CERIMONIE – MANIFESTAZIONI ANNO 2016


 

ARTICOLO TRATTO DA IL POPOLO DEL FRIULI DEL 8 AGOSTO 1932

CON I BERSAGLIERI A QUOTA "ENRICO TOTI "

 

Sedici anni sono trascorsi dal giorno in cui, un fante piumato, classica figura dell'eroismo del popolo italiano, trovava gloriosa morte sulle aride rocce di quota 85 che ieri al suo eroico uomo venne consacrata per volere del Duce.

Su questa quota, testimone di battaglie cruenti, dove la terra non bastò per seppellire tutti i prodi, si sono dati convegno i bersaglieri in congedo di tutta la Venezia Giulia, per glorificare la forza e la virtù immortale del nostro popolo che sotto la guida del Re Soldato e del suo Duce, sa sempre trovare la primavera per la sua grandezza, per la sua potenza.

In questa atmosfera fu rinnovato l’atto di fede e di offerta alla grande ed amata nostra Patria.

 

 

 

 

BERSAGLIERI  «PRESENTI»

 

Alla significativa ed imponente adunata di «fiamme cremisi» convenute da Trieste, da Gorizia, da Fiume, da Pola e da Padova con i loro labari decorati di numerose medaglie al valore, parteciparono pure gli ex bersaglieri della fiorente sezione di Udine.

Veramente, il col. cav. Giusto Venier presidente della Sezione mi faceva osservare ieri mentre con passo gagliardo, malgrado l’età, non più verde, si accingeva a salire l’aspro sentiero che porta a quota 85  che gli « ex bersaglieri» non esistono, esistono i bersaglieri.

L’affermazione è esatta. Il col Venier, che, con spirito agile ed appassionata dedizione, ha saputo informare durante il breve tempo, dacché gli furono affidate dall’on. Melchiorri le sorti della Sezione «Lamarmora» di Udine, nuova freschezza di energia nelle file dei soci, ha condotto ieri a Monfalcone per compiere un rito d’amore e di fede, non una rappresentanza di soldati anziani, ma un saldo, giovanile, vibrante duplice centuria di autentici bersaglieri, irresistibili sotto l’ala fremente del cappello piumato, con la fanfara in testa ed il labaro, su cui spiccano ben tre medaglie d’oro al valore. 

Ex bersaglieri! No Bersaglieri sempre.

Quando si è servita la Patria nei ranghi dei figli di Lamarmora, si rimane bersaglieri tutta la vita.

— Che cosa fa il bersagliere dopo morto?

— soleva domandare ai suoi barbuti ragazzi il prode fondatore del Corpo e i ragazzi rispondevano

— Fa quattro salti mortali e parte a passo di corsa verso l’avvenire .

 

 

 

I "SEMPRE GIOVANI"

 

Figuratevi, dunque, se dei bersaglieri di trenta, di quaranta, e di cinquanta o più anni, come quelli che il col. cav. Venier ha fatto sfilare di corsa, per le vie di Monfalcone dinanzi al Generale Fara, alla medaglia d'oro on Giulietti, al generale Pirzio Biroli ed altri, possono soffrire di sentirsi sempre chiamare «ex».

«Ex»: parola che vuol dire tempo passato, ardimento messo in pensione, visi di donna che sorridono sbiaditi nella memoria. Bersagliere: parola italiana che significa tempo presente, ardimento sempre pronto, spirito di conquista.

I bersaglieri della Sezione di Udine — baldanza di portamento, eleganza di uniforme e soprattutto entusiasmo e vivacità — hanno avuto ancora una volta la prova del loro fascino immutabile, anche se al di sotto di più di una piuma nera, è spuntato qualche capello argenteo.

Le borgate ridenti, tutte ridenti di sole della piana friulana, hanno salutato con « alala!» e con grida festose la rumorosa, simpatica e numerosa brigata bersaglieresca disposta su un corteo di automobili e torpedoni. L’ottima fanfara capitanata dal sergente dei bersaglieri Odorico Tell, con i suoi squilli elettrizzanti, manda in visibilio non solo le donzelle, ma pure i giovani e i vecchi che assistono al rapido passaggio.

 

A QUOTA "ENRICO TOTI"

 

Alle ore 9 dalla Piazza centrale di Monfalcone autorità, rappresentanze e bersaglieri muovono verso «Quota Enrico Toti».

È una fila lunga che si snoda sull’aspro e ripido sentiero: numerosissimi i gagliardetti, i labari, le bandiere della Patria. In mezzo alla folla, salgono lenti, silenziosi molti di coloro «che hanno fatto la guerra»; c’è ne son, di coloro che conobbero quelle posizioni palmo palmo, per dura esperienza; c’è anche «qualcuno che visse i tremendi giorni dell'azione del 6-7 agosto 1916 svoltasi proprio per la conquista dì «quota 85» azione nella quale trovò appunto gloriosa morte Enrico Toti.

L'episodio ce lo ricorda, semplicemente, ma con voce che tradisce l’intima commozione, il sergente Mario Mazzoli della Sezione bersaglieri di Udine.

Era allora caporale del 3° Reggimento Bersaglieri, nella stessa squadra di Toti.

Non vide egli cadere l’eroe, perché prima di lui una insidiosissima pallottola nemica lo ferì gravemente al petto.

Nel riandare dei ricordi, su quei luoghi che hanno conosciuto gli eroismi ed i sacrifici ove tanti suoi compagni sacrificarono l’età più bella per un grande ideale, i suoi occhi si velano di una profonda nostalgia. L’aspetto aspro e tormentoso dei luoghi di guerra, prende qualche volta — anche per chi troppo lo conobbe — forme di improvvisa dolcezza, specie là, dove l’amore fraterno ha saputo portare un soffio commovente dei suoi più nobili sentimenti.

Enrico Toti, l’eroe leggendario doveva essere felice ieri nel sentirsi così dolcemente vicino ai suoi compagni, custodi gelosi del suo eroismo. 

 Ma quanti altri dormono lontani dai loro cari, senza che alcuno, la mamma, la sposa, una persona amica, si siano mai recati a deporre un fiore sulla loro tomba.

Ed aspettano: quelli che portano un nome e l’immensa schiera degli sconosciuti; sono tutti figli nostri, sono tutti fratelli nostri che attendono il modesto di un fiore che parli loro di un amore lontano e che su di loro faccia almeno per un ultimo alitare il profumo dei boschi e dei campi, ove sbocciò la loro prima giovinezza.

Perciò, più frequenti dovrebbero essere i pellegrinaggi ai luoghi dove fu disputata, tenacemente ed aspramente la guerra.

LA CERIMONIA

 

Tutt’intorno al cippo che eterna la gesta leggendaria di Enrico Toti, eretto quasi sul posto ove egli esalò l’ultimo respiro. Si raccolgono le autorità e le rappresentanze. Sono presenti alla commovente cerimonia la medaglia d’oro generale Gustavo Fara, vice presidente dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, la medaglia d’oro on. Console generale comm. Giulietti, il generale Pirzio Biroli comandante la Divisione Militare di Udine, il console cav. Felici comandante la Milizia Forestale di Udine, il comm. Venditelli Vice Prefetto di Trieste, il sen. Pitacco Podestà di Trieste, il generale Vacca Muggiolini comandante la Divisione di Trieste per S.E. il comandante del Corpo d’Armata, il gen. Francavilla Presidente del Tribunale Militare di Trieste, il col. Muller dell’11° Bersaglieri, il podestà di Monfalcone; i rappresentanti i comuni Gorizia, Fiume, Pola, Zara e moltissime altre personalità. Accanto alle «fiamme cremisi» fraternizzano le rappresentanze delle varie altre associazioni combattentistiche; volontari di guerra, artiglieri, alpini, fanti e granatieri.

Accanto alle principali autorità sono la signora Emma, sorella dell’eroe, con i figli Lamberto e Rosita.

Di fronte al cippo è eretto un altare da campo, ove mons. Giacomuzzi, capitano dei bersaglieri in guerra, decorato al valore e presidente della sezione bersaglieri in congedo di Portogruaro, celebra la Messa. Al vangelo il sacerdote dice elevate e commosse espressioni esaltando il sacrificio dei prodi caduti e l’eroismo di Enrico Toti al quale — egli dice — da oggi s’intitola la quota 85 che ebbe il supremo compito di raccogliere il suo ultimo sospiro, di assorbire e custodire gelosamente nel suo materno seno, il generoso sangue da lui versato.

 

IL MESSAGGIO DELL’ON. MELCHIORRI

 

Terminato il sacro rito, sale in cima al cippo, la medaglia d'oro on. Giulietti, il quale con voce robusta legge il seguente messaggio inviato dall'on. Melchiorri presidente generale dell’Associazione Bersaglieri.

« Caro Giulietti, affido a te ed all’intrepido generale Fara l’incarico di portare ai bersaglieri della Venezia Giulia, il mio più caloroso saluto.

Forse mai mi è dispiaciuto tanto di non essere ad una cerimonia, quanto in questa solenne occasione, nella quale «quota 85» diviene — per volontà del Duce — «Quota Enrico Toti».

Solo la presenza del generale Gustavo Fara, eroe tra gli eroi, e la tua presenza mi confortano nel pensiero che alla cerimonia, che assurge ad una importanza e ad una tonalità eccezionali, il Comitato centrale sarà più che adeguatamente rappresentato.

Porta ai bersaglieri della Venezia Giulia, il mio saluto entusiastico, commosso fraterno.

Dì loro che dall’esempio del grande Eroe popolare, essi devono trarre ammonimento e incitamento.

E aggiungi — con le parole che sgorgano sincere, sentite dal tuo cuore che li attendo a Roma, attorno al Duce, ad esaltare, nel Monumento che inaugureremo a Porta Pia, tutte le glorie e le tradizioni del nostro Corpo.

Affettuosamente. Melchiorri.»

La medaglia d’oro Giulietti, quindi, dopo aver porto un saluto ai bersaglieri ed a tutti i prodi, caduti della guerra, con vibrante parole, esalta la figura di Enrico Toti figura che sarà ricordata nei secoli, e con l'Eroe intende esaltare tutte le mirabili virtù del soldato italiano.

Ricordato che «Quota 85» non sarà più un numero, ma bensì un nome caro a tutti gli italiani, esalta lo spirito di sacrificio dei 600.000 Caduti e conclude con vibranti espressioni d’amore e di fede nei destini della Patria, di devozione e di disciplina verso il Re e verso il Duce.

Prima che il raduno si sciolga, il gen. Fara sale pure lui malgrado i suoi settantasette anni sul cippo per pronunciare nobili parole di incitamento, improntate al più generoso ed impetuoso spirito bersaglieresco.

L’Eroe dell’Eritrea, della Libia, del Carso e del Piave è accolto da vibranti alalà lanciati ripetutamente dai bersaglieri che vedono in lui «il buon papà», il prode comandante, tipico figlio di Lamarmora.

Nel limpido azzurro salgono, altissimi gli squilli delle fanfare bersaglieresche.

 

LA VISITA A MONFALCONE

 

La cerimonia è così compiuta. Si ritorna nuovamente a Monfalcone, ove sulla Piazza del Duomo il gen. Fara e le altre autorità passano in rivista le sezioni bersaglieri ivi convenute per la manifestazione.

Lo schieramento avviene, naturalmente a passo di corsa tra la viva ammirazione dei cittadini che si affollano tutt’intorno al vasto spiazzo mantenuto sgombro da carabinieri e agenti di P.S.

Ivi si raccolgono pure tutte le rappresentanze con vessilli. 

Chiude la sfilata il gruppo dei bersaglieri udinesi accolto da un lungo e caldo applauso da parte del pubblico ammirato per il comportamento, per la vivacità squisitamente bersaglieresca. 

Il col. Cav. Venier, coi suoi collaboratori accanto — Marchesini, Pagani, Cerruti, Del Pup, Tell, Gallina e Migliorini — si mette pure in linea assieme ai suoi bersaglieri.

Il gen. Fara, passando dinanzi alle due centurie di bersaglieri udinesi, si sofferma per esprimere al col. Venier tutta la sua ammirazione, il suo compiacimento per la disciplina ed il baldo comportamento rilevati, magnifico esempio di virtù bersaglieresche 

L'ambito riconoscimento del generale Fara è suffragato pure dalle lodi espresse dalla medaglia d'oro Giulietti, del gen. Pirzio Biroli e da altre personalità.

Sulla piazza centrale segue poscia, la sfilata dei reparti a passo di corsa ed al suono delle fanfare.

II convegno quindi si scioglie e i bersaglieri sciamano per la ridente cittadina ammantata di tricolori.

 

 

GRANDE GUERRA – A TRIESTE  

LA  CERIMONIA  ALL'INSEGNA DELLA "MEMORIA CONDIVISA"

 

 

 

I BERSAGLIERI DEL FVG COORDINANO LA MANIFESTAZIONE

 

Trieste, Piazza Unità d’Italia, sabato 16 apr. 2016 - ore 10.00 – La giornata dedicata ai caduti della G.G. inizia  con  la solenne alzabandiera  e la deposizione di due corone in mare, di cui una donata dall'Associazione degli Amici della Croce nera austriaca (simile alla nostra Onorcaduti).

In questo modo, tutte le Associazioni d’Arma del FVG che aderiscono al Progetto Albo d’Oro, supportati dai vari governi della Regione, hanno voluto confermare l'esigenza, oggi più che mai, di una "memoria condivisa", evidenziata attraverso il ricordo dei Caduti in quella Grande Guerra combattuta con qualsiasi divisa sui fronti del Friuli Venezia Giulia.

Alla presidenza ANB regionale  il privilegio e l’onere di coordinare l’intera manifestazione che si è conclusa  alle ore 18.00 con la suggestiva  cerimonia dell’ammainabandiera ed il concerto alla città da parte della fanfara “E. Toti” di Trieste.

Una no-stop  che ha visto alternarsi alla lettura dei nomi dell’Albo d’Oro una moltitudine di gente, associazioni d’ogni genere, studenti, personalità del mondo accademico e della cultura, esponenti di tutte le amministrazioni civili e militari, l’On. Domenico Rossi in rappresentanza del Governo Italiano.  Moltissime le presenze di familiari, nipoti o pronipoti,  discendenti  di caduti a cui, in vari momenti della giornata, in un clima di assoluta commozione e partecipazione, sono state loro consegnate le medaglie commemorative predisposte dalla Regione FVG;  anche in queste circostanze si è voluto rimarcare  il principio della “condivisione”  consegnando pari riconoscimenti anche ai familiari di caduti italiani che, per ragioni geografiche del tempo, hanno combattuto con altra uniforme. 

Quasi tutti gli interventi hanno evidenziato l’importanza della “memoria”;  che “nasce da un conflitto che ha mescolato il sangue di una moltitudine di uomini, rendendoli fratelli in una sorta di patto di sangue da cui far nascere una rigenerata italianità” ha così esordito il Presidente ANB del fvg, “è questa la  memoria da custodire, tenere sempre viva, tramandarla e insegnarla, perché misero diventerebbe il popolo che perdesse la propria memoria, sarebbe un popolo senza storia”.

E ancora, il vicepresidente del Consiglio Regionale Paride Cargneluttì “ Una memoria comune e unanime, che deve essere trasmessa, anche per aiutarci a leggere il presente in ricordo delle migliaia di giovani morti, sotto ogni bandiera”.

Ma, aggiunge, "la Grande Guerra, dopo Caporetto, divenne una tragedia anche per gli oltre 600 mila friulani che dovettero abbandonare case e terre, e andare profughi in tutto il Paese, isole comprese, ed essere accolti ovunque con sempre tanta generosità " ,"fu una guerra sbagliata, non risolse i problemi dell'Europa e tutt’ora non abbiamo compreso il vero valore della parola Pace". 

Dunque, "la guerra non è mai una soluzione", ha ammonito il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, rimarcando quindi l'esigenza di ricordare, per rendere omaggio ai Caduti (lo stesso Domenico Rossi ha osservato come il nonno materno vestì nella prima Guerra mondiale la divisa austroungarica) di una guerra che significò "tragedia, sofferenza, orrore", per trarre insegnamenti (la Grande Guerra fu il prodromo della seconda Guerra mondiale), per rinnovare la memoria dei valori, per richiamare come dalle trincee del Carso nacque l'unità d'Italia.

Ad onorare tutti i Caduti anche il presidente degli Amici della Croce nera, Franco Stacul, per il quale appare "doverosa" questa commemorazione congiunta, in cui "si mettono sullo stesso piano tutti i Caduti, senza distinzione tra vincitori e vinti";

tra questi, soprattutto quei 30 mila "giovani del Litorale", italiani, friulani, sloveni, croati, inquadrati per lo più nell'Infanterie Regiment Feldzeugmeister Georg Freiherr von Waldstätten Nr.97, di cui quasi la metà uccisi in Galizia e sui Carpazi. L'odierna cerimonia, nella riaffermazione dei valori della Pace e della Libertà, ha rilevato il sindaco di Trieste Roberto Cosolini, non può non ricordarci "la drammaticità di quella guerra, un conflitto che fu sterminio di massa" e che per Trieste fu di fatto l'inizio di un travaglio che durò per gran parte dello scorso secolo, "in cui nulla fu risparmiato alla città".

"Una giornata importante e significativa, quella di oggi in piazza Unità d'Italia a Trieste, per commemorare tutti quei giovani, di tutte le parti d'Italia, e nel caso di queste nostre terre che combatterono anche su fronti diversi, a ricordo di tempi terribili che non vogliamo rivivere più".

Con queste parole della presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani si è conclusa nel capoluogo regionale l'intensa e partecipata giornata dedicata alla lettura di circa 800 nomi dei Caduti sui teatri di guerra della regione nel primo conflitto mondiale e la contestuale consegna di 52 medaglie commemorative nel centenario della Grande Guerra ai familiari, ai parenti, ai discendenti delle giovani vittime di quella che fu la prima grande carneficina del secolo scorso.

L’odierna iniziativa, come tante altre, è stata resa possibile, come ha sottolineato la presidente Serracchiani, grazie a tutte le Associazioni d'Arma, "che hanno sempre assicurato presenza ed entusiasmo", nonché anche alla collaborazione di tutti i governi locali : Prefetture, Province, Comuni e Comandi militari.

 

 

 

CARGNACCO – FRIULI V.G. – XXXII° PELLEGRINAGGIO CREMISI

IL RICORDO DEI CADUTI E DISPERSI IN RUSSIA

 

 

 

 

“In una delle  campagne militari più sciagurate mai intraprese, in cui mille e mille furono gettati in un assalto senza senso e senza ritorno, tra il '42 e il '43, i bersaglieri in Russia seppero confermare virtù belliche e umane tali da rimanere per sempre impresse tra le pagine di quella storia che si sfogliano con emozione e rispetto".

Cargnacco, 13 mar. 2016 -  

L'odierna e tradizionale giornata dedicata "ai Bersaglieri caduti e dispersi in Russia"  - dove il 3° e 6° Reggimento Bersaglieri, inquadrati nella divisione Celere, furono praticamente annientati nel dicembre 1942 dall'offensiva dell'Armata Rossa sul Don, nota come  “La battaglia di Natale” -  annualmente promossa dalle Associazioni Bersaglieri Regionale e Provinciale guidate da Giuseppe Iacca e Adriano Bidin, ha permesso di ribadire - nei vari interventi delle autorità presenti , quei valori, quel ricordo di giovani morti per la Patria e la necessità di "custodire e trasmettere la memoria" alle generazioni più giovani, affinchè quel sacrificio  di oltre 100.000 soldati italiani morti o dispersi in terra di Russia non venga mai dimenticato e quei fatti continuino ad essere un alto momento di riflessione.

La presenza del picchetto e della fanfara dell’11°, che hanno reso tutti gli onori militari, ha impreziosito la cerimonia che è stata arricchita anche dalla partecipazione della fanfara di S. Giorgio di Nogaro e del coro di Pertegada che, oltre a dedicare ai caduti il canto dei Bersaglieri in Russia “Cuor di Bersagliere”, ha accompagnato l’intera funzione religiosa che si è conclusa con la consegna di alcune medaglie commemorative della Grande Guerra a familiari di caduti di quel conflitto.

Forte testimonianza di dedizione e condivisione di sentimenti e valori è stata evidenziata, trasmessa e percepita con la partecipazione di tanti bersaglieri e labari provenienti dal vicino Veneto, dall’Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Toscana e Trentino A.A., che si sono uniti ai cugini del F.V.G.

. Altro valore aggiunto,  come sempre, è stata la graditissima presenza del labaro del Gruppo 6° Reggimento Bersaglieri.

La consolidata ed esperta  presentazione di tutti gli eventi da parte del Pres. Reg. del Veneto, Antonio Bozzo, ha reso il tutto ancora più suggestivo e denso di emozioni.

Un grazie va rivolto a tutte le autorità civili e militari ( il Gen. Guarisco  ed il Ten. Col Marra per i bers.) che con la loro presenza  hanno inteso testimoniare  comunione di sentimenti, condivisione e vicinanza ai bersaglieri.

Ma un segno di grande gratitudine lo rivolgo a tutti  i bersaglieri  e dirigenti ANB intervenuti, testimoni di tradizione e memoria, ed a tutti  i miei collaboratori che si sono prodigati per la riuscita della manifestazione; Bidin  ed i bersaglieri della provincia di Udine e tutto il Consiglio Regionale del fvg con particolare riguardo a Venier, Angelillo, Tomaselli, Cisint e l’inossidabile Borean. 

 

 

 

1° MAGGIO 2016  PELLEGRINAGGIO CREMISI AL SACRARIO NAZIONALE

 DI REDIPUGLIA E MONTE SAN MICHELE

 

 

 

 

Come tradizione consolidata, anche quest’anno i Bersaglieri del fvg  hanno organizzato, domenica 1° maggio, il pellegrinaggio  cremisi tra i luoghi più suggestivi della” memoria” della recente storia d’Italia,  per commemorare e ricordare i  Caduti e Dispersi della Grande Guerra  e di tutti i conflitti. 

Questa giornata del ricordo è iniziata sul M. San Michele per commemorare la MOVM bers. Francesco Rismondo (volontario irredento dalmata) e la benedizione del cippo a sua memoria, appena restaurato per volere  delle Associazioni Dalmati Italiani nel Mondo – Libero Comune di Zara in Esilio e Venezia Giulia e Dalmazia.

Fautore di questo connubio “Bersaglieri – Dalmazia” è stato il Gen. Elio Ricciardi che, nel corso della cerimonia, ha  tenuto l’orazione ufficiale al cospetto di numerose autorità, medaglieri e labari, molti del vicino veneto, nonostante le non clementi condizioni atmosferiche.

Alla presenza del picchetto in armi dell’11° Rgt. Bersaglieri e della Fanfara di Trieste sono stati resi tutti gli onori in programma, lo speaker Bozzo ha cadenzato le varie fasi della cerimonia a  cui hanno partecipato anche  gli alunni della scuola “F. Rismondo” di  Gorizia che hanno deposto un omaggio floreale al cippo dell’eroe. Quindi tutti a Redipuglia, con un programma rivisitato all’impronta a causa di un tempo che sconsigliava  la permanenza  sotto l’acqua di tante persone, famigliari di caduti in particolare, alquanto “adulte”.

Fanfara di San Giorgio in testa, Picchetto dell’11° Bersaglieri, gonfaloni, Medaglieri, Labari, Associazioni, Besaglieri e Autorità, tutti in corteo a rendere omaggio ai Caduti presso la tomba del Duca d’Aosta,  Emanuele Filiberto di Savoia, Comandante della Invitta Terza Armata.

A seguire, tutti nella sala cinema del museo III^ Armata per continuare ad onorare i caduti con la lettura dei nomi di alcune pagine dell’Albo d’Oro, al rintocco della campana della memoria, ed il  successivo commovente momento della consegna delle medaglie commemorative ai familiari di caduti presenti, provenienti da diverse regioni d’Italia ed anche dagli Stati Uniti.

A consegnare le medaglie sono state chiamate tutte le autorità civili e militari presenti: il Prefetto di Gorizia, il V. Pres. della Provincia dI Gorizia, i Sindaci di Fogliano, Mariano del F., Gorizia e Sagrado, i C.ti Provinciali dei Carabinieri e della GdF di Gorizia, il Cap. Di Renzo dell’11° Rgt. Bers., il Gen. C.A. Santo ed anche molti autorevoli rappresentanti di varie associazioni: alpini, fanti, marinai, paracadutisti, genieri, cavalieri, Dalmati Italiani e, per l’ANB: i  Pres. Regionali del Veneto e del FVG, il Cons. Naz. del FVG, i Pres. Provinciali di Udine e di Pordenone e, per le Sezioni, il Pres. di Spilimbergo. Ad annunciare gli eventi, il Cons. Regionale Angelillo.

Dopo un applauditissimo concerto della fanfara di S. Giorgio di Nogaro ed il successivo  convivio cremisi, accompagnati da una guida professionale precettata dalla Presidenza ANB Regionale, molti dei partecipanti hanno potuto visitare due dei luoghi simbolo della memoria della Grande Guerra in Friuli, l’Ossario di Oslavia e l’Ara Pacis Mundi di Medea.

La mia gratitudine a tutti i Bersaglieri che, con la loro generosa disponibilità, hanno reso possibile la realizzazione di questo doppio evento. 

 

ALCUNE NOTE DI STORIA

 

IL SACRARIO DI REDIPUGLIA e’ il luogo simbolo della memoria e della commemorazione per tutti gli oltre 650 mila caduti italiani della grande guerra,  qui trovano sepoltura oltre 100 mila di loro.

Il memoriale monumentale, progettato dall’architetto Giovanni Greppi e dallo scultore Giannino Castiglioni, dopo 3 anni di intensi lavori fu inaugurato il 18 settembre 1938 alla presenza di oltre 50 mila veterani.  Il sacrario sorge davanti la collina di Sant’Elia, sede del precedente cimitero di guerra, e tutta l’area, che include numerosissime testimonianze, compreso il museo della grande guerra ( casa della III^ Armata), e’ stata convertita in parco del ricordo o della memoria, e fanno di Redipuglia il più grande sacrario militare d’Italia e tra i più estesi ed importanti al mondo.

Il sacrario sorge nell’area del carso triestino-goriziano, sulle pendici del monte Sei Busi, aspramente conteso in più battaglie dell’Isonzo.  Qui si accede risalendo un lastricato carsico, percorrendo la Via Eroica, un corridoio delimitato da due file di lastre in bronzo che riportano i nomi delle 38 località dove più  aspra e sanguinosa fu la lotta. Al termine di questa via, come in uno schieramento militare, davanti è eretta la tomba di Emanuele Filiberto di Savoia, Comandante della Terza Armata, cui fanno ala quelle dei suoi generali, a seguire si erge la maestosa scalinata di 22 gradoni dove sono custodite le salme di circa 40 mila caduti identificati, sull’ultimo gradone, invece, nelle due grandi tombe ai lati della cappella votiva, trovano sepoltura oltre 60 mila caduti ignoti. 

 

 IL MONTE SAN MICHELE, chiamato così in modo improprio,  solo 275 metri slm, è un rilievo carsico situato a cavallo tra i comuni di Sagrado (frazione di San Martino del Carso), e Savogna d'Isonzo nella provincia di Gorizia non distante dal mare Adriatico e dal sacrario di Redipuglia

La sua fama è legata al fatto che esso fu teatro di numerose battaglie durante la Prima guerra mondiale. Ancora oggi, infatti, la zona tra Fogliano Redipuglia e Sagrado è disseminata di trincee, camminamenti, caverne e gallerie nonché di molti piccoli monumenti spontanei sorti dopo il conflitto.

Il San Michele viene citato nel componimento Sono una creatura del famoso poeta  Giuseppe Ungaretti, che partecipò al dramma di quella guerra. Dalla sua sommità è visibile una buona porzione di Alto Adriatico, con una visione che spazia dalla città di Monfalcone, alla foce dell'Isonzo ed alla laguna di Grado, mentre verso sud-est nelle giornate nitide si può arrivare a percepire l'estremità nord-occidentale della penisola istriana di punta Salvore, nei pressi di Pirano.

Il San Michele grazie alla sua posizione domina la bassa valle dell'Isonzo  e durante la prima guerra mondiale permetteva di tenere sotto controllo la città di Gorizia.

A seguito della Prima battaglia dell'Isonzo, la postazione venne pesantemente fortificata dagli austroungarici, tramite un ampio sistema di caverne e ricoveri, e munita di cannoni di grande calibro. L'esercito italiano tentò per mesi di conquistarlo, tanto che la sanguinosa Seconda battaglia dell'Isonzo è nota anche come “la battaglia del San Michele”, perché ivi lo sforzo italiano fu più concentrato e intenso. Le estese fortificazioni, difese da reparti ungheresi, resistettero a diversi attacchi e il monte cadde nelle mani dell'esercito italiano solo durante la Sesta battaglia dell'Isonzo.

La sommità del monte è stata restaurata e nel 1922 dichiarata zona monumentale. Sono visitabili diverse opere, tra le quali la galleria del comando austroungarico generale Lukacich e l'ampia galleria della III Armata, accessibile dal piazzale su cui si trova anche il Museo Storico del Monte San Michele che contiene cimeli bellici dell'epoca ed una ricca documentazione foto-cartografica.

Nella sala centrale del museo è possibile ripercorrere  cronologicamente tutte le vicende delle sei battaglie combattute sul Monte San Michele ed il raccapricciante episodio del primo attacco a sorpresa con gas asfissianti sul fronte italiano , del 26 giugno 1916,  condotto dall'esercito austroungarico contro l'esercito italiano utilizzando una miscela di cloro e fosgene.

La Regione Friuli-Venezia Giulia e la Provincia di Gorizia hanno dato avvio ad un progetto   che prevede la realizzazione all'interno della fortezza del San Michele del più grande museo d'Europa dedicato alla Prima guerra mondiale. 

 Nelle varie battaglie per la conquista del monte San Michele un ruolo importante lo svolsero i  reparti bersaglieri, i ciclisti in particolare, che con il loro ardore e valore anche qui si sono ricoperti di gloria.

 

 

 

  

 

 

TRIESTE  50° DEL SANTUARIO MARIANO DI MONTE GRISA

 

   

TEMPIO NAZIONALE A MARIA MADRE E REGINA

 

 

Una intenso e lungo elenco di manifestazioni, religiose - civili e militari, si sono svolte nel territorio di Trieste per celebrare il 50° del mastodontico Santuario che sorge sopra la città dominandola.

Le notizie storiche riportate di seguito ne delineano motivazioni e connessioni sempre rivolte alla sofferenza umana in circostanze di guerra. 

Sabato 21 maggio, in una solenne cerimonia di commemorazione dei caduti della G.G., oltre alla presenza dei nostri labari, la Fanfara di Trieste ha reso tutti gli onori musicali previsti per le cerimonie ed ha concluso con un “ristoratore” ed applaudito concerto.

Brava la fanfara di Trieste, bravi i bersaglieri triestini.

 

IL SANTUARIO MARIANO DI MONTE GRISA

 

Il tempio nazionale a Maria Madre e Regina (in sloveno Svetišče na Vejni) è una chiesa cattolica a nord della città di Trieste, posta in cima al monte Grisa (330 metri), che domina  la città ed affre una vista spettacolare sul golfo.

Progettato dall'architetto Antonio Guacci su idea dell'arcivescovo di Trieste e Capodistria Antonio Santin: la struttura triangolare evoca la lettera M come simbolo della Vergine Maria.

La costruzione avvenne tra il 1963 e il 1965, mentre l'inaugurazione, ad opera dello stesso vescovo, si svolse il 22 maggio 1966.

Il santuario è ha un'imponente struttura in cemento armato, con la presenza di due chiese sovrapposte, per la sua forma i triestini lo chiamano affettuosamente “il formaggin”.

 

LA STORIA

 

Nel 1945 l'arcivescovo di Trieste Antonio Santin fece un voto alla Madonna per la salvezza della città minacciata di distruzione dall'evoluzione degli eventi bellici.

Finita la guerra, nel 1948 venne pubblicata sulla rivista Settimana del Clero la proposta di mons. Strazzacappa di realizzare a Trieste, con l'intervento di tutte le diocesi d'Italia, un tempio di interesse nazionale dedicato alla Madonna.

Nel 1959 papa Giovanni XXIII decise che l'erigendo tempio sarebbe stato dedicato a Maria Madre e Regina, a ricordo della consacrazione dell'Italia al Cuore Immacolato di Maria, come simbolo di pace e unità tra tutte le genti, in particolare tra entrambi i lati del confine, in quel luogo distante meno di 10 chilometri.

Da aprile a settembre di quell'anno ebbe luogo quel "pellegrinaggio delle meraviglie”, che per l'affluenza delle masse al passaggio della Madonna di Fatima nelle varie città, fu chiamata “la più grande missione fatta in Italia”;

l'arcivescovo di Trieste, ricevette la statua della Madonna pellegrina il 17 settembre 1959 e due giorni dopo, sul monte Grisa, veniva posta la prima pietra del grande tempio, mentre il 20 settembre il Santo Simulacro ritornava nella capelinha di Fatima.

Era desiderio di tutti avere per il nuovo tempio una statua della Madonna di Fatima, a ciò provvide il vescovo mons. Joao Pereira Venancio il quale incaricò lo stesso scultore che aveva eseguito la statua per la capelinha di scolpirne una uguale per Trieste.

Il 1º maggio 1992 Giovanni Paolo II ha visitato il tempio.

 

 

 

TEMPIO OSSARIO DI UDINE

 

 

BERSAGLIERI IN PRIMA LINEA NEL RICORDARE

CADUTI DELLA G.G.

 

 

 

Udine, 8 maggio 2016, dopo appena una settimana dal pellegrinaggio cremisi al San Michele e Redipuglia, i bersaglieri del Friuli, capitanati dall’intera provincia di Udine ed il suo Presidente Bidin, sono stati protagonisti di una ennesima commovente cerimonia, presso il Tempio Ossario di Udine, dedicata ai caduti ed ai loro familiari discendenti.

Dopo la Santa Messa di suffragio, c’è stata la lettura di alcune pagine dell’Albo d’Oro, i cui nomi dei caduti, al rintocco della campana della memoria, sono stati letti anche dalle numerose autorità ed associazioni presenti e che hanno  condiviso con i Bersaglieri questa giornata di memoria.  

Con la presentazione curata dal Consigliere Regionale Angelillo ha avuto poi luogo il momento più toccante rappresentato dalla consegna delle medaglie commemorative ai famigliari dei caduti, predisposte e donate dalla Regione FVG a tutti i discendenti che ne fanno richiesta.  

Con la deposizione di una corona d’alloro presso il monumento ai caduti per la Patria, posto nella cripta del Tempio, dove sono custoditi circa 22.000 caduti, ha avuto termine la cerimonia.

Grazie e bravi bersaglieri, i vostri sacrifici sono ripagati con la commozione genuina che donate a tanta gente che viene a trovarci da ogni parte d’Italia e non solo.

 

NOTE STORICHE

IL TEMPIO OSSARIO DI UDINE 

Il Tempio Sacrario di San Nicolò, meglio conosciuto come Tempio Ossario di Udine, si trova nella centrale Rotonda XXVI Luglio al termine di Viale Venezia.

Con la sua imponente cupola è visibile anche da lontano e si divide in Ossario vero e proprio, dove si trovano i resti di 21.500 caduti nella Grande Guerra in Friuli Venezia Giulia, e chiesa parrocchiale di San Nicolò, funzione per cui inizialmente era stato previsto l'edificio.

I lavori iniziarono nel 1925 sul progetto degli architetti Provino Valle e Alessandro Limongelli ma due anni dopo venne presa la decisione di trasformare la chiesa in un luogo dove raccogliere le migliaia di salme sparse nei cimiteri di guerra tra i fiumi Isonzo e Tagliamento.

Le scelte iniziali furono così parzialmente riviste e fu costruita, sotto la chiesa, una grandiosa cripta che ancora oggi ospita i caduti, di cui circa 5.600 senza nome.

I corpi identificati sono disposti in loculi lungo le pareti mentre gli ignoti si trovano in due grandi tombe comuni su cui è possibile leggere l'epigrafe "Et nomen una cum sanguine pro Patria dedimus" (Per la Patria abbiamo offerto, insieme al sangue, anche il nome).

Nella cripta sono presenti anche una statua bronzea dedicata ai tanti caduti e dispersi delle divisioni Julia e Friuli nonché 300 caduti della Seconda Guerra Mondiale.

La facciata esterna del Tempio richiama chiaramente la Grande Guerra con la collocazione di quattro grandi statue di Silvio Olivo le quali rappresentano l'Alpino, il Fante, l'Aviatore ed il Marinaio.

All'interno della chiesa parrocchiale invece si trovano 14 cappelle laterali, ognuna dedicata ad una stazione della "Via Crucis" con formelle di Giannino Castiglioni,  già autore di quelle presenti nella cappella del Sacrario di Redipuglia. 

 

 

 

CERIMONIE L'ESERCITO COMBATTE           23 E 24 MAGGIO 2016

  

 

 

 

 “L’ESERCITO COMBATTE…”

“L’Esercito Italiano, analogamente a quanto fatto nel 2015, organizza una serie di eventi commemorativi a ricordo degli eventi bellici di 100 anni orsono, epoca in cui il precursore Regio Esercito era impegnato nel sanguinoso conflitto contro l’Impero Austro-Ungarico. 

Commemorare quei tragici momenti non ha un mero valore celebrativo, ma intende riportare alla memoria gli atti e lo spirito dei nostri antenati che, per la prima volta dopo l’unificazione, si ritrovarono a combattere e a sacrificarsi per un’unica bandiera, in nome di uno Stato che, nelle anguste e fredde trincee, vedeva la nascita dei primi sentimenti di unità e orgoglio nazionale. 

Ricordare quei fatti d’armi non solo apre alla conoscenza di uno spaccato di società spesso dimenticato, ma intende proseguire il percorso intrapreso lo scorso anno con un analogo progetto volto a consolidare il sentimento identitario e valoriale che nell’attuale momento storico è fortemente richiesto dalla collettività.

Gli eventi di prevista realizzazione rientrano nel più ampio contesto commemorativo promosso dalle più alte cariche istituzionali e vedono l’Esercito assoluto protagonista anche in ragione del pesante contributo bellico fornito nel corso della Grande Guerra (circa 80% dei militari impegnati nel conflitto appartenevano al Regio Esercito)”.

Queste le motivazioni per cui lo SME ha inteso ricordare il centenario del secondo anno di conflitto con una articolata manifestazione denominata  “l’Esercito Combatte” dopo l’analoga  dello scorso anno “l’Esercito Marciava”.

Il momento più solenne si è avuto con le simultanee celebrazioni alle ore 10.00 del 24 maggio, presso i più  significativi Sacrari e i Cimiteri Militari del nord-est con numerose delegazioni miste militari – studenti autorità e Associazioni d’Arma.

I Bersaglieri del Friuli V.G. sono stati presenti in tutti i luoghi di interesse della regione,  Caporetto, Prosecco, Oslavia, Redipuglia e M. San Michele, in quest’ultimo luogo, molto caro ai bersaglieri, con la partecipazione del Medagliere regionale.

In tutti questi luoghi sacri sono state  lette pagine dell’Albo d’Oro e consegnate medaglie commemorative a famigliari di caduti della G.G..

La mia gratitudine va a tutti i bersaglieri che con grande sacrificio ed abnegazione hanno fatto ondeggiare le loro piume in tutti questi luoghi di commemorazione. Grazie!

 

 

 

2 GIUGNO FESTA DELLA REPUBBLICA

 

 

 

 

 

L'Associazione Nazionale Bersaglieri - Regione Friuli Venezia Giulia, ricorda la Festa della Repubblica Italiana è una giornata celebrativa nazionale italiana, istituita per ricordare la nascita della Repubblica Italiana.

Si festeggia ogni anno il 2 giugno, data del referendum istituzionale del 1946, con la celebrazione principale che avviene a Roma.

Il Cerimoniale della manifestazione organizzata nella capitale d'Italia comprende la deposizione di una corona d'alloro all'Altare della Patria e una parata militare lungo via dei Fori Imperiali. La Festa della Repubblica Italiana è uno dei simboli patri italiani.

La prima celebrazione della Festa della Repubblica Italiana avvenne il 2 giugno 1948 in via dei Fori Imperiali a Roma. All'epoca il cerimoniale comprese la passata in rassegna delle forze armate in onore della Repubblica da parte del Presidente della Repubblica; la manifestazione avvenne in piazza Venezia, di fronte all'Altare della Patria. A questo punto, dopo la deposizione della corona d'alloro al Milite Ignoto da parte del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, gli stendardi delle forze armate abbandonarono la formazione, percorsero la scalinata dell'Altare della Patria e resero omaggio al Capo dello Stato con un inchino.

Per vedere la sequenza video della Festa della Repubblica 2016 trasmessa dalla RAI., clicca qui.

Per lo spot Istituzionale, clicca Play sul filmato sotto.

 

 

 

ASSOCIAZIONE  NAZIONALE  BERSAGLIERI

PRESIDENZA REGIONALE FRIULI VENEZIA GIULIA

 

 

 

 

IN RICORDO DEI CADUTI DELLA GRANDE GUERRA

 

Continua in Friuli l’impegno dei bersaglieri nel ricordare tutti i caduti della G.G., sia attraverso la lettura delle pagine dell’Albo d’Oro che l’incessante attività di allestimento di “Cerimonie della Memoria”, condotte nei luoghi più significativi di quel conflitto e a favore delle migliaia di famigliari che giungono in Friuli da ogni parte della penisola per ritirare la medaglia commemorativa col nome del proprio congiunto sacrificatosi per la Patria.

Sono, queste, cerimonie di forte intensità emotiva che imprimono nei partecipanti momenti e ricordi indimenticabili;

le successive gratificazioni che vengono tributate a tutti i bersaglieri rappresentano, poi, l’alimento che dà forza e vigore per poter continuare nell’opera intrapresa, di ricordo dei caduti e di gratitudine nei confronti dei loro discendenti.

Solo in questo mese di giugno, sempre alla presenza di numerose autorità civili e militari e la condivisione con tutte le altre realtà associative,  i bersaglieri hanno consegnato oltre seicento medaglie commemorative ad altrettante famiglie nelle cerimonie del 4 a Pertegada, il 10 al Tempio Ossario di Udine, il 18 a Bivio Paradiso e il 19 a Redipuglia.

Ma altri tantissimi appuntamenti ci attendono e molti sono anche i comuni d’Italia che si sono già prenotati per venire qui, in Friuli, a ricordare i loro Eroi.

A tutti i bersaglieri che si prodigano e credono in questa meritoria opera di “Memoria” per non dimenticare, la mia più sincera gratitudine. 

Grazie Bersaglieri per la vostra generosità.   Pino  Iacca

 

 

Sacrario di Redipuglia, 19 giugno 2016

 

 

 

Nella cappella votiva del Sacrario di Redipuglia, i bersaglieri della provincia di Udine e Pordenone si sono riuniti per condurre una  cerimonia in onore dei caduti della G.G. che dal 2014 viene ripetutamente allestita per onorare  l’impegno assunto di ricordare tutti i caduti  attraverso la lettura delle pagine dell’Albo d’oro e la consegna di medaglie commemorative.

Alle ore 09.00, sull’ampio piazzale retrostante alla Cappella votiva, sono confluiti i bersaglieri con i loro labari, rappresentanti di altre associazioni d’arma, autorità e tanti familiari di caduti provenienti dalla toscana, dal Piemonte, dal veneto, dalla Lombardia, dalla Campania, dalla Basilicata e dall’Emilia.

Tutti i convenuti,  all’interno della cappella, sono stati ricevuti dal coordinatore dell’evento, il Gen. bers. Adriano Bidin, che ha molto apprezzato la partecipazione   della signora Donatella Sbaiz, portatrice della medaglia d’oro acquisita dallo zio bersagliere Luigi Sbaiz sul finire della seconda guerra mondiale nel Combattimento di Montelungo ed ha letto loro il saluto fatto pervenire dalla Presidente della Regione FVG dott.ssa Deborah Serracchiani, particolarmente rivolto ai familiari dei caduti intervenuti.

Dopo il posizionamento dei labari (Udine, Gorizia, San Giorgio di Nogaro, Latisana, Cividale del F., Palmanova, Paradiso della Battaglia, Prata di Pn. e Pasiano di Pn, bandiera del Centenario, quella dell’Ass. Naz. Marinai, Il Labaro Provinciale di Udine) il bers. Comm. Giorgio Borean ha iniziato a presentare la cerimonia ed il cappellano militare del Sacrario, don Sigismondo Schiavone ha officiato la santa messa al cui termine è stata letta la Preghiera al CADUTO.

 Per ricordare i caduti, al rintocco della campana della memoria, manovrata dal bers. Valter Stringaro, a cura delle autorità presenti sono stati letti i nomi dei caduti contenuti in tre pagine dell’Albo d’Oro,  90 nomi tutti abruzzesi e molisani.

A seguire la  consegna delle medaglie ai familiari dei caduti   ed il successivo schieramento, all’esterno,  sulla gradinata sovrastante, di fronte alla cripta ove campeggia la scritta “TRENTAMILA CADUTI IGNOTI;

qui è stata  deposta una corona in loro onore, portata dai bersaglieri Chiarandini e Stringaro al suono del Piave e le successive note del “SILENZIO” che hanno creato momenti di intensa commozione.  

Il Gen. Bers. Bidin ha quindi rimarcato l’importanza di queste celebrazioni ed ha ringraziato i familiari dei caduti per la loro partecipazione.  

A conclusione, il saluto da parte del sindaco di Fogliano, dott. Antonio Calligaris.

 

TERREMOTO ITALIA CENTRALE

COMUNICATO DEL PRESIDENTE NAZIONALE

 

 

 

 

Carissimi, a seguito dell'evento sismico che ha colpito il Centro Italia e in particolare il reatino,  L'Associazione Nazionale Bersaglieri promuove una raccolta fondi a favore delle popolazioni coinvolte.

 

Per tale raccolta la Presidenza Nazionale pone a disposizione:

-   il n. del C/C bancario della: 

"BANCA PROSSIMA"    n. 125459

-   le coordinate IBAN……….:

 IT97 JO33 5901 6001 0000 0125 459

con la seguente causale:

" Pro terremotati Italia Centrale"

 

Per quanto attiene alla raccolta sangue a favore delle popolazioni colpite si invitano gli iscritti (soprattutto giovani) ad accogliere la richiesta recandosi presso il più vicino ospedale o centro trasfusionale esponendo i motivi della loro offerta.  Ricordo, infine che per quanto attiene all'intera problematica degli interventi nelle zone terremotate, il  riferimento tecnico e Coordinatore Nazionale per l'ANB è il Bers. Ing. Giuseppe LOBERTO del quale si allegano:

-   la relazione tecnica sul citato sisma, già inviata alla Presidenza Nazionale (inviata via Email);

-  i recapiti telefonico: 3315788188 e telematico: pinoloberto@libero.it.  

Confidando sulla vostra sempre bersaglieresca generosità ed esprimendo sentimenti di solidarietà con le popolazioni colpite dal terribile sisma  invio i miei più cordiali  bersaglieschi saluti, con preghiera di estendere la presente fino a livello Sezione.

 

IL PRESIDENTE NAZIONALE

Bers. Gen. Marcello CATALDI

 

 

 

 

MONFALCONE - REDIPUGLIA    "RICORDATO L’EROE

ENRICO TOTI"

 

 

 

Nel centenario della morte, i bersaglieri del Friuli Venezia Giulia hanno ricordato la figura dell’eroe Enrico Toti con una serie di manifestazioni che sono iniziate il 18 settembre 2016 con la partenza da Roma di una pattuglia ciclisti guidata dal Gen. Giovanni Campopiano e coordinata dal Cons. nazionale Gen.  Pio Langella che ne ha curato anche gli aspetti filatelici dell’evento.

Intanto, a Monfalcone , presentata l’intera manifestazione alla stampa,  giovedì  22 settembre 2016  si inaugurava la mostra “mamma ti scrivo…”, una voluminosa raccolta di cartoline di tutti i reggimenti al fronte.

Nel tardo pomeriggio, a cura del Gen. Scollo, la presentazione e illustrazione del volumetto “Enrico Toti – tra leggenda e storia” edito dalla Presidenza Regionale ANB del fvg. ;

la fiaba della  vita  di un personaggio  sempre attuale e portato a conoscenza di tanti giovani incontrati nel corso delle varie iniziative svolte; le note della fanfara “E. Toti” di Trieste del maestro Alessandro Moratto hanno concluso la presentazione.

Nel pomeriggio del 23 settembre 2016 arriva a Udine la pattuglia ciclisti partita da Roma che si unisce alla pattuglia storica di Palmanova ed a tutti i labari, bersaglieri  e autorità presenti che, in corteo, percorrendo tutto il centro storico della città,  fanfara di Trieste in testa,  rendono gli onori ai caduti presso il Tempio Ossario, il Monumento ai Caduti della città e quello dei Bersaglieri; poi tutti in piazza 1° maggio per una kermesse ciclistica , “Trofeo E. Toti”, organizzata dalla Cicloassi Friuli  e riservata a ragazzi di 11/12 anni, entusiasti della presenza della fanfara che accompagnava il loro competere, dei bersaglieri e di un generale dello SME in uniforme, Gen. Nicola Tota.

Il giorno successivo, sabato 24 settembre 2016, a Monfalcone, alla presenza di numerose autorità civili e militari (tra cui i Generali Stano, Tota e C.te CMR fvg), i medaglieri ANB del  Veneto, Emilia Romagna e Friuli V.G., tanti labari e bersaglieri di tutte le regioni del nord, le pattuglie Regina e di Palmanova e varie associazioni, la cerimonia militare organizzata dal Comando Militare Regionale del fvg,  per conto dello SME, e con la partecipazione della pronipote dell’eroe, Sig.ra Claudia Toti Lombardozzi, a cui il Pres. ANB Int. Nord comm. Camillo Ferroni ha consegnato la medaglia commemorativa del centenario della G.G., mentre al Sindaco della città ed al C.te delle Forze di Difesa Nord, i bersaglieri del Friuli V.G. hanno dato in omaggio una stampa con riprodotta la nota copertina  della “Domenica del Corriere” del 1916.

Nel pomeriggio tutti a quota 85 , a rendere omaggio all’eroe Toti con una semplice  ma sentita cerimonia diretta dai Pres. Regionali del veneto e Friuli V.G. e la graditissima partecipazione di una nutrita rappresentanza di bersaglieri di S. Benedetto del T. e di Ascoli, con i rispettivi Pres. di sezione,  e  la loro fanfara diretta dal maestro Alessandro Olori, giunti per ritirare le medaglie commemorative dei loro congiunti caduti. 

Dopo l’esibizione di tanti bambini in un percorso ciclistico  educativo,  le relative premiazioni e consegna del volumetto su Erico Toti, in serata, il gran concerto della fanfara di Ascoli nel centro storico della città  al cospetto di un folto pubblico festante per la bravura della stessa fanfara.

Domenica 25 settembre 2016 si inizia con la tradizionale sveglia alla città a cura della fanfara di Trieste  che dopo dà il via alla “cicloturistica del centenario” che porta  i  partecipanti, comprese le pattuglie di ieri e di oggi, da Monfalcone a Redipuglia per unirsi a tutti i familiari di circa seicento caduti giunti da ogni parte d’Italia  per partecipare alla cerimonia conclusiva in onore a Toti ed a tutti i caduti e per ritirare la medaglia commemorativa  del loro avo.

Un mare di gente con in testa dieci Gonfaloni e Sindaci di città  venute qui per onorare i loro caduti della Grande Guerra, uno sforzo organizzativo messo in campo dai bersaglieri del FVG che sono stati ripagati dai sentimenti di gratitudine  e riconoscenza di tutti i presenti e che ha trovato suggello nel riconoscimento, un quadro celebrativo di tiratura limitata,  tributato loro dall’Associazione Internazionale “Regina Elena “ per l’impegno che profondono per onorare tutti i caduti per la patria e tramandarne la memoria. Il conviviale saluto di chiusura è stato allietato dalla brillante musica della fanfara di Ascoli e dalla sorpresa esibizione vocale, con accompagnamento della fanfara e “a cappella” , della pronipote di E. Toti, nota cantante lirica.

 

I BERSAGLIERI DEL FVG  RICORDANO I CADUTI DI CAPORETTO

 

Domenica 9 ottobre 2016 i Bersaglieri del Friuli Venezia Giulia si sono recati a Caporetto (Kobarid) per rendere omaggio ai nostri Caduti di quel luogo a causa di quella triste pagina di storia della 1^ Guerra Mondiale. Alla cerimonia,  organizzata esemplarmente dal Cons. Regionale Comm. Giorgio Borean, hanno partecipato numerosissimi bersaglieri e labari  a far da contorno al Medagliere della regione e con anche altre Associazioni tra cui quella degli Alpini , l’Associazione Internazionale Regina Elena e l’Associazione del Nastro Azzurro del Friuli Venezia Giulia.

Tra le autorità il Gen. C.A. Vincenzo Santo, i Presidenti di numerose sezioni, il Pres. Prov. di Udine Bidin e il Pres. ANB Regionale del FVG.

La S. Messa è stata celebrata dal Cappellano Militare Don Pasquale Didonna nella Chiesa del Sacrario dedicata a S. Antonio da Padova, gremita di fedeli in preghiera, erano presenti molti familiari dei caduti e tumulati nel Sacrario per recitare una requiem per i loro congiunti. 

Nel Mausoleo riposano 7.014 salme di cui oltre 1500 ignote, caduti italiani per la Patria, periti nella famosa e sfortunata battaglia.

 La Funzione è terminata con la commovente lettura della preghiera del Bersagliere da parte del Gen. B. Adriano Bidin, Presidente Provinciale dell’A.N.B. di Udine. 

All'esterno del Sacrario la solenne cerimonia si è svolta al suono della Fanfara in congedo della

Sezione di S. Giorgio di Nogaro, prima  la deposizione della corona di alloro presso la lapide dei

caduti che cita: “ONORE A VOI CHE QUI CADESTE VALOROSAMENTE COMBATTENDO”

a cui ha fatto seguito la sempre commovente cerimonia  della consegna delle medaglie commemorative in ricordo dei Caduti ai loro familiari.

Il Pres. ANB Regione FVG ha tenuto l’orazione ufficiale in cui ha ringraziato i suoi bersaglieri per l’impegno che profondono nell’allestire le settimanali cerimonie in onore dei caduti e loro familiari, ha esortato tutte le Associazioni a mantenere viva la memoria del sacrificio di tanti italiani e indicato loro che i caduti per la Patria sono un patrimonio che appartiene a tutti.

Un cordiale convivio ha concluso una giornata bella e densa di significato.

 

 

I BERSAGLIERI DI FIUME VENETO (PN) RICORDANO I LORO CADUTI

 

 

Dopo una fraterna conviviale del sabato sera, domenica 23 ottobre, i bersaglieri della sezione di Fiume Veneto hanno posto in essere il primo atto  di una lodevole iniziativa di cui si sono resi promotori e organizzatori.

  Atti comunali alla mano, capitanati dal loro presidente Francesco Campanerut, hanno iniziato a censire tutti i caduti del comune nel 1° conflitto mondiale e ricercarne i familiari discendenti.

Per la piccola comunità si tratta di un tributo di oltre cento suoi giovani immolati alla Patria. Dopo gli onori ai caduti e una solenne funzione religiosa, circa trenta familiari hanno potuto ricevere la medaglia commemorativa del centenario della Grande Guerra intitolata al loro Eroe.

Nella generale e sentita partecipazione di tutta la comunità, grande emozione ha destato la Signora Marcuzzi Maria Ines (101 anni – seduta nella foto) che ha ritirato le tre medaglie dei suoi giovanissimi zii deceduti in guerra quand’ella  aveva appena un anno di vita.

Complimenti bersaglieri di Fiume Veneto! Una bellissima iniziativa per cui vi esorto a completare.                                                          

A voi la mia infinita gratitudine. 

 

 

 

 TRIESTE  - 3 NOVEMBRE 2016 – “98°

DELLA REDENZIONE” 

 

 

La tradizionale rievocazione storica del ritorno della Città Giuliana all'Italia, che vide primi  i bersaglieri ad entrare in città, puntuale si e' svolta a Trieste. A 98 anni dall'evento la gioia di tornare a Trieste  e respirare un inebriante profumo di Italianità ed amore verso i bersaglieri è rimasta immutata.

La giornata, che coincide con la festa patronale di San Giusto,  è iniziata con l'alzabandiera in Piazza Unità d'Italia, poi tutti a rendere omaggio ad altre vittime delle guerre e della follia degli uomini.

Nella mattinata, nonostante una bora sostenuta, due toccanti e commoventi cerimonie hanno avuto luogo presso la Foiba di Basovizza e presso la Risiera di San Sabba per ricordare e commemorare, rispettivamente, tutte le vittime delle foibe e quelle dei campi di concentramento.

La memoria conservata in questi luoghi, le letture dei Consiglieri Regionali Angelillo e Verdoglia e la sentita partecipazione di tutti i presenti hanno creato un'atmosfera di profonda e sentita commozione. Nel pomeriggio, poi, la nutrita compagine di bersaglieri del Friuli Venezia Giulia e dei cugini del vicino Veneto con i rispettivi medaglieri regionali, alla presenza di numerose autorità civili e militari, dopo lo sfilamento per le vie della città, hanno reso omaggio ai caduti presso il nostro monumento posto sulla Scala Reale di Trieste.

A conclusione della manifestazione, la solenne ammaina bandiera, nella suggestiva ed incantevole cornice di una delle più belle piazze del mondo illuminata da un coloratissimo tramonto sul mare, seguita  dagli  squilli  in concerto  della  fanfara "E. Toti" di Trieste che hanno salutato una piazza gremita di bersaglieri e triestini.

 

 

 

 

LATISANA (UD) 6 NOVEMBRE 2016

GIORNATA  DELLE FORZE ARMATE E DELL’UNITÀ NAZIONALE

 

 

Domenica 6 novembre 2016, a Latisana,  è stata celebrata Giornata  delle Forze Armate e dell’Unità Nazionale alla presenza del Sindaco Daniele Galizio e di parte della giunta comunale.

Tutte le associazioni d’arma locali, compresi i bersaglieri, hanno partecipato alla   cerimonia che, con le varie deposizioni di corone, ha voluto ricordare tutti  i  caduti latisanesi di tutte le guerre.

 Il primo atto si è compiuto davanti al monumento dedicato ai Caduti del Mare con l’alzabandiera e gli onori ai caduti; l’inno nazionale e del Piave sono stati suonati   da una   banda con  uniformi storiche italiane e austriache della Grande Guerra. Sempre in corteo, con il Gonfalone di Latisana in testa , in piazza d’indipendenza  si sono resi gli onori ai Caduti cittadini del risorgimento.

Dopo la Santa Messa in Duomo, dedicata ai Caduti, è ripreso il pellegrinaggio per la città con sosta presso le lapidi che ricordano i caduti di della 2^ guerra mondiale e a seguire presso il monumento dedicato alla Brigata Alpina Julia.

Quale ultimo atto  il corteo si è portato  davanti al monumento ai Caduti della Grande Guerra dove, dopo aver reso gli onori, i bersaglieri di Latisana e dalla Provincia di Udine hanno  organizzato la lettura di alcune pagine  dell’albo d’oro, effettuata da studenti della città,. e la consegna di alcune medaglie commemorative a familiari di Caduti della GG di Latisana.

Il discorso commemorativo tenuto dal Sindaco Galizio ha chiuso il denso programma che ha coinvolto  tutte le associazioni d’arma cittadine e  numerose autorità locali: il Consigliere regionale Vincenzo Martines, il V. Sindaco Angelo Valvason, i Comandanti della Compagnia della GdF, della Stazione Carabinieri, dei Vigili Urbani ,dei Vigili del Fuoco e il Gen. Bers. Adriano Bidin Presidente Provincia di Udine con al seguito i labari ANB della Provincia di Udine con alfiere Roberto Cisint e quelli della sezione di Latisana, di Pertegada e di Ronchis.

Un plauso e ringraziamento per l’impegno profuso va tributato al Presidente della sezione bersaglieri di Latisana  Mario Battaglia, al comm. bers. Giorgio Borean e ai bersaglieri della sezione di Pertegada-Lignano e di Ronchis.

 

 

SAN GIORGIO DI NOGARO (UD)

20 novembre 2016

 

 

 

Inaugurato il restauro del Monumento ai Bersaglieri Caduti.

 

 

 

Grazie all’intraprendenza del Cons. Reg.le Comm. Bers. Giorgio Borean e dei bersaglieri della sezione di San Giorgio di Nogaro, guidati dal Pres.  Massimo Vicenzino, domenica 20 novembre, dopo aver superato un mare di problematiche burocratiche, è stato possibile inaugurare il restauro del monumento ai caduti, dono dei bersaglieri alla città da oltre 60 anni.

L’intervento, alquanto costoso, si è potuto realizzare grazie ai contributi di: Fondazione CRUP, ANB, Provincia di Udine e Comune di San Giorgio di Nogaro.

La  progettazione dell’intervento è stata curata dall’architetto Paolo Morettin che, per la forma della copertura di protezione, si è ispirato alle piume svolazzanti del nostro cappello che rende la struttura sinuosa e leggera.

 Il monumento si ispira al territorio carsico intorno al Sacrario di Redipuglia, infatti le pietre all’interno del perimetro provengono dal monte San Michele, sulla parete di fronte è impressa la fiamma dei Bersaglieri e ai lati i nomi dei bersaglierei caduti in gran parte nella Grande Guerra.

A sinistra è posta la lapide del bers. Francesco Maran, deceduto in Libia  nel 1911, ed a cui è  intitolata la sezione,  mentre all’interno del muretto di cinta, cosparso delle  pietre del carso del San Michele,  alcune dediche a caduti, il tripode, una bicicletta d’epoca e una lapide con inciso il celebre detto  di Gabriele d’Annunzio: “La mia ruota in ogni raggio è temprata di coraggio e sul cerchio splende la fortuna senza bende”. Alla cerimonia sono intervenuti numerosi bersaglieri della regione ed anche dal vicino Veneto.

Il sindaco Pietro Del Frate ha portato il saluto della città a cui si sono associati il Pres. della Provincia di Udine, il Vice Prefetto M. Rita Coluccia ed il Pres. regionale ANB  Iacca e provinciale Bidin.

Dopo l’inaugurazione ha fatto seguito la consegna delle medaglie commemorative a familiari di caduti della G.G. del paese e, accompagnati dal suono della fanfara di San Giorgio di Nogaro, una sfilata per il centro storico in cui hanno suscitato grande ammirazione la pattuglia ciclisti di Palmanova al gran completo ed i mezzi storici della Croce Rossa facenti parte della collezione privata del bers. simp. Paolo Milan, della fanfara di sezione, che ha fatto sfilare i mezzi coinvolgendo nella parata tutta la sua famiglia in costumi d’epoca.

Il mio plauso a tutti i bersaglieri di San Giorgio di Nogaro.

 

 

 

PRATA DI PORDENONE-GLI AUGURI DELLA FANFARA DELL’11°

02 Dicembre 2016

  

 

Come ogni anno, l’11° Reggimento Bersaglieri, in prossimità delle festività natalizie, organizza, con la sua fanfara, un “Tour d’Auguri” presso tutte le strutture per anziani della provincia di Pordenone (circa venti) che  impegna il reparto per oltre due settimane.

L’attività del Reggimento coinvolge anche tutti i bersaglieri della provincia che si prodigano per accogliere la fanfara nel migliore dei modi. Nella mattinata di venerdì  2 dicembre ha avuto inizio il citato “Tour” presso la Casa degli Anziani di Prata di Pordenone, la Fanfara dell'11° Reggimento Bersaglieri di Orcenico, diretta dal Capo Fanfara Luogotenente  Antonio Miele, ha tenuto il tradizionale e beneaugurante concerto natalizio per gli ospiti della struttura, alla presenza del Sindaco di Prata, vari Assessori comunali  e rappresentanti di tutte le Associazioni della città.

Ovviamente, numerosissima è stata la partecipazione dei soci della locale sezione Bersaglieri  che, al termine dell’esibizione, hanno ospitato l’intera fanfara ad un gioviale convivio presso la loro sede.

 

 

 

 

I BERSAGLIERI E LA PATTUGLIA CICLISTICA DI PALMANOVA 

RICORDANO “Bers. Attiglio Silvestri”

(8 Dicembre 2016)

 

 

L’8 dicembre, Festa dell’Immacolata, i Bersaglieri e la Pattuglia Ciclisti di Palmanova hanno ricordato il centenario della morte del giovane Bersagliere Attilio Silvestri , cui è intitolata la sezione, caduto nel 1916 ad Opachiesella,  quota 144 ad Est di Monfalcone.  Le celebrazioni sono iniziate  presso la chiesa di Privano di Bagnaria Arsa  con  la Santa Messa in Onore dei Caduti officiata dall’ Arciprete  Don Angelo Del  Zotto della Forania di Palmanova; la chiesa era gremita di cappelli piumati di tutte le Sezioni della Provincia di Udine, alla presenza del Presidente Provinciale Gen. B. Adriano Bidin che, nel suo intervento, ha ricordato il sacrificio dei tanti giovani eroi morti nella 1° G. M..

Al termine del Rito sono state consegnate ai parenti dei caduti, venuti appositamente da diverse città della penisola, le medaglie commemorative del centenario coniate dalla Regione FVG. 

 A seguire, sono state lette  alcune pagine dell’Albo d’Oro, ricordandone il sacrificio  di tanti italiani, e dopo, davanti alla Stele che ricorda i caduti di Privano, la resa degli onori a tutti i caduti della G.G.,diretta dal Cons. Regionale Comm. Giorgio Borean, alla presenza del Sindaco della Città di Palmanova Dr. Francesco Martines e la Rag. Laura Pravisani, Assessore alle Attività Produttive e Commercio del Comune di Bagnaria Arsa, i Presidenti di altre Associazioni d’Arma e Onlus, tra cui il Vice Presidente Nazionale dell’Associazione Internazionale Regina Elena Onlus, Comm. Gaetano Casella  Il monumento, una pietra che punta verso il cielo, del peso di oltre 12 quintali, dono del titolare della ditta Julia Marmi di Torreano di Cividale, è stato collocato in un angolo del muro di cinta di villa Dessj, grazie alla disponibilità dei proprietari e vuole essere un “momento” per i lutti, i dolori, i disastri causati dai conflitti bellici”. 

Al termine, la manifestazione è proseguita presso il Cimitero Comunale di Palmanova, dove. da moltissimi anni, ad ogni anniversario, la Sezione usa rendere omaggio sulla tomba della famiglia  Silvestri, dal momento che la salma del bersagliere caduto non è mai stata ritrovata.  Ed in questa particolare circostanza la Sezione di Palmanova, ha voluto deporre una Targa ricordo. Un plauso a tutti i bersaglieri della sezione di Palmanova, al suo Presidente Lucio Moretted a tutti i bersaglieri della provincia di Udine.

 

 

 

 

 

 

 

 

COLLABORAZIONE E SOLIDARIETA'

 

Il valore di un uomo  dovrebbe essere misurato in base alle azioni che fa,  quelle nascoste sono le più stimabili, specie se fatte con il cuore solo cosi l’opera umana può sembrare  più bella e se  aiuti il prossimo,  avrai sempre le ricchezze che avrai donato, l’importante è che non basta fare solo il bene, bisogna anche farlo bene, Noi Bersaglieri, le abbiamo sempre fatto Straordinariamente Bene!!.

 

 

 PROTOCOLLO DI INTESA 

TRA A.N.B. E TELETHON

 

 

 

COLLABORAZIONE DI SOLIDARIETA' CON L'A.I.S.M.

 

 

 

 

 

 

 

 

azionale dell’A.N.B. ha sottoscritto con il Direttore della raccolta fondi della Fondazione Telethon, un protocollo d’intesa (testo in allegato) teso a consentire a quest’ultima di avvalersi delle generosa partecipazione delle strutture della nostra Associazione per la meritoria raccolta fondi a favore della ricerca sulle malattie genetiche. Tale collaborazione, in analogia a quella che da tempo l’ANB fornisce all’AISM, rientra, come è facilmente intuibile, nel quadro della tradizione di solidarietà propria del nostro Corpo. Per consentire una più stretta collaborazione tra le parti, questa Presidenza Nazionale ha fornito a Telethon gli indirizzi di tutte le Sezioni le quali di volta in volta, in relazione alle iniziative condivise, saranno contattate dai responsabili di Telethon per richiedere il supporto necessario alla piena riuscita dei vari eventi. Si pregano i Presidenti Regionali e Provinciali in indirizzo di diramare con la massima sollecitudine la presente mail capillarmente a tutte le Sezioni del proprio territorio di competenza.  Si rappresenta, nel contempo, che tutte le varie richieste di collaborazione di cui al citato protocollo, dovranno essere comunicate tempestivamente a questa Presidenza Nazionale, la quale, da parte sua, si farà carico delle eventuali comunicazioni, a tutte le strutture associative, degli eventi di carattere nazionale o interregionale che dovessero essere organizzati in accordo tra i vertici delle due organizzazioni.  Si confida nella massima disponibilità di tutti per la concretizzazione di tale importante accordo che porterà certamente visibilità alla nostra Associazione.

Il Segretario Generale

Gen. Ottavio Renzi

 

 

 

 

ASSOCIAZIONE NAZIONALE BERSAGLIERI

PRESIDENZA NAZIONALE

 

Come di consueto l’AISM, con la quale l’ANB collabora da oltre un decennio, organizza per il 2016 le due seguenti manifestazioni:

 

·        “La Gardenia di AISM” (5/6 e 8 marzo p.v.)

·        “La Mela di AISM” (nella prima decade di ottobre p.v.)

 

Il sostegno dell’ANB “alle compagne dell’A.I.S.M. è stato sempre pieno e convinto e si è dimostrato di grande importanza per il successo di tali manifestazioni.

Si tratta di due principali momenti di sensibilizzazione e di raccolta promossi dall’AISM e dalla sua fondazione FISM, per sostenere la ricerca scientifica sulla sclerosi multipla e che si svolgono in oltre 500 piazze italiane.

I Presidenti Regionali sono, pertanto, pregati di voler attivare le dipendenti province e Sezioni affinché partecipano, come di consueto, ai due eventi, previ contatti con gli organi dell’AISM.

Nel rinnovare il ringraziamento mio personale per la testimonianza di solidarietà evidenziata da tutti gli organismi associativi, sono sicuro che anche per l’anno in corso la ANB darà prova di grande spirito di solidarietà in occasione di queste meritorie iniziative.

Vi prego estendere a tutti i vostri Bersaglieri e Simpatizzanti il mio più vivo apprezzamento per quanto sin qui fatto e per l’impegno che sarà assicurato anche in futuro.

 

IL PRESIDENTE NAZIONALE

Bers. Gen. D. Marcello CATALDI

 

(Testo originale tratto dalla lettera con prot. Nr. 71/15 del 20 gennaio 2016 dell’ANB, Presidenza Nazionale.)