evento D’Annunziano, con l’adozione della Carta del Carnaro ha dato un contributo all’attuale Costituzione e basterebbe analizzare i due documenti. Purtroppo non tutti amano la cultura e lo studio, di conseguenza sussistono ampi spazi di ignoranza». —



Sabato 22 settembre 2018 passeggiata letteraria


La Galleria Rifugio organizza la passeggiata dove si propone di restituire in un percorso ideale la Monfalcone vista da Giani Stuparich, testimone del 1915 che ha annotato nel suo diario luoghi, fatti e figure dei giorni iniziali alla Grande Guerra.
L’intento è quello di far conoscere Monfalcone attraverso le parole dell’ultimo rappresentante della grande stagione letteraria triestina, incredibilmente poco conosciuto alla cittadinanza monfalconese, e proporre una visione della città nella Grande Guerra non solo incentrata sulle testimonianze belliche del carso ma in quelle contenute all’interno del suo tessuto urbano, inestimabili testimoni dello scorrere del tempo.
L'iniziativa trae origine dal libro "Guerra del '15" (1931), scritto da Giani Stuparich, soldato volontario irredentista del 1 Reggimento Granatieri a Monfalcone all'inizio delle ostilità con l'Impero Austro-Ungarico
attività gratuita
PROGRAMMA 
16.15  Ritrovo dei partecipanti in Piazza della Repubblica angolo Via Duca d‘Aosta  
16.30  Introduzione alla passeggiata 
16.40: Passeggiata sul percorso Piazza della Repubblica, Salita Granatieri, Via Colleoni, Salita alla Rocca, Rocca, Salita Mocenigo, Corso del Popolo, Via Sant’Ambrogio, Piazza Unità, Via Duca d’Aosta,  Via Roma, Via Verdi, Via 9 Giugno, Via del Rosario, Via Duca d'Aosta 
Il percorso dura circa due ore, parte su strada cittadina, parte su sentiero, con diversi dislivelli senza particolari difficoltà. Si consiglia comunque di indossare un paio di scarpe da trekking e di  portare con sé una scorta d’acqua.  È previsto un servizio navetta per chi non potesse affrontare la salita alla Rocca. 
Fb.me/galleriarifugio/
coorganizzatore: Ecomuseo Territori. Genti e memorie tra Carso e Isonzo

 


Cerimonia ricordo  Comandante Marittimo Nazario Sauro                                                         1 ottobre 2018



AMMIRAGLIO ROMANO SAURO

nipote del comandante marittimo e patriota nazionale Nazario Sauro

La cerimonia in ricordo del comandante marittimo Nazario Sauro, medaglia d’oro al valor militare alla memoria, che si è tenuto il giorno lunedì 1 ottobre 2018 alle ore 9.00 presso il porticciolo Nazario Sauro di Monfalcone ( GO ) alla presenza dell’ Ammiraglio Romano Sauro.

Presenti alla cerimonia erano il Sindaco Anna Maria Cisint la Capitaneria di Porto e scuola elementare Nazario Sauro e le Associazioni d' Arma.

La cerimonia è iniziata : 

 ORE 10:00 - Conferenza “Nazario Sauro nonno, marinaio ed eroe d’Italia” presso Scuola Elementare Nazario Sauro

 

ORE 19:00  – Presentazione progetto SAURO100 e libro “Nazario Sauro. Storia di un marinaio” presso sede Lega Navale Monfalcone con LNI e ANMI Monfalcone


ROMANO SAURO CON FRANCESCO SAURO: NAZARIO SAURO STORIA DI UN MARINAIO

 

 

Romano Sauro, Francesco Sauro
Ed. La Musa Talia
pagg. 346

"Vardila ben quela bandiera tricolor che xe la mia ma anca la tua e dei tuoi fradei. Mi per ela son pronto a morir quando vegnerà el momento."

È il 25 aprile del 1912 quando, nell'occasione di una visita a Venezia nel giorno dell'inaugurazione del ricostruito campanile di San Marco, secondo i ricordi di Nino, Nazario pronuncia quelle parole di fronte alla bandiera dell'Italia. 
Forse già immagina quale sarà il suo destino, forse è solo la promessa di non tirarsi indietro di fronte a niente per quella che considera la sua patria.
Di certo c'è che di li a pochi anni Nazario Sauro darà tutto quanto possedeva di più prezioso per l'Italia: la sua vita.

Romano e Francesco Sauro sono gli autori del libro e nello stesso tempo sono nipote e bisnipote di Nazario.
Il libro è una raccolta dei ricordi che ci permette di ricostruire il carattere, oltre che le avventure, dell'uomo Nazario Sauro per il tramite delle parole e dei ricordi di tutta la famiglia e delle persone che l'hanno conosciuto nella veste di uomo di mare, di irredentista, di patriota italiano, di fiancheggiatore degli albanesi, di compagno di scherzi ai danni degli austriaci e di uomo di famiglia, figlio, marito e padre.
Perchè Nazario Sauro è tutto questo assieme, nonostante una breve vita. Morirà a Pola il 10 agosto del 1916 ad opera degli austriaci, impiccato per alto tradimento.
Traditore per l'Impero Austro-Ungarico, Eroe per l'Italia, Nazario Sauro correva dietro alla libertà.

A cento anni dalla sua morte esce la seconda edizione del libro che rievoca un pezzo di storia, forse non a tutti nota, quello della lotta per l'appartenenza all'Italia dei territori dell'Istria, Trieste e Capodistria. 
Nel 1920 Trieste ridivenne italiana mentre Capodistria, la città dove nacque Nazario, appartiene oggi alla slovenia.

Nazario Sauro era prima di tutto un marinaio e passò la sua vita sul mare.
Conosceva a fondo ogni porto, ogni secca, ogni scoglio della costa dove operava e questo gli consentì di dare informazioni all'Italia in guerra ma anche di svolgere ardite operazioni potendo contare sulla sua superiore conoscenza del luogo. Nazario prese senza riserve le parti dell'Italia e, anche grazie al suo lavoro, approfittava dei suoi spostamenti per inviare notizie al Ministero della Marina italiana sui movimenti delle navi militari austriache.

Nel 1914 Nazario, e nel 1915 (quasi) tutta la sua famiglia, lasciò Capodistria per trasferirsi a Venezia, poco prima dell'entrata in guerra dell'Italia.
Il 21 maggio 1915 Nazario indossa l'uniforme e il 23 entra ufficialmente nella Regia Marina italiana con il grado di tenente di vascello; il giorno dopo l'Italia entra in guerra contro l'Impero Austro-Ungarico. Lo stesso giorno Nazario si imbarca sul cacciatorpediniere "Bersagliere" per la sua prima missione: un'azione di fuoco contro Monfalcone.

In poco più di un anno di guerra, dall'aprile 1915 all'agosto 1916, Nazario prese parte a tante missioni sapendo benissimo che, se fosse stato preso, sarebbe stato condannato all'impiccagione per alto tradimento. Fin dal marzo 1915 infatti era imputato di alto tradimento e nel febbraio del 1916 era stato condannato in contumacia. Ma ciò non gli impedì di partecipare alle missioni di guerra o di esplorazione e osservazione contro le principali basi nemiche di Trieste,  Monfalcone, Pirano, Fiume e Parenzo.

La sua ultima missione fu a bordo del sommergibile "Giacinto Pullino", in missione di guerra contro Fiume, dove avrebbe dovuto silurare i battelli presenti nel porto. Nazario si imbarcò il 30 luglio, sicuro di poter dare ancora una volta il suo contributo.

Era mezzanotte e venticinque quando il sommergibile si incagliò sullo scoglio dell'isolotto della Galiola. Nazario, forse per sfuggire alla cattura, si allontanò al mattino su un piccolo battello a remi ma fu intercettato dal cacciatorpediniere "Satellit" e fatto prigioniero...

Nazario Sauro, storia di un marinaio, storia di patriottismo e di avventure, storia che non può mancare nella libreria degli italiani.

Alessandro Rugolo


ALPINI                                                                  GIORNI 19 E 20 OTTOBRE 2018                        A MONFALCONE


In occasione delle cerimonia degli Alpini a Monfalcone ( GO )

| 9° Anniversario della Beatificazione di Don Carlo Gnocchi
| 146° anniversario di Fondazione delle Truppe Alpine
| Centenario dal definitivo ritorno della Città di Monfalcone allo Stato Italiano
| 95° Anniversario di Fondazione della
sezione A.N.A. di Gorizia

Si terranno a Monfalcone due giornate di commemorazione.

Di seguito il programma completo:

| VENERDì 19 OTTOBRE |

ore 17.30 
ex pretura di Monfalcone, Piazza della repubblica
Inaugurazione della mostra
“100 opere per 100 anni dalla fine della
Prima Guerra Mondiale” a cura degli artisti dell’associazione Lapis di Gorizia

ore 18.00
sede dell’U.N.U.C.I di Monfalcone, via S. Francesco, 44
Inaugurazione della mostra “Da cappelle di guerra a simboli di pace” a cura dell’associazione culturale “Amici dell’Isonzo” di Gorizia

ore 20.30
Teatro Comunale di Monfalcone
Serata di beneficienza a favore dell’Associazione SettembreInVita
Concerto di cori alpini
CORO CIVE di Paularo della sezione A.N.A. Carnica
CORO ANA di Codroipo della sezione A.N.A. di Udine
CORO ARDITO DESIO della sezione A.N.A. di Palmanova
INGRESSO LIBERO - prenotazione posti c/o Cassa del Teatro Comunale

| SABATO 20 OTTOBRE |

ore 10.00 
Alpini: Campioni della solidarietà
Incontro con gli studenti dell’ISIS “Pertini” di Monfalcone. In collaborazione con la Fondazione Don Carlo Gnocchi e l’8° Reggimento Alpini

ore 16.00 
Ammassamento in via IX giugno

ore 16.30 
Sfilata lungo le vie di Monfalcone, partecipa la banda “Città di Cormòns”

ore 17.00 
Piazza della Repubblica 
Consegna delle medaglie commemorative da parte del Comune di Monfalcone

ore 17.45 
Onori ai caduti e deposizione corone ai monumenti di via
Rosselli, a seguire ammainabandiera

ore 18.30 
Duomo di monfalcone
Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Vicario generale dell’Arcidiocesi di Gorizia, Mons. Armando Zorzin
e dal Presidente della Fondazione Don Carlo Gnocchi, Don Vincenzo Barbante, con i Cappellani Militari del FVG per la diffusione del culto del Beato Don Carlo Gnocchi nel 146° Anniversario di fondazione delle Truppe Alpine, con canti eseguiti dal Coro S. Ignazio di Gorizia







BERSAGLIERI                                         CERIMONIA PER I CADUTI                                21 OTTOBRE 2018


L' Associazione Nazionale Bersaglieri della Provincia di Gorizia, come negli anni passati, ricorda il sacrificio dei loro commilitoni con una semplice cerimonia fatta domenica 21 ottobre 2018 a Fossalon di Grado

 

    - 09.00' raduno dei Bersaglieri in piazza della Chiesa

Parrocchia di San Marco Evangelista

- ore 09.30'  inquadramento ed entrata in Chiesa per la Santa Messa in suffragio dei Caduti

        celebrata dal Parroco di Fossalon di Grado con la lettura della "Preghiera del Bersagliere".

Al termine spostamento davanti al monumento ai Caduti dove abbiamo deposto una corona di  alloro e il suono del " silenzio" per un minuto di raccoglimento.

 







cerimonia   RITORNO MONFALCONE                                                  sabato 27 ottobre 2018


La S.V. é invitata alla cerimonia che si terrà sabato 27 ottobre 2018 nell'ambito del centenario del definitivo ritorno di Monfalcone all'Italia con il seguente programma:

 

 

ore 10,00   Ritrovo presso il monumento ai caduti di via Rosselli

 

ore 10.30   Deposizione Corona d'Alloro ai caduti dell'Aeronautica Militare

 

 ore 11,00   Loggia del Municipio del Comune Piazza della Repubblica

            

                  Inaugurazione mostra statica velivolo MB 339 delle Frecce Tricolori

                                    

                  Cerimonia di consegna della Medaglia Commemorativa del Centenario

 

                 Esibizione della Fanfara dell'Aeronautica Militare.

 

 E' un appuntamento importante per l'A.A.A. sezione di Monfalcone e per il Club 77 Frecce Tricolori che festeggia i 20 anni dalla fondazione.

 

In serata alle ore 19,00 sarà presentato il libro "da 20 anni con le Frecce Tricolori"nella sala conferenze della Marina di Lepanto aperto a tutti e a seguire la Serata Azzurra 2018 nel Ristorante attiguo riservato ai coloro che si sono prenotati con la presenza del Sindaco di Monfalcone e di alcuni componenti della Pattuglia Acrobatica Nazionale.












Vittorio Veneto                                       Raduno nazionale AssoArma         27- 28 ottobre-2018


Si terrà a Vittorio Veneto, da giovedì 25 a domenica 28 ottobre, il quinto Raduno nazionale AssoArma, evento che andrà a chiudere in città i raduni d’arma che hanno scandito i passati mesi, traghettando Vittorio Veneto verso il 4 novembre e la chiusura delle celebrazioni per il Centenario della fine della Grande Guerra.

CHI È ASSOARMA

AssoArma (Consiglio permanente delle associazioni d’arma) comprende decine di associazioni che fanno riferimento alle armi e alle specialità di Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato. Presieduta a livello nazionale dal generale Mario Buscemi, l’associazione ha tra le sue finalità principali tenere alto l’amor patrio e il valore delle forze armate, nella storia e nel presente. Dopo Gorizia, Trieste, Torino e Udine, AssoArma ha deciso di organizzare nel 2018 il suo raduno nazionale a Vittorio Veneto. «AssoArma – sottolinea il presidente Buscemi – non poteva rinunciare a celebrare un evento così significativo nel luogo ove si concluse la Grande Guerra, luogo che è sempre vivo nella memoria nazionale: Vittorio Veneto. Gorizia, Trieste, Torino e Udine sono state le tappe che hanno via via posto in luce il modo di sentire unitario e appassionato delle associazioni d’arma»

 

Il Raduno nazionale AssoArma entra nel vivo a Vittorio Veneto. Sabato, alle 9.30 in piazza del Popolo, l’alzabandiera darà il la alle commemorazioni del Centenario della Grande Guerra volute dal Consiglio permanente delle 37 associazioni d’arma (AssoArma) nella città della Vittoria, a conclusione di un cammino iniziato con il raduno nazionale Assoarma a Torino, nel 2011, per i 150 anni dell’Unità d’Italia e proseguito nel 2015 a Udine per ricordare i 100 anni dall’inizio della Grande Guerra.

Alle 9.30, in piazza del Popolo, l’alzabandiera alla presenza del presidente nazionale di AssoArma, generale Mario Buscemi, del sindaco di Vittorio Veneto Roberto Tonon, delle associazioni d’arma con i loro labari e del picchetto armato di Genova Cavalleria. Il momento solenne sarà scandito dalla fanfara della Brigata Pozzuolo del Friuli.

A seguire, la deposizione di una corona d’alloro al monumento ai caduti. Intorno alle 10, i rappresentati delle associazioni d’arma saliranno su tre pullman per raggiungere tre sacrari trevigiani legati alla Grande Guerra: il sacrario di Fagarè della Battaglia, il sacrario di Nervesa della Battaglia e il cimitero austroungarico di Follina.

Qui, nel corso di una breve cerimonia, avverrà la deposizione di una corona d’allora alla memoria di tutti i caduti. Nel mentre, alle 10.30 nella sala di rappresentanza del municipio di Vittorio Veneto, si terrà l’apertura ufficiale del raduno.

Il presidente Buscemi premierà Giulia Pujatti e Alice Uliana, già studentesse di 5^ liceo artistico al “Munari”, che nel passato anno scolastico hanno partecipato al concorso per individuare il logo del 5° Raduno nazionale AssoArma.

Due i bozzetti poi scelti dalla giuria tra i settanta elaborati dagli studenti di quattro classi, con primo premio assegnato a Pujatti, seconda Uliana.

Dalle mani di Buscemi le due ragazze riceveranno un premio in denaro rispettivamente di 250 e 150 euro. AssoArma, inoltre, consegnerà alla dirigente scolastica del “Munari”, professoressa Franca Braido, un contributo in denaro di 1.750 euro che servirà alla scuola per acquistare nuove dotazioni per gli studenti. Nel pomeriggio, alle 15.00 nella sala civica del Museo della Battaglia a Ceneda, l’Associazione nazionale aviazione esercito presenterà il suo calendario 2019, evento aperto a tutta la popolazione.

Quindi alle 17.00, nella Cattedrale di Ceneda in piazza Giovanni Paolo I, il vescovo di Vittorio Veneto monsignor Corrado Pizziolo celebrerà la santa messa in ricordo dei caduti di tutte le guerre.

 

Domenica sarà la giornata clou del 5° Raduno nazionale AssoArma. Fin dalle prime ore del mattino, i partecipanti arriveranno in città e dalle 9.00 raggiungeranno l’area di ammassamento in via Manin.

Alle 10.30, in piazza del Popolo, l’inizio della cerimonia. In piazza si schiereranno lo squadrone Genova Cavalleria e la fanfara della Brigata Pozzuolo del Friuli, quindi la resa degli onori al gonfalone della Città di Vittorio Veneto e degli altri Comuni decorati con medaglia d’oro al valor militare (Parma e Borgo Val di Taro). Seguiranno i discorsi della autorità civili, politiche e militari.

Alle 11.20 l’inizio dello sfilamento: i radunisti partiranno da piazza Borro, davanti a quella che è conosciuta come la fontana degli arditi, per proseguire in direzione nord lungo il viale della Vittoria, passando davanti al palco delle autorità.

Saranno 63 i gruppi e associazioni a sfilare. Alle 13.30 in piazza del Popolo l’ammainabandiera.

MALTEMPO ROVINA CERIMONIA                        SFILAMENTO DEL 5° RADUNO NAZIONALE ASSOARMA

Buscemi, presidente nazionale AssoArma: «Abbiamo sperato fino all’ultimo, comunque il grande entusiasmo respirato a Vittorio Veneto conferma una manifestazione di successo di cui possiamo essere orgogliosi». Presente il principe Emanuele Filiberto di Savoia e Paolo Thaon di Revel Vandini.

Una decisione sofferta, ma a tutela della sicurezza dei presenti. Il comitato organizzatore del 5° Raduno nazionale AssoArma, consultato il sindaco di Vittorio Veneto e la Questura, alle 9.40 di sabato ha annunciato al megafono in piazza del Popolo l’annullamento della cerimonia e dello sfilamento che avrebbero dovuto concludere il raduno, apertosi giovedì.

Il cielo grigio e carico di pioggia pareva non promettere nulla di buono e questo alla luce anche dell’allerta meteo diramato dalla protezione civile regionale.

Molti radunisti avevano comunque già raggiunto Vittorio Veneto di prima mattina, fiduciosi che il meteo potesse essere dalla parte del raduno.

«È con grande tristezza che dobbiamo annullare la cerimonia ha spiegato il generale Giampaolo Saltini, presidente del Comitato organizzatore del raduno, mentre imperversava su Vittorio Veneto un forte temporale che pareva non dare cenni di tregua

Le condizioni meteo sono proibitive e mettono a rischio lo svolgimento in sicurezza degli eventi e la sicurezza delle persone qui presenti. Una decisione che ho condiviso con il sindaco di Vittorio Veneto e con la questura».

«La pioggia ha aggiunto il generale Mario Buscemi, presidente nazionale AssoArma  non ci ha permesso di concludere questa manifestazione di alta qualità, con eventi come il concerto di venerdì sera nel duomo di Serravalle che ha saputo trasmettere delle emozioni uniche.

Abbiamo sperato fino all’ultimo; comunque il grande entusiasmo respirato stamane qui a Vittorio Veneto conferma una manifestazione di successo di cui possiamo essere orgogliosi». «Valutato insieme la situazione meteo  ha spiegato il sindaco di Vittorio Veneto, Roberto Tonon  si è preferito per la sicurezza di tutti annullare la cerimonia di stamane. Dopo cinque raduni andati bene, pazienza».

Nel frattempo, mentre imperversava il temporale, la tribuna di piazza del Popolo aveva comunque accolto numerose autorità civili, militari e religiose. All’annuncio dell’annullamento, alcuni hanno iniziato a lasciare il centro città.

Ma pochi minuti dopo, intorno alle 10, la pioggia si è interrotta, pur rimanendo il cielo minaccioso e coperto. Il principe Emanuele Filiberto di Savoia, accompagnato da Paolo Thaon di Revel Vandini, e dalle guardie d’onore alle reali tombe del Pantheon (realtà che fa parte di AssoArma) ha fatto ritorno in piazza del Popolo, mentre molti radunisti in modo spontaneo si disponevano lungo il viale della Vittoria per sfilare con i labari e le bandiere.

«Ha un grande significato di memoria e di storia, non potevo mancare a Vittorio Veneto – ha detto il principe Emanuele Filiberto di Savoia - Per me è molto importante essere qui con tutto l’arma e AssoArma per rendere omaggio a quelli che hanno combattuto per un’ideale, hanno vinto e oggi è la vittoria delle persone che purtroppo non sono più qua e che hanno lasciato le loro vite e le loro famiglie per un’ideale di patria. Dovevo esserci».

Quindi le autorità presenti si sono spostate sull’altra tribuna lungo il viale della Vittoria. E improvvisando, i radunisti hanno iniziato a sfilare.

Ad aprire le guardie d’onore del Pantheon, poi lagunari, aviatori (i Vam dell'A.N.Vam), bersaglieri, finanzieri, carristi, marinai, artiglieri, fanti, alpini, carabinieri in divise d’epoca e molti altri ancora.

Uno sfilamento spontaneo, accolto dagli applausi dei presenti, gente arrivata da fuori e molti i vittoriesi che, incuranti del meteo, hanno deciso comunque di esserci.

Tra loro anche la vittoriese Francesca Meneghin, staffetta partigiana, che ha detto: «Questi eventi riescono ancora a commuovermi, ci sono ricorrenze che i giovani non devono dimenticare».

Poi la fanfara dei bersaglieri ha portato con la sua musica un po’ di gioia in questa giornata uggiosa. «La gente si è sentita comunque di sfilare nel vuoto di pioggia per esprimere la gioia di essere qui» ha commentato in chiusura l’ammiraglio Roberto Domini del Comitato organizzatore.

Quindi piazza del Popolo si è riempita e alle 11.10, sulle note dell’Inno d’Italia intonato dai presenti, il solenne ammainabandiera.